domenica 31 dicembre 2023

Coppa del mondo di Ciclocross 2023 !!!!!

Ho appreso per caso, di un fatto avvenuto durante la gara di coppa del mondo di ciclo cross 2023, disputata ieri a Hulst . Il vincitore, diventato milionario per meriti sportivi, acclamato e adorato dagli appassionati, prima di tagliare il traguardo, ha sputato verso il pubblico CLICCA QUI !  Continuo a non pentirmi della scelta, fatta da tempo, di non seguire più il ciclismo professionistico UCI ! Saluti ciclistici. 

martedì 19 dicembre 2023

Test Bike indipendente: Pedemonte Altavia ( 4^ parte). Work in Progress. #NovaVitaGravel

 
Caro diario Nova Vita Gravel, quinta pagina del test, prospettive e cambiamenti. In quanto tester devo provare tutto, per valutare, comparare e consigliare; non c'è un limite. Così è accaduto con le bici rim, poi con le bici disc, i telai road industriali con misure standard e i telai road artigianali su misura; se non testassi il "concretamente nuovo", il "sostanzialmente performante" diventerei un opinionista da forum.  Non mi interessano le bici gravel estreme-tecniche cioè quelle ammortizzate. Preferisco le gravel race, simili alla bici da corsa, testarle mettendole alla frusta, secondo il manuale dello stradista. Il rider pedala con la gravel race, come se fosse una bici da strada, è fisiologico; niente e nessuno potrà mai cambiarlo ! Per il rider è impossibile adattarsi e snaturarsi; è un ortodosso; deve stare davanti, fare media, anche su strade bianche e secondarie; sceglierà corse gravel grinder, corse, a cui partecipano stradisti anche prof ed ex prof, con gravel race o bici da strada adattate incautamente, nei limiti del possibile (larghezza ruote e coperture) e con limiti alla performance e rischi possibili (geometrie e carbonio con carico di rottura diverso). Per lo stradista conta solo darci dentro e mettersi sempre alla prova, in modalità " a tutta", dare gas in salita, per migliorare o mantenere il KOM personale o superare quello degli altri, chiudere su un gruppetto prima che scollini; andare in fuga, una scelta persino esistenziale. Lo stradista ha la sua "testa" ! Non puoi rallentargli il ritmo nelle gambe; gli piace farle rullare, secondo una cadenza che più è alta e potente e più lo esalta ! Il rider ama la velocità. Questo è fondamentale spiegarlo anche ai produttori, in modo che facciano bici gravel sempre più specifiche ( ai pedalatori possono vedergli tutto, per loro conta solo apparire un ciclista ). E d'altro canto, "tutte le bici" non possono essere gravel, come pensa qualche pedalatore montando coperture da 30/32 sulla bici road disc, senza sapere che il fango blocca la ruota che gira troppo vicina alla parte interna della forcella, sfiorandola pericolosamente; ignorando che il carico di rottura e l'elasticità del carbonio usato per le bici da strada è diverso da quello utilizzato per le bici gravel, come lo sono le geometrie, le forme della forcelle, le ruote, i pneumatici, il cambio.....il telaio ! In buona sostanza, il pedalatore dalla mentalità "onniscente" scherza con il fuoco! L'obiettivo del test, è valutare se la Pedemonte Altavia, sia la gravel race top per un rider che voglia sconfinare sulle strade secondarie, sterrate, in sabbia battuta, ma senza abbandonare il bitume, senza diminuire la velocità. Per ora una cosa è certa: l'estetica della Pedemonte Altavia mi rimane dentro la mente!

TEST  su STRADE asfaltate e gravel. 

Per quanto riguarda la geometria della Altavia test, la Pedemonte mi ha proposto di avere una gravel abbastanza coerente con la postura che adotto sulle bici da corsa; questa scelta mi ha consentito di ottenere un feedback più accurato attraverso il confronto su strada, e in fuoristrada, delle prestazioni di questi due mezzi, diversi per utilizzo, ma simili per concezione. 

Bici da corsa + Bici da gravel = Bike Race Gravel, Pedemonte Altavia. Dunque alla domanda, bici da corsa o Pedemonte Altavia rispondo Pedemonte Altavia: 860 grammi di telaio personalizzato nelle misure e nei watt, per 8 kg di bici con tubeless Pirelli Cinturato Gravel M da 40 mm, ruote Campagnolo Levante e pacco pignoni Campagnolo Ekar 13 velocità, scala 10/44, tutto in acciaio, quindi con coperture, ruote e pacco pignoni più leggeri, il peso è uguale a quello della bici da corsa disc top di gamma più leggere, però si possono percorrere tutte le strade, in totale controllo, piegando facile e preciso nelle discese, con accelerazione immediata in salita, persino le strade asfaltate con la Pedemonte Altavia si percorrono meglio, più comfort, più stabilità, con un rapporto 10 a 5 rispetto alla bici da corsa. La stabilità della Pedemonte Altavia è così elevata, che sulla bici da corsa, mi sembra di pedalare lungo un filo sottile! 

Con la Pedemonte Altavia, lo stile road e off road si confondono e quando lascio l'asfalto e passo sullo sterrato o raspo la terra battuta avverto una sensazione liberatoria; mi diverto ad attraversare strade asfaltate, sterrate, in terra battuta e adesso riesco a continuare le strade sterrate che potevo percorrere solo a metà, in modo precario e meno veloce, con la bici da corsa. Con la Pedemonte Altavia sono riuscito a fare il KOM sulla salita asfaltata di riferimento, migliorare in generale tempi sulle altre salite, potendo utilizzare anche rapporti specifici, la pedivella più corta, e fare salite sterrate; nonostante che sia un salitomane non sento la mancanza della bici da corsa, anzi la Pedemonte Altavia mi diverte più e quando la bici fa divertire, è quella giusta. Il responso su strada e il confronto con le bici da corsa testate, è chiaro, è sorprendente, la Pedemonte Altavia non è inferiore, anzi, è versatile. 

Con la Pedemonte Altavia sulle strade off road, occorre accompagnare il contraccolpo e allentare la tensione sulle braccia; non ci sono ammortizzatori, c'è solo il tubeless, gonfiato a pressioni basse, è efficace "smorza" le asperità del terreno/strada. La Pedemonte Altavia è veloce sui tratti densi di ghiaia e sulla terra battuta; non stanca, anche dopo ore di allenamento e questo significa risparmio di energia fisica e mentale, si va più lontani, si arriva meno stanchi; il telaio/forcella in carbonio è stato costruito equilibrando ottimamente elasticità/rigidità torsionale; nessun effetto "gomma", ottimo comfort.  Rispetto alla bici da corsa top di gamma, le differenze sostanziali si sentono sulla strada sterrata e in terra battuta, dove la Pedemonte Altavia è nettamente superiore. Con la Pedemonte Altavia è agevole piegare le braccia e la schiena, tenuto conto dell'assetto bio meccanico elaborato per il test, soprattutto contro vento. In discesa su strade asfaltate, sterrate e in terra battuta, la Pedemonte Altavia, è sicura e facile da inserire nelle traiettorie; è migliore rispetto alle bici da corsa, ma occorre imparare la tecnica giusta per le discese gravel. E' facile/intuitivo pedalare sulla Pedemonte Altavia, sin dalle prime uscite, sembra di pedalarci da tanto tempo, è talmente maneggevole che mi sono divertito a scartare buche all'ultimo momento; la risposta/accelerazione è sempre precisa e rapida: in fuori sella con il corpo al centro, cioè posizionato sopra la sella, la bici accelera facilmente; è come una bici da corsa. Pedalando sulla Pedemonte Altavia non si sente il bisogno della bici da corsa, non serve affiancarla, a meno che si voglia averla comunque. 

