E' tempo di pubblicare il test dei copertoncini ( o tubolari aperti) Veloflex Corsa Evo Fianco Para, da 28 mm per bici da corsa, made in Italy, 320 TPI, per allenamento e competizione. Caratteristica saliente: pressione minima da 5 ATM, tipica delle sezioni più larghe; il motivo ( e altro ancora) lo spiegherò prossimamente (massima 8 ATM). Target test: confronto 25/28 di un modello di alta qualità artigianale 🇮🇹 per spiegare quanta differenza percepibile, ci sia nella realtà dura della strada e rispondere alle seguenti domande: 1) vero che la misura più grande, sulla strada dissestata, ha una maggiore scorrevolezza e stabilità e di converso è meno scorrevole sulla strada perfettamente asfaltata ?; 2) vero che la misura inferiore ha una resistenza maggiore al rotolamento perché è maggiore la deformazione assumendo una forma più spigolosa e meno rotonda? ; 3) vero che con la sezione più grande si avverte una maggiore percezione di sicurezza e comfort di guida ? ; 4) vero che la misura più larga è più resistente alle forature e all'usura, in quanto il tessuto è meno teso e distribuisce il peso su una superficie più ampia ?; 5) vero che la misura più grande è meno reattiva ? Per leggere il precedente test Veloflex Corsa Evo da 25 mm CLICCA QUI . Il test è realizzato in collaborazione con la Veloflex. Saluti ciclistici.
venerdì 22 settembre 2023
martedì 12 settembre 2023
Bici da corsa super leggera artigianale, su misura, non un sogno, ma una realtà: Pedemonte Aurata Superleggera RS.
venerdì 8 settembre 2023
lunedì 4 settembre 2023
Test bike: freni a disco 📀 e pastiglie .
La bicicletta non e’ come il calcio, non ha bisogno di tifosi, ma di appassionati competenti. Detto ciò, consiglio di tenervi aggiornati ed iscrivervi anche sul canale YouTube del Blog. Ecco il link CLICCA QUI Saluti ciclistici.
mercoledì 23 agosto 2023
Gravel, salita dura e biker. Lo sport è sportività.
Il fatto. Stamattina al termine di una dura salita di circa 6 km, cambio rapporto ed attacco subito, un altra salita, più dura, su una rampa del 12% che continua incessantemente per altri 4 km e mezzo circa. Faccio spesso questo percorso, per "spaccare" le gambe, allenarle e abituarle al dolore della fatica, mi consente di pedalare nel parco regionale, tra asfalto rovinato, gravel e boschi. Questo per dimostrare che con la nuova Pedemonte Altavia, race gravel bike, si possono fare salite dure e percorsi gravel/asfaltati con molto dislivello, a ottima velocità. Contano le gambe, si, conta l'allenamento specifico per la salita, si, conta il rapporto ottimale peso/watt, si, contano la volontà e la motivazione, si, ma conta anche una bici performante. Sono un tester, e quindi devo provare tutto, per fare valutazioni e dare consigli, altrimenti sarei un opinionista da forum. Sono abituato ad "andare in fuga, mentre gli altri rimangono coperti nella pancia del gruppo a ripetere quello detto da chi non conosce" anche nelle scelte! Detto questo, rispondo a chi mi ha chiesto sul blog, su You Tube e Instagram, se avessi smesso di andare sulla bici da corsa; no e in questo periodo, mi è servita per capire che la Pedemonte Altavia è più stabile, è più comoda, anche sulla strada asfaltata e che non ci sono differenze sostanziali nella prestazione. Ringrazio i biker che hanno realizzato questo video, da conservare e condividere, come un dono di alto valore sportivo; li saluto con un grande abbraccio. Chi pratica sport sin da giovane età, come me, sa bene che lo sport è sportività e divertimento. Noto lo stridente contrasto tra la sportività e la goliardia dei biker e la insana e stupida competizione/invidia, frequente tra gli stradisti. Saluti ciclistici.
lunedì 21 agosto 2023
venerdì 18 agosto 2023
Lo stallonamento del tubeless spiegato con 2 video al pedalatore che conosce solo le corse alla TV.
Io non seguo più le corse trasmesse alla TV e nei due video mi sono limitato a rispondere al pedalatore, in due modi, con la speranza di essere stato esaustivo. Amen. Saluti ciclistici.
Coppia di Vittoria Corsa Graphene 2.0 con problemi. #conoscerepercomprendere
Ringrazio il lettore per le foto condivise. I suoi tubolari, anteriore e posteriore, Vittoria Corsa Graphene da 25 mm, dopo circa 2000 km, mostrano evidenti e oggettivi problemi di scollaggio del battistrada. Lo scollaggio si presenta quando i tubolari si sgonfiano dopo 4/5 giorni di non utilizzo; il peso schiaccia il tubolare sgonfio. Per completezza posto anche la foto della soluzione da lui adottata, cioè l'incollaggio del battistrada scollato ! Caro lettore, Ti consiglio di non utilizzarli più, potrebbero scollarsi di nuovo, soprattutto durante l'utilizzo, ma di non smontarli, prima di averli fatti vedere al venditore, per chiederne la sostituzione in garanzia. Ti consiglio di tenere sempre pronta una coppia di scorta per evitare di rimanere a piedi. Detto ciò qualche cenno sui tubolari; occorre conoscere per comprendere. Qualsiasi tubolare è un prodotto composto da più parti assemblate: battistrada, carcassa, cintura di protezione anti foratura, nastro interno e nastro esterno, camera d'aria. Generalmente il tubolare di alta gamma è costruito utilizzando i seguenti componenti: filato (di solito cotone), lattice, gomma, colla e valvola. Un errore nell'assemblaggio e/o un problema di qualità della parte assemblata o dei componenti, comporta un errore a cascata. Saluti ciclistici.
martedì 8 agosto 2023
Test Bike: mono corona, lunghezza pedivella, sviluppo metrico e altro ancora ......
La mia scrivania è la strada, quindi, approfitto della pausa dall'allenamento, per spiegarvi quello che sto testando. Siate ciclisti e non pedalatori. Saluti ciclistici.
mercoledì 2 agosto 2023
L'albero gravel: il Bagolaro o altresì detto spacca pietre. #NovaVitaGravel
Premessa. Il ciclista gravel ama la Natura. Oggi vi presento un albero potente e straordinario che ama le rocce e si adatta ai luoghi impervi. Si chiama Bagolaro o altresì detto spacca pietre perché riesce a vivere anche in terreni sassosi, dove le robuste radici penetrano nelle fessure delle rocce favorendone lo sgretolamento. Lo considero l’albero gravel per antonomasia!
