lunedì 23 maggio 2022

Officina Bike: rottura del corpetto ruota libera #DTSWISS

L'ispezione attenta e periodica, che faccio regolarmente ogni 2/3 uscite, in occasione della pulizia della catena e della macchina, mi consentono di prevenire normalmente guasti meccanici e complicazioni serie, e di evitare di "rimanere per strada". Visto che non pettino le bambole, ma sono un ciclista evoluto, approfondisco ogni piccolo rumore ed imperfezione; e così in occasione di uno sferragliamento/rumore della catena sul pignone appena diverso dal solito, ho intuito che qualcosa non andasse come doveva. Tornato alla tana, ho fatto un ispezione più scrupolosa e ho visto che i pignoni giravano storti. Smontando il pacco pignoni si è svelato il problema: il corpetto della ruota libera si era rotto. E' appena il caso di precisare che se avessi trascurato il rumore, la rottura avrebbe procurato danni alla ruota e probabilmente in discesa o spingendo in salita, ci sarebbero potute essere conseguenze più gravi.  Consiglio. Controllate la bici dopo ogni uscita. I rumori sono un campanello d'allarme; evitate di chiacchierare e di distrarvi; ascoltate la bici, la strada e il corpo. Il resto distoglie dall'allenamento e dalla sicurezza. Ho smontato (a mano), il corpetto e rimontato il corpetto sostitutivo con sfere Ceramic Speed e la cassetta (come da video). Risultato: tutto ok. Saluti ciclistici. 





domenica 22 maggio 2022

Discoteca Bike

Dopo avere lanciato "bici disco deejay", è la volta di "discoteca bike". W il "circo" del marketing. Saluti ciclistici.  

venerdì 20 maggio 2022

Campo Soriano: allenarsi nell'era del Cretacico #mentalcoach #cycling

Quando pedali da più di 30 anni, a "pane ed acqua", hai visto e percorso tanta strada da fare più volte, il giro del mondo, hai sudato tanto da riempire il mare di "fatica liquida", hai imparato a memoria paesaggi e distanze chilometriche, ad orientarti con il vento; conosci il dislivello e le pendenze dei tuoi allenamenti; sai gestirti con la mente e le gambe, mangi e dormi come un ciclista, vivi la passione, e puoi permetterti di guardare le cose, in modo diverso, oltre le apparenze, conosci la sostanza delle cose. E c'è un altra cosa che impari: a gestire, l'abitudine dell'allenamento, con saggezza, in modo che non diventi noia. Quante volte avrò fatto quelle salite, andato su e giù per monti, cercando sensazioni ed emozioni nuove, calamita di energia, stimoli, e pensieri, incredibili compagni di allenamento; quante volte avrò fatto scendere la catena sul pignone più piccolo, per scattare nel punto giusto della salita, sentire l'andredalina, scoppiare nei muscoli, spingere oltre il limite, e poi spingere ancora, in punti invisibili della salita, che solo l'intuito svela all'impulso e fa diventare energia, profusa nello sforzo. Ma spesso c'è bisogno di vedere oltre la realtà; c'è bisogno di fare un viaggio nel tempo, per sentire nuovi stimoli, nei miei ripetuti allenamenti esistenziali. Oggi vi voglio svelare come un percorso duro, molto impegnativo, parte di quello che chiamo le tre cime dei briganti; un luogo incredibilmente misterioso, risalente alla notte dei tempi. Oggi faccio tappa in un luogo naturale, risalente a 113 milioni di anni fa, all'epoca del Cretacico; qui è passato un dinosauro e si trova la preistorica Rava di San Domenico o altresì detta la Cattedrale, simbolo del Parco dei Monti Ausoni e Lago di Fondi. Ci si può arrivare lungo due versanti; quello che preferisco e scelgo abitualmente, è il versante Cascano, il più duro, dove non si respira mai, si rimane in apnea, per circa 5 km, e quando si scollina, ecco il meraviglioso spettacolo della natura, l'unica bellezza autentica. Di solito non mi fermo; allungo verso la salita successiva, quella di Santo Stefano, per arrampicarmi più in alto; ma questa volta ho voluto guardarmi intorno, ed osservare come il tempo passi inesorabilmente, lasciando dei segni affascinanti ed indelebili; e come dice il ciclista Christian, "tutto questo fa riflettere sulle vere opportunità e scelte che possiamo fare", aggiungo, ogni giorno ! E' il ciclo della vita. Il centro del parco è dotato anche di un ostello. Ecco il link del centro visitatori del parco con le recensioni e la geo localizzazione CLICCA QUI .
Siate ciclisti e non pedalatori. Saluti ciclistici.









