mercoledì 31 agosto 2022

Umberto Dei Imperiale ( anno 1940).

La Umberto Dei Imperiale sfreccia silenziosa ed oliata, sotto il cielo notturno, con le stelle ad ammirarla. Se c'è qualcosa che mi fa pensare ad una bici regale, come questa splendida creazione artigianale italiana, è il silenzio, con il quale questa maestosa ed impeccabile macchina italiana, squarcia la cortina del tempo, e giunge ai giorni nostri, a memoria di uomini straordinari che seppero inventarla e produrla, un dono per gli intenditori, che ci fa riflettere. Per comprendere il motivo per cui la Dei Imperiale sia più di una macchina veloce ed elegante, un opera di ingegneria avanzata, orgoglio italiano,  ed è stata da me scelta, è sufficiente studiare il manubrio integrato composto da 30 pezzi, nel cui interno è assemblato il sistema frenante, integrato ed integrale: azionando la leva di destra, la bici frena contemporaneamente davanti e dietro, in modo tale da poterla condurre in tutta sicurezza con l’ombrello o con la mano sinistra impegnata; il freno anteriore ammortizzato: nell’asta centrale che scende dal manubrio è presente una molla che evita di bloccare la ruota e trasmettere vibrazioni al manubrio in frenata, praticamente è un ABS ante litteram risalente ad 80 anni fa, altro che freno a disco !!! Ma non è tutto. Ci sono altre caratteristiche che la rendono unica: perno ruota posteriore sfilabile, pur essendo stata concepita negli anni 30 del secolo scorso, questa è una delle poche biciclette sulla quale è possibile sostituire camera d’aria e copertone posteriori senza nemmeno smontare la ruota; flangia mozzo posteriore con innesto raggi a 3 fori: analogamente, si sostituiscono i raggi eventualmente rotti senza smontare né il rocchetto e né la ruota; parafango anteriore a fissaggio invisibile, non compare sul retro della forcella nessuna vite di fissaggio come su bici di altre marche, il parafango rimane in posizione grazie ad un supporto a molla nascosto dentro la forcella stessa; telaio a doppio diapason con forcella anteriore a giunzioni interne invisibili (liscia) e per finire, oliatori su mozzi ruote, movimento centrale e carter (dotato anche di tappo di spurgo) !!!!!!!!! Quando l'ho visto, il manubrio, sono rimasto folgorato, dalla straordinaria idea ( e l'idea fa artigiani), di Umberto Dei, risalente agli anni 30, antesignano dei manubri moderni. Nessuno ad oggi può dire di avere creato un sistema così complesso, quanto unico ed efficace; persino i cavi integrati sono stati pensati per questa formidabile macchina italiana, come oggi si vede sulle bici moderne. L'altro motivo per cui ho scelto di contattare il Signor Michele Rosati, eccellente meccanico e restauratore bolognese e pubblicare queste foto preziose, è presto detto: è un fatto che molte delle produzioni contemporanee non solo hanno preso spunto dalle invenzioni degli artigiani italiani, dominatori  indiscussi dal 1910 fino al 1970, ma come in questo caso, non sono nemmeno riuscite ad eguagliarle; una produzione artigianale italiana, di ogni tempo,  non può essere imitata da quella industriale, di natura commerciale, dozzinale, espressione avvilente della massificazione, che rende tutto uguale, per renderci tutti uguali, per omologarci e renderci anonimi, persino nella scelta delle macchine. Mi sono innamorato della Dei Imperiale da quando ho visto questo filmato CLICCA QUI . La scelta artigianale esclusiva italiana è ancora di nicchia. Dall'anno scorso ho testato e consigliato telai artigianali su misura, fatti veramente in Italia, per uscire fuori dal gruppo e dagli stereotipi del mercato; preferisco la bottega che il negozio, l'artigiano che l'industria; la produzione esclusiva e unica, a quella di serie, buona solo per una stagione. Il telaio artigianale è  sempre una scelta di stile di carattere, di massima prestazione, ma non può piacere a tutti, direi che non deve piacere a tutti, perchè significherebbe non avere stile, non avere carattere, perdere la prestazione più estrema e diventare un prodotto di massa. Gli artigiani italiani sono stati e sono ancora i migliori, i più originali, ma il problema sono gli italiani. Il Maestro Dario Pegoretti, nel novembre 2012 decise di non realizzare più telai per i clienti italiani; penso che abbia avuto ragione. L'italiano medio è esterofilo, la sua pseudo cultura si basa sul marketing, la quinta essenza della menzogna, e non merita l'artigianato italiano, che invece all'estero è divinizzato e le sue creazioni originali ed uniche sono cult; diversa cultura e stile di vita. L'idea caratterizza l'artigiano italiano, come quella della Umberto Dei Imperiale del 1940. Saluti ciclistici.