sabato 22 dicembre 2012

Test Bike: Bontrager Aeolus 3 D3 (tubolare e copertoncino)














peso comprensivo di tappo protettivo
peso comprensivo di tappo protettivo e di ghiera

Le Borse in dotazione


Peso del tappo protettivo

peso della ghiera dt Swiss Campagnolo, non fornita in dotazione






Quando le ho tirate fuori dagli imballaggi sono rimasto di stucco per la loro bellezza! Le Bontrager Aeolus 3 sono curate nei minimi  particolari: esse presentano un cerchio in monoscocca dal profilo medio di 35 mm e dalla sezione di 27 mm, completamente in carbonio unidirezionale, le cui fibre sono realizzate negli stabilimenti della Trek, nel Wisconsin (USA) e compattate con l'esclusiva tecnologia OCLV, la stessa che viene usata per la costruzione dei telai Trek Madone. Il cerchio delle Aeolus D3 è costruito negli USA nello stabilimento di Waterloo della Trek ( mentre il cerchio della versione per copertoncino è costruito sempre in USA ma dalla Zipp nello stabilimento dell'Indiana.). Il mozzo invece è realizzato dalla DT Swiss in Svizzera. 
Il cerchio presenta 18 raggi anteriori e 24 posteriori in alluminio, prodotti anch'essi dalla DT Swiss e sono del tipo Aerolite con ancoraggio Alpina, quindi con il minor impatto laterale al vento. I raggi sono dotati  da nipples esterni per consentire una manutenzione rapida e quindi senza dovere rimuovere il tubolare. Il peso è leggero: 1181 grammi al netto dei tappi di protezione ( peso totale 10 grammi) e ghiera Dt Swiss per Campagnolo ( peso totale 14 grammi). Dunque ci troviamo davanti ad una ruota versatile, tanto leggera da potere affrontare la salita e tanto aerodinamica da filare a tutta in pianura. Le ruote vengono fornite con una coppia di sganci rapidi in acciaio Bontrager, quattro tacchetti per i freni in sughero Bontrager dal costo di 80 €, da due borse imbottite con tasca interna e doppio manico personalizzate Bontrager, applicazione protettiva di plastica per la ruota posteriore, libretto di istruzioni in italiano, due prolunghe per le valvole dei tubolari. Garanzia di due anni. Non ci sono restrizioni di peso del ciclista in modo che tutti possano utilizzarle. E questo conferma  la particolare resistenza della ruota. 
La Bontrager è un marchio satellite di proprietà della Trek, il secondo più grande produttore al mondo di bici. La Bontrager ha realizzato queste ruote con l'obiettivo di ripensare il profilo aero della ruota.
La tecnologia D3 applicata su tutta la gamma delle ruote in carbonio Bontrager ha le seguenti caratteristiche:

  • Doppio disegno direzionale.
    • Il D3 profilo riduce la resistenza sia sul bordo del tubolare e che del cerchio. Questo non solo rende più veloce, ti dà più controllo in un vento laterale.
  • La forma è più importante dell'altezza del cerchio.
    • D3 forma del cerchio è così aerodinamica che anche il cerchio più basso di altezza che utilizza la tecnologia brevettata dalla Bontrager è in grado di competere con le ruote più alte di altre marche.
  • Meno profonde è meglio.
    • Perchè si riduce il peso, diminuiscono i watt necessari per salire ( 10 grammi di risparmio di resistenza al vento si traducono in 0,75 watt di risparmio energetico in un ciclista che viaggia a 40 kph a 25 mph), aumenta l'accelerazione in uscita dalla curva e migliora la gestione nelle giornate di vento.
  • OCLV Carbon:la Trek lo definisce il miglior carbonio al mondo.
    • Costruito a mano in USA, è un carbonio di derivazione aerospaziale. La ruota più rigida, più forte, più leggera è migliore.
  • Allacciatura in pila, rende la ruota più rigida.
    • Modello innovativo di raggi nailhead diritti che allarga l'angolo di rinforzo sulle ruote posteriori per una maggiore rigidità laterale.
  • Precisione affidabile nel tempo dei mozzi.
    • Mozzi  DT superlight 180 interni su tubolari.
Lo studio condotto dalla Bontrager nella sua galleria del vento ( in pochi sono in grado di farlo in stabilimenti di proprietà) ha consentito di comprendere che la ruota nell'impatto con il vento è composta da due sottoparti: la prima metà è quella che affronta per prima l'aria con il tubolare, mentre la seconda metà è quella che segue e affronta l'aria con il cerchio. Il tubolare quindi funge da "punta".


