mercoledì 18 dicembre 2019

Specialized Tarmac S-Works SL6 disc e rim brakes: la differenza che pochi conoscono.

Dalla lettura delle geometrie pubblicate sul sito Specialized, si evince che il carro posteriore della Specialized Tarmac S-Works SL6 rim brakes è più corto e ha un interasse ( distanza tra i due mozzi delle ruote), con un valore più basso, rispetto a quello della versione disc. Dunque la versione rim brakes è più compatta. Il motivo sta nel fatto che i freni a disco hanno bisogno di più spazio. Per effetto di tale differenza oggettiva, un carro più corto e quindi un interasse più ravvicinato rendono la Tarmac S-Works SL6 rim brakes più reattiva ( scattante), più precisa ed agile in discesa, soprattutto negli inserimenti in curva. L'altra differenza è il minore peso complessivo della versione rim brakes, considerato che una bici disc completa pesa almeno 500 grammi in più del corrispondente modello rim brakes. Allego gli screen shot odierni delle geometrie dei due modelli, taglia 52, pubblicate sul sito Specialized.  Saluti ciclistici. 

Geometria della Specialized Tarmac SL6 disc ( taglia 52)

Geometria della Specialized Tarmac SL6 rim brakes ( taglia 52)

venerdì 6 dicembre 2019

Il Veneto ospiterà il Campionato di ciclismo italiano 2020.

Pubblico il comunicato ricevuto dall'organizzazione del campionato di ciclismo italiano 2020. Un plauso all'organizzatore Pippo Pozzato che ha reso possibile con il suo staff, le prove in linea e crono del  Tricolore 2020. Saluti ciclistici. 
Il logo ufficiale dell'evento.


Il comunicato ufficiale. 

mercoledì 20 novembre 2019

Grammomania: Sram Red eTap AXS DISC alla pesa.

Ecco un altra pesa interessante. Il gruppo completo (12v) è disponibile in versione rim e  disc. Nella foto la guarnitura con misuratore di potenza integrato, con pedivelle da 175 mm, corone 50/37 e pignoni con scala 10/28. Peso totale del gruppo disc 2 kg e 587 grammi ! Le pese si riferiscono alla versione completa disc, la meno leggera della gamma. Il peso aumenta. I motivi sono le dodici velocità (più aggiungi pignoni e più pesa) e il freno a disco. Se paragonato allo Sram Red 10 e 11 velocità meccanico, il peso del nuovo gruppo top di gamma Sram, è certamente una regressione ! Il nuovo Sram AXS pesa 771 grammi circa in più rispetto allo Sram Red 11 speed meccanico per freni rim e 251 grammi circa in più rispetto all'ultima versione dello Shimano Dura Ace Di2 11 speed per freni rim. Ognuno faccia le sue conclusioni.  Per chi volesse vedere le pese anche degli altri gruppi CLICCA QUI . Saluti ciclistici. 







Dischi ( rotanti) 

giovedì 31 ottobre 2019

Come si monta il tubolare con il biadesivo Tufo Tyres.

