giovedì 30 aprile 2020

Anteprima. New Giant TCR Advanced SL ( 2 KOM) ( gamma 2021)

Se non fosse per la pandemia COVID19, sarebbe stato già presentato, in anteprima, a Taiwan, al Metropolitan Park di Taichung o al Kaohsiung Gushan, il nuovo top di gamma. del più grande produttore al mondo di biciclette, la Giant TCR Advanced SL. Dunque presentazione su strada, al pubblico, rinviata, a data da concordare con il Corona Virus, ovvero da destinarsi; avrete dunque tempo per leggere la mia anteprima e rifletterci sopra. 
Non presento mai tutti i nuovi prodotti, li seleziono, tolgo il superfluo, il "non sostanzialmente innovativo"; cerco solo quello che resiste al tempo, al mero marketing che consuma nel breve periodo, cerco un prodotto serio, sicuro, affidabile, come la Giant TCR, nata 20 anni fa. Penso che un prodotto top di gamma, si possa solo migliorare, passo dopo passo, per avere la migliore evoluzione, una concreta innovazione; del resto non mancano altri esempi, prodotti di questa categoria, come la BMC SLR01, la Cervelo R5 e la Specialized Tarmac; non credo nei prodotti total new, devono essere testati e dimostrare di sapere resistere nel tempo, servono infiniti aggiustamenti, troppo tempo, noi umani, viviamo di meno. 
La Giant è la fondatrice ( di fatto) dello straordinario A - Team, un gruppo di marchi importanti, che collaborano e producono a Taiwan, il più grande laboratorio per la produzione al mondo. Probabilmente chi perde tempo sui forum condominiali, non ne conoscerà l'esistenza. Ebbene, tutto il mondo delle due ruote, sostanzialmente, arriva da lì, da Taiwan. Punto. 
Giant è fatta da manager e lavoratori di alto livello, e se pensate che il suo fondatore, il signor King Liu, classe 1934, è un ciclista, che a 73 anni ha girato Taiwan, in sella, alla sua Giant TCR, e all'età di 75 anni, ha percorso sempre con la TCR, Pechino-Shanghai, capirete che alla Giant pedalano prima per passione e poi per lavoro. 
Se la Giant è la più grande produttrice al mondo, la sua scelta imprenditoriale, rappresenta, da sempre, il punto di riferimento, per i concorrenti, senza dubbio. Giant produce da sola le sue biciclette, nella più grande fabbrica al mondo, e questo è una grande differenza. 
Fatta questa premessa, si accendano le luci, sulla nuova progenie della prestigiosa stirpe TCR, la Advanced SL2 KOM, della gamma 2021, "Total Race Bike", la definiscono, alla Giant, cioè una bici da corsa adatta ad ogni terreno. 
Interessante l'incipit, l'atto iniziale, cioè l'innovazione nel processo di produzione del nuovo  layout, non solo nel senso delle forme, cioè dei tanti pezzi che formano il telaio, ma anche nella metodologia di produzione, adesso, affidata alla tecnologia laser, che a differenza di quella stampata a macchina, consente di produrre pezzi più precisi e leggeri; assemblaggio robotizzato ( e non più manuale) per le aree più importanti del telaio/forcella con posizionamento ultra preciso dei 150 pezzi che compongono "la tela" del nuovo TCR. 
Ma il peso si gioca con l'utilizzo di un nuovo carbonio e nel reparto della verniciatura, il nuovo TCR, viene, verniciato con la tecnologia ThinLine, che consente di risparmiare fino a 50 grammi, rispetto alla tradizionale a 7 strati, molto utile per togliere peso alla versione disc. 
Se da sempre la TCR è il migliore compromesso tra peso, rigidità e comfort, ora la Giant ha pensato di migliorare soprattutto l'aerodinamica, per rendere un prodotto, creato in laboratorio, più efficiente nella realtà della strada, dove troppi fattori esterni, limitano la velocità, sempre però, e questo lo spiego da sempre, il ciclista sia capace di stare in sella correttamente, non come un "cobra", ma con braccia, schiena piegate correttamente e gambe strette, altrimenti usate la MTB, poichè anche una TT bike sarebbe più lenta di una lumaca !!!
Per fare questo gli ingegneri taiwanesi sono andati in Germania, nella galleria del vento GST di Immenstaad,  a disegnarlo secondo la famosa CFD, utilizzando un portaborracce classico, uno dei fattori che più incidono. Secondo Giant la nuova TCR sarebbe più aerodinamica dei modelli concorrenti diretti, in verità due modelli non sono aero, ma solo da salita (riporto i dati che ovviamente non ho verificato personalmente e cioè coefficiente aero 247,5 la nuova TCR disc, 248 Specialized S Works Tarmac disc 248, Trek Emonda SLR Disc 261,4, Cervelo R5 Disc 247,9 ),  tradotto, significa che a 200 watt sparate dal ciclista, lungo un percorso di 40 km, il nuovo TCR può fare risparmiare 34 secondi, Ma il confronto vale ovviamente se il ciclista pedala correttamente e non svolazza come una bandiera o si erge fisso come un cobra.
Ecco altre info, fornite dalla Giant relativa al peso del kit telaio/forcella senza ruote e freni a disco: 1,266 kg peso telaio/forcella versione disc, contro 1,37 Kg del Tarmac S Works SL6 Disc, 1,249 kg della Emonda SLR Disc e 1,588 kg della Cervelo R5 disc. La rigidità laterale e torsionale complessiva del nuovo TCR disc sarebbe 149,76 N/mm, contro 135 N/mm della Tarmac S Works SL6 Disc, 110,4 N/mm Emonda SLR Disc, e 124,9 della R5 disc.
Riassumendo layout robotizzato, nuova verniciatura salva peso, elaborazione computazionale fluidodinamica nella galleria del vento, peso leggero e ottima rigidità. Cos'altro ? Nuova forcella, per aumentare la rigidità dell'avantreno e rendere entrambe le versioni compatibili con il 30 mm. Resina migliorata nella resistenza agli urti con l'utilizzo della nanotecnologia. Nuovo carbonio (classe Mitsubishi) per un migliore rapporto rigidità/peso ( la Giant dichiara di avere aumentato la rigidità e diminuito il peso). Scatola del movimento centrale 86 mm press fit (standard Shimano, anch'essa facente parte dell'A Team). Tubo obliquo rettangolare over size. Telaio allargato per il disc e per il 30 mm. Serie sterzo integrata 1, 1/2 sopra e 1, 1/4 sotto. Telaio compact road (inventato dalla Giant nel lontano 1990, una delle invenzioni che hanno innovato sostanzialmente la bicicletta da corsa). Freno tradizionale e non direct mount. Reggisella integrato.
Ma vediamo alla mia consueta analisi sulle geometrie che influenzano oggettivamente la prestazione, da valutare complessivamente con il test su strada, considerando la risposta del nuovo carbonio e il miglioramento aerodinamico del nuovo modello. Come dico sempre, è solo la strada quella che dialoga con il tester e solo sulla strada si scrive il test; la strada è la mia scrivania.
In taglia S la versione rim brakes della TCR Advanced SL ( 2 KOM)  presenta il tubo orizzontale misura 535 mm; l'interasse 977 mm; il tubo sterzo 130 mm; angolo tubo verticale 74°; angolo forcella 72,25 ° ( la versione disc 72,3°); lunghezza fodero basso 405 mm; bbdrop 69,5 mm; stack (distanza verticale tra l'asse della serie sterzo e l'asse del movimento centrale) 528 mm; reach (distanza orizzontale asse serie sterzo/scatola del movimento centrale) 375 mm.
In taglia S la versione rim brakes della Giant TCR Advanced, catalogo 2020, misura tubo orizzontale 535 mm ( nessuna differenza); interasse (970 mm, quindi più corta, più agile e rapida nei movimenti); tubo sterzo 133 mm( più alto, quindi più comodo ma meno aerodinamico), angolo tubo verticale ( 73,5°) e angolo forcella ( 72,5°) quindi più slooping, fodero basso ( 405 mm, quindi uguale), stack (529 mm) e reach ( 378 mm).
La Giant fornisce altri dati interessanti per la comparazione tra il modello 2020 ( peso telaio 818 grammi; peso forcella 331 grammi; verniciatura peso 100 grammi) e il modello 2021 ( peso telaio 765 grammi; peso forcella 330 grammi, verniciatura peso 100 grammi). Raffrontando anche ogni altro componente del kit telaio ( reggisella, serie sterzo, eccetera), il kit telaio/forcella del modello 2021 è più leggero di 140,43 kg. 
Da una comparazione geometrica, la nuova versione 2021, sarebbe  più aerodinamica ( tubo sterzo e stack più corti, quindi il ciclista sta più basso e piegato, ma meno comodo), più attaccata alla strada (bbdrop con valore più alto significa più vicino all'asfalto), più stabile, meno compatta, appena meno reattiva, appena meno agile, meno slooping. Ovviamente parliamo di dati oggettivi, sulla carta, da verificare su strada, un analisi parziale e non definitiva, meramente indicativa.
Auspico che un giorno possa riuscire a testarla, fino ad allora, mi riserverò ogni giudizio finale sul nuovo gioiello della Giant. Tutti i numeri sciorinati, rappresentano soltanto cifre, occorrerà capire se effettivamente possono tradursi in un miglioramento della prestazione effettivo e soprattutto se questo miglioramento sia poi riscontrabile da tutti i ciclisti o solamente da quelli più evoluti e sensibili. In buona sostanza, testare prima di consigliare l'acquisto. No test ? No negative or positive advice !
Concludo con una analisi importante. La Giant, marchio mondiale all'avanguardia, concreto, dotato di una politica di vendita corretta e rispettosa del cliente, da sempre, consente di scegliere liberamente, tra la versione disc e rim brakes. Un plauso al marchio Giant perché rispetta la libertà di decisione del cliente; un esempio per quei marchi che avendo tolto dal catalogo il rim brakes, violano la libertà del consumatore, e lo costringono ad acquistare il disc. Forma "autoritaria" e di cattivo marketing. il mio slogan: no scelta ? No soldi; no choose ? No money !
Saluti ciclistici.





