lunedì 17 giugno 2024

Approvata la Nature Restoration Law. #restorenature

Incipit. Non può esistere una vita sana e felice senza Natura intatta. Noi siamo Natura, siamo parte della Natura, e quindi è cosa buona e giusta, che il governo sovranazionale (UE) e quelli nazionali, approvino, nell'interesse dei cittadini, leggi che tutelino l'habitat e la biodiversità. Ciò è necessario per garantire la salute pubblica e la conservazione del Pianeta. Quindi la notizia, riguarda anche noi ciclisti. 

Oggi è una data storica; è stata approvata la Nature Restoration Law ! E' uno straordinario dono dell'UE al futuro del Pianeta. Gli Stati membri dell'UE, con voto contrario dell'Italia, dell'Ungheria, della Polonia, della Svezia, della Finlandia e dei Paesi Bassi, hanno mantenuto i loro impegni presi con il precedente voto dell'Europarlamento e hanno approvato, con una maggioranza qualificata, il Regolamento sul ripristino della Natura #restorenature. Decisivo il voto dell'Austria.  In un mondo "normale" non ci sarebbe stato bisogno di votare "l'indispensabile". Invece interessi economici, come per esempio, lo sfruttamento industriale delle foreste del Nord Europa, una vera e propria Amazzonia, lo sfruttamento intensivo dell'agricoltura (provoca deforestazione, desertificazione, utilizzo di pesticidi e fertilizzanti, inquinamento delle falde acquifere, piogge acide), la cementificazione selvaggia (invece della riqualificazione urbana) e ideologie contrarie alla tutela della Natura  hanno prima ostacolato l'approvazione del provvedimento e poi impedito il voto unanime. Ma questa volta, la svolta è stata storica; è stato messo un argine al potere del denaro e alla distruzione della biodiversità; è stato salvato quello che è rimasto della Natura europea. 

Cos'è la Nature Restoration Law ? Una legge comunitaria finalizzata a  ripristinare entro il 2030 almeno il 20% delle aree terrestri e marine degradate in Europa, il 60% entro il 2040 e il 90% di queste entro il 2050. In buona sostanza, serve per garantirci ossigeno e biodiversità, senza di cui non potremmo vivere anche se fossimo tutti ricchi. Un beneficio per TUTTI. Esempio. Se non ci fossero più le piante, l'aumento dell'anidride carbonica, sarebbe tale, da non consentire la vita sulla Terra ! 

La legge rappresenta un chiaro monito per i prossimi 5 anni del Parlamento Europeo e della Commissione Europea: biodiversità e clima rimarranno una priorità strategica anche per la nuova legislatura. E' appena il caso di precisare che il governo italiano ha mancato clamorosamente l'appuntamento con la storia e con le nuove generazioni, opponendosi ideologicamente, per scelta identitaria, quindi senza alcun fondamento scientifico, all'approvazione del provvedimento. Superfluo osservare che tutti noi viviamo nello stesso pianeta, ed è cosa buona e giusta, salvaguardarlo, per consegnarlo alle prossime generazioni; il pianeta non può continuare ad essere ostaggio del mero profitto economico; è un bene inalienabile, appartiene all'umanità. Ma il governo italiano non potrà sottrarsi all'attuazione del Regolamento Nature Restoration Law, per effetto dell'art. 288 del Trattato UE, il quale stabilisce l'applicabilità immediata (e diretta) negli Stati membri dei Regolamenti UE. In tal caso, la legislazione europea è prevalente su quella nazionale. Ma v'è di più. Da giurista, ricordo l'art. 9 della Costituzione della Repubblica italiana, come aggiornato: La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni." Quindi il regolamento comunitario Nature Restoration Law, tutela lo stesse interesse costituzionalmente garantito dall'art. 9 citato. 