Tatuiamoci queste parole o impariamole a memoria : “Quando l’ultimo albero sarà stato abbattuto, l’ultimo fiume avvelenato, l’ultimo pesce pescato, l’ultimo animale libero ucciso, vi accorgerete che non si può mangiare il denaro” (Orso in Piedi, capo Sioux). Saluti ciclistici.
lunedì 31 luglio 2023
L'invidia del pedalatore italiano, la forcella "modificata" e Dante Alighieri.
Forse un giorno scriverò sulla dilagante umanità deforme, incontrata nella vita; interim, riflettente su questo post.
Uno statunitense, da molti anni in Italia, per lavoro, disse che l'italiano medio è invidioso e senza ottimismo rispetto ai suoi connazionali. Per loro, anche il cameriere sogna di diventare ricco, spesso riuscendoci, e sono felici per il successo degli altri. Questa è la premessa.
Vi racconto una storia vera. Un pedalatore italiano aveva acquistato una bici nuova. Qualche giorno dopo chiese ad un altro pedalatore italiano (per distinguerlo lo chiamerò Zelotypus), se la domenica mattina sarebbe uscito con il gruppetto. Zelotypus rispose che non gli avevano ancora finito di "modificare" la forcella avendo deciso di farla "appesantire", per aumentare il peso della bici, troppo leggera a suo dire!!!! Ovviamente era solamente una grottesca scusa che celava l'invidia per la bici nuova del compagno di uscita. Zelotypus era rimasto l'unico del gruppetto a non avere cambiato la bici.
Il pedalatore rimase insospettito, conosceva l'astuto e malizioso Zelotypus, rimasto alla storia del gruppetto perché quando cambiava la bici, le sceglieva di colore nero per confondere la moglie!
Ma c'era un altro motivo che celava l'invidia di Zelotypus per il suo gruppetto. Zelotypus non riusciva più a staccare, ad andare in fuga, ad umiliarli. Come è noto, nella vita tutto cambia; toccava a lui, staccarsi, arrancare in salita e rimanere nella pancia del gruppetto, a succhiare le ruote, ad inventare scuse. Zelotypus non era più il pedalatore invidiato, quello forte con la bici nuova. Zelotypus era miseramente e autenticamente, il pedalatore invidioso e pessimista, a cui era più facile invidiare e piangersi addosso, invece di migliorare la pedalata e non dare importanza a quello che non aveva. Ma v'è di più. Ritengo configurabile nei confronti di Zelotypus, anche la superbia, altro peccato, altro dolore esistenziale.
Morale. Per questo e per altre cose da me apprese, posso confermare, che anche l'italiano medio (qui rappresentato dal pedalatore italiano) è effettivamente invidioso e pessimista e negli ultimi anni ne vedo sempre di più aumentando il disagio esistenziale e l'incapacità di vivere con equilibrio e moderazione. Consiglio di praticare il concetto buddhista di non-attaccamento, secondo il quale non si possiede niente e nessuno; quando ci si libera dell'attaccamento illusorio, si riesce finalmente ad affidarsi all'unica certezza, cioè noi stessi; noi siamo l'unica certezza in mezzo al continuo cambiamento. Niente e nessuno può essere la fonte della nostra felicità, altrimenti creeremo aspettative che verranno sempre deluse. Solo così potremmo essere veramente liberi e non schiavi, finalmente ciclisti nella vita.
Concludo con una glossa. Dante rappresentò gli invidiosi nella Divina Commedia: " E come a li orbi non approda il sole, così a l'ombre quivi, ond'io parlo ora, luce del ciel di sé largir non vole; ché a tutti un fil di ferro i cigli fóra e cusce sì, come a sparvier selvaggio si fa però che queto non dimora." (Canto XIII). Il padre della lingua italiana raffigurò gli invidiosi con il cilicio e gli occhi cuciti con il fil di ferro, collocandoli nel Purgatorio perché non vogliono guardare la realtà. Sembra che Dante abbia conosciuto solo gli italici, in quanto non è certo che il sommo poeta si fosse recato effettivamente a Parigi. A quei tempi l'Italia non c'era ancora, ma solo Signorie e comuni, ognuno pensava solo agli interessi territoriali, come del resto accade ancora oggi. C'erano però gli italici e Dante li conosceva molto bene e li descrisse nella Divina Commedia, donandoci pagine straordinarie scritte sulla miseria morale! 😉
Come sempre, auspico, siate ciclisti e non pedalatori. A voi la scelta. Saluti ciclistici.
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L'ho scattata a Ravenna ! La conoscete la storia della tomba di Dante Alighieri ? |
giovedì 27 luglio 2023
venerdì 21 luglio 2023
La bici da corsa è noiosa e snervante...diciamocelo ! #NovaVitaGravel
Con la Gravel Race pedalo su sassi, pozzanghere, fango e non devo preoccuparmi delle strade rovinate ! Con la Gravel Race, persino una pozzanghera estiva, diventa un occasione ghiotta per divertirsi e affrancarsi dalle preoccupazioni indotte dalla bici da corsa. Diciamocelo. Ti rendi conto quanto la bici da corsa sia noiosa, si percorrono sempre le stesse strade, e snervante, bisogna rimanere concentrati per evitare di tagliare le coperture o rompere le ruote su buche e sassi. Punto. E' l'amara verità, mai confessata dai stradisti ortodossi ! Riconoscerla farebbe bene al loro divertimento e rimuoverebbe le loro ansie. Liberatevi ed evolvetevi. Le abitudini sono gabbie esistenziali. Siamo solo dei ciclo amatori in cerca di divertimento, in fuga dalla scialba quotidianità; per divertirci ed "andare in fuga" abbiamo bisogno di nuove strade e di un mezzo versatile, più stabile (più sicura in condizioni estreme) e maneggevole. La Gravel Race è la bici che non c'era, la più moderna. Diciamocelo senza ipocrisie e fuori dal "gregge", ma diciamocelo! Ognuno scelga quello che preferisce (e rosichi), però diciamocelo ! A proposito, conoscete l'UCI Gravel World Series e le corse monumento come la Unbound e la Belgian Waffle Ride? Bici da corsa + Bici da gravel = Bike Race Gravel, Pedemonte Altavia. Saluti ciclistici.