Conclusioni.  Ho pedalato su tante bici top di gamma, d'ogni livello, quindi posso a ragion veduta, scrivere, che la Pedemonte Altavia, è la vera novità. Penso che la Pedemonte Altavia sia l'evoluzione più versatile della bici da corsa, è la bici nuova che non c'era prima. Con la Pedemonte Altavia "tutte le strade in/con una bicicletta"; è sufficiente cambiare ruote e pneumatici per calibrare la prestazione sui diversi segmenti stradali, ma con l'accoppiata Campagnolo Levante-Pirelli Cinturato Gravel M è ottima e versatile. 

Quando passo dalla strada asfaltata a quella sterrata/sabbiosa, non me ne accorgo e mi sembra di percorrere segmenti stradali senza soluzione di continuità, è come se percorressi un unica strada ! Sensazione rassicurante ed entusiasmante quando lascio il traffico violento ed inquinante alle spalle e senza diminuire la velocità, "assaggio" il croccante sterrato o il fondo in terra battuta della foresta! Una bici per tutte le strade, per tutte le condizioni meteo. E' una bici che crea "dipendenza d'uso". Pur simile alla bici da corsa, è veloce e stabile off road. 

Sulla gravel race bike Pedemonte Altavia settata bene e su misura, sulle strade asfaltate, sono sulla poltrona; sulla Pedemonte road bike settata bene, su misura, sulle strade asfaltate, sono sulla sedia comoda; sulla road bike settata bene con misure standard, sulle strade asfaltate, seduto sulla sedia. Sulle strade off road, sulla Pedemonte Altavia è come pedalare sulla poltrona, mentre sulla bici da corsa è come pedalare sullo sgabello zoppo !

Durante il test, la Pedemonte Altavia è stata alternata con bici da corsa disc/rim brakes, è stato utile per sentire come la Pedemonte Altavia sia rassicurante e trascinante, maggiore stabilità e controllo totale, con pioggia, fango, sterrato, sabbia e terra battuta. Evidentemente la superficie più ampia dei pneumatici, la struttura/forma del battistrada, il telaio più lungo e largo, consentono maggiore performance con pioggia, fango, pozzanghere, sabbia battuta, strade rovinate, tombini, dossi e sterrato. Ribadisco. Il limite della bici da corsa ( disc e rim) è la larghezza dei pneumatici, troppo stretti, c'è poco appoggio, e la forma del battistrada, liscio o semi liscio, diminuisce molto il grip; non è una mera questione di scelta tra freni a disco o tradizionali; è una questione di larghezza d forma dei pneumatici. La Pedemonte Altavia è la bici per lo stradista che voglia fuggire dal traffico e divertirsi e/o allenarsi senza limiti di spazio, ma senza rinunciare all'asfalto. Alla luce di ciò, anzi tenuto conto dei tanti e tanti anni trascorsi a testare le bici da corsa, posso dire che la  bici da corsa serva a chi si accontenta di pedalare solo sulla strada asfaltata e sia disposto a rinunciare al massimo comfort

Su come pedalare gravel CLICCA QUI e  CLICCA QUI   . 

 

Pagella :

Versatilità: 10 + ( passare dall'asfalto all'off road è un attimo e non te ne accorgi; è puro divertimento; si possono sostituire ruote e pneumatici per calibrare la prestazione su ogni percorso e diminuire peso; non si sente la mancanza della bici da corsa);

Comfort : 10 +  ( maggiore rispetto ad ogni bici da corsa testata fino ad oggi, ti dimentichi le vibrazioni e le botte alla cervicale);

Maneggevolezza: 10 ( in velocità si scartano repentinamente buche e sassi anche con tubeless da 40);

Stabilità : 10 +   (è sempre bilanciata, buche, fango, ghiaia densa, terra battuta, strade rovinate, dossi, ecc.);

Reattività: 9 (sorprende questo dato, nonostante ruote e tubeless per gravel; parametro migliorabile con ruote e coperture più leggere e semi slick);

Rigidità torsionale: 9 ( ottimo equilibro elasticità/rigidità torsionale);

In discesa: 10 + ( si guida così facile e sicura che sembra di stare in poltrona);

In salita asfalto: 10 ( ho migliorato il tempo personale sulla mia salita di riferimento; non serve aggiungere altro) ; 

In salita off road: 10 + ( su strappi duri a due cifre, la ruota posteriore, non slitta e si spinge bene in sella, sale come un carro armato, ma occorre imparare la tecnica giusta ) ; 

In pianura: 10 ( mantiene ottimamente la velocità con la gamba che "gira", braccia piegate, schiena arcuata, la geometria del telaio e l'assetto biomeccanico test facilitano la posizione aero); 

Sul mangia e bevi ( vallonato): 10 ( over drive inserito); 

Sul fango, sabbia compatta e sterrato: 10 ( assoluto divertimento).  In bilico tra pozzi aperti e fango, lungo le tracce dei pneumatici delle auto e jeep 4x4, come da foto allegata. Questione di manico e d'anima, si, ma anche questione di mezzo affidabile e performante, sul fango non si scherza, non si improvvisa. Come si comporta la nuova Pedemonte Altavia sul fango con i Pirelli Cinturato Gravel M da 40 mm ? Alla grande! Ti fa divertire ! Pedali sul fango e senti la macchina a carbonio, su misura, lodevolmente stabile, così stabile, che ti rassicura nonostante il fondo mobile; grippa e spinge, piega, senza perdere il contatto sicuro con la terra ! Ti senti libero e signore del territorio, pedalando con la Pedemonte Altavia, una scelta irrinunciabile per chi voglia pedalare ad un livello più alto e in modalità full! Sullo sterrato e sabbia compatta ? Ti senti come se pedalassi sulla strada asfaltata, solo che ti diverti molto, ma molto di più !

Con pioggia:  10 ( le coperture larghe e tassellate sono una garanzia di sicurezza; frenata appena più lunga ma efficace);

Contro vento: 10 ( il telaio non è aerodinamico, è gravel, ma potendo piegare braccia e schiena più facilmente, ecco che si diventa più aerodinamici con il corpo, considerato che per il 70%, l'aerodinamica dipende dalla posizione in sella; il vento laterale e frontale non penalizza, tanta è la stabilità del mezzo, la ruota anteriore non si sposta, anche con vento forte laterale e scia dei camion);

Peso: 9 (leggero per una gravel; telaio pesa 860 gr - 8 kg di bici, ma sostituendo i tubeless (510 grammi ciascuno), il pacco pignoni in acciaio con 13 pignoni, e le ruote ( 1500 grammi) con componenti più leggeri, il peso della bici scende ancora, siamo sui livelli di una bici da corsa top di gamma );

Aspetto estetico: 10 + ( mi rimane dentro la mente; il carbonio intrecciato è sofisticatamente bello e il colore cagiante è ipnotico ed elegante). 