Ritorno sull'argomento del montaggio dei tubolari con il biadesivo Tufo Tyres, utilizzabile con qualsiasi marca e modello. Il ciclista evoluto deve sapere gestire la sostituzione dei tubolari, per imparare a risolvere le emergenze ( forature irreparabili) e farlo meglio ( di solito, il meccanico/negoziante ha tempi stretti e non perde tempo a eseguire completamente l'operazione, omettendo di pulire completamente la gola del cerchio e limitandosi a sovrapporre il nuovo biadesivo sulla colla vecchia rimasta appiccicata sul cerchio dopo avere tolto la striscia adesiva del biadesivo vecchio; toglierla è importante per evitare che si formi lo strato che possa non fare inserire completamente il tubolare nella gola del cerchio e per potere controllare lo stato del carbonio). Imparando a farlo da soli, si può risparmiare  molto, acquistando i tubolari on line. Le fasi sono: rimozione del tubolare usurato, tagliandolo prima con il taglierino all'altezza della valvola; rimozione della pellicola adesiva, prima a mano e poi con il liquido Tufo, lasciato agire per almeno mezz'ora e poi continuare con un panno asciutto; pulizia del cerchio con prodotto Walbike per la pulizia dei cerchi in carbonio; sul cerchio pulito e sgrassato applicare il nuovo adesivo, posizionandolo al centro, all'altezza del foro della valvola, lasciando il foro a vista solo per metà; continuare ad applicarlo intorno al cerchio, in senso orario; all'altezza del foro del cerchio, rimuovere per una lunghezza di circa 3 cm, la pellicola protettiva, in un senso e nell'altro, piegando il lembo, fuori dal cerchio, in ambo i sensi; installare il tubolare sgonfio ( nel senso indicato dalla freccia eventualmente indicata sul lato del battistrada come per esempio nel caso del Veloflex); controllare che il tubolare sia centrato sul cerchio, facendo girare la ruota, si può notare l'eventuale saltello del colore/profilo del battistrada; una volta centrato, gonfiare il tubolare a 3/4 atm; iniziare a rimuovere la linguetta trasparente del biadesivo, estraendolo lateralmente e lentamente, in modo che non si rompa ( in quel caso continuare con l'altra linguetta). Le linguette rimosse consentono che il tubolare rimanga incollato alla parte del biadesivo rimasta incollata nella gola del cerchio. Tolte le due linguette, controllare che il tubolare sia centrato, agendo eventualmente sui lati del cerchio/tubolare con i pollici, in modo da posizionarlo al centro. Il tubolare centrato a questo punto va gonfiato completamente alla pressione massima. A quel punto, rimontare le ruote et voila, tutto pronto, per l'uscita. Ho pensato di aiutarvi con le foto scattate mentre procedevo alla rimozione e all'installazione dei nuovi tubolari inviati dalla Veloflex per il nuovo test.  Lasciate un commento a questo post per ricevere info utili sull'argomento. Saluti ciclistici




















domenica 27 ottobre 2019

Non lavate la bicicletta con la lancia termica !

Ciclisti si diventa sulla strada, ma l'officina è parte integrante dell'esperienza, quindi meno forum e più tempo con la bicicletta. Imparate almeno a pulirla e a cambiare tubolari e camera d'aria/copertonicni ( c'è gente che non usa il tubolare perchè pensa di non rientrare a casa in caso di foratura e poi non è capace di sostituire la camera d'aria !). Mi capita spesso di trovare in officina, del materiale, utile per spiegare ai lettori del blog, quello che non bisogna fare per non avere problemi e pedalare sereni. Ecco un caso. Il meccanico smonta il corpetto per il controllo, pulizia ed ingrassaggio ed ecco, lo spunto per questo nuovo post cioè il corpetto ossidato della ruota del suo cliente. Premesso che il corpetto è quella parte della ruota posteriore dove si monta il pacco pignoni, ed è necessario smontarlo per manutenerlo, la cosa importante, è che il corpetto dimostra lo stato di salute di una ruota. In questo caso, direi che la ruota posteriore, dimostra che il possessore non solo non ha fatto manutenzione o quanto meno non l'ha fatta regolarmente, ma che soprattutto, ha pulito la bicicletta con la lancia termica, o con l'acqua a pressione, senza smontare, pulire e lubrificare il corpetto; probabilmente non avrà fatto la stessa cosa anche con il movimento centrale e la serie sterzo. Il risultato è raffigurato nella foto: corpetto sporco ed ossidato. Ma v'è di più. L'acqua penetrata all'interno del mozzo, ha consumato il grasso, fino ad arrivare ai cuscinetti, i quali rimasti senza la protezione del grasso, sono rimasti esposti alla sporcizia e senza lubrificazione si sono rovinati ovvero consumati precocemente. Per capirlo non occorre smontare i mozzi, è sufficiente smontare le ruote dalla bicicletta e farle girare; si sentirà un leggero rumore provenire dai mozzi, in gergo si dice, che i cuscinetti "grattano". Il consiglio è non scimmiottare i prof, nel caso di specie, i meccanici dei prof; è un mondo lontano anni luce dal mondo amatoriale. I meccanici dei prof ( i corridori prof non fanno la manutenzione ) è vero che usano la lancia termica per lavare le biciclette, ma poi, smontano, serie sterzo, movimento centrale e mozzi, pulendoli ed ingrassandoli, prima di rimontarli. Quindi il mio consiglio è quello di non lavare la bicicletta con la lancia termica o l'acqua a pressione, ma se per qualunque motivo, voi decidiate di farlo, poi dovete smontare mozzi, serie sterzo e movimento centrale, per asciugarli, rimuovere la sporcizia, ingrassarli e rimontarli. L'unica alternativa è quella di usare prodotti specifici per la pulizia a secco della bicicletta da corsa. Comunque è sempre meglio avvalersi di un meccanico preparato per la manutenzione qualora voi decidiate di fare una pulizia con l'acqua. Insomma nulla deve essere lasciato al caso. Va precisato che lo stesso vale nel caso di pioggia copiosa e/o di uso frequente con la pioggia. Mi raccomando meno forum e più bicicletta e soprattutto non imitate i prof. Per i più curiosi, il corpetto della ruota libera, è DT WISS, tecnologia Ratchet System, si smonta con le mani, senza attrezzi, in modo semplice e pratico. Per approfondire su questa tecnologia CLICCA QUI  Saluti ciclistici.





