E' da tempo che scrivo che il freno a disco sulla bicicletta, in particolare, su quella da strada, non solo è assolutamente privo di vantaggi nella prestazione, (e lo spiego), ma è anche pericoloso; basta scorrere le pagine del blog. In verità credo che sia stato uno dei primi a sconsigliarli. Seguo gli sviluppi del freno a disco per bici da corsa, sin dagli albori; li ho testati su strada. E' inutile che scriva, che il freno a disco è solo marketing, con il quale, l'industria del settore, tenta di aumentare le vendite, costringendo a cambiare telai, gruppi e ruote. Intanto voglio fare i complimenti agli ingenui, in verità non sono molti, che hanno acquistato, una bicicletta da corsa, con i freni a disco ! Per quanto mi riguarda mi astengo da pedalare con ciclisti che usano freni a disco; l'ho sempre fatto e continuerò a farlo. Peraltro ho notato che li usano soprattutto i novelli, quindi un motivo in più, per starne alla larga, insieme al marketing pacchiano che li ha folgorati !
Non seguo le mode, e tantomeno il gregge istruito dal marketing; questo lo scrivo in generale, senza alcun riferimento. L’industria della bicicletta sta prendendo una brutta piega; è diventata come quella automobilistica: prezzi alti, svalutazione dei modelli, spesso poca sostanza nelle novità.
Tra queste novità senza sostanza, credo, e non sono il solo a pensarlo, c'è quella del freno a disco per bici da strada.
Nessun vantaggio sostanziale e nessuna sicurezza in più; sono stati capaci di generare la convinzione in una parte dei ciclisti, che il freno a disco fosse più sicuro, al solo scopo, di vendere di più. Ho provato la Trek Domane Disc (CLICCA QUI); è completamente piantata e incolore nella prestazione. Come avrete letto nel test, l’ho torturata e l’ho lanciata a tutta per vedere come si comportasse in caso di frenata brusca, ebbene ha sbandato !!! La frenata è più lunga, quindi in discesa, nella fase dell'entrata nei tornanti, a velocità sostenuta, il freno a disco non ha una risposta pronta, e ciò determina, un minore controllo del mezzo. E pensare che era una bdc da più di 7 kg !!!
Quelli che preferiscono la bdc con freni a disco non sono i più esperti, sono di solito quelli che vengono dalla MTB, sono quelli che hanno paura in discesa, sono quelli che gli piace atteggiarsi con la novità ( che non c'è).
In discesa, non si frena sempre, come se si pedalasse con una mtb su una terreno impervio; del resto se si frena troppo e male, lo si fa solo per due motivi: 1) velocità non adeguata; 2) paura.
Nell’uno e nell’altro caso, il ciclista non è adatto alla bdc oppure non sa guidarla e farebbe bene a vivere la bicicletta in modo diverso, magari optando per una city bike, per la sicurezza sua e degli altri, automobilisti compresi.
Con le ruote tradizionali non ho problemi di frenata con l’asciutto, anzi in molti casi mi rendo conto che i freni sono troppo potenti e se non regolo bene quello posteriore rischio di derapare e sbandare pericolosamente, come è accaduto del resto; e posso assicurare che sulle Alpi e Appennini, errori del genere, si pagano a caro prezzo, come quando i motociclisti e gli automobilisti, in salita o in discesa, tagliano la strada e sei costretto a frenare all'improvviso.Quindi l’esperienza ti insegna a regolarli al 60/70 % sull’anteriore e il resto sul posteriore; come se fosse una moto.
Il freno a disco può dare una sensazione di maggiore sicurezza ma non è cosi effettivamente. Qualcuno parla di frenata più sicura con la pioggia. Il freno a disco non è immune dall’effetto bagnato sui cerchi; c’è anche in questo caso una frenata più lunga, anzi più lunga, in quanto il freno a disco ha una risposta di per sé più lunga, e comunque il vero limite della bdc sono la larghezza dei tubolari o copertoncini; sulle auto e sulle moto ci sono coperture molto larghe che garantiscono grip in ogni condizione. Ma v’è di più. Il freno a disco ha un funzionamento molto complesso rispetto al freno tradizionale. Olio, pasticche, tubi, spurghi, come un auto o moto ! Tempo fa lessi una dichiarazione di un prof che diceva di non fidarsi del freno a disco in discesa perché quel sistema frenante è più soggetto a rotture, essendo più complesso e delicato. Lui ha ragione.
Non sopporto l’idea che l’industria voglia trasformare la bdc in una moto: GPS, computer “di bordo”, freni a disco. La bdc è semplice ed efficace; meno manutenzione necessita e più è perfetta ed efficiente; la bdc è anche un mezzo di trasporto riservato a tutti anche a quelli che non possono o non vogliono spendere soldi, continuamente, per avere una bdc efficiente.
Ho seguito lo sviluppo del freno a disco sin dagli albori; mi ricordo quando riportai sul blog i comunicati shimano e sram che avvisavano i clienti di farsi sostituire alcuni modelli dei freni a disco perché erano pericolosi ( i comunicati sono consultabili nel blog)! Che figuraccia !!!
La bdc deve essere semplice, elegante , leggera, snella, sicura e affidabile nel funzionamento; e la bdc con freni a disco non lo è e non lo sarà mai. E mi fermo qui con la disamina, dei contro. I pro ? Non li conosco.
Ricapitolando i punti critici dei freni a disco road: 1) la gestione della potenza frenante maggiore su gomme da 23-25 mm, in quanto si ha una maggiore probabilità del bloccaggio del posteriore, cosa che potrebbe risolversi con coperture da 28mm e di ottima qualità; 2) problema di estrarre la ruota posteriore, ecco perchè Shimano ha realizzato il cambio del nuovo Dura Ace, disassato; 3) il calore causato dalla frenata in discesa. Più acciaio più calore. Ecco perchè Shimano ha realizzato freni a disco Ice Tech, che hanno meno acciaio, ma ciò comporta una minore forza frenante; 4) lo standard delle ruote. Lo standard dovrebbe essere con perni passanti da 12/100 sull'anteriore e 12/142 sul posteriore, con dischi da 160. Ogni team potrà adottare lo standard che vuole, ma se vorrà usufruire del servizio corse Shimano, dovrà necessariamente adottare lo standard Shimano. Ecco perchjè prevedo che il servizio corse Shimano finirà per essere adottato per ogni corsa e giro; 5) la manutenzione ordinaria è più costosa, olio, pasticche e dischi; 6) dissipazione del calore del disco e la resistenza del supporto del disco e del mozzo in carbonio ( il calore generato dalla frenata surriscalda il mozzo e non più la pista frenante); 7) asimmetria della forza frenante (problemi di tenuta e resistenza della forcella); 8) assenza di uno standard unificato; 9) IL SURRISCALDAMENTO SI TRASFERISCE DALLA PISTA FRENANTE AL MOZZO. Non è un caso che la Lightweight ha introdotto un mozzo in carbonio ad alta resistenza. Insomma quando vi diranno che i freni a disco sono il futuro, spiegategli le criticità, tanto per fargli capire, che è un prodotto con dei limiti forse insuperabili.
Saluti ciclistici