 

 

Note. Sostituita la vite di fissaggio della serie sterzo leggera con quella in acciaio inox; non stringeva bene, e la serie sterzo tendeva ad allentarsi. Con la vite in acciaio inox è stato risolto il problema. 

AssemblaggioTelaio realizzabile solo su misura; Fibra di carbonio Torayca UD (unidirezionale) Alto Modulo – Alta resistenza + Fibra di Carbonio Torayca 1K Satinato in Modulo Standard ( valore di rigidità torsionale 110 n/m ottimo per gravel); Forcella in fibra di carbonio Torayca UD Alta resistenza – Alto modulo con rake variabile 45/50 mm, predisposizione bike packing e parafango;serie sterzo integrata 1-1/5; perni passanti 100x12 anteriore, 142X12 posteriore specifici Pedemonte; forcellino deragliatore anteriore su richiesta; passaggio ruota max 700X50 / 650 BX50, Triangolo posteriore con fodero orizzontale sinistro ribassato per passaggio catena; passaggio guaine e tubi idraulici integrato; movimento centrale PF386 EVO; reggisella diametro 27,2 mm con bloccasella integrato; colorazione standard cangiante con grafica. Per test Campagnolo Ekar CLICCA QUI  Per test Campagnolo Levante CLICCA QUI

Il test è realizzato in collaborazione con la Pedemonte Bike.  Per info e contatti: info@pedemonte.bike oppure pedemonte.bike@gmail.com ( scrivete che siete lettori del blog 😉).  Per leggere la 1^ parte del test CLICCA QUI ; per leggere la 2^ parte del test CLICCA QUI ; per leggere la 3^ parte del test CLICCA QUI .  Per leggere la prima pagina del diario test Nova Vita Gravel CLICCA QUI  Per consultare il sito della Pedemonte Bike CLICCA QUI  . Saluti ciclistici. 



L'assetto avanzato race gravel elaborato dallo staff  Pedemonte, simile a quello usato con la bici da corsa e scelto per non avere problemi di adattamento.  

Cos'è il Mountain Gravel ? E' un neologismo, che ho coniato per definire il pedalare sui monti o sulle colline, lungo strade sterrate e in terra battuta. 

sabato 16 dicembre 2023

I sogni dei ciclisti si realizzano ancora ! La nuova Pedemonte Mutator RS #grammomania

Non e’ solo una questione di leggerezza perché contano anche la rigidità torsionale, il comfort e soprattutto un telaio su misura😉. Eccone un perfetto esempio: telaio in carbonio Toray T110 G @pedemonte_bike Mutator RS, rim brakes, 756 grammi costruiti su misura da artigiani italiani per bici da corsa completa di soli 5 kg e 350 grammi, peso comprensivo di pedali 😉! Un altro lettore del blog felice e soddisfatto per essere riuscito a realizzare un sogno seguendo i consigli di @pedalareversoilcielo senza pagare la pubblicità delle corse trasmesse alla TV 📺 😉😉, ma solo la qualità e la competenza degli artigiani italiani del carbonio. Tutto il resto e’ marketing 🤫. Questo ciclista aveva il sogno di possedere una bici su misura, ultra leggera, performante, personalizzata nella verniciatura/livrea, quindi una bici unica; il blog lo ha aiutato a fare la scelta giusta. Auguri e complimenti al forte ed esperto ciclista che la cavalcherà.

La nuova Pedemonte Mutator RS (consegnata nel dicembre 2023) è un telaio polivalente, ottimo in pianura e con spiccate doti in salita, allo stato dell'arte rappresenta la massima e definitiva evoluzione della bici da corsa in carbonio rim brakes. Per chi volesse conoscere meglio la Pedemonte Mutator RS, consiglio la lettura del test del prototipo CLICCA QUI e il post scritto per un altro lettore del blog, felice e soddisfatto della sua Pedemonte Mutator RS CLICCA QUI, perché condividere le proprie esperienze è più bello ed aiuta a scegliere, in un mondo "confuso e strumentalizzato" dal marketing. 

Per info e contatti: info@pedemonte.bike oppure pedemonte.bike@gmail.com (scrivete che siete lettori del blog 😉). Saluti ciclistici . 

lunedì 27 novembre 2023

Il ciclismo nella Zona 2 .

Premessa. " Uè pizzò....calmo.... fondo lento e lungo...brucia grassi" mi urlava Ernesto, quando smaniavo e volevo accelerare, convinto di fare meglio; erano gli anni duri di iniziazione al sacramento del ciclismo praticato nel mondo reale, quello imparato sulla strada; mi parlava e pedalava ed io non capivo perché non si limitasse a pedalare; era capace di tessere un dialogo essenziale durante i lunghi allenamenti, anche per distrarmi dalla fatica e così facendo, lui "diventava" un ottimo misuratore di frequenza cardiaca.  Mi insegnava..."gamba allenata, ma non troppo stanca".. sempre con il "colpo in canna"... pronto ad accelerare"... ad entrare nella fuga" e "rimanerci senza dare tutto", "gestire il carburante per la parte finale" ! Mi diceva "Uè pizzo, non c'inventamo niente, sémo sempre fàtta a cùsì" (niente di nuovo, lo abbiamo sempre fatto) ed oggi, a distanza di molti anni, preparatori, anche quelli di professionisti blasonati ed osannati dalle folle, spiegano ed utilizzano la zona 2 o Z2 ! Erano gli anni 90 quando Sally Edwards definì le 5 zone di frequenza cardiaca per allenarsi efficacemente. Ernesto "era già" nella zona 2 ed io con lui. Grazie. 🚴‍♂️ 🚴‍♀️ 

Come si calcola la zona 2.  Il cuore è il motore della bicicletta muscolare. Quindi per conoscere la "cilindrata" occorre calcolare la FCM (frequenza cardiaca massima). Ci sono 3 metodi: 1) sottrarre l'età a 220, ma è un metodo approssimativo, non tiene conto del livello di allenamento del cuore; 2) Tracciato ECG con prova da sforzo; 3) 208 - ( 0,7 x età) (esempio per un ciclista di 30 anni, 208 - ( 0,7 x 30) uguale 187 ( FCM) (all'aumentare dell'età diminuisce FCM).  A questo punto la zona 2 si ricava dal 60- 70% della FCM. Come ? Con lo smartwatch o fascia toracica collegata al computer installato sul manubrio, considerando però la congenita approssimazione del dato rilevato dal dispositivo elettronico. Oppure con il metodo della conversazione; in questo caso, saremo in zona 2, la zona aerobica più importante, si riesce a parlare e respirare con il naso, senza affanno, "senza boccheggiare come pesci", cioè senza respirare con la bocca, in altre parole " si pedalerà relativamente facile". Quando invece non riusciremo più a farlo, saremo saliti alla zona 3 ( 70-80% della FCM), in modalità "abbastanza facile" (intensità moderata, non basterà più respirare con il naso ed entrerà in azione graduale anche la bocca). Oltre, "benvenuti nella zona anaerobica", pedaleremo a bocca aperta, inizieremo a "spiccare il volo" in Zona 4 ( 80-90%) e andremo in "apnea" in zona 5, alta intensità, finalizzata alla resistenza allo sforzo breve ed intenso (sprint), "regina" dell'allenamento anaerobico.  