Grammomania: Garmin Varia RTL 510 alla pesa e parliamo un pò di sicurezza stradale.

Solo il Blog poteva pesarlo, il "Radar" della Garmin, un dispositivo di sicurezza munito di sistema di rilevamento della presenza di auto e di luce di posizione posteriore ( la più importante). 99 grammi in più ( oltre al peso del ciclo computer Garmin), sono il peso per la sicurezza stradale, per chi come noi, pedala sulle strade italiane, le più pericolose e rovinate d'Europa ! Certo possiamo installare anche un proiettore di luci da stadio, e persino un radar militare, un enorme specchio laterale, ma se il conducente di un veicolo, mentre guida, chatta, parla al cellulare senza gli auricolari, è ubriaco, è drogato, è distratto, o non sa guidare in sicurezza, è tutto inutile e costoso. Ci vorrebbe il sorpasso in sicurezza dei ciclisti, ad una distanza non inferiore a 1,5 metri, ma ad oggi, nonostante la presentazione di un trascorso disegno di legge, nessuna forza politica, neanche quelle che si definiscono progressiste ed ambientaliste, nessun governo e nessun parlamento, hanno fatto approvare norme salva ciclisti; forse pensano che siano impopolari per la maggioranza dei loro elettori ? Le norme penali  per l'omicidio stradale e lesioni stradali sono state inasprite, questo si, ma è ancora poco, se sulle strade italiane, ogni giorno muoiono troppi ciclisti ( e pedoni) ! C'è bisogno di un cambiamento dell'opinione sociale e della politica; la strada è di tutti e il ciclista non è uno sfigato, ma un utente della strada, da rispettare, l'unico che allo stesso modo, non inquina e crea occupazione, con tutto il sistema indotto fatto da industrie, negozi e meccanici. Invece la politica si dimostra stupida, e non realizza infrastrutture che rendano possibile pedalare in sicurezza; loro "si preoccupano" di fare scelte green, orientate quasi esclusivamente per le auto elettriche ( l'Italia è fondata sulle auto), ma quando si tratta di tutelare chi sceglie con coraggio, l'unica macchina che non inquina, cioè la bicicletta, allora la politica italiana, diventa distratta e assente o forse più semplicemente diventa portavoce degli italiani che odiano i ciclisti e bistrattano la bici. Perdonate loro non sanno quello che fanno e te ne accorgi quando guardi le nazioni evolute socialmente e culturalmente. In Danimarca, ci sono strade ciclabili elevate ( molto di più delle ciclabili) che passano sopra la città di Copenaghen, mentre in Italia, non abbiamo nemmeno la segnaletica stradale per i ciclisti disegnata sull'asfalto.Vergogna. Immaginate se tutti i milioni di ciclisti  italiani votassero i loro rappresentati al Parlamento, immaginate come cambierebbero davvero le cose!
In attesa di un miracolo politico, culturale e sociale italiano, che risolva anche in parte i problemi della Sanità pubblica, considerato che pedalare fa bene alla salute e previene malattie come il Diabete e quelle che colpiscono il cuore, mentre molti italiani pur assumendo medicinali per il colesterolo alto e malattie da sindrome metaboliche, non fanno nemmeno le scale, ci sono prodotti che almeno, tolgono il rimorso di avere fatto qualcosa per la nostra sicurezza; non