giovedì 20 luglio 2023
Garmin, Polar, Whaoo, preparatore o Leopardi ? Mente lucida in corpo allenato #memoriaciclistica
Mente confusa ? Gambe dure 😉 Se una volta arrivato in cima, non ti ricordi una poesia o chi sei, significa che non sei allenato o in gergo "che non ti arriva più il sangue alla testa". Cambia allenamento o sport. Punto. Quando il pedalatore "boccheggia come un pesce", significa che è "cotto", non è più lucido di mente, farfuglia frasi sconnesse e diventa persino minaccioso. Il motivo è che non ha saputo gestirsi, ma soprattutto non riesce ad allenarsi in modo corretto, sbagliando tutto nella preparazione; accelerando è finito fuori giri, saltando come un gambero (cioè all'indietro), finendo come "il botto a muro" ! Allora non c'è preparatore, Garmin, Polar o Whaoo che tenga, tutto si è sgretolato nella vanità, finendo per diventare la parodia del pedalatore che non sa allenarsi, nonostante i "presidi terapeutici" (preparatore, prodotti energetici) e gli strumenti elettronici, all'ultima moda. Ma allora come capire, senza margine di errore, in modo semplice, se l'allenamento è ottimo ? Lo rispiego in questo video. Vi anticipo: mente lucida in corpo allenato, mente confusa su gambe dure; nessuno può conoscervi meglio di voi stessi e soprattutto ci vuole tanta fatica intelligente per pedalare ottimamente. Siate umili ed imparate, prima di apparire quello che vorreste essere, niente si improvvisa e soprattutto ognuno ha la sua "cilindrata naturale", oltre la quale si finisce nel "lato oscuro", che sconsiglio di travalicare. Un ultimo consiglio. Non pubblicate sui social, foto/video del ciclo computer che vi consiglia di prendervi una periodo di riposo dall'allenamento ! Non c'è nulla da essere fieri, siete solo inesperti, avete sbagliato tutto e non sapete gestirvi nel carico/scarico. Siete stati bocciati 😉😂. Vi consiglio la lettura di questo post sull'allenamento e recupero CLICCA QUI e imparate almeno una poesia, vi sarà molto utile . Saluti ciclistici.
domenica 16 luglio 2023
Transcordilleras Rally Colombia, what else ! #NovaVitaGravel
Quando vedo persone suggestionarsi ogni volta per Giro, Tour e Classiche visti alla TV, quando sento pedalatori raccontare con enfasi le stesse GF, quando sento ripetere che l'Italia è il Paese più bello del mondo, sorrido e penso che i pedalatori sono abitudinari, dovrebbero allargare gli orizzonti e conoscere il mondo. C'è gente che pensa di avere visto o di conoscere tutto del ciclismo ! 😂 Questa è la premessa.
Il mio amico Flavio, dieci volte Prestigio, mi dice “ a Clà quando pedalavi sulle Alpi c'erano ancora le foto in bianco e nero....aooo è passato tanto tempo.... le strade alpine, sò cambiate ! In effetti non ci sono più ritornato; oramai le Alpi italiane e francesi sono invase dal turismo di massa, per me hanno perso l'appeal. E allora ? Segui l'Ikigai.....smetti di pensare e vivi....il senso della vita non esiste...puoi solo dare alla vita il senso che credi...quello che la mattina ti fa alzare dal letto....come la Transcordilleras, Cordigliera delle Ande, rally colombiano, riservato al gravel bike packing, 1055 km, 28.500 metri di dislivello, opzioni no stop - 3 giorni- 8 giorni, strade impervie, salite prevalentemente non asfaltate, up and down per le Ande e la foresta equatoriale.... dove.... Laurens Ten Dam ex corridore prof, mette piede a terra e cade per i crampi.... ciclisti del mondo pedalano con l'anima, lungo terribili strade bianche, peggiori persino di quelle affrontate dagli eroici campioni del passato...non c'è aiuto per ripartire dopo la foratura....non c'è assistenza per bere e mangiare ...c'è uno straordinario dialogo esistenziale tra il ciclista e la Natura.... servono forza mentale, fisica ed esperienza persino per montare sulla benda di escavatori e superare strade mostruose interrotte da lavori....si rispetta l'avversario...e l'avventura termina in un grande e sincero abbraccio ! Serve altro ?! Ricordate che non abbiamo visto tutto quello che c'è da vedere e da vivere ... non accontentatevi..... esistono luoghi del Pianeta Terra che noi ciclisti non immaginiamo ! Viveteli ! Tutto è in movimento; tutto cambia ! Ci sono competizioni gravel estreme che al confronto la Paris Roubaix diventa una corsa "normale". Il blog Pedalare verso il Cielo, allarga gli orizzonti, stimola la fantasia, migliora l'essere ciclisti. Il ciclista più felice è quello che viaggia con la bici nella valigia ! Il ciclista è oltre la TV ! Il ciclista è un viaggiatore senza la paura dell'ignoto. Siate ciclisti e non pedalatori. Per il sito ufficiale del Rally CLICCA QUI . Saluti ciclistici.
mercoledì 5 luglio 2023
Test bike indipendente: Campagnolo Levante. La ruota gravel made in Italy. Il test indipendente. WORK IN PROGRESS. #NovaVitaGravel
Salta fino a 15 centimetri, sul cerchio con canale interno largo 25 mm e alto 30 mm da 700 C si possono montare tubeless o copertoncini con larghezza da 38 mm a 59 mm, è compatibile con tutti i pacchi pignoni in commercio, grazie al corpetto Campagnolo N3W (pacco pignoni Campagnolo 11/12 e 13 velocità, Shimano 9/10/11 e Sram 10/11 e 12) e per il futuro con tutte le future cassette, cerchio in carbonio monolitico con un solo punto di giunzione della fibra, è lucido come uno specchio nero (processo di stampaggio utilizzato per le ruote da strada, Bora Ultra TWO), cerchio mini hook Campagnolo (maggiore sicurezza ad alte pressione con coperture piccole, compatibile con ogni pneumatico e dimensione, no effetto "lampadina", più stabile e aderente e soprattutto si eliminano i problemi di tenuta del cerchio Hook, utilizzabile invece solo con determinati pneumatici e soggetto all'obsolescenza programmata), mozzi monolitici in alluminio nero con sistema tradizionale Campagnolo cono/calotta ( registrabile), peso ruote test 1485 grammi e......... su strada come va ?