Per questo motivo la sezione del cerchio si presenta arrotondata. La forma del cerchio D3 è talmente aerodinamica che anche con un minore altezza del profilo può competere con quelli più alti. E ciò grazie ad un valore critico di stallo, all'azione del vento, talmente avanzato che secondo lo studio della Bontrager è quello che stalla più tardi rispetto alle sue dirette  e più competitive concorrenti, quali Hed e Zipp. Dunque un profilo meno alto è meglio, non solo perchè si riduce il peso e quindi  la forza necessaria per affrontare le salite,ma consente di aumentare l'accelerazione in uscita e migliorare la maneggevolezza e la guidabilità nelle giornate ventose.

La sezione del cerchio della Aeolus 3 ( a sinistra) confrontata con quella di cerchi dal profilo più alto e con diversa sezione


Le ruote test sono assemblate con tubolari Tufo Hi Composite Carbon da 22 mm da 244 grammi ciascuno ( contro i 260 grammi dichiarati dalla Tufo) e testate con una Trek Madone 6.9 SSL. Informo che sul cerchio Aeolus 3 D3 non possono essere montati tubolari con una sezione inferiore a 22 mm. Le ruote Bontrager Aeolus 3, come tutta la gamma Bontrager e Trek sono disponibili presso Falasca Cicli. 
Le caratteristiche minime che deve avere una ruota performante sono: leggerezza; scorrevolezza e bassa resistenza al rotolamento. Le caratteristiche ottimali sono: rigidezza, stabilità, manovrabilità e confort. Le caratteristiche massime sono: la resistenza all'usura e all'impatto.
Ma l'aerodinamicità rappresenta un aspetto complicato e soprattutto non sempre utile al ciclista che pedala in salita e a velocità inferiori ai 40 km/h. 
Una ruota da competizione non è mai una sola cosa; ma l'insieme delle caratteristiche minime, ottimali e massime.
Mi viene da sorridere quando ascolto qualcuno che pensa ancora che contino solo le gambe. Mi viene altrettanto da sorridere quando sento che viene scelta una ruota si sceglie solo in base al prezzo, coniando un sillogismo grottesco, costa molto quindi valgono di più !!!!
Prima di scegliere una ruota bisogna conoscere il prodotto. Non limitarsi a quello che si vede. Ma cercare quello che non si vede. Per fare una ruota performante, ci vogliono investimenti e risorse tecnologiche e umane, che pochi marchi possono permettersi.
Unico mio dubbio che ovviamente solo il tempo e l'uso prolungato potrà chiarire, e se, la pista frenante realizzata con lo stesso carbonio del cerchio, quindi non con una pista frenante specifica, come nel caso della Aeolus in prova, capace di dissipare il calore generato dalla frenata e avere più grip in fase di frenata, possa scongiurare una deformazione, quindi la comparsa di "bolle", cosa che ho potuto riscontrare con modelli di altri marchi.
Sul punto non posso esprimere alcuna valutazione. Posso solo consigliare di usare i tacchetti consigliati dalla Bontrager.
Mi piace la Bontrager Aeolus 3. Dopo averla ammirata nella sua bellezza, l'ho fatta girare sotto la Trek Madone 6.9 SSL. Sembrano un corpo unico. Si vede che il carbonio è realizzato dalla stessa mano. Bontrager è un marchio satellite della Trek. La ruota Bontrager ha vinto 9 Tour de France, come la Trek Madone. La Bontrager Aeolus 3 è usata dal team Radioshack Nissan Trek ed è stata progettata e costruita negli U.S.A. .
La Aeolus 3 è costruita a mano, nello stabilimento negli U.S.A con carbonio prodotto dalla Trek e lavorato con il processo OCLV, utilizzato anche per la realizzazione del telaio Trek Madone. Un processo che riduce l'utilizzo della resina, con risparmio del peso e una maggiore resistenza, in quanto compatta le fibre del carbonio, rendendole uniformi.