Quanto dura l'allenamento in zona 2 ? Almeno 45/60 minuti continui, per almeno una sessione alla settimana. Allenamento-tipo, lunga uscita in zona 2, con sprint finale. Il lavoro in zona 2 va completato con altri lavori specifici ed integrativi, in zone più alte, per aumentare la performance, tenuto conto del ciclismo praticato ( es. i crossisti si allenano in zona 7).

Come ci si allena in zona 2 ?  Con ritmi continui e lunghi, in salita e in pianura, senza "fatica dura" e nella modalità “pedalare regolari “; allenarsi senza stancarsi troppo; gestirsi nel lungo periodo. Bisogna essere "regolari" per andare forte. Pedalare "regolari" cioè con cadenza costante e continua non è facile; è più facile invece pedalare a "strappi"; l'allenamento up and down ( irregolare) è inutile e deleterio in quanto stanca molto di più e predispone agli infortuni. 

A cosa serve allenarsi in zona 2 ? E' la regina della zona aerobica. Stimola la fibra muscolare rossa (finalizzata alla resistenza); aumenta il numero ed efficienza dei mitocondri ( si trovano nelle cellule e sono centrali energetiche) che prelevano ossigeno, in forma maggiore dal sangue, per veicolarlo all'interno delle stesse cellule di cui fanno parte ; migliora la flessibilità metabolica ( massimizza l'ossidazione dei grassi quale substrato energetico principale); riduce la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa (aumentando la dimensione del cuore, in particolare quella del ventricolo sinistro, diminuisce la gittata cardiaca cioè i battiti ovvero i litri di sangue pompati al minuto, e "crea" il cosiddetto cuore del ciclista). La zona 2 consente più uscite di allenamento settimanali e non richiede un particolare recupero tra le sessioni di allenamento. 

Perché la zona 2 si dice "brucia grassi" ? Perché si utilizzano grassi, e più precisamente, parte dei 40 mila kilocalorie degli acidi grassi accumulati sotto forma di trigliceridi depositati nel tessuto adiposo, in particolare il grasso addominale. Quindi in mancanza di pancia o pancetta, nessun problema, il grasso è parte di noi, c'è da smaltirne. E gli zuccheri, assunti anche sotto forma di carboidrati? Poca cosa. Quando l'insulina funziona e non c'è un problema di insulino resistenza, se ne potranno contare solo 2 mila kilocalorie immagazzinati nel fegato e nei muscoli, utilizzati prevalentemente dall'organismo nella zona 4, e 5 per sforzi brevi ed intensi fatti con le fibre muscolari bianche. Il grasso si ossida lentamente e quindi l'energia dura più a lungo, mentre gli zuccheri durano poco, una fiammata e nulla più, poi fanno sentire vuoti di energia, e costringono ad assumerne ancora, a danno della salute ( predispongono all'insulino resistenza quindi al diabete). Ma v'è di più. Attraverso lo studio condotto dal ricercatore Brooks  è stato scoperto che il lattato sarebbe anche fonte di energia. Più precisamente il ricercatore statunitense propone l'ipotesi dello shuttle del lattato, fondandola sull'osservazione che il lattato viene prodotto ed utilizzato dalle cellule sia in condizioni aerobiche che anaerobiche. Con lo shuttle del lattato viene evidenziato il trasporto del lattato per via intracellulare (all'interno di una cellula) ed intercellulare (tra le cellule).  Un esempio. Nel tessuto muscolare, le cellule muscolari bianche, delegate agli sprint, convertono il glicogeno e glucosio in lattato e lo espellono sotto forma di energia per le fibre rosse, utilizzate nella zona 2, in cui il lattato viene bruciato, nel reticolo mitocondriale delle relative cellule, per produrre la molecola di energia ATP che alimenta tutte le fibre muscolari.  Sul tema vi rimando a questo interessante ARTICOLO SCIENTIFICO CLICCA QUI . 

E' possibile (ancora oggi) allenarsi in zona 2 sulla strada aperta al traffico ? No. Ci sono semafori, rotonde, traffico e persone violente al volante, che interrompono la continuità ( e la serenità) della pedalata. Quindi in zona 2 ci si allena nei boschi, sulle strade secondarie o meglio ancora, indoor cioè sul rullo, strumento essenziale di allenamento, a prescindere dal meteo. Importante sottolineare che gli altri allenamenti, come per esempio la SFR, vanno fatti  da soli e in luoghi poco trafficati ( per esempio salita in una strada secondaria) per non interrompere la continuità e impedire distrazioni. E allora, oggi, a cosa serve il ciclismo sulla strada asfaltata aperta al traffico ? A fare l'uscita domenicale, a fuggire dallo scialbo quotidiano, a fare giro-bar, foto, video, socializzare ovvero gite e vita di gruppo, a fare sprint per non pagare il caffè, a esibire la divisa sociale e la bici alla moda, a realizzare lunghi viaggi. In ogni caso con il ciclismo su strada aperta al traffico, si "mischiano" le zone di allenamento cardiaco suindicate e si rischia di allenarsi non ottimamente, pur facendo tanti km. Oggi, il traffico limita e penalizza il ciclismo su strada, in modo insostenibile. Così è! 

Conclusioni. La zona 2 è praticata dai corridori professionisti e ciclisti amatoriali evoluti per raggiungere performance da gara; è soprattutto la base della piramide dell'allenamento, serve a tutti, per mantenersi in salute, smaltendo grassi  e allenando il cuore. Ma attenzione. Fare solo la zona 2 significa fare un allenamento incompleto, rimanere "piantati" soprattutto in salita e nel cambio di ritmo. Quindi integrate con il lavoro fuori soglia e il ritmo alto. Il ciclismo è la "pillola" del benessere, ma se viene fatto correttamente, altrimenti diventa "strumento di tortura". Saluti ciclistici. 🚵‍♀️

 

giovedì 16 novembre 2023

Grammomania: Shimano Dura Ace Di2 12 speed.

La rubrica Grammonania ritorna con l'interessante pesa del nuovo gruppo top di gamma Shimano Dura Ace Di2, 12 velocità. Specifiche del gruppo pesato: pedivella da 170 mm, guarnitura 52/36, pacco pignoni 11/34. Per conoscere il peso del movimento centrale CLICCA QUI . In collaborazione con GEKO Sport di Cassino (FR). Per info, contatti e vendite CLICCA QUI e CLICCA QUI. Saluti ciclistici. 


domenica 12 novembre 2023

Il punto debole della bici da corsa. Soluzione.