mercoledì 18 maggio 2022

Bike economy 🚴‍♂️

In Italia quelli che contano, non parlano di bike economy , quando fanno finta di cercare soluzioni complicate a problemi annosi come la tutela dell’ambiente e della salute pubblica, l’inquinamento e la sicurezza stradale. La soluzione e’ semplice: bike economy ! Investire sulla bicicletta cambiando lo stile di vita e la rete stradale, potenziando l’indotto che ne deriva. Viviamo un insopportabile paradosso. L’Italia e’ ideale per la bici e per il (ciclo) turismo, tutto l’anno; ma l'italiano medio è per vocazione automobilista e tendenzialmente non sopporta i ciclisti e tutto quello che si muove a pedale sulla strada, che vorrebbe tutta per sé; si sente come un "cacciatore" a quattro ruote, che attende di incontrare la "selvaggina a pedale" per "colpirlo" con vituperi. E' la rabbia stradale, attività per la quale l'italiano medio eccelle, e sfoga tutta l'invidia che sente verso i ciclisti, riconoscendolo "atleticamente attivo", tendenzialmente minore nel peso corporeo e "diversamente mobile". Di questa idiosincrasia ne è conoscenza la politica italiana, che per effetto, rinuncia a riconoscere e a tutelare la nuova civiltà che si muove a pedale. Un altra politica saprebbe realizzare senza ritardi, una rete stradale in sicurezza, per i ciclisti e persino una ciclabile, tipo autostrada del Sole, che attraversi l'Italia, e sia effettivamente e facilmente fruibile, senza interruzioni, con servizi e strutture turistiche dedicate, con collegamenti a Parchi , Riserve naturali ed Oasi ( sono tante). Non da ultimo, saprebbe dare incentivi per l'acquisto delle biciclette muscolari, investimento per la salute pubblica, finanziabile con il risparmio sulla spesa pubblica per il Servizio Sanitario Nazionale. E' noto, che più gente pedala, più gente è sana e felice, tutto l'anno. I produttori e i marchi di biciclette farebbero la pubblicità alla TV, visto che la gente, se non lo vede alla TV non è contento di acquistarlo. Si chiama bike economy. Si chiama civiltà, nuova coscienza sociale, sensibilità verso l'ambiente, tendenza naturale delle persone, a muoversi, come a pedalare; le persone sono nate per muoversi, e non per lievitare davanti alla TV o per stravaccarsi davanti ad un bar, oppure, ancor peggio, per "camminare" con le auto, sempre più ingombranti, ed inutili per la salute pubblica, e l'ambiente, dotate persino di una strumentazione elettronica di emergenza, dato che si sono accorti che tendenzialmente l'automobilista medio, quando è alla guida, fa molte altre cose, come parlare allo smartphone, chattare, fumare, fare sesso, non guarda la strada, e si sente come nel salotto di casa. Un perfetto incivile. Bike economy è emancipazione, progresso sociale, culturale ed ambientale. Ce lo chiede la Terra, e il buon senso. Vi lascio a questo video spartano, che ho girato, senza pretese hollywoodiane, durante un percorso tra parchi e luoghi di interesse culturale, interrotto, da un avvicinamento alternato a strade trafficate da auto e altre scatole di ferro zincato, puzzolenti. Che Italia sarebbe con la bike economy ! Altro che chiacchiere. Concludo con un aneddoto. A Napoli in occasione della tappa del Giro d'Italia 2022, alcune strade sono state asfaltate solamente a metà, praticamente una corsia sola !! CLICCA QUI PER LEGGERE LA NOTIZIA La situazione peggiora, dato che è costume italiano, asfaltare le strade in occasione del passaggio della corsa rosa. Benvenuti in Italia, nell'attesa dell'avvento della bike economy. Saluti ciclistici.



domenica 15 maggio 2022

Il ciclista è invidiato dai pedalatori e dagli automobilisti.