Le diverse tipologie di carbonio utilizzate per il nuovo TCR ( credit Giant Bicycle)

Gian TCR Advanced SL ( 2 KOM) 2021. Avanzato, aero, versatile, concreto, affidabile e performante ( Credit photo Giant)



lunedì 27 aprile 2020

Pedalare ai tempi del corona virus. Le nuove disposizioni del D.P.C.M. del 26/4/2020

Ritorno sull'argomento, a seguito, delle nuove disposizioni presentate ieri sera dal Premier Conte, contenute nel D.P.C.M. del 26.4.2020, in vigore dal 4 maggio prossimo. Considerata l'utilità di quanto scrissi nel precedente post sull'argomento, a proposito del comportamento raccomandato ( a quei tempi) e obbligato dal 4 maggio 2020, per il ciclista ai tempi del corona virus, ritenuto importante ripassarlo insieme, per evitare gravi errori, vi rimando alla lettura del post AGGIORNATO con il commento alla nuova disposizione che regola l'attività sportiva all'aperto, per gli sportivi, per gli atleti professionisti e non professionisti; per la lettura CLICCA QUI . Il post è in continuo aggiornamento quindi troverete al suo interno ulteriori novità normative. Intanto io il 4 maggio ho deciso di non uscire CLICCA QUI
Saluti ciclistici.

domenica 26 aprile 2020

Le "bugie" del ciclista.