so se sono davvero efficaci, o se sono un altro modo per spendere soldi, come marketing comanda, ma provateci. Il mercato oramai ha avuto un grande ripensamento per quanto concerne i pesi, e visti quelli non leggeri delle biciclette disc, è il caso di dire che il peso non rappresenta più un tabù, rispetto a qualche anno fa, quando il peso era il primo parametro di riferimento per una bici top di gamma; e allora appesantitela ulteriormente, almeno per un giusto motivo, magari dimagrite e quindi recuperate il peso aggiunto.
Ad oggi ho provato già altri dispositivi di sicurezza, parlo di illuminazione posteriore, e posso dire, che è tutto vano: molti automobilisti, mi hanno sorpassato sfiorandomi con lo specchietto laterale ! Penso che la stupidità umana sia illimitata e che molti automobilisti, non rispettino il ciclista; li vedono come birilli, come "nemici", come "avversari", che "invadono la loro strada", persone che misurano rabbiosamente il loro grado di stupidità, in una corsa, verso il nulla. Qualcuno pensa che possa essere un problema culturale; penso invece che sia un problema personale. Penso che molti automobilisti, sfoghino le proprie frustrazioni anche al volante, che allietano l'invidia e il rancore alla guida delle vetuste scatole inquinanti, chiamate auto, furgoni, camion. Non è solo un problema di educazione, ma psichiatrico. Siamo sicuri che tutti gli automobilisti sono idonei alla guida dal punto di vista mentale, dal momento, che guidano ubriachi, drogati, conducono i mezzi a folle velocità, guidando con una mano, mentre con l'altra parlano al cellulare, o non guardano la strada, per continuare a chattare ?! Pensate che queste tristi e nefaste persone, si facciano scrupoli ad uccidere una persona "per colpa" ? Sono stato più volte aggredito verbalmente e fisicamente da automobilisti che mi urlavano frasi sconnesse e deliranti; sono stato più volte sfiorato da conducenti inebriati dalla convinzione di essere abili piloti di F1; sono stato odiato per essere un ciclista; sono stato sorpassato da chi guidava parlando al cellulare, da chi leggeva, da chi non mi guardava! Mi fermo qui.
Descrizione del prodottoIl fanale posteriore radar GARMIN Varia 2 permette di essere visibile in qualsiasi circostanza, di giorno come di notte. Avvisa dell'arrivo di un veicolo dietro alle tue spalle, a partire da una distanza di 140 metri! Quando rivela un veicolo, il fanale si illumina e segnala la tua presenza. Può essere utilizzato in bicicletta da città/randonnée o in bicicletta da strada. Si monta sul reggisella con il kit di montaggio incluso. Questa nuova versione (RTL510) presenta un corpo impermeabile che si integra ancora meglio nelle biciclette da strada. La spia luminosa è visibile a 220°. Il sistema può essere sempre utilizzato in modalità no stop (6 ore di autonomia) o intermittente (15 ore di autonomia). Di giorno, il ciclista è visibile fino a 1500 metri con una potenza luminosa di 65 lumen in modalità intermittente.Sistema compatibile con GPS Edge che permette di vedere cosa succede alle tue spalle.Saluti ciclistici.

sabato 12 ottobre 2019

Allenamento autunnale. La bici da corsa non ha stagioni.

