Test su strada.
Ho seguito per 20 anni
l'evoluzione delle coperture per le biciclette da corsa, e nel tempo,
mi sono avvicendato con diversi prodotti, tutti top di gamma, quindi
il migliore livello di comparazione; tutto si evolve al top, nel top
di gamma. I parametri di comparazione sono gli stessi e su questi si
costruiscono nuovi prodotti. I telai e le ruote diventano più
sensibili alle variazioni, i ciclisti molto di meno, e questo il
limite dei prodotti: la percezione umana. I dati software non contano
se non si traducono in emozioni, il tester è il compositore di un
analisi sensibile, diffusa in una percezione emotiva. Ogni test è
una sfida.
Per il test del primo
tubolare Pirelli P Zero Velo, ho scelto la migliore ruota in
assoluto, la Lightweight Meilenstein, straordinaria creazione, di
impareggiabile potenza e performance e l'idea mi è venuta guardando
le super car equipaggiate con le gomme Pirelli P Zero Velo. Se le
ruote sono il componente più importante, anzi il componente assoluto, fino ad
incarnare l'anima della bicicletta, il tubolare può influenzare la
perfomance totale, una interazione simbiotica assoluta. Il tubolare è l'unico punto di contatto con l'asfalto, quindi è di assoluta importanza.
Ringrazio la Bike Passion
GMBH distributore della Lightweight, per avermi messo a disposizione,
un paio di Meilenstein, provenienti dalle sacre e misteriose officine
tedesche, perfettamente preparate per il test. Per la scelta del
telaio, ho preferito scartare super light ed aero bike, troppo
limitative, e ho utilizzato un telaio che per certi versi compone
questi due segmenti, un telaio unico per fattezze e performance, la Colnago C64.
La condizione atletica è
ottima e quindi ho potuto permettermi di esagerare nella spinta
potendo contare su lucidità e una buona dose di incoscienza
controllata dall'esperienza.
Fondo asciutto e fondo
bagnato (in modo limitato per scelta del meteo), manto stradale di
buone, discrete e pessime condizioni, vento, sole duro, caldo estremo, umidità esagerata, percorso vallonato, salite di media e dura
pendenza ( superiori al 10%), discese lunghe veloci e tecniche.
Pressione di utilizzo 7,5 - 8 ATM per un peso personale di 60 kg e di 6 kg e 300
grammi della macchina test. Abbigliamento con filamenti in Carbonio e scarpe top grazie
alla collaborazione con Vardena Italy ed Evers Cycling. Macchina pulita, lucidata e lubrificata con Walbike. Tutto al top
per una nuova sfida con la tecnologia.
Prime pedalate, gambe
fluide, sensi accesi e tutto mi è venuto incontro, mi ha preso fino
a dentro le fibre muscolari, fino a sentire una emozione subitanea,
quella della migliore prestazione, la riconosco subito, è una cosa
diffusa che mi prende ogni volta che vivo il meglio.
Passano i giorni e i
chilometri, i percorsi si alternano, il vento e il sole mi
accompagnano, le lunghe e difficili discese mi esaltano, le salite mi
invitano alla consueta danza sui pedali e a qualche spinta da seduto.
Ogni angolo persino
quello più estremo dei tubolari è stato utilizzato, niente è stato
lasciato incompiuto. Piegare con i Pirelli P Zero, anche sfiorando il guardia rail, è stato un divertimento sicuro.
Il responso è stato
all'altezza del blasone del marchio italiano. Il Pirelli P Zero Velo
Tubolare è il prodotto di riferimento del momento. Punto. L'incontro
è stato unico, emozioni e responsi
tecnici netti e precisi. P Zero non lascia dubbi, è il
migliore, per ora.
Massimo grip, silenzioso, maneggevolezza totale ( persino con una ruota ad alto profilo, con elevata rigidità, ed estrema, come la Lightweight Meilenstein, è "addomesticata") anche
ad alte velocità, divertimento puro, risposta molto buona sui rilanci, pur trattandosi di un 25 mm da 305 grammi, più largo, meno leggero, meno reattivo (un ipotetico Pirelli P Zero Velo tubolare da 22-23 mm dal peso di 250-260 grammi sarebbe stato eccezionale), confort senza eguali su ogni terreno e condizione ( nonostante la ruota più rigida sul mercato, dopo 4 ore senza tensioni muscolari; su fondo sconnesso e dossi artificiali si ha la sensazione di pedalare su un materasso soffice !), scorrevolezza elevata netta e piacevole, stabilità così straordinaria da sentire
accarezzato l'asfalto, il Pirelli P Zero tubolare cattura
l'asfalto, accarezzandolo, come nessun'altro. Il responso che rende
altrettanto unico il P Zero Tubolare, è quello di essere
adatto/sensibile alla percezione umana, quindi tutti i ciclisti, anche quelli meno esperti, possono apprezzarne le qualità e avere subito confidenza con la strada, capace di interagire con qualunque ruota, persino quella più estrema. Il Pirelli P Zero è un
prodotto di riferimento con il quale la concorrenza migliore dovrà
fare i conti per il futuro. Una grande sfida dedicata ai ciclisti più esigenti.
Note: la parte interna del tubolare, quella che si incolla è di colore chiaro, quindi può rimanere visibile una volta montato il tubolare sul cerchio, soprattutto se non è piatto e largo almeno 24 mm. Sarebbe stato opportuno (e normale) realizzare anche questa parte interna con un colore scuro, per migliorare la resa estetica, considerazione di rilievo nella scelta. Questa dissonanza estetica, stride con il progetto di qualità del prodotto.Se fossi la Pirelli Velo aggiungerei al 25 e al 28 mm, anche il 23 mm, per avere una gamma completa e una variegata gamma di prestazioni. Il ciclista evoluto è attento e sofisticato. D'accordo che le ruote tendono ad aumentare la larghezza del cerchio, ma ce ne sono tante altre con il cerchio meno largo (per questo motivo più performanti in termini di peso e reattività).La camera d'aria in lattice certamente performante e leggera ha un limite pratico: ad ogni uscita occorre rimettere a pressione i tubolari, diversamente dalla camera d'aria in butile, meno leggera e performante, ma capace di mantenere la pressione più a lungo. Quindi occorre controllare ad ogni uscita, cosa di per sè, necessaria in ogni caso, ma con il Pirelli è indispensabile.
Eccessiva usura: dopo 600 km il tubolare posteriore si presentava come nelle foto, con un usura irregolare e diffusa. Stessa sorte anche per il tubolare posteriore nuovo. Il tubolare anteriore PZERO è quello meno durevole fino ad oggi provato.
Pagella: Dal punto di vista della performance, equilibrio e parametri alti nei valori di riferimento, cioè grip, resistenza al rotolamento e confort, fanno del tubolare Pirelli P Zero Velo, un ottimo da 25 mm. La camera d'aria in lattice di spessore medio, si sgonfia facilmente; ciò rappresenta un problema per chi volesse impiegarlo per lunghi allenamenti itineranti. Il posteriore presenta lo stato di usura come da foto allegate, dopo circa 600 km. Un limite inaccettabile. Dunque prestazione top con durata limitata.
Saluti ciclistici.
La camera in lattice.....