Premessa. Dicono che i ciclisti siano bugiardi come i pescatori ( sportivi). Io non ci credo. Penso che sia piuttosto una questione che attiene allo studio della mente, per tanti aspetti ancora sconosciuta alla scienza e che mi affascina. Non parlerò del ciclista che dice che non si allena mai ed invece pedala sempre sui rulli alla sera, o di nascosto, in orari diversi; non parlerò del ciclista invidioso che mente quando dice di non pedalare mai e lo fa solo per il gusto di invidiare il compagno di uscita che invece esce sempre e non ne fa un mistero; non parlerò del ciclista che per stare alla moda, cambia spesso la bici, impegnandosi anche la liquidazione e a rate, e scegliendo sempre lo stesso colore, per confondere la moglie. Parlerò delle "bugie" esistenziali recenti, del nuovo catalogo. 
Queste sono le storie di due di noi, e si antepongono a quelle vissute da coloro che fanno parte del "gruppo" e vivono per il "gruppo", aspirando costantemente a legittimarsi agli occhi degli altri, per i quali un giorno, avrò modo di ritornare. Queste invece sono due storie tristi, come è diventata la società di oggi, una società che riconosce solo quelli che appaiono, dove "essere" non conta di più, anzi da fastidio. Non è tanto una questione di scelte dei materiali, ma di scelte consapevoli.; non è tanto una scelta tra una bici da corsa e una "moto falciatrice"! Incominciamo con la prima storia. C'era un ciclista, diceva che mai sarebbe passato al freno a disco, argomentando, la scelta con indicazioni precise, ripetute nel mio blog. Acquistò un telaio top di gamma rim brakes. Nel frattempo accadde però quello che il mondo non aveva previsto, il corona virus, e la vita di tutti noi venne sconvolta. Ad un tratto il pensiero di tutti noi, finanche la prospettiva del futuro, venne ridimensionata e modulata, per sopravvivere, in isolamento, con l'ansia del domani. Il triste ciclista, triste come tutti noi, costretti a rinunciare alla strada e a vivere in isolamento, che non fece in tempo a pedalare sulla nuova bici, venne colto da un fremito inquietante, navigare sul web, alla ricerca di nuovi orizzonti d'acquisto, così, tanto per scacciare la monotonia. La sua ricerca spasmodica, finì su un sito straniero, che parlava del telaio preferito in uscita nel 2021. Colto dalla libidine,  il ciclista triste, come tutti noi, traslò il contenuto scritto in inglese, tolse inconsciamente, il contenuto non gradito, (telaio non comodo e rumoroso) e si sentì gratificato invece nel leggere che la bici disponibile anche nella versione disc, pesava senza pedali, 6, 700 kg circa ( esisteva già un prodotto forse da 6 kg, ma a lui non interessava). Ad un tratto tutto quello che egli aveva detto e pensato, svanì di colpo, e liberò finalmente, il suo pensiero represso, troppo a lungo, quello di passare al suo telaio preferito nella versione disc, ma più leggera. Restava un problema: come argomentarlo non tanto agli altri, che contavano poco, come il pensiero leggero della sera, ma  a se stesso; non ebbe dubbi, e la soluzione non era nemmeno difficile, era sufficiente, ripetere la solita cazzata, salita al numero della hit delle bugie del ciclista: " Sono costretto a cambiare altrimenti perdo troppi soldi" e chi se ne frega se la bicicletta nuova non l'aveva mai utilizzata, l'avrebbe svenduta al primo furbo che ne avrebbe approfittato. La morale. La giustificazione era fragile, direi inesistente ed egli ne aveva la consapevolezza, ma preferiva credere che fosse così.  
E passiamo ad un altra storia, quella di un altro ciclista, affetto da acquisto compulsivo, uno che cambiava bici ogni anno. Anche lui, come il precedente, diceva e argomentava che mai sarebbe passato al disc, piuttosto avrebbe tenuto ancora la sua top di gamma, almeno per un altro anno ! Ad un certo punto cambiò idea, e per giustificare la scelta a se stesso e agli altri, attinse anch'egli alla hit delle bugie del ciclista: " Mi sono innamorato di quel telaio che però fanno solo disc....mi sarebbe piaciuto averlo in versione rim, ma non è possibile....il negoziante mi ha fatto un prezzo a cui non potevo dire di no.....mi ritira anche le tre coppie di ruote ....un affare irripetibile...." ! Il negoziante starà ancora festeggiando il "pesce" che aveva abboccato all'amo ! La cosa inquietante, è che alla fine egli mi disse, che alla fine non ne valeva la pena passare al disc, non avendo riscontrato miglioramenti sostanziali. Le costanti nelle due tristi storie sono la "bugia", il contrasto tra le cose in cui si crede/evidenza dei fatti e lo spreco di denaro. 
Ecco ho voluto raccontarvi due tristi storie, di ciclisti dei giorni nostri, per spiegarvi l'errore.
Penso che molto spesso il reale beneficio dei prodotti alla moda sia inferiore alle aspettative, al messaggio pubblicitario che li presenta. Penso che il prezzo pagato per le bicicletta alla moda sia esagerato (oramai una top di gamma costa come un auto anzi spesso anche di più) e di per sè costituisce solo il "prezzo da pagare" per chi vuole apparire migliore, senza avere il mezzo migliore. Un dolus bonus creato dal marketing che viaggia in rete e nei media a velocità della luce, al punto che chi vuole apparire preparato, e non essere attaccato dal gregge, ripete il "pensiero unico", creato dal marketing, dalla pubblicità che muove il mercato: il "futuro". Ne è dimostrazione il ciclismo professionistico sempre in difficoltà per motivi economici legati al costo esagerato dei team, oramai diventato una vetrina del marketing per potere continuare a girare, cosa che riuscirà a fare, fino a quando i ciclisti amatoriali meno esperti non si evolveranno e continueranno a scegliere quello che vedono alla Tv, senza riflettere sulla reale portata della scelta ! 