La Campagnolo Levante sembra una ruota da strada, in termini di reattività e rigidità torsionale, ma più stabile e confortevole, grazie all'utilizzo di coperture più larghe ( tubeless Pirelli Cinturato M Gravel largo 40 mm nominale, più di 43 mm reale); la sensazione di maggiore sicurezza, è straordinaria e rassicurante, in ogni condizione estrema, come curve tecniche a gomito, fatte a tutta, in discesa, acqua, fango, ghiaia, e piccole rocce, terra e sabbia compatta. Morde la strada senza timore reverenziale, macina sassi, si aggrappa ovunque è consentito dalla copertura e dal "manico" del ciclista. In salita, la ruota si comporta come se fosse, una ruota da strada, quindi scatto secco sui pedali, in più sale su strade sconnesse e ripide, pedalando sulla sella per dare massima spinta e presa sul posteriore, senza slittare. E' una ruota sostanzialmente ibrida, adatta alla elevata prestazione race della Pedemonte Altavia, la race gravel del marchio artigianale italiano; del resto la Pedemonte Altavia è una bici da corsa con ruote gravel. Perfettamente adatta anche alla strada asfaltata. La Levante è testata con il sistema freni a disco Campagnolo Ekar. Ad oggi è ottima la resistenza della Campagnolo Levante allo stress delle strade off road ( tensione raggi - peso ciclista 60 kg - bici poco più di 8 kg). La pressione di utilizzo è determinante per la sicurezza e la prestazione, quindi non superate la pressione di gonfiaggio consigliata dal produttore del pneumatico, e comunque non superate la pressione indicata dalla Campagnolo selezionando Tabelle di compatibilità CLICCA QUI . In generale la pressione limite è variabile in funzione della larghezza del pneumatico: più sarà larga e meno alta dovrà essere la pressione di utilizzo. Contro vento ? Sarà che la ruota prende nome dal vento orientale portatore di piogge e freddo, la Campagnolo Levante è divertimento vero, la ruota anteriore è insensibile al vento laterale, e contro vento, con la gamba allenata e posizione aero (braccia e gambe strette, schiena arcuata, non ingobbita, il ciclista è il fattore aerodinamico più importante), si pedala facile, e la cosa mi sorprende, rispetto a tutte le bici e ruote da corsa testate, fino ad oggi, invece più sensibili a Eolo ! Se non fosse che i telai e le forcella delle bici da corsa sono più stretti, consiglierei la Campagnolo Levante, anche per gli stradisti, che amano spaziare su tutte le strade. Un consiglio. Allargate gli orizzonti con la Campagnolo Levante. La bici gravel soprattutto quella race gravel è più adatta all'uso di un ciclo amatore moderno, massima prestazione e versatilità con più stabilità e comfort rispetto alle bici da corsa di ultima generazione troppo estreme e specifiche per un dato segmento stradale. La bici gravel è la bici che non c'era, la più moderna. Work in progress. Stay tuned. Saluti ciclistici.
Pagella Campagnolo Levante: bellezza e cura dei particolari: 10 + ( made in Italy); rigidità torsionale 9; reattività: 9; scorrevolezza mozzi 8; stabilità e maneggevolezza: 10 +.
Attenzione. Se pesate più di 109 kg o se il peso complessivo vostro, della bici e dei bagagli e parti varie installate supera i 120 kg NON utilizzate queste ruote. Se pesate più di 82 kg dovete prestare particolare attenzione nell'uso e fare ispezionare la vostra bici con una maggiore frequenza, rispetto a chi pesa di meno. Il peso del ciclista è fondamentale per la prestazione e la sicurezza.
venerdì 30 giugno 2023
Anteprima: la nuova Pedemonte Mutator RS 2023 ! La nuova era della bici da corsa rim brakes.
sabato 17 giugno 2023
Test bike indipendente: Campagnolo Ekar ( work in progress) . Consigli su come pedalare gravel. #NovaVitaGravel
Con la Pedemonte Altavia, posso testare nella foresta e sulle strade bianche, passando sulla strada asfaltata e sulle mie salite, senza perdere la velocità, "a manetta". Serve ancora la bici da corsa ? Forse ! Una cosa è certa: bisogna limitare l'uso delle strade trafficate. Lo smog uccide o causa malattie e molti automobilisti sono "fuori di testa"; ha senso pedalare solamente sulla strada asfaltata, quando si potrebbero, limitare le conseguenze negative del traffico, alternando il bitume ad altri segmenti stradali con una bici gravel ? Una curiosità per i ciclisti/pedalatori appassionati di "computer di bordo": mi oriento nella foresta senza strumenti satellitari; si può fare, utilizzando l'orientamento personale ed imparando a conoscere la Natura (per esempio il muschio sulla corteccia degli alberi, cresce a Nord).
Aggiornamento test Campagnolo Ekar. Con la mono corona da 40 mm, pignoni 10/44, la pedivella da 165 mm e i pedali con perno ridotto (52 mm) pedalo agile più facilmente e dispongo di una scala di rapporti ampia (10-11-12-13-14-15-17-20-23-27-32-38-44), meno leggera, ma ideale per chi pedala prevalentemente in salita e nei percorsi impegnativi gravel. Le 13 velocità sono utili e gestibili imparando che i salti sono piccoli per i primi sei pignoni, mentre i salti aumentano nella seconda metà con i pignoni più grandi. Il Campagnolo Ekar in test, nella prima fase ha dato problemi di registrazione, ma è fisiologico perché il filo/guaina si deve assestare, succede con tutti i gruppi meccanici. Qualche consiglio. Fondamentale che il forcellino del cambio sia dritto (fatelo controllare dal meccanico con l'apposito strumento che si usa con il cambio smontato; andrebbe fatto prima del montaggio). Quando sferraglia: lasciate la catena sul rapporto "rumoroso" fino a quando registrerete il cambio ( allora non farà più rumore); agire solamente sulla apposita rotellina posteriore del cambio (registro di tensione), girandola con la mano (no cacciavite). Se la catena ha problemi a scendere, significa che bisogna diminuire la tensione del cavo. Per aumentare la tensione del cavo, è necessario svitare il registro di tensione girando in senso antiorario. Per diminuire del tensione del cavo, bisogna invece avvitare il registro di tensione, girando in senso orario; girare lentamente, mezzo scatto alla volta, fino a quando la catena non farà più rumore, e la catena sarà salita o scesa dal o sul pignone diverso. Montare in sella e continua a pedalare. Occorre mantenere pulita la trasmissione altrimenti è più rumorosa con la "grassa" sporcizia e la cambiata ne risente; le tolleranze/spazi con le 13 velocità sono ridotte al minimo. Controllare il serraggio del cambio sul telaio; l’eventuale allentamento, oltre ad essere ⚠️ pericoloso, causa il peggioramento nella cambiata. La frizione nel cambio è permanentemente innestata per una maggiore affidabilità della ritenuta della catena e un minimo rumore di funzionamento, può essere bloccata in avanti per una facile rimozione della ruota. Frenata potente, ma quasi equilibrata poiché la ruota posteriore derapa in fase di frenata di emergenza ( discesa a tutta). Dischi da 160 sull'anteriore e 140 sul posteriore, spessore da 1,85 mm, quindi superficie più ampia sull'anteriore per una maggiore dissipazione del calore perché si frena maggiormente con l'anteriore; i dischi si surriscaldano molto sulle lunghe ed impervie discese, per questo quelli dell'Ekar sono in acciaio temprato e non in alluminio, qualche grammo in più di peso, a fronte di una maggiore resistenza all'usura e alla deformazione indotta dal calore.