E poi arrivi in cima alla salita per la quarta volta e trovi turisti che ti seguivano con l'auto che ti fanno un filmato ! Li voglio ringraziare pubblicando il loro video. Certi gesti non hanno prezzo.  Saluti ciclistici.


giovedì 12 settembre 2019

Test Bike: Speedplay Zero Titanium, nuova versione ?

Scoprire le differenze sostanziali è stato sempre l'obiettivo prefissato ed anche questa volta penso di essere riuscito a scoprirle. In effetti la SpeedPlay non aveva rilasciato un up grade del pedale di punta della gamma. Del resto quando avevo visto una nuova coppia ero ignaro che fosse cambiato qualcosa. Poi ci ho pedalato e la strada, come sempre, mi ha detto la verità e durante l'uscita ho sentito una migliore spinta sui pedali, più efficiente e facile. Tornato alla base, li ho guardati attentamente e confrontato con un altra coppia. Ed ecco trovata la differenza ovvero la spiegazione della migliore perfomance. Modello uguale, appunto Speedplay Zero Titanium, ma coppie diverse nella struttura e nelle dimensioni del perno-asse. Il coperchietto che si svita per ingrassarli è diverso e finalmente migliorato, mentre l'asse-perno della coppia nuova è più grande e simmetrico, rispetto all'altra coppia, che invece presenta un asse più piccolo, asimmetrico, più schiacciato nella parte centrale. A mio parere si tratta di un up grade sostanziale. Saluti ciclistici 

Coperchio laterale diverso

martedì 10 settembre 2019

Anteprima: Campagnolo Bora WTO 33

In anteprima assoluta ricevo il comunicato aziendale della Campagnolo che mi informa il lancio della nuova ruota. E' la nuova ruota con cerchio in carbonio Campagnolo. Il peso non è leggero, poco meno di 1 kg e 400 grammi per 2.160 € di listino. E' una ruota polivalente, considerato il profilo medio, da 33, la più bassa della gamma aero WTO,  meno alta del profilo medio da 35 della famiglia Bora Ultra, e meno leggera, rispetto alla versione tubolare Bora Ultra 35. 
La WTO 33 è disponibile sia nella versione rim che disc brake ( sconsiglio il freno a disco, soprattutto per chi vuole andare più veloce in salita e non me ne importa del marketing). La ruota fa parte della linea WTO - Wind Tunnel Optimized - le nuove Bora WTO 33 sono state studiate per offrire un ulteriore profilo oltre i già esistenti da 45, 60 e 77. Ogni componente della ruota è stato ottimizzato in galleria del vento in modo da migliorare le prestazioni aerodinamiche della ruota; ne è un esempio la forma del mozzo, che a differenza della gamma Ultra, non è in carbonio. Secondo la Campagnolo, i test in galleria del vento, svolti in fase di sviluppo, hanno consentito di ottenere risultati estremamente significativi per una ruota a basso profilo. Il vantaggio registrato rispetto ad una ruota non ottimizzata dal punto di vista aerodinamico è di 7,5 watt a 45 km/h. Le Bora WTO 33 mantengono i cuscinetti ceramici USB, ( di qualità e costruzione diversa dalla versione CULT della gamma Bora Ultra), garantendo la tipica scorrevolezza Campagnolo, e la tradizionale raggiatura G3 ottimizzata grazie all’utilizzo di elementi a sezione ellittica sviluppati ad hoc. La WTO 33 adotta la tecnologia 2-Way Fit che permette una perfetta compatibilità sia con copertoncino che con tubeless. Consiglio di optare per il montaggio tubeless, in modo da evitare in caso di foratura, lo sgonfiamento improvviso della camera d'aria, che limita il copertoncino, ed impedire che il bordo del cerchio in carbonio, si possa danneggiare irrimediabilmente. Il canale interno del cerchio da 19 è stato studiato per rendere al meglio con coperture da 25mm di battistrada ed è compatibile anche con le classiche opzioni da 23 o le più confortevoli da 28 mm. Le Bora WTO 33 sono disponibili in versione DB nella colorazione Dark, mentre per la versione Rim è prevista anche l’opzione più tradizionale Bright al prezzo di 2160 euro. La WTO 33 è disponibile da subito. Saluti ciclistici. 




martedì 3 settembre 2019

Test bike: tubolare Pirelli P Zero Velo.