"Contaminate il vostro letto e una notte vi troverete soffocati dai vostri rifiuti" si legge nella Dichiarazione resa nel 1854 dal capo Seattle della tribù dei Dwamish al presidente americano Franklin Pierce che voleva comprare il suo territorio. La storia insegna, ma non ci sono gli alunni che ascoltano ( disse qualcuno molto importante), o forse, ce ne sono troppo pochi; la storia non si scrive con le opinioni da "chat", ma con i fatti acclarati dalla scienza, id quod plerumque accidit. E' tempo del primato della vita e non del primato dell'uomo, l'antropocentrismo è storicamente e scientificamente bocciato. Occorre passare dall'etica antropocentrica a un etica biocentrica. La scienza ha abbandonato il paradigma meccanicistico che autorizzava il dominio incontrastato dell'uomo sulla Natura ed è giunta al paradigma che stabilisce l'interconnessione di tutti gli elementi, compreso l'uomo nell'Universo e la legge dell'entropia. La scienza non può definirsi più neutrale rispetto al contesto umano in cui vive ed opera. Del resto gli scienziati, a differenza delle gente comune e di certa politica, conoscono gli effetti distruttivi, quindi devono indicare le scelte strategiche. Abbiamo un solo pianeta e il Regolamento Nature Restoration Law, va in questa direzione: conservare per proteggere. Saluti ciclistici. 

Il risultato della votazione odierna. 

mercoledì 5 giugno 2024

Anteprima: new Fulcrum Sharq #anyroad #upperlevel


PESO REALE 1500 grammi  ( togliere 30 grammi peso dei cartellini)

Incipit. Mi arrivano comunicati che anticipano il lancio dei prodotti; non li pubblico. Questa volta, però, farò un eccezione. Vi presento un nuovo prodotto a modo mio; e lo farò perché rappresenta un altra tendenza anticipata dal blog: any road, qualunque strada. Dopo avere ricevuto il relativo comunicato stampa, qualche settimana fa, oggi, finito l'embargo, posso parlarvene. Da più di un anno, sperimento la nuova ed entusiasmante dimensione ciclistica, total free, quella del gravel/road. La nuova ruota Fulcrum Sharq è stata costruita per questo nuovo ciclismo, praticato su qualunque strada. Non conta tanto il fatto che la Fulcrum Sharq, sia stata usata alla Unbound, di fatto, un campionato del mondo, alternativo a quello organizzato dalla UCI, e "combattuto" ad Emporia (detta gravel city) negli USA, conta invece, la scelta della Fulcrum di produrre cerchi e raggi per qualunque strada, any road,  anche quelle accidentate e secondarie. La bici da corsa classica, è limitata nell'uso, è impegnativa, dal punto di vista biomeccanico e del comfort, è poco stabile e poco aderente, soprattutto, in caso di frenata di emergenza, di percorsi accidentati e pioggia ; le coperture slick per morfologia del battistrada e larghezza hanno molti limiti; l'ho testato e comparato personalmente, andando oltre, andando a cercare i prodotti any road. Oggi è tempo di fuggire dalle strade asfaltate, almeno quando si può farlo e comunque di pedalare dove ci pare, senza più limiti, con la massima prestazione e tenuta, su tutte le strade; c'è dunque bisogno di ruote anyroad. La Fulcrum Sharq rientra nella categoria ASTM 2,  è destinata all'asfalto e alle strade off road, con salti fino a 15 cm. Con le nuove Fulcrum Sharq è sufficiente scegliere il tubeless con il battistrada più adatto al percorso, sia slick, sia tassellato, da almeno 30 cm; non serve altro, la bici  di nuova generazione è predisposta per portarti ovunque. Il nome SHARQ sunteggia le caratteristiche prestazionali della ruota avanzata: smoothness, handling, aerodynamics, reactivity e comfort. In verità, il profilo del cerchio, mi ricorda quello della ruota per strada asfaltata, Zipp NSW, lanciata qualche anno fa; ma la nuova Fulcrum Sharq è molto di più; è destinata all’utilizzo endurance, gravel, allroad, quindi è la soluzione, più evoluta e versatile, è aerodinamica, veloce, ma capace di resistere ai forti impatti, e di assorbire le asperità della strada, come le migliori ruote gravel. Pubblico la scheda del lancio con i requisiti tecnici salienti. Un altra ruota top anyroad, è la Campagnolo Levante. Per leggere il test  CLICCA QUI . Conta più l’incipit che il comunicato stampa 😉. Saluti ciclistici. 

sabato 1 giugno 2024

Perché non pedalo più sulle Alpi e le Dolomiti diventate “alla moda".