La Bontrager Aeolus 3 utilizza un sistema innovativo di montaggio dei raggi della ruota posteriore, denominato nailhead, il quale consente che il raggio rimanga dritto e ne allarghi l'angolo; tale disposizione alternata comporta un rinforzo della ruota posteriore e una maggiore rigidità laterale.
I mozzi e i raggi sono costruiti in Svizzera dalla DT Swiss e assemblati sulla ruota in U.S.A. Montano cuscinetti e sfere in acciaio. La Bontrager Aeolus 3 monta il mozzo nella versione 180, super leggera.



L'abbinamento della ruota con il telaio è fondamentale. Per questo la Bontrager Aeolus 3 è disponibile in una gamma di colori, per consentire la scelta migliore dal punto di vista cromatico.




La linea rossa è relativa alla prestazione della Aeolus 3 con il profilo da 35 mm.
La linea nera è relativa alla prestazione di una ruota con il profilo da 32 mm.
La linea grigia è relativa alla prestazione di una ruota con il profilo da 45 mm.

Test su strada.
Ovviamente ho testato la versione per tubolare, per avere il massimo della prestazione. Premetto che con la Trek Madone 6.9 SSL ho testato diverse ruote. Quindi ho potuto constatare che ogni ruota mi ha dato una risposta diversa. Va comunque detto che influenzare le caratteristiche di un telaio top di gamma, come è compito di una ruota top di gamma, è meno facile rispetto ad un telaio di media o bassa gamma. Il telaio top di gamma ha un suo carattere marcato, forte. E i nuovi telai in carbonio, sono spinti al massimo nelle loro caratteristiche. Per quanto riguarda il Trek Madone 6.9 SSL si trattava di vedere in che modo le sue caratteristiche potessero essere  influenzate dalle Bontrager Aeolus 3. Diffidate di coloro che vi dicono che contano solo le gambe; diciamo che sono neofiti oppure non hanno mai usato materiali top di gamma. 
La Bontrager Aeolus è una buona ruota, non esaltante nella prestazione in termini di elevata performance, diciamo che è una ruota da media prestazione. Le ruote sono state testate con tubolari Tufo Hi Composite da 22 mm. Il punto di forza di questa ruota, stando a quello che scrive il produttore, cioè l'aerodinamica, non è valutabile, su strade comuni, e nella pratica tipica del ciclismo su strada, che prevede percorsi misti, trafficati e soprattutto con velocità non superiori a 40 km/h, pedalando in solitaria. Ci vorrebbe il tunnell e apparecchi elettronici per verificarlo.
Un nota positiva è la buona capacità della Aeolus 3 di assorbire le asperità del terreno. Preciso che il tubolare era gonfio a 9 atm. In pianura sono andato silente e veloce. Nessun problema a mantenere la velocità. Nessun problema a rilanciare l'andatura, uscendo dalla scia del gruppo, e a sprintare. Sono rigide al punto che quando si sprinta, stringendo forte il manubrio, e spingendo a tutta sui pedali, in fuori sella.
Quando la strada ha incominciato a salire è stato tutto così immediato e spontaneo, quanto basta per capire che la Aeolus 3 è una ruota docile, ma non nervosa, cioè non consente uno scatto secco e immediato; è appena meno reattiva, rispetto alle mie aspettative. 
In discesa la traiettoria presa con la ruota anteriore è stata morbida e precisa. 
La ruota posteriore ha garantito sia una trasmissione efficiente della potenza spinta sui pedali, sia una buona rigidità e reattività. 
La frenata è morbida, silenziosa, ma un pò lunga. In effetti la mancanza di una posta frenante specifica, rende la frenata meno dura. Ho notato infatti un grip più liscio. Spero che i tecnici della Bontrager rivedranno il progetto e doteranno il prossimo modello di una pista frenante specifica. La pista frenante è il limite più importante di questa ruota. 
La scorrevolezza dei mozzi non è eccezionale; è nella norma e francamente mi attendevo di più. I mozzi Dt Swiss montati sulla Aeolus 3 hanno il corpo centrale in carbonio unidirezionale, mentre è in alluminio la parte che ospita la sede dei raggi. La flangia è oversize. 
Raggi Dt Swiss a sezione variabile aerodinamica che nel punto massimo raggiungono la larghezza di 23,6 mm.
La Bontrager Aeolus 3 pur essendo una ruota abbastanza leggera con i suoi 1176 grammi pesati sulla coppia test ( 1150 grammi dichiarati), non ha limitazioni di peso. E questo la dice lunga sulla robustezza di questa ruota.
Curiosità: dopo la prima uscita ho notato una piccola goccia di lubrificante che dal nipple è andata a bagnare appena il cerchio. Una goccia d'olio viene messa tra il nipple e il cerchio in fase di montaggio ( centratura) e tensionatura, in modo da ridurre l'attrito e la possibilità di consunzione del nipple. 
Non ci sono limitazioni di peso. Quindi tutti i ciclisti possono utilizzare le Aeolus 3.