Testando alternativamente la bici da corsa e la bici gravel ho capito il punto debole della bici da corsa; non è una questione di freni a disco o freni tradizionali, il limite della bici da corsa è larghezza ridotta dei pneumatici e conformazione del battistrada slick, oltre alla estrema rigidità delle ruote. La potenza della frenata è nulla senza il controllo del pneumatico. Detto in altre parole, più largo è il battistrada, minore è lo spazio della frenata, maggiore è il controllo/stabilità del mezzo; più è variegata la forma del battistrada, maggiore sarà il grip sulla superficie. Inoltre pneumatico più largo significa pressione più bassa quindi più tenuta e sicurezza su strada, oltre che comfort maggiore, e resistenza alle forature ( a pressione più bassa la tela del battistrada si allarga di meno, è più compatta). 

Ecco perché la bici gravel  rappresenta la migliore soluzione soprattutto quando è Race Gravel, cioè bici da corsa con pneumatici larghi e diversamente strutturati a partire da 38 millimetri. Non è un caso che le bici da corsa di ultima generazione, soprattutto quelle endurance, siano diventate compatibili con pneumatici larghi fino a 35 mm, ispirandosi alle race gravel. La conformazione/struttura del battistrada della bici da corsa è slick (liscia), e le strade non sono sempre superficie perfettamente asfaltate e asciutte, quindi grip limitato soprattutto in caso di pioggia e di strade sporche o con il manto stradale accidentato. Come ebbi modo di spiegare in un precedente post (per leggerlo CLICCA QUI), i corridori prof cadono spesso, non solo per imprudenza, imperizia o negligenza, ma anche perché pedalano "al limite", anche sotto la pioggia e su strade non pulite o accidentate, con pneumatici slick. Se fosse per me, li farei correre con bici race gravel e pneumatici/ruote più adatti/sicuri alla tappa/corsa/condizioni meteo. Le strade aperte al traffico non sono circuiti di formula uno, spesso ci sono buche  🕳️ . Le buche "ricoperte" non sono mai perfettamente asfaltate e presentano irregolarità che spesso non sono tollerate dalle ruote estreme delle bici da corsa, soprattutto quando si procede alle alte velocità. Le ruote di ultima generazione sono troppo rigide torsionalmente, soprattutto sulle strade rovinate, inadatte soprattutto per ciclo amatori non esperti. Le bici da corsa sono pensate per strade perfettamente asfaltate; prestate attenzione nell'utilizzo. 

La soluzione è ripensare la ruota e la gomma per le bici da corsa. Ma difficilmente i brand cambieranno idea; per loro conta, la velocità pura, ma sappiamo che la velocità è nulla senza il controllo. 

La soluzione è la larghezza - conformazione- versatilità  dei pneumatici come quelli da gravel, i quali permettono di passare dalle strade scorrevoli, in buono stato, alle avventure off road, lungo sentieri sterrati e/o in terra battuta, ma senza perdere velocità e performance, anzi, migliorandola; oltre a ruote con canale più largo e meno rigide torsionalmente. I pneumatici gravel hanno molta aderenza (grip) sui tasselli laterali, ma anche un buon rendimento/scorrevolezza, grazie a un battistrada centrale rapido, rendendoli adatti anche a percorsi che comportano terreni poco stabili o sentieri più tecnici. Scelta cerchio: 700 C con sezioni generalmente comprese fra 33 e 50 mm e 650B (diametro interno della ruota più piccolo) con sezioni da 42 a 60 mm. La compatibilità larghezza pneumatico/ cerchio, dipende dalla ruota. La scelta ruote/pneumatici dipende anche dalla larghezza telaio/forcella. Scelta ideale per la gravel è il tubeless (pressioni più basse, più confort e scorrevolezza, maggiore resistenza alla foratura) ma si possono montare sullo stesso cerchio anche i copertoncini con camera d'aria. 

Non è un caso che le  nuove bici da corsa endurance siano costruite per ruote con canale più largo e coperture più generose, fino a 35 mm, ma occorre scegliere, battistrada non slick, ma strutturati con tasselli di media altezza ai lati e canale centrale completamente liscio. 

Penso che la bici da corsa moderna deve essere fatta per percorrere tutte le strade, in modo veloce e più sicuro; in tal senso è pensata la nuova bici da endurance, ma soprattutto la bici da gravel. Per questo penso che la bici da corsa moderna sia la bici race gravel. La bici race gravel è la bici che i ciclisti vorrebbero, soprattutto quelli che usano la bici da corsa, ma non lo sanno o non lo confesseranno. A chi non riesce a pensare senza vedere prima le corse trasmesse alla TV, consiglio di guardare su You Tube, le corse gravel che si svolgono nel mondo ( ce ne sono anche di più estreme della Roubaix) o il campionato mondiale UCI Gravel, questo anche alla TV, per rendervi conto della velocità e della tenuta su strada off road delle bike race gravel. Evolvetevi ragazzi e superate gli steccati del pensiero, ci sono ampi orizzonti da scoprire, oltre la massificazione. Saluti ciclistici. 

 
La nuova Race Gravel della Pedemonte Bike, fatta a Genova, su misura: la Altavia. 

  
      Questo è gravel; ciclismo libero senza regole immerso nella Natura, senza limiti di strade. Perché in fondo il gravel è tutto quello che i ciclisti vogliono, ma non lo sanno. P.S. La pozzanghera serve per verificare perdite d'aria del tubeless, oltre che per fare gravel. 

martedì 31 ottobre 2023

Oggi sono andato a trovare Marco Pantani.

La mia generazione è quella che quando scende dalla bici sente una specie di malinconia; forse a forza di fare salite, qualcosa ti cambia dentro, e così oggi, sono andato a trovare Marco Pantani, sulla salita dedicata a lui, per ricordare oggi, come ieri, che Lui "vive", qui e nell'eternità. Lo faccio spesso, ma in questo periodo dell'anno, non posso mancare. Le salite sono come la vita, devi sempre lottare e alla fine diventano una cosa  normale, come ritornare quassù. C'è un tempo per ogni cosa, e questo è il tempo per ricordare le emozioni e vagabondare con la gravel, a stretto contatto con la Natura, mentre tutto scorre e non torna più. Saluti ciclistici.