Non pedalo più sulle Alpi e le Dolomiti diventate “alla moda” perché non riesco più ad ascoltare i suoni e sentire gli odori dell'alta montagna. Dalle 8 alle 18, i passi alpini e dolomitici, in voga, diventano una cacofonia di suoni invadenti, perforanti, disturbanti ed inquinanti. L'aria della montagna assaltata dai turisti urlanti e festanti, diventa inquinata, “cittadina”. La puzza di smog scaccia l'aria fresca e frizzante, piena di odori silvestri della montagna. Figure monotone, brutte, distorsive, chiamate, auto, moto, van, suv, jeep, camper, status symbol del venerabile consumismo, condotte dai suoi adpeti, appartenenti alla “generazione confusamente e compulsivamente consumistica”, scarabocchiano il profilo selvaggio del paesaggio montano, diventano lunghe, macabre e disgustose file scure. In alta montagna, quella trendy, anche lì, non c'è più spazio, per i ciclisti, e gli altri, gli "invasori", "te lo fanno capire", non ci lasciano spazio e la occupano brutalmente con mezzi abnormi. Oramai la montagna in voga è diventata troppo stretta per tutti. "Loro", discepoli del consumismo, "operai" ignari del turismo "marketizzato", sono arrivati anche lì, dopo avere invaso, deturpato, ed inquinato il mare, rendendolo un "centro commerciale". La massa "non perdona", omologa, imbruttisce. E si sa, in vacanza, "meno siamo, meglio stiamo".

Tempo fa riuscivo ad ascoltare, il suono delle montagne, erroneamente chiamato silenzio, invece di quiete, fatto del sibilo del vento, dei canti e richiami degli uccelli, dei fischi di allarme delle marmotte, del sibilo del camoscio e del lontano risuonare dei campanacci delle vacche al pascolo; respiravo aria fresca, leggera e pungente. Oggi non posso più farlo e allora lassù non ci vado più. 

L'overtourism ovvero il turismo di massa invadente e frenetico, contamina ed invade anche l'alta montagna, fragile e complessa, con la compiacenza degli operatori turistici e delle amministrazioni locali. Un invasione che cresce ogni anno, quella dei turisti consumisti, ignari veicoli pubblicitari, che stimolano un sistema perverso; e la biodiversità e la quiete montana ? 

L'uomo tende ad antropomorfizzare tutto, persino cani e  gatti domestici, spesso, fatti sterilizzare dai padroni e l'overtourism ne rappresenta l'ultima manifestazione demenziale e devastante, che sterilizza persino l'alta montagna "alla moda", oramai incapace di riprodurre emozioni e suggestioni autentiche, selvagge. Adesso, "se apri un rubinetto escono" turisti; "li vedi galleggiare" nelle acque ferme degli abbeveratoi, lungo i pascoli alpini ! La montagna non va trasformata e sfruttata, ma rispettata ed amata, per quello che è, e non per quello che può fare guadagnare, altrimenti la perdi e finisce tutto ! La montagna e’ fragile, va tutelata ! I sindaci devono dire no al turismo di massa, se vogliono preservare il territorio; è loro istituzionale compito, quello di proteggerlo e di mantenerne l'equilibrio. Un esempio. Ho visto così tanti veicoli e persone sul Sella Ronda, ed in particolare sul Pordoi, che mi sembrava di pedalare “a piazzale Clodio, a Roma, nei giorni feriali” ! Non è normale ! E' odiosamente antropomorfizzato ! Non è accettabile, respirare smog, mentre pedali sulle Alpi o le Dolomiti; è irragionevole spendere sempre di più, per pedalare nel traffico e soggiornare in luoghi fragili, stipati di persone e cose. Chiudano, per sempre, le strade alpine, almeno ai veicoli a motore termico ! I turisti possono arrivarci con altri mezzi ( esempio FS Treni Turistici Italiani). Non è possibile, sentirsi inseguito e dribblato, dagli automobilisti, motociclisti e camperisti, anche se pedali sulle strade alpine, a corsia ridotta ! 