Ecco un difetto evidenziato dopo le prime uscite su un cerchio anteriore Bontrager Aeolus 3D3: la pista frenante non specifica si è cotta per effetto del calore generato durante la frenata CLICCA QUI. Per la cronaca è stato sostituito in garanzia.

Ecco altre foto della gamma TLR Bontrager
CLICCA QUI

La modifica dei mozzi DT Swiss assemblati sul cerchio Bontrager Aeolus 3D3 con upgrade Ceramic Speed CLICCA QUI





Pagella Bontrager Aeolus 3D3 tubolare:

Costruzione: 10 (curata nei minimi particolari)
Scorrevolezza: 7
Confort: 9
Frenata: 6,5 
Reattività: 7
Agilità: 7
Rigidità laterale: 8 
Peso: 8

Saluti ciclistici.

BONTRAGER AEOLUS 3D3 per copertoncino



Permangono le differenze prestazionali rispetto alla versione per tubolare, in termini di scorrevolezza, in quanto il tubolare è più performante; per il resto la  raggiatura, il raggio e il mozzo in carbonio DT SWISS ( a parte il colore) sono uguali.
Le doti della Aeolus 3D3, full carbon, versione per copertoncino, sono rigidità torsionale, stabilità e ottima frenata.
La pista frenante è ben curata ed è specifica, a differenza della versione per tubolare; è distinguibile per la diversa trama del carbonio.  Il motivo è dovuto al fatto che usando un cerchio senza pista frenante specifica, l'elevata temperatura, causata dalla frenata, avrebbe potuto causare lo scoppio della camera d'aria che è separata dalla copertura; in tal modo, la pista frenante è più dura e capace di sopportare la diversa temperatura. La frenata della versione qui testata, è migliore a quella per tubolare testata, per merito della pista frenante specifica.
La frenata, con freni Bontrager Speed Stop, si è dimostrata ottima, con presa forte e pronta dei tacchetti. Solo nelle prime uscite, in caso di frenate impegnative ho sentito lo stridore dei tacchetti; successivamente, la fenata è stata silenziosa. Ovviamente ho usato i tacchetti Bontrager, forniti in dotazione con le ruote.
Il peso è in linea con altri modelli top di gamma, full carbon, per copertoncino: poco più di un chilo e 420 grammi ( senza sganci). L'Aeolus 3 D3 ha una buona reattività.
Buona la prestazione del copertoncino Bontrager R4, in termini di aderenza sull'asfalto, di tenuta in curva e di resistenza alle forature.
Saluti ciclistici



Pista frenante specifica nella versione per copertoncino






giovedì 20 dicembre 2012

Serate a Go Go

C'è ancora un gruppo di amici .....grandi serate ...allegria allo stato puro....la vita è fatta di occasioni da vivere con intensità, a tutta !!!!





lunedì 17 dicembre 2012

Test bike: Bontrager RXXXL

Peso record da 16 grammi reali ( peso nominale 19 grammi) e borraccia sicura. Realizzata in carbonio OCLV by Trek ( per capirci quello usato per costruire il Madone e la Domane). 