Le storie narrate, sono l'esempio del ciclista confuso dal marketing che un giorno capirà di essere stato "ingannato", di avere sbagliato a credere al pensiero comune; due testimonianze dirette dell'attuale problema dei ciclisti amatoriali, storditi, confusi e affetti da quello che la psicologia chiama il bias cognitivo, cioè una tendenza a creare la propria realtà soggettiva, non necessariamente corrispondente all'evidenza, sviluppata sulla base dell'interpretazione delle informazioni in possesso, in questo caso, fornite dal marketing, da alcuni media e dalla chiacchiericcio che girà nei forum. La realtà spesso è diversa dalle aspettative. Non so quali siano le vostre aspettative per quanto riguarda la bicicletta da corsa, ma non fate anche voi l'errore di chi cambia la bici solo per essere alla moda, che la cambia per non perdere dei soldi ed invece finisce per spendere sempre troppo, inutilmente e continuamente, per rincorrere quello che non c'è, cioè la bicicletta perfetta. Fare quello che si vuole, e che più ci piace, non significa fare la cosa giusta. Oramai i prodotti, tranne qualche eccezione, hanno raggiunto lo stesso livello, non c'è una differenza sostanziale, si assiste a novità che consistono in piccoli aggiustamenti in percentuale, che il ciclista medio, non è in grado di riconoscere. Allora la sfida si è spostata sull'aspetto estetico per soddisfare l'ego e la libidine, e sulla novità assoluta, che in quanto tale, deve ancora evolversi e per questo ogni anno vengono eliminati o aggiustati difetti del prodotto, perché certi limiti sono insiti nella tipologia del prodotto. Per le aziende diventa più interessante conoscere la mente del consumatore, il vero banco di prova dei marchi, sul quale si costruisce il piano di sviluppo aziendale, ecco perché spesso vediamo sondaggi di mercato. Ma, c'è un ma. La questione si è complicata a causa del corona virus. In uno scenario di recessione economica mondiale, quanti saranno ancora disposti a celare la realtà e a sfogare la depressione in un acquisto ? Quanti saranno disposti (e potranno ancora farlo) a spendere cifre folli ? La nuova sfida del marketing. 
Per quanto mi riguarda, non temo di essere odiato dalle masse e non cerco il loro consenso, non voglio sentirmi omologato. Del resto le idee soprattutto quelle che cambiano il mondo non vengono alle masse, ma agli individui. La vita vale di più di una moda e del comune sentire. Detto ciò, rimango perplesso quando a proposito dei prodotti del settore, parlano di "futuro" ! In un mondo che cambia alla velocità della luce, nessuno può indovinare il futuro. Quelli che cambiano bici solo perché leggono o sentono parlare di "futuro", sono quelli insoddisfatti, vivono alla perenne rincorsa di un futuro, che non esiste, in ansia per la scelta tecnologica del prossimo anno; e lo fanno senza godersi il presente, nella sua semplicità, come solo una bicicletta, sa donarci, mi riferisco ad emozioni e al piacere di pedalare, a prescindere dalle differenze della prestazione che molti non sanno nemmeno riconoscere. Mi rendo conto che è una questione anche filosofica e psicologica, ma basterebbe riflettere per capire che diventa "vecchio" persino quello che hai preso oggi ! Vorrei chiedere a quelli che cambiano la bici pensando al "futuro", di pedalare prima su una bici di qualche anno fa e poi su una bici appena uscita sul mercato, ma senza guardarle. Sono sicuro che il 98% non saprebbe riconoscerle e soprattutto non sarebbe in grado di riconoscere le differenze. Dunque a cosa serve cambiare la bici solo per essere parte di un futuro, che non c'è, quando possiamo goderci il presente e cambiare, questo sì, solo noi stessi, come ciclisti, e mi riferisco alla prestazione atletica.  Troppi ciclisti in sovrappeso, troppi ciclisti che non sanno pedalare correttamente, troppi ciclisti messi male in sella, troppi ciclisti che pedalano male a causa delle patologie ( esempio bacino spostato), troppi ciclisti che non riescono a pedalare senza succhiare la ruota, perché non hanno la forza delle gambe, troppi ciclisti che perdono tempo sui forum o nei negozi invece di pedalare, troppi ciclisti che attaccano altri ciclisti, solo per invidia, solo perché non la pensano come loro, che invece fanno parte di un gregge che segue il padrone chiamato marketing. A tutti loro dico se dovete imitare qualcuno, fatelo bene, scegliete per esempio, quel ciclista francese, che incontrai sull'Alpe D'Huez, magro e famelico, pedalava come un motorino, in salita, in sella ad una vecchia bici. Lui pedalava con umiltà e forza, salutando tutti i ciclisti; era felice perché pedalava libero dalle mode e capace di gestire al meglio, la mente e il corpo. Era un uomo libero, un ciclista che possedeva lo stile di chi guida in testa al gruppo. Spero di essere stato esaustivo. Sono consigli, ognuno faccia quello che vuoleSaluti ciclistici.