 

Rispondo qui a chi mi ha inviato email per chiedermi il mio tempo su questa salita: non lo so, non lo guardò mai, la faccio tutta di una fiato, come quando hai sete e bevi un bicchiere di acqua fresca; non voglio perdere tempo per arrivare in cima. La salita non è una cosa razionale, è follia, è istinto. Per chi volesse venire a trovare il Pirata, sulla salita a lui dedicata dal Comune di Fondi, consiglio di leggere questo post CLICCA QUI e quest'altro CLICCA QUI . Per i post scritti sulle salite del Carpegna, del Giro e del Tour di Marco Pantani CLICCA QUI . Saluti ciclistici. 

mercoledì 25 ottobre 2023

Perché scoppia la camera d'aria ? #quellocheglialtrinonsanno

La camera d'aria può scoppiare o perdere aria repentinamente, senza foratura; può esserci il caso della camera d'aria difettosa o vecchia o gonfiata troppo, ma la causa principale è la lacerazione causata da errato montaggio, soprattutto quando ci si trova a montarla in fretta e furia, o a farla montare dal volontario di turno, durante l'uscita con il gruppo. Lo scoppio della camera d'aria, durante lunghe discese, con i freni sempre tirati, causato dall'alta temperatura sulla pista frenante in carbonio, non può accadere più, con le piste frenanti in basalto o carbonio di alta qualità delle ruote di ultima generazione. Se con i cerchi stretti, la camera d'aria può finire per essere pizzicata, con i cerchi larghi, invece, la camera d'aria non rimanendo distesa uniformemente lungo la gola del cerchio, forma delle grinze soprattutto all'altezza della valvola e con l'uso si lacera e quindi scoppia/perde aria improvvisamente, soprattutto con le camere d'aria in termo plastica, molto leggere. Il consiglio è quello di evitare che la camera d'aria rimanga intrappolata tra copertoncino e cerchio, altrimenti la camera non potendo raggiungere il suo diametro pieno, manifesta un avvallamento (si vede il copertoncino leggermente abbozzato) e con l'utilizzo, lo sfregamento della camera d'aria tra cerchio e copertoncino, comporta, presto o tardi, una lacerazione. Il paradosso. Se con i cerchi larghi si pensava di risolvere il problema della pizzicatura della camera d'aria che schiacciata tra il bordo del  cerchio e il copertoncino, finiva per forarsi quando la si rigonfiava, oggi, pur avendo più spazio, la camera d'aria può rimanere accartocciata ovvero appallottolata e sfregando si strappa/scoppia ! Con il tubolare ciò non accade perché la camera d'aria, parte integrante del pneumatico, in guisa da formare un tutt'uno, viene installata dal produttore; come non accade con il tubeless, al cui interno non c'è la camera d'aria, ma solo aria e liquido sigillante, tenuti "dentro" dalla valvola. Ma siccome niente è perfetto, anche con il tubolare e il tubeless ci sono altri tipi di guasto meccanico e per risolverlo, bisogna imparare a gestirlo sempre, fa parte della vita del ciclista Occorre essere auto sufficienti, come i corridori gravel prof e amatoriali che per regolamento UCI e delle Federazione di appartenenza devono gestire il guasto meccanico, senza l'ammiraglia/servizio corse Shimano, come invece permesso ai corridori prof strada. Approfittate del tempo trascorso nei negozi per dare un occhiata a quello che fa il meccanico scrupoloso 😉 . Saluti ciclistici.



Per evitare pieghe camera inserirla gonfia a 0,8 atm circa all'interno del copertone durante l'installazione 

domenica 1 ottobre 2023

Gravel e Natura. La grotta di Zì Checca e cavern hard gravel #nolimits #avventuragravel

Ci sono ciclisti e pedalatori che scelgono il traffico e indifferenti allo smog, praticano il "pellegrinaggio bar"; altri ciclisti invece praticano il panismo e con il mezzo adatto salgono veloci e sicuri anche dove la bici da corsa si ferma. Stamane, avventura hard gravel sui monti,  tra caverne e paesaggi carsici affascinanti e selvaggi, oltre l'asfalto, nella bellezza e nel mistero della Natura. Per completezza la grotta "di Zì Checca" è profonda 110 metri ed è visitabile solo da speleologi esperti. Trattasi di cavità carsiche verticali all’interno di un vasto campo carsico, classificato Monumento Naturale dall'UNESCO. Per vedere la bellezza di questo territorio CLICCA QUI Saluti ciclistici. 

 

venerdì 22 settembre 2023

Test bike: copertoncino Veloflex Corsa Evo (Para) da 28 mm. (Work in progress).


E' tempo di pubblicare il test dei copertoncini ( o tubolari aperti) Veloflex Corsa Evo Fianco Para, da 28 mm per bici da corsa, made in Italy, 320 TPI, per allenamento e competizione. Caratteristica saliente: pressione minima da 5 ATM, tipica delle sezioni più larghe (massima 8 ATM). Target test: confronto 25 mm/28 mm Veloflex Corsa Evo, con telaio, ruote e camere d'aria in termoplastica e butile, uguali, per spiegare, quanta differenza effettivamente sia percepibile. Il test è realizzato in collaborazione con la Veloflex. Pressione di utilizzo: 5,1 ATM (anteriore), 5,2 ATM (posteriore). Tipologia camere d'aria usate nel test: termoplastica e  gomma.  TEST su strada (la mia scrivania). Con il 28 mm, sulla strada dissestata, sento una maggiore scorrevolezza e stabilità e di converso non si apprezzano differenze marcate di scorrevolezza sulla strada perfettamente asfaltata. Probabilmente il 25 mm ha una resistenza maggiore al rotolamento perché si nota una maggiore deformazione una volta montato sulla ruota, una forma più spigolosa e meno rotonda. Con il 28 mm si avverte una maggiore percezione di sicurezza e comfort di guida. Non sento una differenza sostanziale in reattività pur essendo la coppia test da 25 mm, più leggeri di 32 grammi. Fino a questo momento, la misura più larga è più resistente alle forature e all'usura, forse perché il tessuto è meno teso e distribuisce il peso su una superficie più ampia, ma per le forature, contano anche la fortuna e l'entità della sporcizia delle strade italiane. Circa la comparazione della scorrevolezza fra diverse misure, ribadisco, la qualità e la lavorazione della mescola del battistrada è determinante, e i copertoni (e tubolari) Veloflex sono i più scorrevoli, per ora, tra tutti quelli testati. Consiglio di usare del borotalco durante il montaggio delle camere d'aria, in modo da attenuare l'attrito con il copertone. Per leggere il precedente test Veloflex Corsa Evo da 25 mm CLICCA QUI . Pagella: Scorrevolezza 10; Confort 10 ; Grip asciutto 10 ; Piacere di guida: 10; Stabilità: 10;  Qualità lavorazione e del battistrada: 10 Saluti ciclistici. 
 

giovedì 14 settembre 2023

Il Gravel nella foresta è un magico allenamento. Consigli per pedalare gravel. #NovaVitaGravel

 