Come frenare: forte e ad intervalli, per fare raffreddare dischi e olio e non vetrificare le pastiglie con le alte temperature; non bisogna mai frenare continuamente e più di qualche secondo, altrimenti si rovinano dischi e pastiglie e la forza frenante diminuisce; spolverare le pastiglie organiche e non toccate i dischi dopo la frenata, (manteneteli puliti e sgrassati). Ribadisco. I freni a disco (forse) sono necessari per la bici gravel (per consentire montaggio ruote e pneumatici larghi, maggiore forza frenante per situazioni estreme e trasporto borse da viaggio, limita, ma non risolve, il problema del fango tra forcella e ruota), ma non sono necessari per la bici da corsa. Impugnatura ed ergonomia delle leve dei comandi ottima per le mie mani; il pulsantino con la nuova forma, è molto utile quando si cambia, in presa bassa. Occorre allontanare la levetta più piccola collocata sotto la leva del freno più grande destra, altrimenti, quando la si usa per fare salire la catena, tocca quella superiore e non torna alla posizione iniziale; per regolarla inserire una piccola chiave a brugola nel foro. Il collegamento tra lo spider e i dischi dei freni è flottante, quindi se si tengono i freni tirati e la bici ferma, e si va avanti ed indietro, si sente un gioco; è normale, serve per migliorare la frenata. Essendo l'Ekar destinato all'uso gravel è stato costruito in modo tale da resistere alle contaminazioni all'interno dei componenti ( acqua, polvere, fango) e resistere di più all'usura, quindi si può lavare senza problemi, ma senza utilizzare il getto a pressione dell'acqua ( quello dell'auto lavaggio). Il serraggio delle ruote disc ( road e gravel), si allenta con l'uso, come accade con gli sganci rapidi delle ruote rim; controllatelo regolarmente. Residui delle pastiglie a contatto con i dischi possono provocare rumori che cessano con una pinzata forte o continuando a pedalare.
Pastiglie Campagnolo DB310. Sono utilizzate dalla Campagnolo per freni a disco, road e gravel e vengono realizzate con una mescola organica composta da resine e gomme naturali. Pregi: meno rumore, meno usura del disco, buon comportamento a freddo e non hanno bisogno di un buon rodaggio, funzionano meglio con la pioggia rispetto alle altre tipologie, frenata modulabile. Difetti: rispetto alla pastiglie sinterizzate e metalliche non hanno una elevata resistenza alle alte temperature, non dissipano ottimamente il calore, per questo si vetrificano più facilmente a seguito per esempio di una prolungata ed impegnativa frenata ( esempio in discesa), si consumano più facilmente, rispetto alle pastiglie sinterizzate e metalliche che invece sono più abrasive e quindi riducono la durata del disco e sono (più) rumorose.
Attenzione. Con la catena posizionata sul penultimo pignone più grande, la distanza tra la punta della rotellina del cambio e la punta del pignone più grande, non deve essere superiore a 3 mm, qualora fosse maggiore avremo un cambio più lento, nel caso in cui invece tale distanza fosse minore avremo un cambio rumoroso. In questi casi occorrerà agire sulla vite H che si trova sulla parte alta del cambio, quella più a sinistra. Questo perché la gabbia del cambio Ekar è molto lunga.
Uso la lubrificazione con cera Effetto Mariposa. Comparando l'uso su segmenti stradali misti (bitume, fango, sabbia e ghiaia) percorsi con la catena Ekar, rispetto a quello su strada asfaltata con la bici da corsa, ho constato che la durata della lubrificazione sulla catena Campagnolo Ekar è minore. Sconsigliato olio sintetico per evitare di imbrattare dischi; inoltre si consuma prima e si sporca la catena.
Test su strada. In presa bassa il pulsantino laterale del comando destro è facile da usare. I pignoni 38 e 44 sono rumorosi. Leve morbide e comode quando si frena; frenata potente, ma quasi equilibrata poiché la ruota posteriore derapa in fase di frenata di emergenza ( discesa a tutta); il disco posteriore da 140 mm, dopo frenate impegnative su discese molto veloci, riscalda di più del freno anteriore da 160 mm; è normale in quanto il diametro è inferiore e quindi il calore si dissipa di meno. Dopo le frenate dure i dischi sono più caldi delle piste frenanti delle ruote per freni tradizionali. I dischi tendono a storcersi leggermente e fanno rumore. Lo ribadisco. I freni a disco per la bici da corsa non servono, ma forse sono necessari per la bici gravel, in quanto permettono il montaggio di ruote e coperture più larghe e limitano ( ma non risolvono) il problema del fango. Work in progress. Saluti ciclistici.
martedì 13 giugno 2023
Storie di bici e di ciclisti. Quando le biciclette ( e i ciclisti) erano fuorilegge !
Era il 1898, in carica, c'era il governo di Antonio Starabba, marchese di Rudini, destra conservatrice. Nel maggio 1898, i ceti popolari protestano contro il carovita che li riduceva alla fame. A Milano, adunate e cortei inducono il re Umberto I a nominare un commissario straordinario per Milano, il generale Bava Beccaris, conferendogli pieni poteri per reprimere le proteste della piazza; " il feroce monarchico Bava", così lo bollò una canzone dell'epoca ! Venne proclamato lo stato di assedio e il commissario Bava Beccaris, fece cannoneggiare e mitragliare, la folla dei protestanti, al riparo delle barricate. Il popolo si organizzò per resistere. Fu una dura e sanguinosa lotta. Stante il fatto che i messaggeri dei rivoltosi utilizzavano le biciclette per portare ordini ed informazioni nei vari quartieri di Milano, il commissario straordinario Bava Beccaris, con un ordinanza ( che allego nel post) interdice " nell'intera provincia di Milano la circolazione delle biciclette, tricicli, tandem e simili mezzi di locomozione" precisando che " i contravventori saranno arrestati e deferiti ai Tribunali di guerra". Vennero sequestrati centinaia di mezzi a pedale, poi restituiti ai proprietari, previa asportazione del manubrio, per impedirne l'uso in quei giorni di protesta. Ci furono più di 100 morti tra i protestanti e due tra le forze dell'ordine, migliaia di arresti. La magistratura milanese infliggerà a 668 imputati, ben 1448 anni di carcere. Finisce in prigione anche il direttore della Gazzetta dello Sport, Eliseo Rivera. Ma v'è di più. I pregiudizi contro la bici, quale strumento di eversivo sono stati inculcati addirittura ( e non sorprende) dal padre della criminologia italiana, Cesare Lombroso, che nel saggio Il ciclismo nel delitto (apparso nel 1900 sulla "Nuova antologia di lettere, scienze ed arti" e riproposto nel 1998 dalla Sciarelli), sciorinò tale ardita tesi: " Nessuno dei nuovi congegni moderni ha assunto la straordinaria importanza del biciclo, sia come causa che come stromento ( si proprio "stromento")) del crimine; e a tal punto che se una volta si pretendeva ...di trovare nella donna il movente di ogni delitto virile....si potrebbe con forse minor esagerazione sentenziare ora: Cercate il biciclo, in gran parte dei furti e delle grassazioni dei giovani, soprattutto della buona società, almeno in Italia".