Test bike: Polar RC3 GPS.

L'ho trovato da Falasca Cicli. E' da polso; munito di fascia toracica e di sensore per rilevare la frequenza cardiaca e cavetto per collegamento sul PC. Monitoraggio degli allenamenti grazie al GPS e possibilità di essere guidati al punto di partenza; inoltre cadenza ( in questo caso bisogna acquistare anche il sensore), velocità, cardio frequenzimetro, calorie, rilevatore dei chilometri percorsi. Leggero. Cinturino morbido con possibilità di allacciarlo al manubrio. 





venerdì 14 dicembre 2012

Auguri di buone feste a tutti i lettori e agli amici del Blog


Cosa c'è di più divertente che guidare una bicicletta, ad ogni età. Non importa quello che sei e quello che fai nella vita; quello che conta è che tu possa pedalare felice e sereno. La bicicletta è il giocattolo più bello; un invenzione della libertà; un equilibrio straordinario, che ci rende veloci e silenziosi, e ci consente di essere in armonia con la natura e con noi stessi. Non importa quello che sei e quello che fai nella vita; quello che conta è che tu possa pedalare, felice e sereno. Buone feste a tutti i lettori  e a membri del Blog. 

sabato 8 dicembre 2012

Scoperta sensazionale a Sperlonga, Riviera d'Ulisse: l'uomo di Neanderthal viveva nella Grotta di Tiberio.

A Sperlonga, prima dell'imperatore romano Tiberio, nella grotta della sua maestosa villa, arrivò l'uomo di Neanderthal, dal 75.000 al 35.000 a.C. . Questa sera , la sensazionale scoperta è stata presentata al pubblico, dalla stessa archeologa, che li portò alla luce, nell'agosto 2012, la dr.ssa De Spagnolis, insieme al suo libro, "La Grotta di Tiberio a Sperlonga e le sculture omeriche" e rimarrà esposta fino a Natale, all'interno del museo archeologico di Sperlonga. I materiali sono stati confrontati con quelli provenienti anche dalla grotta di Guattari al Circeo. Essi consistono in punte, raschiatoi, oltre a ciottoli su cui si vedono i distacchi per l'ottenimento delle schegge e scarti della lavorazione. Ma anche numerose ossa di animali in parti combuste, relative a diversi esemplari, di cervo e di cavallo. Nel Paleolitico Medio, i frequentatori della grotta erano gli uomini di Neanderthal e i reperti offrono uno spaccato eccezionale della vita e della tecnica di caccia praticata per sopravvivere dal nostro antenato. Egli si dedicava alla caccia durante la bella stagione vivendo in accampamenti all'aperto e durante il periodo invernale in grotte in prossimità del mare, che potrebbero essere state destinate anche a luogo di culto. La presenza rende certo anche il fatto che la fascia costiera dove viveva l'uomo di Neanderthal era più avanzata dell'attuale. Gli scavi proseguiranno allo scopo di portare alla luce altri importanti ritrovamenti. Dunque la Riviera d'Ulisse si conferma essere un museo a cielo aperto, abitato sin dai tempi dell'uomo di Neanderthal. 
I ritrovamenti appartenenti all'uomo di Neanderthal









La statua raffigurante la Maga Circe ritrovata nell'aerea della Villa di Tiberio

La statua raffigurante la nave di Ulisse colpita da Scilla arredo della Villa di Tiberio

L'imponente calco raffigurante l'episodio dell'accecamento di Polifemo tratto dall'Odissea, arredo della Villa di Tiberio

Fuga dall'Apocalisse. Comunque vada, qualcosa sta per arrivare.