Il Gravel è la cosa più divertente che mi sia capitata di fare con la bicicletta. Quando passo da ghiaia, terra, sassi, buche, all'asfalto, vado facile, fatico di meno, ma non mi diverto più; è come se passassi dal livello superiore a quello inferiore. Per spiegarvi come mi alleno in salita, scrissi il post intitolato " Mentalizzare la salita" (per leggerlo CLICCA QUI e anche questi altri due post CLICCA QUI,  CLICCA QUI). Completo l'argomento allenamento con "la foresta è un magico allenamento". Con la gravel nel bosco non è facile, soprattutto quando spingo a tutta, su di un "letto" di foglie, sotto il quale si nascondono sassi, rami, buche; occorre, massima concentrazione, assetto da corsa (presa alta sulle leve dei comandi o bassa, schiena arcuata, braccia piegate), e ammortizzare le asperità del terreno accidentato, con le braccia, cioè non tenendolo rigide, ma flettendole ad ogni buca, in modo da limitare colpi duri alla cervicale e alla schiena. Tutti i muscoli lavorano sotto stress e con maggiore sforzo, sottoposti ad una intensa tensione, la mente è molto concentrata, si attivano tutti i sensi, si ritorna ad avere un contatto totale con la Natura, si diventa "animali" ciclistici. Pedalo nella foresta a tutta, per fare potenziamento muscolare ( affiancandolo alle SFR); è come se trainassi un calesse ed è efficace al punto che quando passo all'asfalto, riesco a fare velocità più facilmente, mi sembra di pedalare in discesa. Inoltre miglioro la capacità di gestire il pericolo, in quanto anche se non ci sono veicoli, occorre stare con gli occhi sulla strada (mai guardarsi i piedi) non solo per evitare buche, rami e altre insidie, ma anche per gestire l'attraversamento improvviso degli animali selvatici che scappano quando mi sentono: 8 daini, 1 cinghiale e 1 volpe, nell'allenamento odierno; la cosa mi diverte e mi affascina. La bici da corsa non può darti tutto questo; la bici da corsa non può portarti ovunque e il ciclista ha sempre bisogno di nuove strade, nuove emozioni.
Consigli per pedalare gravel. Guardare la strada, più lontano, rispetto alla bici da corsa, per anticipare in tempo il pericolo, come radici, buche, sassi e rami. Accompagnare le buche e la strada dissestata con le braccia, senza irrigidirle; le braccia, le ruote e i pneumatici larghi sono gli "ammortizzatori". Tenere le mani sempre in presa alta, impugnando saldamente, ma non forte, i comandi; in off road non impugnare centralmente il manubrio. Alzarsi dalla sella, allontanando il baricentro verso la parte posteriore, in modo da avere più grip ed equilibrio, in una discesa sterrata; frenare gradualmente. Lasciare andare la bici gravel sull'off road, non frenare continuamente, imparare ad avere fiducia in sé stessi e nel mezzo. Quando si inclina la bici, bisogna mantenere il corpo in verticale, altrimenti si perde l'equilibrio. Agli stradisti,  può accadere di sentirsi in equilibrio instabile in modalità off road; è normale, le prime volte; poi o si impara "o si montano le rotelle delle bici dei bambini" 😉! Il tubeless tassellato deve essere gonfiato quasi al minimo della pressione consigliata dal produttore, per avere la massima prestazione (grip, scorrevolezza e sicurezza): sotto e sopra la pressione minima e massima il tubeless si stallona e si finisce con il cerchio sulla strada. Controllate se il liquido è presente all'interno del tubeless. Il tubeless è molto confortevole, lo è più del tubolare e del copertoncino, ammortizza tantissimo, persino sullo sconnesso e sulle buche, è molto scorrevole (come un tubolare, più di un copertoncino). Evitare le pozzanghere perché non si conosce la profondità. In salita sterrata non alzarsi mai dalla sella, altrimenti si perde aderenza e peso sul posteriore. Sul fango si può pedalare solo se è semi compatto; se è liquido si perde il controllo; rimuovere il fango che si ammucchia tra forcella e pneumatico, prima che la ruota si blocchi. La gravel con i pneumatici giusti, sale come un carro armato sullo sterrato, non serve alzarsi sui pedali. La mia sella non è adatta per l'uso off road, ma la uso per questo test perché è leggera, perfetta per il bacino small e ci pedalo anche sulla strada asfaltata; per il gravel ci vuole una sella molto comoda. 
Tutti possono pedalare gravel. Per andare veloci e sbagliare il meno possibile sullo sterrato e sulla terra battuta, oltre ad un mezzo top, serve allenarsi ed avere un approccio graduale, senza esagerare, soprattutto nelle prime uscite, imparando e migliorarsi, ci vuole il tempo giusto. Sapere pedalare sul rullo libero, può aiutare moltoSullo sterrato e terra battuta, bisogna imparare a bilanciare il corpo. In salita sterrata e impervia,  si spinge da seduti, per avere presa sulla strada "croccante"  e non slittare. Mai mettere la ruota per traverso quando si frena sullo sterrato, si finisce per terra. Attenzione a passare nelle pozzanghere si potrebbe finire "sott'acqua" o trovare sassi. Passare veloci dall'asfalto allo sterrato e sulla terra battuta non è facile, occorre cambiare marcia, si fatica di più, e non ci si può distrarre mai, è più impegnativo della strada asfaltata; bisogna imparare a valutare le dimensioni e la densità della ghiaia, il livello di compattezza della terra/sabbia battuta; quando la densità della terra battuta è bassa le ruote possono arenarsi e si può perdere l'equilibrio. Non fatevi fuorviare da quello che vedete sui social o alla TV; la realtà non è semplice. Ma si impara e ci si diverte. A patto che si abbia pazienza con gli errori e l'umiltà per imparare. Le cose migliori hanno bisogno del loro tempo.  Per leggere il test della Pedemonte Altavia CLICCA QUI      Saluti ciclistici. 

giovedì 7 settembre 2023

Bici da corsa super leggera artigianale, su misura, non un sogno, ma una realtà: Pedemonte Aurata Superleggera RS.

Questa Pedemonte Aurata Superleggera RS, versione con freni tradizionali, da 5460 grammi è stata consegnata oggi! Un altro sogno diventato realtà. Auguri e complimenti al ciclista 😉.  Saluti ciclistici. 
 

lunedì 4 settembre 2023

Test bike: freni a disco 📀 e pastiglie .

La bicicletta non e’ come il calcio, non ha bisogno di tifosi, ma di appassionati competenti. Detto ciò, consiglio di tenervi aggiornati ed iscrivervi anche sul canale YouTube del Blog. Ecco il link CLICCA QUI Saluti ciclistici. 

mercoledì 23 agosto 2023

Gravel, salita dura e biker. Lo sport è sportività.

Il fatto. Stamattina al termine di una dura salita di circa 6 km, cambio rapporto ed attacco subito, un altra salita, più dura, su una rampa del 12% che continua incessantemente per altri 4 km e mezzo circa. Faccio spesso questo percorso, per "spaccare" le gambe, allenarle e abituarle al dolore della fatica, mi consente di pedalare nel parco regionale, tra asfalto rovinato, gravel e boschi. Questo per dimostrare che con la nuova Pedemonte Altavia, race gravel bike, si possono fare salite dure e percorsi gravel/asfaltati con molto dislivello, a ottima velocità.  Contano le gambe, si, conta l'allenamento specifico per la salita, si, conta il rapporto ottimale peso/watt, si, contano la volontà e la motivazione, si, ma conta anche una bici performante. Sono un tester, e quindi devo provare tutto, per fare valutazioni e dare consigli, altrimenti sarei un opinionista da forum. Sono abituato ad "andare in fuga, mentre gli altri rimangono coperti nella pancia del gruppo a ripetere quello detto da chi non conosce" anche nelle scelte!  Detto questo, rispondo a chi mi ha chiesto sul blog, su You Tube e Instagram, se avessi smesso di andare sulla bici da corsa; no e in questo periodo, mi è servita per capire che la Pedemonte Altavia è più stabile, è più comoda, anche sulla strada asfaltata e che non ci sono differenze sostanziali nella prestazione. Ringrazio i biker che hanno realizzato questo video, da conservare e condividere, come un dono di alto valore sportivo; li saluto con un grande abbraccio. Chi pratica sport sin da giovane età, come me, sa bene che lo sport è sportività e divertimento. Noto lo stridente contrasto tra la sportività e la goliardia dei biker e la insana e stupida competizione/invidia, frequente tra gli stradisti.  Saluti ciclistici. 