sabato 25 aprile 2020

Elite Arion Mag. Lavori di potenziamento ed agilità sui rulli liberi.

In queste lunghe settimane di lockdown ho lavorato ( e sto lavorando) sull'ottimizzazione della pedalata, sul miglioramento dell'equilibrio, del controllo del mezzo, potenziamento e tanta agilità con alta cadenza di pedalate. L'allenamento indoor è stato eseguito con il rullo libero Elite Arion Mag dotato di tre livelli di resistenza magnetica ( 0 senza resistenza, 1 resistenza media, 2 resistenza massima), in grado di sviluppare a 20 km/h 220 watt, a 40 km/h 520 watt e a 60 km/h 805 watt.  E' possibile allenarsi sia in salita ( a patto che si riesca a mantenere l'equilibrio) che in pianura, abbinando tre livelli di resistenza all'uso dei rapporti del cambio della bici. Il fuorisella lo si può fare certamente indurendo il rapporto come accade sulla strada, una volta che si è presa confidenza con il sistema di pedalata che è più impegnativo della strada e del rullo fisso. 1 ora o 2 ore o 3 ore sui rollers valgono il doppio rispetto alla strada; si deve sempre pedalare altrimenti si perde l'equilibrio, come se fosse una bici a scatto fisso. La pendenza 5/7% . Basta ed avanza, per il resto c'è la strada. Ma c'è un fattore che rende unico il rullo libero e preferibile al rullo tradizionale ( che definisco "in sicurezza" dato che la bici rimane attaccata al rullo fisso): insegnano a ridurre il movimento della parte superiore del corpo e a mantenere un ritmo della pedalata uniforme,  a migliorare la capacità di pedalare in agilità, e non da ultimo, migliorare l'abilità e l'equilibrio in sella, considerato che sul rullo libero, è come stare sulla strada, anzi, è più impegnativo, dato che se smetti di pedalare perdi l'equilibrio e le ruote non girano più. Nei video lavoro sul potenziamento/agilità con il 50. Una chiosa. Pedalare fuori sella con il rullo libero è impegnativo, occorre coordinare i movimenti e mantenere un pedalata uniforme, "strappare" significherebbe perdere equilibrio, ma soprattutto, migliora la tecnica della pedalata in fuori sella, che deve essere fatta con il corpo spostato verso la sella, per mantenere la ruota posteriore più attaccata al rullo (asfalto), quindi a non perdere i watt scaricati sui pedali; pedalata in fuori sella, con il corpo proteso in avanti, non è corretta, sbilancia, perde  velocità e i watt impressi sui pedali. Ecco il rullo libero aiuta a migliorare anche questa tecnica della pedalata. Ovviamente il rullo libero migliora anche l'agilità e abitua a fare girare le gambe, con alta frequenza di pedalate, anche con rapporti impegnativi. In conclusione l'allenamento indoor non è riduttivo, anzi, migliora, se fatto con impegno e precisione di tecnica, e sopratutto "libera" il ciclista dall'ansia delle buche, del traffico, dei semafori, e degli idioti al volante. Dunque se è vero che il ciclista appartiene alla strada, è altrettanto vero che il rullo è complementare alla strada. 
Per chi volesse leggere anche il test del rullo Elite Arion Mag CLICCA QUI . 
Un consiglio. Pedalare sui rulli è molto impegnativo, più dell'allenamento su strada. Occorre necessariamente alternare carico/scarico, reintegrare le calorie e soprattutto i liquidi e sali minerali, causa eccessiva sudorazione. In particolare occorre consumare pasti ad alto apporto di calcio. Il motivo sta nel fatto che il ciclismo non sollecita le ossa con il carico meccanico adatto a stimolare la crescita continua dell'osso; se a ciò si aggiunge l'eccessiva sudorazione, ecco che l'apporto di calcio è determinante per evitare la fragilità delle ossa. Quindi per reintegrare un bicchiere di latte e sole (vitamina D), sali minerali. 
Saluti ciclistici. 






venerdì 24 aprile 2020

Consigli del Blog. Specialized Allez Track

Ho incominciato ad interessarmi di Red Hook Crit CLICCA QUI qualche anno fa ammaliato dal coraggio e dall'abilità non comune dei corridori che in un circuito cittadino si lanciavano a tutta, mantenendo medie orarie da Formula 1, pedalando su bici a scatto fisso o altresì dette fixie, cioè senza freni, con un rapporto solo e senza ruota libera. In buona sostanza si è costretti sempre a pedalare in avanti, non è possibile farlo all'indietro, o smettere di pedalare, altrimenti la bici si arresta di colpo (in pratica il "freno è a pedivella" come definisco il modo di arrestare la bici a  scatto fisso). Insomma noi che usiamo i rulli liberi sappiamo di cosa parliamo. Le bici a scatto fisso sono quindi senza cambio, deragliatore, pacco pignoni e comandi freni. I corridori sono dei funamboli, arditi del pedale. Punto. Ovviamente affascinato alle bici da scatto fisso/pista, usate nei Criterium, nel circuito del Vigorelli, ho incominciato a studiarle. Prima che vado avanti, preciso che le bici a scatto fisso,  possono essere utilizzate anche con un freno per cerchi tradizionali, ovviamente solo quello anteriore. Quindi si prestano ad un uso molteplice, ottime per la mobilità in città. 
Per farvi capire il livello di prestazione di queste particolari bici e la prestazione richiesta per questa tipologia di corse, vi presento un telaio usato dal team americano Specialized Rocket Espresso, la Specialized Allez Track. Telaio in alluminio ( quello statunitense, il migliore) con tubazioni idroformate e saldate con il metodo D'Aluisio Smartweld, forcella Tarmac e reggisella Venge. Il metodo D'Aluisio Smartweld è un metodo brevettato che consente di saldare l'alluminio in modo diverso da quello classico; la saldatura DSW avviene in una zona lontana dai punti critici ( tubo sterzo/tubo orizzontale; tubo verticale/scatola del movimento centrale/ foderi), smussa gli angoli e rende l'aspetto più levigato rispetto ad un telaio in alluminio tradizionale; spessori  più sottili; la riduzione di massa nei punti meno sollecitati, dato che in quei punti non c'è lo spessore e quindi l'aggiunta del materiale della saldatura, migliora peso, resistenza e la rigidità. Va detto che l'alluminio è il materiale più adatto alle corse nei circuiti, risposta immediata alle sollecitazioni e alle variazioni di ritmo, più consona ad  una condotta di gara senza pausa, "sempre a manetta". Per dare un idea di quello di cui sto parlando, vi faccio un confronto delle geometrie taglia 52 della Allez Track e Tarmac SL6 rim brakes ( più reattiva, avendo un interasse e foderi bassi più corti rispetto alla versione DISC), quindi confrontando il massimo della prestazione dei telai Specialized. La Allez Track, ha un interasse ( quindi lunghezza del telaio) di 959 mm ( 970 mm la Tarmac), lunghezza del batti catena ovvero del fodero basso posteriore 400 mm ( 405 mm Tarmac), BBDrop (altezza scatola del movimento centrale/asfalto, inversamente proporzionale, cioè il valore più basso indica meno distanza), 59 mm ( 74 mm Tarmac), tubo sterzo 110 mm ( 126 mm Tarmac), angolo di inclinazione del tubo sella, 75 ° ( 74° Tarmac).  L'accelerazione e la tenuta su strada della Allez Track è da pista, risposta immediata, bici incollata all'asfalto. Considerate che questo telaio viene generalmente utilizzato nelle corse in circuito, con ruote a profilo alto, e capirete il livello della prestazione necessaria al corridore. Il prezzo della Specialized Allez Track ?  Il kit telaio costa 1.149,00 € ( telaio, forcella, reggisella, serie sterzo, collarino, movimento centrale). Spero presto di salire a bordo di questo bolide da Formula 1. 