Si va per monti, si va per la fatica; è il ciclismo, è la vita. Le bici passano, il ciclista rimane. Siate orgogliosi di essere ciclisti. Saluti ciclistici. 


venerdì 13 maggio 2022

Il mio Mental Coach #consapevolezza

La motivazione è fondamentale anche per i ciclisti amatoriali; c'è di mezzo, la qualità di ciò che il ciclista fa, la spinta ad agire. La mente è importante quanto le gambe; senza "testa", le gambe non girano.  Conosco pedalatori che per avere stimoli cambiano bici ogni sei mesi; altri che partecipano a gran fondo o a gare in circuito, per sentirsi trascinati dagli altri; altri ancora che pensano di competere con il vicino di casa per stabilire il leader del condominio; ed infine ci sono coloro che mettono in piedi team o gruppetti con le divise colorate, per riuscire ad uscire almeno con gli altri. Il risultato non è sicuro e comunque si tratta di una questione di tempo, prima o poi si molla e si passa alle "bocce"; così non si diventa ciclisti, ma pedalatori. Ovviamente sono determinanti il carattere e le motivazioni personali. Vivere le emozioni, andare in fuga dalla quotidianità, lasciare che il beneficio psico-fisico, trasformi corpo e mente. 

Per essere ciclisti sempre e per sempre, occorre seguire l'istinto, nel farlo lo si affina; è la guida spirituale, liberandolo sento la fiamma accendersi dentro. Fuori fa freddo o caldo ? Non ha importanza, si esce per sentirsi bene e per migliorarsi, perché sono ciclista. Guardo la strada; ascolto il corpo, è il limite. Cerco di dormire regolarmente ed ho imparato ad alternare riposo/allenamento, per evitare crisi, problemi muscolari e stress mentale; ho imparato a recuperare, anche in modo attivo (stretching e ginnastica posturale), ad allenarmi regolarmente; non serve uscire ogni giorno; meglio 3/4 volte alla settimana, ma allenandosi seriamente ad alta intensità; conta la qualità, e non la quantità. Alterno i percorsi, ma ad ogni uscita c'è sempre una salita dove finalizzare l'allenamento. Con i compagni di uscita si chiacchiera davanti al fuoco del cammino; la strada è palestra di vita, è pericolo costante. Il resto non conta, è solo marketing.

La #consapevolezza è la chiave di volta. E' un dialogo personale, un soliloquio, in cui nessuno può ed è capace di interferire. Sei solo con te stesso, con i limiti e la passione. Cosa vuoi fare di te stesso ? Quale limite vuoi superare ?  Ecco come mi sono "mentalizzato", per essere ciclista "spartano", sempre, a prescindere da tutto e tutti

Regola numero 1. Ho adottato lo stile di vita del ciclista; dopo le prime settimane è diventata una cosa normale.  Dieta e allenamento, e soprattutto guardo lo specchio e la bilancia, per essere me stesso davanti alla realtà; senza un corpo in sintonia con la mente non si va lontano. Guardo i  limiti e mi dico che quel limite sarà il prossimo obiettivo. Lo faccio  senza l'ossessione del risultato, ma con serietà. "Non abbraccio il frigorifero", imparo a conoscere l'energia e i segreti dell'alimentazione, togliendo di mezzo il cibo spazzatura, informandomi dagli esperti aggiornati. Imparo a gestirmi a tavola, è l'allenamento più importante, a dosare e scegliere il cibo; con il tempo è diventato tutto normale, anche mangiare di meno e meglio. 