La storia insegna che la bici è democratica e muove la gente, senza distinzioni. Amen. Saluti ciclistici.
domenica 4 giugno 2023
Test Bike Race Gravel. Dal Monte Circeo alle paludi della Foresta del parco nazionale del Circeo. #NovaVitaGravel
Caro diario test Nova Vita Gravel … stamattina in una giornata nuvolosa, parto per il test race gravel, con la Pedemonte Altavia, veloce su ogni segmento di strada. Itinerario: salire e scendere "a tutta" dal monte Circeo, nota e suggestiva location dove la Saeco di Simoni, Cunego e Di Luca provavano "la gamba" prima di iniziare la stagione agonistica, per poi planare sulla foresta del parco nazionale del Circeo, dichiarata Riserva della Biosfera dall'UNESCO percorrerla per arrivare alle "piscine" dove viene conservata la zona originaria delle paludi, pedalando sulla sabbia e la ghiaia. Un modo esplicativo per spiegare che la bici da corsa si è evoluta ed è diventata race gravel, come la Pedemonte Altavia. ”Tornemo indrio” ( dialetto veneto), back to the roots …torneremo indietro .. le nostre terre torneranno paludi, come quelle che vedi nella mia foto e nel mio video, conservate per ricordare com’erano prima della bonifica del 1930 ….i ciclisti torneranno a pedalare con una bici adatta per tutte le strade....a pedalare come ai tempi del ciclismo eroico …forse sarà per questo che avranno anticipato i tempi ed inventato le bici gravel…..o forse solo per aiutarci a tornare a pedalare nella Natura, a tenerci più lontani, almeno per un pò, dagli automobilisti drogati, ubriachi, distratti dagli smartphone e violenti, quelli che odiano i ciclisti perché non riescono ad essere come loro ! Gravel è un grande abbraccio con la Natura … e’ libertà ma anche un modo nuovo per amare la Natura, il filo che ci tiene legati alla Vita, rispettare la Natura e’ proteggere la Vita ! Quando mi trovo a pedalare nel bosco, perdo la misura del tempo, non mi sento concentrato sui problemi, ma assorto dalla bellezza del paesaggio, affino i sensi, mi sembra di vivere emozioni più intense. E' tempo di cambiamento, è tempo di gravel. E' una bici per tutte le strade, l'evoluzione della bici da corsa. Serve di più ? !Per leggere il test completo CLICCA QUI Saluti ciclistici.
lunedì 29 maggio 2023
Una Classica del ciclismo sulla Via Appia Antica: recuperare il passato per creare futuro. #PNRR
Sono a disposizione per illustrarla compiutamente alle Autorità competenti interessante, guardandoli negli occhi per scoprire se anche loro hanno la passione per fare muovere le cose e le idee. Passate la parola (a loro). Saluti ciclistici.
domenica 28 maggio 2023
Ha senso ancora scegliere la bici da corsa ? Riflessioni del tester. #NovaVitaGravel
Dopo più di 30 anni di ciclismo su strada, non mi resta che testare il gravel ! I test sono parte del cambiamento e dell'evoluzione dell'homo Eques. Se mi chiedessero, bici da corsa o bici gravel, sopratutto per la gravel race, rispondo Pedemonte Altavia: 800 grammi di telaio personalizzato nelle misure e nei watt, per 8 kg di bici con tubeless Pirelli Cinturato Gravel M ( 510 gr X tubeless), ruote Campagnolo Levante (1500 grammi), pacco pignoni 13 velocità in acciaio, quindi con coperture e ruote più leggere, e pacco pignoni più leggero, il peso sarebbe uguale o inferiore a quello della bici da corsa disc top di gamma, però si possono percorrere tutte le strade con la massima stabilità, in totale controllo, piegando facile e preciso nelle discese, con accelerazione immediata su ogni salita ! I pneumatici gravel offrono parametri di grip su asciutto e bagnato superiori a quelli della bici da corsa e la scorrevolezza è simile. Saluti ciclistici.
giovedì 25 maggio 2023
Le bici da corsa e la pioggia al Giro d'Italia 2023 ( e non solo in questa edizione). #quellocheglialtrinontidicono #quellocheglialtrinonsanno #NovaVitaGravel
In questi giorni, molti lettori, mi chiedono cosa ne pensi del fatto che tanti corridori del #giroditalia2023 sono caduti con le copiose piogge ! Poveri ragazzi, li pagano per correre con bici da corsa ultra rigide, alla moda, la cui sicurezza dovrebbe essere affidata a tubolari o copertoncini poco larghi ovvero stretti, con il battistrada liscio, quindi non grippante sul bagnato ! A nulla servono i freni a disco quando il pneumatico non consente di avere il massimo controllo in ogni condizione ! La potenza senza il controllo è nulla ! Se fossi l’UCI li farei correre con bici Race gravel almeno nei giorni di pioggia 🌧️! In quel caso si che i corridori potrebbero competere con un mezzo più sicuro, in quanto più lungo e largo rispetto alla bici da strada e pneumatici con tasselli da 40/50 mm! Ovviamente le cadute dipendono anche dall'errore umano, spesso per eccesso di sicurezza, e dalla stanchezza mentale/fisica dei corridori, sempre al limite! Intanto continuo a testare la Pedemonte Altavia, la nuova Race gravel, fatta a Genova, l’evoluzione della bici da corsa 😉👍! Saluti ciclistici.