Visto l'avvicinarsi della fatidica data del 21 dicembre 2012, giorno in cui secondo i Maya, si verificherà l'apocalisse; ritenuto che come accade ai tempi di Mosè, c'è la necessità di salvare qualcuno; visto che la profezia ha individuato nel paese francese di Bugarach, alle falde dei Pirenei, l'unico posto al mondo, salvifico e magico, in cui trovare rifugio, il blog ha organizzato la fuga dall'Apocalisse 2012. Portate solo il necessario cioè la bicicletta ( ricordatevi di fare un tagliando perchè per il prossimo, ci saranno problemi di reperimento delle parti di ricambio), uno zaino con gli effetti personali, (i cellulari e gli smartphone lasciateli a casa, saranno inutilizzabili), una macchinetta fotografica (gli scatti conservati serviranno per il museo post apocalittico), una divisa del team (tanto per distinguerci). Non sono ammesse le mogli, le fidanzate (l'apocalisse è un ottima occasione per disfarsene a costo zero) e le suocere ( W l'Apocalisse).  

La pulizia del cambio

Abbiatene cura ed esso vi renderà il servigio di migliorare la velocità della bicicletta, in modo silente e preciso.

mercoledì 5 dicembre 2012

Un classico del ciclista: l'uscita domenicale.