Regola numero 2.  Deficit calorico. Mangio di meno di quello che spendo, in termini di energia. Mangiare di più non è una questione di quantità; ma di qualità.  Ho imparato dagli errori di un mio ex  compagno di uscita, mangiava male, non riusciva a perdere peso, in salita soffriva l'inferno. Il suo rapporto peso potenza era squilibrato: perdeva potenza per i chili in eccesso; se avesse avuto il peso forma sarebbe riuscito ad impennare in salita. A pasto assumeva carboidrati complessi e praticava la dieta dissociata ( non abbinando carbo/proteine, l'indice glicemico si alzava e lui si ingrassava). Con il tempo egli ha mollato, perché non riusciva più a primeggiare, a battagliare con il gruppo; i chili in eccesso lo hanno demotivato. Da quella storia ho tratto insegnamento; ho imparato dagli esperti nutrizionisti, e la scienza mi ha spiegato che cos'è l'enzima HMG-COA Reduttasi e il modo per non attivarlo, non assumendo  carboidrati ad alto indice glicemico; il mio corpo ha raggiunto il peso forma e l'ho mantenuto nel tempo, permettendomi, ogni tanto, anche gli "sgarri" alimentari. Consultate i nutrizionisti e non fate a testa vostra, mi raccomando. Si tratta solo della mia esperienza personale; ognuno faccia quello che vuole; non sono un nutrizionista. 

Regola numero 3. Le tabelle di allenamento con il tempo tolgono la passione, l'entusiasmo, il piacere di pedalare e comunque spesso non sono corrette e soprattutto richiedono uno stress psichico insostenibile con il tempo. Anche qui ho fatto esperienza indiretta. Un altro compagno di uscita, forte, seguiva le tabelle, in modo preciso, non sgarrava mai. Risultato: dopo 3 anni ha mollato e ha venduto la bici; non riusciva vincere le gare, anche se seguiva pedissequamente le tabelle. Spiegazione.  Era stato "contagiato" dall'assuefazione alla fatica, la odiava e non voleva più farla, almeno con la bici. E la fatica è l'essenza del ciclismo. Motivo. Egli non seguiva il suo istinto, non ascoltava il suo corpo, eseguiva alla lettera solo quello che gli avevano detto di fare. Ha cambiato sport. Non era un ciclista dentro l'anima. 

Regola numero 4. Studio i limiti e mi pongo l'obiettivo di superarli e di mantenere quello standard fino ad arrivare al prossimo livello. Un esempio. Stop and go. Mi sono abituato a spingere di più, quando non vorrei farlo. Spingo in salita, gradualmente; spingo a tutta, a strappi, accelero oltre la soglia, dò tutto, e poi rallento al medio, per 20/30 secondi, e poi riparto, accelerando sempre, fino a ritornare oltre la soglia;  continuo così, fino a quando mantengo la  lucidità e non sento tensioni muscolari eccessive.  A quel punto, tutto l'allenamento, viene memorizzato dal corpo; riposo di 1/2 giorni, a seconda del carico, e quando ritornerò a spingere in salita, meno fatica, mantenendo il peso forma. E' appena il caso di precisare che questo lavoro lo faccio da solo, è l'unico modo per imparare a gestirsi e ad ascoltarsi. Non esiste un compagno di allenamento perfetto; o sono troppo forti o sono troppo scarsi. Il vostro compagno di uscita ideale siete voi, e quella voce che sentite dentro che si chiama volontà. 

Spero di avervi ispirato e consigliato. Siate ciclisti e non pedalatori. Saluti ciclistici. 



La bici è l'unica macchina che dopo la fatica vera, ti premia con la bellezza della Natura e della storia.

mercoledì 11 maggio 2022

Il ciclista, la salita e il tempo.

Ci sono momenti destinati a segnare il tempo; spesso sono semplici, ma  incredibilmente veri. Uno di questi momenti l'ho vissuto stamane, salendo sulle pendici di Monte Romano, un monte che troneggia sulla pianura pontina e sull'azzurro del mare. Ripetere una salita, così dura, non è solo una questione di testa e di gambe, ma è anche una "cosa del tempo", e il tempo è la misura della vita e delle azioni. Una salita, ogni volta che la ripeti, non è mai la stessa, è diversa, cambia con noi, è un incredibile sfida, come la vita, segue il ritmo del tempo. Stamane il vento, l'azzurro, il silenzio, i respiri, le rocce, segnavano ancora la stessa strada, ma in un nuovo tempo. La cosa straordinaria è che il tempo mi ha donato, una mattina di emozioni, forse un segno di stima. Le gambe e la testa hanno lavorato all'unisono, ad un ritmo sempre alto, con l'esperienza nel gestire l'asperità; nessun calo rispetto agli anni precedenti, anzi. Il silenzio seguiva ogni tornante, il vento dissipava il calore, salivo mentre il profilo dei monti più vicini, sembrava come una folla che aspettava il ciclista in fuga; ed io ero in fuga verso il cielo. La salita è come un "veleno"; affatica i muscoli e le ossa; "l'antidoto" è la forza mentale, è l'allenamento, è il peso forma; la "cura" è abituarsi alla salita e alla forza di gravità; la salita è una lotta contro il tempo, e gli uomini nascono per lottare. Il ciclista, la salita e il tempo. Una cosa sola. Saluti ciclistici. 