Presentazione del prodotto.
Il Pirelli P Zero Velo Tub è l'unico tubolare del catalogo disponibile, come a dire, non ne servono altri, ne basta uno solamente.
Il primo contatto mi ha subito impressionato e mi ha ricordato lo slogan pubblicitario della Pirelli per il prodotto auto: la potenza non è nulla senza il controllo. La carcassa aveva qualcosa di insolito, di unico, che veniva svelato dal tatto, una densità diversa del battistrada, angoli stretti nella parte centrale e angoli più larghi ai lati, con la camera d'aria ( in lattice) incorporata da rimanere nettamente evidenziata nella struttura centrale, non il solito tubolare, uniforme e circolare, ma un nuovo tubolare strutturato in due profili diversi e specifici, due laterali e uno centrale, un tubolare a "3 sezioni", unico nel genere. Il battistrada ha rilievi scolpiti in modo irregolare, su una trama liscia prevalente, solcata da due righe sottili centrali ciò svela il carattere del prodotto, massima scorrevolezza e massimo grip.  In buona sostanza è stata la prima  e subitanea percezione, quella di un prodotto di riferimento, che fonde in se, tutte le migliori caratteristiche necessarie per la migliore perfomance.
Dal punto di vista tecnico, il Pirelli P Zero Velo Tub testato è da 25 mm nominali, 25,87 mm reali (come da foto) dal peso effettivo di 305 grammi.  Il logo è giallo e non è un caso; trattasi della mescola Yellow Soft, dimensione corse.  Le tecnologie utilizzate in questo tubolare fatto a mano, in Thailandia, il più grande naturale al mondo di pneumatici sono: a) Smarted Silicia, una formula che punta alla bassa resistenza al rotolamento, con un orientamento anisotropico, per la riduzione del calore generato dall'attrito, aderenza in velocità e sul bagnato e resistenza alla foratura ( aramaide); Functional Groove Design di derivazione nel motor sport, confort ed espulsione dell'acqua e diversa densità e struttura della carcassa, strutturata in angoli molto stretti della fascia centrale per un appoggio regolare e angoli più larghi delle fasce laterali per migliorare la sicurezza ( grip) e la risposta immediata alle accelerazioni; Ideal Contaur Shaping, cioè differenti raggi e disegni della carcassa sul fianco e sul battistrada per un impronta perfetta sull'asfalto ( una trama a fulmine riduce il rumore ed aumenta l'espulsione laterale dell'acqua, al fine di migliorare la stabilità e il controllo della velocità; c) mescola Yellow Soft con una carcassa da 320 TPI, il numero di riferimento per il confort e il grip ( TPI indica il numero di fili per pollice, più il valore è alto, maggiore sarà il confort e il grip), rinforzata in aramaide con camera d'aria incorporata in lattice, per minore peso, maggiore resistenza e minore attrito. Pressione di utilizzo da 7 a 10 ATM. Montaggio con nastro bi adesivo Tufo. Progettati per cerchi a canale largo e questo evidenzia un limite del progetto, da punto di vista estetico, come spiegherò più tardi. Alcune raccomandazioni generali. In nessun caso la pressione del pneumatico a freddo deve essere inferiore o superiore a quella indicata sul fianco. Pressioni troppo basse causano eccessiva deformazione della carcassa, deterioramento e consumo precoce dello pneumatico; Pressioni troppo alte rendono poco confortevole la guida, riducono l’impronta a terra, la protezione agli urti e causano un consumo prematuro della zona centrale del battistrada. Il mantenimento e controllo di un’idonea pressione di gonfiaggio resta un accorgimento necessario prima di ogni uscita e per tutta la durata di vita dello pneumatico. Il produttore aggiunge antiozonanti ed antiossidanti per minimizzare il degrado. Non applicare mai detergenti o cosmetici per migliorare l'aspetto estetico dei fianchi che risulterebbero anche nella rimozione degli antiossidanti. Controllare sempre la larghezza massima dello pneumatico consentita dal telaio della bicicletta. Una distanza insufficiente tra pneumatico e telaio potrebbe causare danni alla struttura del telaio stesso o dello pneumatico stesso, creando così una situazione potenzialmente pericolosa per il ciclista.
Tutto pronto. Adesso si alza la serranda e si esce dal garage, la strada ci dirà il responso definitivo e certo per un nuovo test made on the road.