mercoledì 24 maggio 2023
Storie Gravel. The Rock, Hum e la ex cava carsica di Campo Soriano. #NovaVitaGravel
E' una storia vera di ambientalismo ante litteram. Erano gli anni '80 del secolo scorso, quando il Signor Guglielmo, oggi anziano, abitante attivo di Campo Soriano, da solo contro tutti, si oppose alla distruzione di un prezioso sito di elevato interesse geo-naturalistico, iniziando una battaglia legale contro la società privata di estrazione per bloccare la cava a cielo aperto. Nel suo racconto ritornano le deflagrazioni delle mine e la distruzione del prezioso bacino carsico, per ricavarne le pietre, tirate fuori con lunghi cavi d'acciaio ( si vedono nel video) ! L'opposizione del Signor Guglielmo allo sfruttamento di Campo Soriano, propiziò l'intervento dell'allora Presidente della Regione Lazio, l'Arch. Gabriele Panizzi, il quale compresa l'importanza del sito naturalistico, fece emanare la legge regionale n. 56/1985, cessare l'attività estrattiva, classificando il territorio di Campo Soriano, come Monumento Naturale e cristalizzare lo stato dei luoghi. Due uomini coraggiosi che l'Italia deve ringraziare. Più tardi, il riconoscimento a Monumento Naturale venne anche dall'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, Agenzia dell'ONU. Oggi Campo Soriano è inserito nel Parco Regionale dei Monti Ausoni e Lago di Fondi. Simbolo di Campo Soriano, è l'Hum chiamato La Cattedrale o Rava di San Domenico, un rilievo residuale di calcare, alto 18 metri, scampato alla distruzione, "sentinella" orgogliosa dell'intero piano carsico, posto a 400 metri dal livello del mare, a memoria imperitura dell'opera distruttiva dell'uomo, monito per le nuove generazioni. Da molti anni, vado a trovare Hum e The Rock (così chiamo la roccia calcarea staccata dalla ditta estrattiva e rimasta appoggiata sulla ghiaia), due "vecchi amici". Li raggiungo pedalando in salita dura, lungo i due versanti (alternandoli). Nel video la mia ricognizione del Monumento Naturale di Campo Soriano. Nella foto con The Rock e la Pedemonte Altavia. Ringrazio il Comune di Sonnino per la realizzazione dei lavori di manutenzione. Saluti ciclistici.
sabato 20 maggio 2023
Il dissesto idrogeologico italiano: un fenomeno politico e sociale.
Un abbraccio a tutti i ciclisti colpiti dalle recenti alluvioni, tra i quali ci sono anche lettori del mio blog. Un pensiero per le vittime e le migliaia di sfollati. La gravità del dissesto idrogeologico italiano, peggiorata dall'emergenza climatica, causa dei violenti e oramai fisiologici fenomeni atmosferici, ci rende tutti vulnerabili ! La Natura si ribella all'avidità e all'odio umano ! Mi chiedo se almeno le ultime alluvioni in Emilia - Romagna e nelle Marche riusciranno a cambiare TUTTA la politica italiana e soprattutto gli italiani, a zittire i negazionisti del cambiamento climatico, decontestualizzati dalla realtà (come sempre) e che per definizione trasformano le verità in falsità, a convertire gli eco vandali, cioè coloro che inquinano e distruggono la Natura! Riuscirà il governo a mettere in sicurezza la nostra povera Italia, abbandonata dalla politica, maltrattata dall'italiano medio e avvelenata dal mal costume, dalla criminalità e dal profitto? La politica a tutela dell'ambiente ( e quindi di conseguenza delle persone) è impopolare; quanti sono gli italiani disposti a rinunciare alle proprie abitudini/comodità? Quelli disposti a rinunciare all'interesse personale rispetto all'interesse collettivo ? Esempio. Si costruisce dove non si dovrebbe e in caso di calamità naturale, però si invocano gli aiuti economici dello Stato e il sacrifico della collettività (utilizzo di denaro pubblico per fare fronte alla spesa dell'emergenza) ! E' tempo di cambiamenti. Il Parlamento varerà finalmente la legge contro il consumo del suolo bloccata dal 2016 (serve solo la rigenerazione urbana) ? Ci vorrebbe il Manifesto della nuova politica, avanzata socialmente e solidale. Ci vuole una Repubblica dei ciclisti e dei cittadini "costituzionalizzati" cioè educati dalla Costituzione, fondata sulla Cultura, sulla Natura e sul lavoro eco sostenibile, per salvare l'Italia ( in particolare il servizio sanitario nazionale), le persone e il patrimonio storico, artistico e naturale ereditato. Tutto il resto è obsoleto, è superato dalla storia e dalla ragione. Cosa se ne faranno i figli dei soldi lasciati da genitori spesso avidi ed egoisti, se non avranno un Pianeta nel quale vivere ?! Marte? Lasciatelo ai ricchi in cerca di emozioni e di notorietà. Il poeta cileno Pablo Neruda, nella poesia, Il Pigro, scrisse "Non voglio cambiare pianeta "a proposito dell'invio dell'uomo nello Spazio. Dunque aiutiamo i nostri figli a salvare la Terra, il loro pianeta. Ci vuole una coscienza ambientalista seria e concreta, non abbiamo scelta. Come nel caso degli incendi boschivi. Dietro gli incendi boschivi estivi c'è la mano colposa e dolosa dell'incendiario e del piromane. A quando le taglie ? A quando il potenziamento del personale dei parchi e delle aree protette e/o all'istituzione delle sentinelle con droni per il controllo preventivo del territorio nelle aree a rischio incendi, come quelle in prossimità delle zone di pascolo ? L'obbligo di censire le aree percorse da incendio è previsto dalla legge 353/2000, ma sino ad oggi pochi comuni hanno provveduto. Perché? A quando un intervento da parte del Governo che risolva lo stallo ? Saluti ciclistici.