Per i dati tecnici e altro ancora sul Re Monte Romano CLICCA QUI  e CLICCA QUI e CLICCA QUI . 


Grazie Antonio !


sabato 7 maggio 2022

Il ciclista e le complicazioni della tecnologia marketinghizzata.

Il ciclista 🚴‍♂️ ha bisogno di una macchina affidabile, performante e che richieda poca manutenzione; più tempo passa in officina o con la macchina in assistenza e meno pedala. E allora la tecnologia dovrebbe fare solo macchine semplici, perché più la macchina è complessa ( sofisticata), più è alta la percentuale di guasto meccanico, più necessita di manutenzione. Punto. Il resto è marketing; il resto lo vendano ai pedalatori. In questi ultimi anni, ho constatato che i meccanici ( negozi) lavorano di più e ci sono più ciclisti rimasti a piedi per un lungo periodo ( richiami in garanzia, guasto meccanico, manutenzione), tant'è che molti di loro acquistano due bici, in modo da non dovere interrompere gli allenamenti. E l'effetto della pubblicità che induce i ciclisti a diventare pedalatori, vendendogli anche bici per pedalatori. Basti pensare alla frequenza, complessità e ai costi della manutenzione necessaria per le bici disc, bici creata ad immagine e somiglianza del pedalatore ! Imbarazzante persino il tempo richiesto al meccanico per fare la manutenzione. Tempo fa si poteva pianificare un periodo estivo in altura, sulle montagne, nei posti più incontaminati, grazie a macchine semplici e affidabili; oggi con l'avvento delle bici "tecnologiche" devi organizzare una vacanza in luoghi dove ci sia anche un bravo meccanico rifornito di ricambi, altrimenti rischi di rimanere a piedi; non basta fare il tagliando prima di partire, se si fanno molti km tra valli e monti, in condizioni estreme. Non solo. Se dovete fare lunghe e veloci discese, soprattutto in estate, attenti al brake fade, con le bici disc, rischiate di non frenare; se dovete caricare in auto, la bici disc, non caricatela riversa o capovolta, l'impianto frenante idraulico rischia di non funzionare più e all'arrivo, dovrete fare lo spurgo per fare uscire l'aria dal circuito. Ecco alcuni motivi per cui consiglio di scegliere sempre una macchina con freni tradizionali, anche usata, diventata molto richiesta sul mercato e spesso affiancata alla bici disc. Siate ciclisti e non pedalatori. Saluti ciclistici. 
     

mercoledì 4 maggio 2022

I ciclisti pensano ad allenarsi al top #faticavera #nonpettinolebambole #cycling

I ciclisti pensano a come allenarsi, mentre i pedalatori pensano a farsi vedere in giro, con l'ultima novità del marketing, ad organizzare e partecipare ad uscite modalità "gite di gruppo", con chiacchierate ed invasione della strada ! Quello che conta è la qualità sostanziale, anche nell'allenamento: ritmo alto e pendenza, sequenza di allunghi oltre la soglia, ripetute, imparare a gestire lo sforzo mentalmente, prima  che con le gambe. Ma per allenarsi con metodologia e a tutta, ci vuole una location adatta, dove oltre al percorso tecnico adatto e il silenzio che aiuta la concentrazione, ci vogliono luoghi dove si possa respirare a pieni polmoni, a bocca aperta, quindi luoghi con poco traffico. Questo è fondamentale. Altrimenti è meglio allenarsi sui rulli. Ultimamente, la rabbia stradale, è diventata più diffusa, e il livello di smog è diventato molto pericoloso per la salute. Inutile e deleterio fare lunghi allenamenti a ritmo blando, in mezzo al traffico. Saluti ciclistici