Detto questo posto la foto anche della Specialized Allez Sprint, sempre in alluminio, ma è una bici da corsa, per gare in linea con geometrie diverse, meno "cattive" della Allez Track, quindi un telaio classico, con trasmissione e freni disc. La Specialized ha sbagliato a togliere dal catalogo la versione rim brakes, limitando le vendite e deludendo gli appassionati. Adesso chi possiede la versione rim brakes della Allez Sprint se la tiene stretta. Una politica aziendale miope e prepotente; che cerca di forzare la mano, al consumatore che invece deve essere libero di potere scegliere. No scelta ? No money!  Intanto la Specialized annuncia il taglio di posti di lavoro e rivede i piani di investimento CLICCA QUI .
Questo post è una risposta a quei lettori che mi chiedono alternative al telaio in carbonio. Ci sono eccome se ci sono !
Saluti ciclistici. 


Specialized Allez Track




Specialized Allez Sprint Disc ( fotografata presso 2 Wheels rivenditore Specialized)

domenica 19 aprile 2020

Abbigliamento del ciclista: il fondello.

Introduco questo post con due aneddoti. Un anziano ciclista, mi disse:- " Quando ritorni a casa, non serve lavare l'abbigliamento, è sufficiente stenderlo all'aria aperta e farlo asciugare.". Un altro più giovane mi disse:- " Il fondello antibatterico serve ad eliminare i batteri; non serve lavarlo."Tutto sbagliato e non vi nascondo, che il loro abbigliamento aveva un cattivo odore. Non solo. Entrambe soffrivano di fastidiose foruncolosi batterica al sottosella che spesso li costringeva a saltare gli allenamenti. Ecco la premessa. Ora parliamone. In generale, il tessuto antibatterico ha la funzione di sterilizzazione antibatterica ed evita la formazione di cattivo odore causata dall'accumulo batterico, in due modi: effetto negativo sulle condizioni di vita dei micro organismi ( tessuto anti batterico passivo); aggiunta di un trattamento anti batterico che viene aggiunto al tessuto ( tessuto anti batterico attivo).  Nel ciclismo si usano tessuti anti batterici passivi, in quanto, la presenza di un agente anti batterico chimico, nel tessuto anti batterico attivo, può comportare reazioni cutanee o allergie, considerata la particolare sensibilità e delicatezza della zona cutanea in questione, oltre al fatto che la frequenza dei lavaggi, finirebbe per rimuovere lo stesso agente anti batterico; ci sarebbe la possibilità di aggiungere micro molecole di argento, ma è una soluzione poco efficace, e se non è perfettamente calibrata, è inutile. Detto questo, un fondello realizzato con tessuto anti batterico passivo è importante, ma la protezione è limitata nel tempo, all'incirca un anno, a causa della frizione, nell'utilizzo e nel lavaggio. Dunque la cosa fondamentale è sempre e solo una, quella di un lavaggio perfetto della salopette e del fondello, con prodotti non aggressivi e specifici. Il motivo è che la finzione anti batterica passiva, non garantisce mai, la eliminazione totale dei batteri, la cui funzione è solo quella di rallentarne la formazione, i quali, dal canto loro, trovano, nel fondello "sporco" un habitat ideale. I ciclisti, che si allenano a lungo ed intensamente, sono soggetti, al calo del sistema immunitario, nell'arco di tempo, ( appunto viene chiamato "open windows" cioè "finestra aperta") che va dalle 3 alle 72 ore, dopo l'allenamento, periodo in cui, si finisce per essere vulnerabili, anche ad infezioni cutanee. Ecco perché viene raccomandata l'alternanza carico/scarico ovvero lavoro pesante/lavoro leggero o meglio riposo assoluto. Per quanto concerne la pulizia del fondello e dell'abbigliamento, al detergente liquido non aggressivo, aggiungo liquido anti batterico, durante il lavaggio, fatto a mano ( sfregando accuratamente il fondello) o in lavatrice (usando opzione lavaggio delicato), subito dopo ogni allenamento, lasciando agire il detergente almeno mezz'ora, a 30 gradi. Altra raccomandazione. Non riciclate abbigliamento logoro, regalato da compagni di uscita e soprattutto ogni anno, cambiate la salopette, il cui fondello è oramai logoro, inconsistente ed "inquinato". Non risparmiate sulla qualità del fondello, la salute non ha prezzo e anche il comfort in sella. Saluti ciclistici. 
Il mio bucato 


sabato 11 aprile 2020

Test bike: Elite Arion Mag.