Per saperne di più sull'accoppiamento cerchio/gomme secondo standard E.T.R.T.O. CLICCA QUI 

Test su strada.
Ho seguito per 20 anni l'evoluzione delle coperture per le biciclette da corsa, e nel tempo, mi sono avvicendato con diversi prodotti, tutti top di gamma, quindi il migliore livello di comparazione; tutto si evolve al top, nel top di gamma. I parametri di comparazione sono gli stessi e su questi si costruiscono nuovi prodotti. I telai e le ruote diventano più sensibili alle variazioni, i ciclisti molto di meno, e questo il limite dei prodotti: la percezione umana. I dati software non contano se non si traducono in emozioni, il tester è il compositore di un analisi sensibile, diffusa in una percezione emotiva. Ogni test è una sfida.
Per il test del primo tubolare Pirelli P Zero Velo, ho scelto la migliore ruota in assoluto, la Lightweight Meilenstein, straordinaria creazione, di impareggiabile potenza e performance e l'idea mi è venuta guardando le super car equipaggiate con le gomme Pirelli P Zero Velo. Se le ruote sono il componente più importante, anzi il componente assoluto, fino ad incarnare l'anima della bicicletta, il tubolare può influenzare la perfomance totale, una interazione simbiotica assoluta. Il tubolare è l'unico punto di contatto con l'asfalto, quindi è di assoluta importanza. 
Ringrazio la Bike Passion GMBH distributore della Lightweight, per avermi messo a disposizione, un paio di Meilenstein, provenienti dalle sacre e misteriose officine tedesche, perfettamente preparate per il test. Per la scelta del telaio, ho preferito scartare super light ed aero bike, troppo limitative, e ho utilizzato un telaio che per certi versi compone questi due segmenti, un telaio unico per fattezze e performance, la Colnago C64.
La condizione atletica è ottima e quindi ho potuto permettermi di esagerare nella spinta potendo contare su lucidità e una buona dose di incoscienza controllata dall'esperienza.
Fondo asciutto e fondo bagnato (in modo limitato per scelta del meteo), manto stradale di buone, discrete e pessime condizioni, vento, sole duro, caldo estremo, umidità esagerata, percorso vallonato, salite di media e dura pendenza ( superiori al 10%), discese lunghe veloci e tecniche. Pressione di utilizzo 7,5 - 8 ATM per un peso personale di 60 kg e di 6 kg e 300 grammi della macchina test. Abbigliamento con filamenti in Carbonio e scarpe top grazie alla collaborazione con Vardena Italy ed Evers Cycling. Macchina pulita, lucidata e lubrificata con Walbike. Tutto al top per una nuova sfida con la tecnologia.
Prime pedalate, gambe fluide, sensi accesi e tutto mi è venuto incontro, mi ha preso fino a dentro le fibre muscolari, fino a sentire una emozione subitanea, quella della migliore prestazione, la riconosco subito, è una cosa diffusa che mi prende ogni volta che vivo il meglio.
Passano i giorni e i chilometri, i percorsi si alternano, il vento e il sole mi accompagnano, le lunghe e difficili discese mi esaltano, le salite mi invitano alla consueta danza sui pedali e a qualche spinta da seduto.
Ogni angolo persino quello più estremo dei tubolari è stato utilizzato, niente è stato lasciato incompiuto. Piegare con i Pirelli P Zero, anche sfiorando il guardia rail, è stato un divertimento sicuro.
Il responso è stato all'altezza del blasone del marchio italiano. Il Pirelli P Zero Velo Tubolare è il prodotto di riferimento del momento. Punto. L'incontro è stato unico, emozioni e responsi tecnici netti e precisi. P Zero non lascia dubbi, è il migliore, per ora. 