L'uscita del ciclista, che alla domenica diventa un classico, è la summa di tanti elementi che compongono una soluzione ideale e per molti versi personalizzata; se la preparazione, dal punto di vista tecnico spesso, si basa su scelte comuni, come le SFR o il fondo, dal punto di vista dell'alimentazione, invece costituisce una scelta operata su esperienze proprie. In altre parole, l'uscita della domenica, è la metafora, della fatica del ciclista: ci si allena tutta la settimana per uscire la domenica; ci si allena tutto l'anno per uscire tutte le domeniche. 
Per quanto mi riguarda, la preparazione tecnica, che seguo, è costruita su lavori specifici, alternati al defaticamento, che serve . Pedalo, all'età di 47 anni,  mosso dall'unico desiderio di rimanere in forma ed emozionarmi con pedalate in luoghi "sacri" alla leggenda del ciclismo, che diventano imprese personali, considerato il tempo ridotto che investo nella preparazione, considerato il prevalente impegno di lavoro. 
Ho quindi cercato di condensare i tempi di allenamento, cercando di ottimizzarli, in una scala ridotta di ore a disposizione. Non sono mai stato un fanatico della preparazione tecnica; non uso ciclo computer e non vengo eseguito da preparatori, non mi serve, visto che non sono un professionista, e vincere un prosciutto ad una gara in un circuito ed essere uno dei migliaia che partecipa ad una gran fondo, mi annoia e non mi motiva. Per me avere la cosi detta " capacità di lavorare in lattacido" è solo la capacità di pedalare con la grinta, quando il corpo vorrebbe mollare, perchè avverto il dolore fisico, ma la testa dice di no. Fondamentale è la super compensazione, che consiste nel far seguire a un grande lavoro di carico un periodo di recupero, fatto di riposo e allenamenti blandi. Ne consegue un momento di ottima condizione fisica, nel quale si raccolgono i frutti della fatica; in genere tale momento coincide con quello in cui "salgo" sulle vette epiche. Non mi stanco mai troppo perchè altrimenti i tempi di recupero si complicano e poi non è detto che la condizione ottimale si riesca a mantenere in un periodo lungo. Quindi cerco di programmare secondo le mie caratteristiche e secondo gli " appuntamenti" stagionali. 
Ma l'allenamento non è solo quello che si fa sui pedali; l'allenamento inizia e si mantiene a tavola. In buona sostanza, non ha senso pedalare per 100 km, al giorno, quando si assumono, quantità e qualità di alimenti sbagliati. Il mio motto è “ Soffrire a tavola, per gioire sui pedali”. Il peso forma è essenziale per un ciclista. Più si pesa, e più costa in termini di energia, pedalare ed essere performante. Il rapporto si basa sulla valutazione peso/watt. Una persona di 80 kg, ha bisogno di più watt, quindi di energia, per muoversi, soprattutto in salita, rispetto ad una persona che ne pesa 70 kg, per esempio.
Certo va valutata anche la massa magra ( muscolare), la conformazione delle ossa, ma sostanzialmente il grasso ci appesantisce, e ci rende meno veloci.
Dunque ciò che conta è assumere uno stile di vita da sportivo per 365 giorni all'anno. Non esistono i buoni propositi, ma la realizzazione fattiva e quotidiana di un progetto. Non condivido, ma i risultati sono facilmente riscontrabili da tutti, coloro che usano le diete temporanee o quello che chiamo il cosi detto "letargo" nel periodo invernale, quando si mangia di tutto, convinti di potere smaltire presto e bene, l'eccesso di grasso, con la bella stagione e l'intensificarsi delle uscite. Con l'avanzare degli anni e comunque tenendo conto che il metabolismo è un meccanismo molto delicato e spesso impreciso, per via dell'incidere di fattori esterni, come lo stress, appunto il metabolismo rallenta, la sua efficacia, in pratica invecchia; l'effetto è che non si smaltisce efficacemente e in tempi brevi l'accumulo di grasso. Inoltre, un peso in eccesso, rallenta il raggiungimento della condizione fisica ottimale.  
Con gli anni ho imparato ad avere una alimentazione attenta, per quanto concerne le quantità e la scelta degli alimenti. In pratica ho eliminato quei cibi che comportavano un aggravio di lavoro per il mio organismo in termini di digestione e incidenza sul peso. Per esempio non assumo latte di mucca perchè non lo digerisco. L'ho sostituito con quello di soia arricchito con il calcio. Ma generalmente non faccio colazione se devo fare un allenamento non superiore alle tre ore, perchè preferisco, utilizzare l'energia assunta con l'alimentazione del giorno prima, cercando in tal modo, di non accumulare energia in eccesso, che come è noto, si tramuta in grasso. Al più uso portare con me il Fruttino della Zuegg, a base di marmellata, in caso di bisogno. Ovviamente nel caso di allenamenti più lunghi, e per allenamento si intende ogni uscita, perchè ci si allena ogni volta che si pedala, faccio colazione almeno un ora prima, per permettere una digestione completa. Per questo e solo in quella circostanza, consumo un tortino preparato in casa, fatto a base di amido di riso, carote e zucchero: energia e vitamine senza complicazioni per il mio apparato digerente.
E' appena il caso di precisare che tra sangue e cibo avviene una reazione chimica che fa parte del nostro bagaglio genetico. Per ogni cibo si ha una diversa efficacia nel sistema digestivo ed immunitario a seconda del proprio organismo. Prediligo le proteine, le vitamine, in particolari periodi della stagione. I carboidrati, ma solo alcuni, li assumo con attenzione e nei momenti in cui sono strettamente necessari, come il giorno prima di una uscita impegnativa. Il motivo è il seguente: i carboidrati come la pasta e il pane contengono una lectina che si attacca ai recettori per l'insulina presenti nelle cellule adipose, impedendo all'organismo di svolgere al meglio la sua attività. Di conseguenza i grassi avranno maggiore difficoltà ad essere utilizzati come combustibile e si accumuleranno nell'organismo.
Ogni ciclista deve imparare ad ascoltare il corpo, a conoscere i limiti e a coltivare le motivazioni. Tutto è assolutamente personale. Non bisogna imitare quello che fanno gli altri, ognuno di noi è diverso. L'esperienza serve proprio a questo; a migliorare imparando ad ascoltarci. E ogni volta cercare di spostare l'asticella dei propri limiti più in alto. 

Giù dalla branda.......barba ( anche se è meglio farla la sera prima per via del sudore) e lavaggio dei denti 

armamentario invernale 2013

L'armamentario estivo 2012




Tortino a base di amido di riso, carote e zucchero. Un bicchiere di latte di soia.