Roller mania. Si in effetti, lo è. Esistono due tipologie di ciclisti che pedalano sui rulli, ovvero "criceti": quelli che hanno bisogno di un "sostegno" ( rulli classici, rulli smart ) e quelli che rullano liberi, fluttuano nell'aria ( roller o rulli liberi). I primi sono attaccati ad un rullo, i secondi pedalano sul rullo, liberi, usando l'equilibrio del corpo e della mente, un esercizio zen. Tempo fa un mio amico mi consigliava di non pedalare sui rulli liberi perchè:" fai attenzione se perdi l'equilibrio....ti ammazzi...caschi da fermo.....quindi non dissipi l'energia nella caduta e ti fratturi femore o spalla" aggiunsi AMEN ! In effetti i primi minuti sono di adattamento, un pò critici, poi se sai andare sulla bici, e non sei un ciclista da salotto, ti liberi ed incominci a pedalare, a "volare" senza fermarti più, sembra di pedalare sulla strada, ma un pò più impegnativo, dovendo sempre pedalare sui rulli liberi. I vantaggi dei rulli liberi sono miglioramento della capacità di pedalare in agilità ( cosa che per me è facile), miglioramento della frequenza cardiaca, miglioramento dell'equilibrio e della capacità di gestire le emergenze su strada ( un idiota che ti attraversa, pedalare nel traffico), imparerete a pedalare in modo uniforme con una cadenza di pedalata elevata e soprattutto il rullo libero non tortura/stressa il telaio, come ho spiegato nei precedenti post. Il rullo Elite Arion Mag ha tre capacità di resistenza ( 0 senza resistenza, 1 resistenza media, 2 resistenza massima), e vi posso assicurare che sono efficaci, è abbastanza silenzioso per l'ambiente domestico, ma usate un ventilatore o pedalate all'aperto. Potenza max erogata: 20 km/h 220 watt, 520 watt a 40 km/h e 805 watt a 60 km/h. Per chi poi non riesce a non connettersi, utilizzando il Sensore Misuro B+ è possibile rendere ARION MAG compatibile con My E-Training (1 mese gratuito) di ELITE si possono "percorrere" anche le Alpi. Insomma il migliore rapporto qualità/prezzo e poi si esce dal gregge dei ciclisti che rullano in "sicurezza" sul rullo classico, ci si evolve. Per fermarsi occorre smettere di pedalare, senza frenare; poi si appoggia il piede destro su un apposito spazio. Pedalare sui rulli è proficuo, si pedala sempre, niente discese, semafori, traffico; consiglio la musica nelle orecchie e si pedala senza doversi preoccupare degli idioti al volante. Ricordo il primo giorno che pedalai sul rullo libero, mi divertii come un bambino, senza lo stress del traffico con la musica a palla nelle orecchie ( la canzone di Jovanotti "Il più grande spettacolo dopo il Big Ben"), il vento contro; rullai per 1 ora e 50 minuti circa, non volevo scendere più. Alcuni consigli. Pedalare con bassa cadenza, come ho fatto vedere nel secondo video, è molto difficile, si perde l'equilibrio; quindi pedalate con alta cadenza. Usate sempre un palo o un muro di lato, in caso di emergenza. La prima volta, pedalate sul rullo, mettendovi in mezzo ad una porta, o accanto ad un muro, in modo che potrete appoggiarvi, in caso di necessità. Selezionare un rapporto intermedio, troppo agili, è difficile pedalare e mantenere l'equilibrio. Iniziate a pedalare guardando avanti, come se foste su strada. Anche se finirete per guardare la ruota anteriore, riuscirete a mantenere l'equilibrio guardando davanti, concentrandovi su un punto. Se iniziate ad inclinarvi da un lato e dall'altro, nessun panico, mantenete il sangue freddo, siete sulla buona strada, correggete la vostra posizione con movimenti molto leggeri e non bruschi. Mantenete una cadenza di pedalata alta, uniforme, vi aiuterà a mantenere l'equilibrio, grazie all'effetto giroscopico delle velocità delle, ruote. Inizialmente avrete una sensazione di instabilità, ma il controllo potrete perderlo solamente se pedalerete con un ritmo pesante e muovendo il manubrio bruscamente. Il grande insegnamento dei rulli liberi oltre ad essere uno dei vantaggi rispetto al rullo standard è: vi insegneranno a ridurre il movimento della parte superiore del corpo e a mantenere un ritmo di pedalata uniforme. Per fermarvi NON USATE MAI I FRENI; dovete solo appoggiare il piede sulla parte del rullo ( c'è un apposito appoggio) e lasciate che le ruote si fermino da sole. La bici sul rullo libero diventa come una scatto fisso. Ovviamente lavori specifici di ultra potenziamento richiedono rulli diversi. Ripeto. Il rullo libero consente di resettare il modo di andare in bici, ritornare a pedalare "senza rotelle", quando iniziò tutto, migliorando l'abilità, l'equilibrio in sella, potenziando l'agilità e la capacità di pedalare con alta cadenza, tre caratteristiche, che difettano in molti ciclisti. Con l'Arion Mag si può fare anche un buon potenziamento. In fuori sella è più complicato, e occorre prestare attenzione, ma una volta prese le misure, tutto diventa normale. Mi raccomando #iorestoacasa

Pagella: 
Robustezza: 8
Silenziosità: 7,5  ( nei momenti di più intenso carico, la cinghia del rullo vibra a tratti; ma i rulli fanno un rumore accettabile )
Efficacia allenamento: 9 ( ottimo il lavoro fatto anche con le resistenze magnetiche)

Difetti: come da video si è allentata la vita anteriore sinistra due volte. Segnalato alla Elité mi è stato consigliata la sostituzione in garanzia.  



Saluti ciclistici. 




Una mano sul manubrio e l'altra con lo smartphone 


sotto il segno del tubolare sul rullo posteriore lasciato dal fuori sella e le 3 resistenze magnetiche






3 esercizi base a bassa cadenza con il 50/13 ( cosa di per sé più difficile): mani basse, con una mano e fuori sella.