Tutto questo caos urbano, genera un paesaggio deforme, reso uguale da un rumore di fondo a banda larga, che copre tutto, e crea un immagine acustica piatta, che diventa un abitudine acustica, alla quale la maggioranza delle persone non ci fa più caso. Una “sordità” che potrebbe non stupirci in una realtà urbana, ma che diventa nauseante fracasso in contesti naturali. Un paesaggio "contaminato" anche da figure avulse dal contesto, come per esempio, le persone bardate da giacche pesanti e caschi integrali, aliene e rumorose, atipiche, rispetto al profilo naturale e silente della montagna. La montagna non è un pista per sfogare la voglia di velocità, ma un lento ascolto, un paesaggio naturale, che si svela autenticamente, solo a chi sappia ascoltarla e scrutarla con la fatica del pedalare e del passo lento. Slow life. Slow road. Slow travel. 

Numerosi studi confermano l'impatto negativo dell'inquinamento acustico ed atmosferico, sulla salute degli esseri umani e degli esseri animali, sulla biodiversità, dalla quale dipende la vita sulla Terra. L'inquinamento causa alle persone, malattie cardiovascolari e respiratorie, perdita dell'udito, disturbi della psiche, tutte patologie in larga diffusione. Investire nella salute, anche mentale, per tagliare i costi delle malattie fisiche e risparmiare la spesa pubblica, significa garantire la salubrità dell'ambiente, anche quello scelto per le vacanze. In buona sostanza, se la mente non sta bene, il corpo non risponde più e in un ambiente inquinato, ci si ammala ed è inutile e deleterio pedalare. Una volta il medico prescriveva le vacanze in montagna per recuperare l'equilibrio psico-fisico; oggi ? 

Quindi non ha più senso spendere soldi (sempre di più) e fare tanti chilometri, per ripetere esattamente le stesse condizioni, dalle quali si parte, anzi si “fugge" dalle città: densità di popolazione, rumore e smog ! Vacanza sulle Alpi e le Dolomiti alla moda è diventato un ossimoro. I prezzi degli affitti estivi, sono arrivati alle stelle e tenderanno a salire per effetto del turismo di massa. La crisi climatica ha invece determinato l'aumento del prezzo delle case di montagna, fino al 38%, in dieci anni, con previsioni in rialzo, visto il lento ed inesorabile aumento delle temperature. Il turismo di massa simboleggia la tracotanza del pensiero tossico della crescita economica, in nome dello sviluppo ossessivo, che non è progresso, ma omologa, snaturandole, senza preoccuparsene, le peculiarità locali. 

Soluzioni alternative. Per l'Italia. Guardatevi intorno, ma con "occhi diversi" e scoprirete quello che non vedevate, anche senza andare lontano. Ci sono "altre" Alpi, rimaste nascoste alla massa. Ci sono gli Appennini, la montagna chiamata “povera”, in quanto dimenticata dal consumismo, ma andateci prima che il “mostro” arrivi anche lì. Paesaggi essenziali e recupero della quiete e delle tradizioni locali, profili silenziosi e morbidi. Salite dure e percorsi allenanti. Lassù può arrivare ancora l'eco della montagna "antica" e il suono della Natura. E ne abbiamo tutti bisogno perché, come dico sempre, noi siamo parte della Natura, noi siamo Natura ; dunque pedalate, ma in libertà e per quanto possibile in sicurezza . Per l'estero. Tante e migliori. Siate ciclisti e non pedalatori. Uscite dal gregge e seguite la "vostra" strada, ma tenetela segreta, farà parte di voi e la proteggerete dalla massa. 

In realtà, se abbiamo questo bisogno continuo di andare in vacanza, a tutti i costi, in ogni senso, è perché avvertiamo un disagio a vivere la quotidianità. Quindi non si tratta di fare le vacanze, ma di fare CAMBIAMENTI nella propria vita. La bicicletta, concilia la riflessione introspettiva, e viaggiando lentamente, ci si può accorgere, di quello che sentiamo dentro e della bellezza dei luoghi. Saluti ciclistici.