Massimo grip, silenzioso, maneggevolezza totale ( persino con una ruota ad alto profilo, con elevata rigidità,  ed estrema, come la Lightweight Meilenstein, è "addomesticata") anche ad alte velocità, divertimento puro, risposta molto buona sui rilanci, pur trattandosi di un 25 mm da 305 grammi, più largo, meno leggero, meno reattivo (un ipotetico Pirelli P Zero Velo tubolare da 22-23 mm dal peso di 250-260 grammi sarebbe stato eccezionale), confort senza eguali su ogni terreno e condizione ( nonostante la ruota più rigida sul mercato, dopo 4 ore senza tensioni muscolari; su fondo sconnesso e dossi artificiali si ha la sensazione di pedalare su un materasso soffice !), scorrevolezza elevata netta e piacevole, stabilità così straordinaria da sentire accarezzato l'asfalto, il Pirelli P Zero tubolare cattura l'asfalto, accarezzandolo, come nessun'altro. Il responso che rende altrettanto unico il P Zero Tubolare, è quello di essere adatto/sensibile alla percezione umana, quindi tutti i ciclisti, anche quelli meno esperti, possono apprezzarne le qualità e avere subito confidenza con la strada, capace di interagire con qualunque ruota, persino quella più estrema. Il Pirelli P Zero è un prodotto di riferimento con il quale la concorrenza migliore dovrà fare i conti per il futuro. Una grande sfida dedicata ai ciclisti più esigenti.
Note: la parte interna del tubolare, quella che si incolla è di colore chiaro, quindi può rimanere visibile una volta montato il tubolare sul cerchio, soprattutto se non è piatto e largo almeno 24 mm. Sarebbe stato opportuno (e normale) realizzare anche questa parte interna con un colore scuro, per migliorare la resa estetica, considerazione di rilievo nella scelta. Questa dissonanza estetica, stride con il progetto di qualità del prodotto.Se fossi la Pirelli Velo aggiungerei al 25 e al 28 mm, anche il 23 mm, per avere una gamma completa e una variegata gamma di prestazioni. Il ciclista evoluto è attento e sofisticato. D'accordo che le ruote tendono ad aumentare la larghezza del cerchio, ma ce ne sono tante altre con il cerchio meno largo (per questo motivo più performanti in termini di peso e reattività).La camera d'aria in lattice certamente performante e leggera ha un limite pratico: ad ogni uscita occorre rimettere a pressione i tubolari, diversamente dalla camera d'aria in butile, meno leggera e performante, ma capace di mantenere la pressione più a lungo. Quindi occorre controllare ad ogni uscita, cosa di per sè, necessaria in ogni caso, ma con il Pirelli è indispensabile.
Eccessiva usura: dopo 600 km il tubolare posteriore si presentava come nelle foto, con un usura irregolare e diffusa. Stessa sorte anche per il tubolare posteriore nuovo. Il tubolare anteriore PZERO è quello meno durevole fino ad oggi provato. 
Pagella: Dal punto di vista della performance, equilibrio e parametri alti nei valori di riferimento, cioè  grip, resistenza al rotolamento e confort,  fanno del tubolare Pirelli P Zero Velo, un ottimo da 25 mm.  La camera d'aria in lattice di spessore medio, si sgonfia facilmente; ciò rappresenta un problema per chi volesse impiegarlo per lunghi allenamenti itineranti. Il posteriore presenta lo stato di usura come da foto allegate, dopo circa 600 km. Un limite inaccettabile. Dunque prestazione top con durata limitata. 
Saluti ciclistici.  











anche il secondo tubolare Pirelli PZero si è consumato precocemente...........





La camera in lattice.....

Smonto il tubolare Pirelli Pzero con la tecnica del "cucchiaino" da me ideata per evitare di tagliare e rovinare il cerchio......

 


E' ora passo al test Veloflex Pro Tour .......