domenica 5 aprile 2020

La bici sul rullo. #Iorestoacasa

In questo drammatico momento mondiale, ed in particolare italiano, le piazze e le strade sono vuote,  questo fa paura; ovunque aleggia la morte. A parte qualche idiota certificato e compiaciuto di esserlo, tutte le persone dotate di intelletto, di senso civico e di rispetto per il prossimo ( oltre che per se stessi), rispettano i provvedimenti restrittivi, e rimangono a casa, nelle modalità che più gli piacciono. Tra queste c'è quello del "rullare" con la bicicletta. In questo periodo i produttori e i negozi on line hanno fatto affari d'oro, svuotando i magazzini rimasti impolverati da tempo; pochi erano i ciclisti amatoriali ad averceli, prima dell'emergenza sanitaria. Del resto, è noto, che usare i rulli è cosa diversa dal pedalare sulla strada; effetto placebo, training indoor, moda, passatempo, condivisione social, gare virtuali, video giochi, chiamatelo come volete, ma questo, al momento è il "presente" per molti ciclisti, persino dei corridori professionisti che si sfidano. Sarà quella voglia di sentirsi aggrappato alle (buone) abitudini, nei momenti difficili, che fa sentire meno soli, tristi e persi, ma la rullomania dilaga. Come ho avuto modo di scrivere in questo post, CLICCA QUI , il rullo potrebbe diventare, l'unica alternativa alle pandemie, che come gli esperti sostengono, per il futuro, saranno ricorrenti, allora organizzatevi in tempo. Consiglio: scegliete il rullo che più vi piace, ma non servono (più) bici costose; per il futuro serviranno rulli dai più semplici, a quelli sofisticati chiamati smart (consiglio i roller o rulli liberi, più economici e più vicini alla realtà tecnica, capaci di migliorare l'equilibrio e l'abilità). Quando iniziai si utilizzava la bici in alluminio (usata) con due ruote sempre in alluminio, non leggere, con copertura da 350/400 grammi, più resistenti all'usura e allo stress; anche oggi, non avreste bisogno di altro, per pedalare in casa, al sicuro dai virus e dal pericolo degli automobilisti idioti o incapaci al volante. I rulli "stressano" il telaio, in misura non inferiore a quello che accade sulla strada, anzi, lo sollecitano intensamente, per via del fatto che il telaio, rimane fissato al rullo e contemporaneamente subisce una pressione costante e forte ( si storce rispetto ad un punto, e poi ritorna alla posizione iniziale, continuamente). Discorso a parte, per il rullo libero o altresì detto roller; in questo caso, il telaio si trova in una situazione analoga a quella su strada, ma di contro, questo è più complicato da usare, almeno per le prime volte. Provate a filmare, la bicicletta e il rullo, mentre pedalate, capirete cosa intendo dire. In questo periodo approfittate per migliorare la posizione in sella e il corpo con lo stretching, esercizi posturali e di potenziamento, recuperate dalla fatica, ed alzatevi dalla tavola con un pò di appetito, diminuirà il peso e il tempo di recupero quando ritornerete sulla strada, eviterete così che i cavalcavia diventino lo Zoncolan ! Detto ciò alcune considerazioni sociologiche. La pandemia dovrebbe servire a resettare le menti dalle "scelleratezze" di questi ultimi anni; tra queste lo sperpero di soldi per colpa del marketing; oggi se vuoi pedalare, è sufficiente un rullo da 200 € e  una vecchia bici dimenticata in un garage, il resto non conta, è superfluo. Scegliete e amate la vita ( e pedalare, è vita), scegliete solo l'essenziale ( e la cultura). A proposito. Quando tutto finirà non torneremo a vivere come prima, almeno per il prossimo futuro; gli sport praticati in gruppo ( calcio, calcetto, basket, pallavolo, rugby, eccetera), e nelle palestre, potranno avere problemi, considerate le scontate limitazioni (pensate ai calciatori che dovrebbero giocare con le mascherine e rispettando la distanza di 1/2 metri). E allora molti di questi sportivi, sceglieranno di optare per il jogging e il ciclismo ( a questo punto, più che mai, da praticare da soli). Il mondo cambia e lo fa sempre più velocemente; per sopravvivere noi dobbiamo adattarci, ma,  senza seguire il pensiero unico. Saluti ciclistici. 

Rullo o non rullo ?

venerdì 3 aprile 2020

Ogni volta che un "cobra" pedala un biomeccanico "muore" !!!

La definisco la posizione del "cobra": braccia dritte, schiena quasi eretta. Tutto sbagliato. La foto è emblematica ! Da notare anche la posizione della sella piuttosto avanzata e i numerosi spessori sotto il manubrio; significa che il ciclista pedala troppo basso ( avanzare la sella significa accorciare l'estensione della gamba). Tutto sbagliato, anche in questo caso ! Probabilmente la taglia del telaio è errata e il ciclista non riesce a stare in sella come dovrebbe, anche per problemi posturali e di flessibilità della schiena. Come si pedala correttamente ? Se non lo sapete, ve lo spiego, anche per evitare che continuiate a pubblicare foto, terribilmente oscene, dal punto di vista biomeccanico ! 
Il ciclista è messo bene in sella, quando impugnando i comandi ( la posizione più comune, utilizzata dal 90% dei ciclisti amatoriali, persino quando fanno le volate!!) e non la parte bassa del manubrio, pedala con : 1) la schiena è arcuata ( non gobba); 2) le braccia morbide, flesse e non larghe; 3) il fondo schiena allineato con il fine sella. Il ciclista pedala bene, quando muove le gambe in modo da disegnare perfettamente un ciclo rotatorio;  quindi : 1) il tallone dovrà scendere bene, in modo che il piede, se spinge scende, se richiama risale; 2) il pedala dovrà accarezzare e non "pestare" il pedale; 3) non spingerà fino al punto morto iniziale/superiore a 160°; 4) richiamerà il pedale fino a riposizionare il tallone gradualmente verso il basso ( punto morto inferiore), in modo che il piede rimarrà parallelo alla strada, e la pedivella si troverà verso il basso, perfettamente verticale. Il ciclista pedala rotondo, coordinando spinta e richiamo, alternando fase di spinta e di rilassamento. Chi pedala di punta sbaglia, e lo fa perché usa un altezza della sella, troppo alta, oppure, avrà una rotazione del bacino; in un caso dovrà rivolgersi al biomeccanico, nell'altro all'ortopedico. Ciclista avvisato, mezzo salvato. Una raccomandazione. Pensate più che altro a diventare un ciclista e non ad apparire un ciclista comprando le novità che propone il marketing. Essere e non apparire, vale sempre e per tutti. Saluti ciclistici.