 

venerdì 18 agosto 2023

Lo stallonamento del tubeless spiegato con 2 video al pedalatore che conosce solo le corse alla TV.

Io non seguo più le corse trasmesse alla TV e nei due video mi sono limitato a rispondere al pedalatore, in due modi, con la speranza di essere stato esaustivo. Amen. Saluti ciclistici. 




martedì 8 agosto 2023

Test Bike: mono corona, lunghezza pedivella, sviluppo metrico e altro ancora ......

La mia scrivania è la strada, quindi, approfitto della pausa dall'allenamento, per spiegarvi quello che sto testando. Siate ciclisti e non pedalatori. Saluti ciclistici. 

mercoledì 2 agosto 2023

L'albero gravel: il Bagolaro o altresì detto spacca pietre. #NovaVitaGravel

Premessa. Il ciclista gravel ama la Natura. Oggi vi presento un albero potente e straordinario che ama le rocce e si adatta ai luoghi impervi. Si chiama Bagolaro o altresì detto spacca pietre perché riesce a vivere anche in terreni sassosi, dove le robuste radici penetrano nelle fessure delle rocce favorendone lo sgretolamento. Lo considero l’albero gravel per antonomasia!

Tatuiamoci queste parole o impariamole a memoria : “Quando l’ultimo albero sarà stato abbattuto, l’ultimo fiume avvelenato, l’ultimo pesce pescato, l’ultimo animale libero ucciso, vi accorgerete che non si può mangiare il denaro” (Orso in Piedi, capo Sioux). Saluti ciclistici.

 

lunedì 31 luglio 2023

L'invidia del pedalatore italiano, la forcella "modificata" e Dante Alighieri.

Forse un giorno scriverò sulla dilagante umanità deforme, incontrata nella vita; interim, riflettente su questo post.

Uno statunitense, da molti anni in Italia, per lavoro, disse che l'italiano medio è invidioso e senza ottimismo rispetto ai suoi connazionali. Per loro, anche il cameriere sogna di diventare ricco, spesso riuscendoci, e sono felici per il successo degli altri.  Questa è la premessa. 

Vi racconto una storia vera. Un pedalatore italiano aveva acquistato una bici nuova. Qualche giorno dopo chiese ad un altro pedalatore italiano (per distinguerlo lo chiamerò Zelotypus), se la domenica mattina sarebbe uscito con il gruppetto. Zelotypus rispose che non gli avevano ancora finito di "modificare" la forcella avendo deciso di farla "appesantire", per aumentare il peso della bici, troppo leggera a suo dire!!!! Ovviamente era solamente una grottesca scusa che celava l'invidia per la bici nuova del compagno di uscita. Zelotypus  era rimasto l'unico del gruppetto a non avere cambiato la bici. 

Il pedalatore rimase insospettito, conosceva l'astuto e malizioso Zelotypus, rimasto alla storia del gruppetto perché quando cambiava la bici, le sceglieva di colore nero per confondere la moglie! 

Ma c'era un altro motivo che celava l'invidia di Zelotypus per il suo gruppetto. Zelotypus non riusciva più a staccare, ad andare in fuga, ad umiliarli. Come è noto, nella vita tutto cambia; toccava a lui, staccarsi, arrancare in salita e rimanere nella pancia del gruppetto, a succhiare le ruote, ad inventare scuse. Zelotypus non era più il pedalatore invidiato, quello forte con la bici nuova. Zelotypus era miseramente e autenticamente, il pedalatore invidioso e pessimista, a cui era più facile invidiare e piangersi addosso, invece di migliorare la pedalata e non dare importanza a quello che non aveva. Ma v'è di più. Ritengo configurabile nei confronti di Zelotypus, anche la superbia, altro peccato, altro dolore esistenziale. 

Morale. Per questo e per altre cose da me apprese,  posso confermare, che anche l'italiano medio (qui rappresentato dal pedalatore italiano) è effettivamente invidioso e pessimista e negli ultimi anni ne vedo sempre di più aumentando il disagio esistenziale e l'incapacità di vivere con equilibrio e moderazione. Consiglio di praticare il concetto  buddhista di non-attaccamento, secondo il quale non si possiede niente e nessuno; quando ci si libera dell'attaccamento illusorio, si riesce finalmente ad affidarsi all'unica certezza, cioè noi stessi; noi siamo l'unica certezza in mezzo al continuo cambiamento. Niente e nessuno può essere la fonte della nostra felicità, altrimenti creeremo aspettative che verranno sempre deluse. Solo così potremmo essere veramente liberi e non schiavi, finalmente ciclisti nella vita. 

Concludo con una glossa. Dante rappresentò gli invidiosi nella Divina Commedia: " E come a li orbi non approda il sole, così a l'ombre quivi, ond'io parlo ora, luce del ciel di sé largir non vole; ché a tutti un fil di ferro i cigli fóra e cusce sì, come a sparvier selvaggio si fa però che queto non dimora." (Canto XIII). Il padre della lingua italiana raffigurò gli invidiosi con il cilicio e gli occhi cuciti con il fil di ferro, collocandoli nel Purgatorio perché non vogliono guardare la realtà. Sembra che Dante abbia conosciuto solo gli italici, in quanto non è certo che il sommo poeta si fosse recato effettivamente a Parigi. A quei tempi l'Italia non c'era ancora, ma solo Signorie e comuni, ognuno pensava solo agli interessi territoriali, come del resto accade ancora oggi. C'erano però gli italici e Dante li conosceva molto bene e li descrisse nella Divina Commedia, donandoci pagine straordinarie scritte sulla miseria morale! 😉 

Conclusioni. In questi anni ho imparato a conoscere e riconoscere ciclisti e pedalatori ( e le persone). Ci sono ciclisti e pedalatori che non cambiano bici perché sono avari, altri invece non possono permetterselo, ma in tutti e due i casi non lo ammettono, forse nemmeno a se stessi, anzi dicono che il nuovo non è interessante e/o non è migliore, ne parlano male a prescindere e si incazzano quando esce il prodotto nuovo. Ammiro e stimo quelli che invece non acquistano la bici nuova o il prodotto nuovo perché non gli serve o perché non possono acquistarlo, ma lo dicono. E' una questione di stile e di onestà intellettuale.

Come sempre, auspico, siate ciclisti e non pedalatori.  A voi la scelta. Saluti ciclistici.

L'ho scattata a Ravenna ! La conoscete la storia della tomba di Dante Alighieri ?