Il fossile scoperto da mio figlio ed esposto al centro visitatori del monumento naturale di Campo Soriano: più aree protette e blocco della cementificazione del territorio. |
sabato 6 maggio 2023
Test Bike indipendente: Pedemonte Altavia ( 4^ parte). Tutte le strade in una bicicletta. Evolution Gravel Race. Work in Progress. #NovaVitaGravel
Caro diario Nova Vita Gravel...oggi scrivo la quinta pagina, quella del test....prospettive e cambiamenti.... ......in quanto tester devo provare tutto, per valutare, comparare e consigliare; non c'è un limite. Così è accaduto con le bici rim, poi con le bici disc, i telai road industriali con misure standard e i telai road artigianali su misura; se non testassi il "concretamente nuovo" diventerei un opinionista da forum. Non mi interessano le bici gravel estreme-tecniche cioè quelle ammortizzate. Preferisco le gravel race, simili alla bici da corsa, testarle mettendole alla frusta, secondo il manuale dello stradista. Se mi chiedessero, bici da corsa o Pedemonte Altavia, risponderei Pedemonte Altavia: 800 grammi di telaio personalizzato nelle misure e nei watt, per 8 kg di bici con tubeless Pirelli Cinturato Gravel M da 40 mm, ruote Campagnolo Levante e pacco pignoni Campagnolo Ekar 13 velocità, scala 10/44, tutto in acciaio, quindi con coperture e ruote più leggere, utilizzando pacco pignoni più leggeri, il peso è uguale o inferiore a quello della bici da corsa disc top di gamma, ma si possono percorrere tutte le strade con la massima stabilità, in totale controllo, piegando facile e preciso nelle discese, con accelerazione immediata su ogni salita ! Anche le strade asfaltate con la Pedemonte Altavia si percorrono meglio, più comfort, più stabilità, con un rapporto 10 a 5 rispetto alla bici da corsa.
Bici da corsa + Bici da gravel = Bike Race Gravel, Pedemonte Altavia.
Consigli per pedalare gravel. Guardare la strada, più lontano, rispetto alla bici da corsa, per anticipare in tempo il pericolo, come radici, buche, sassi e rami. Accompagnare le buche e la strada dissestata con le braccia, senza irrigidirle; le braccia, le ruote e i pneumatici larghi sono gli "ammortizzatori". Tenere le mani sempre in presa alta, impugnando saldamente, ma non forte, i comandi; in off road non impugnare centralmente il manubrio. Alzarsi dalla sella, allontanando il baricentro verso la parte posteriore, in modo da avere più grip ed equilibrio, in una discesa sterrata; frenare gradualmente. Lasciare andare la bici gravel sull'off road, non frenare continuamente, imparare ad avere fiducia in sé stessi e nel mezzo ( se all'altezza della performance). Quando si inclina la bici, bisogna mantenere il corpo in verticale, altrimenti si perde l'equilibrio. Agli stradisti, può accadere di sentirsi in equilibrio instabile in modalità off road; è normale, per le prime volte; poi o si impara "o si montano le rotelle come con le bici dei bambini" ! Il tubeless taccarellato deve essere gonfiato quasi al minimo della pressione consigliata dal produttore pneumatico, per avere la massima prestazione (grip, scorrevolezza e sicurezza): sotto e sopra la pressione minima e massima il tubeless si stallona e si finisce con il cerchio sulla strada. Controllate se il liquido è presente all'interno del tubeless. Il tubeless è molto confortevole, lo è più del tubolare e del copertoncino, ammortizza tantissimo, persino sullo sconnesso e sulle buche, è molto scorrevole (come un tubolare, più di un copertoncino). Evitare le pozzanghere perché non si conosce la profondità. In salita sterrata non alzarsi mai dalla sella, altrimenti si perde aderenza e peso sul posteriore. Sul fango si può pedalare solo se è semi compatto; se è liquido si perde il controllo; rimuovere il fango che si ammucchia tra forcella e pneumatico, prima che la ruota si blocchi. La gravel con i pneumatici giusti, sale come un carro armato sullo sterrato, non serve alzarsi sui pedali. La mia sella non è adatta per l'uso off road, ma la uso per questo test perché è leggera, perfetta per il bacino small e ci pedalo anche sulla strada asfaltata; per il gravel ci vuole una sella molto comoda.
E d'altro canto, "tutto" non può essere gravel, come pensa qualche pedalatore montando coperture da 30/32 mm sulla bici road disc, senza sapere che il fango blocca la ruota che gira troppo vicina alla parte interna della forcella, sfiorandola pericolosamente; ignorando che il carico di rottura e l'elasticità del carbonio usato per le bici da strada è diverso/inferiore a quello per le bici gravel, come lo sono le geometrie, le forcelle, le ruote, i pneumatici, il cambio.....il telaio ! In buona sostanza, il pedalatore scherza con il fuoco ! E allora l'obiettivo del test, è valutare se la Pedemonte Altavia, sia la gravel race top per un rider che voglia sconfinare sulle strade secondarie, sterrate, in sabbia battuta, ma senza abbandonare il bitume, senza diminuire la velocità. Per ora una cosa è certa: l'estetica della Pedemonte Altavia rimane dentro la mente!
TEST su STRADE. La Pedemonte Altavia è una bici da strada resa gravel race o più precisamente è una gravel race; è la gravel perfetta per rider; è una bici da strada con alcuni correttivi gravel. Punto.
Mi diverto ad attraversare strade asfaltate, sterrate, in terra battuta e finalmente a raggiungere anche quelle strade off road, che potevo percorrere solo a metà, in modo precario e meno veloce, con la bici da corsa. Con la Pedemonte Altavia sono riuscito a fare il KOM sulla mia salita di riferimento e riesco a fare gli stessi tempi, che faccio con le bici da corsa; nonostante che sia un salitomane, non sento la mancanza della bici da corsa e la Altavia mi diverte più di ogni altra bici testata fino ad oggi! Quando una bici diverte vuole dire tutto. Punto. Il responso su strada e il confronto con le bici da corsa testate, è chiaro, è sorprendente. Il comfort è totale, mai provato niente di simile fino ad oggi ( sulle strade accidentate consiglio sempre di accompagnare il contraccolpo e mai fare resistenza con le braccia). La stabilità è elevata in ogni condizione; praticamente è incollata sulla strada, anche se il manto stradale asfaltato è rovinato e si pedala veloci sullo sterrato e terra battuta. La Pedemonte Altavia non stanca, dopo ore di allenamento e questo significa risparmio di energia fisica e mentale, si va più lontani e si arriva meno stanchi; il telaio/forcella in carbonio è stato costruito equilibrando ottimamente elasticità/rigidità torsionale; nessun effetto "gomma", ottimo comfort. La prestazione e la velocità è alta, sia su strada asfaltata, sia su sterrato, sia su terra battuta. Non ci sono differenze sostanziali e rilevanti con le prestazioni della bici da corsa, su strada asfaltata, in salita, in pianura e sul vallonato dove con il vento ci si può giocare, maggiore stabilità e migliore la posizione in sella, essendo più agevole piegare le braccia e la schiena; ovviamente sullo sterrato e sulla terra battuta, la Pedemonte Altavia è più veloce, stabile, persino in discesa, su tratti densi di ghiaia. In discesa su strade asfaltate, sterrate e in terra battuta, la Pedemonte Altavia, è sicura e facile da inserire nelle traiettorie asfaltate e sterrate; c'è una differenza notevole con le bici da strada, imparagonabile. E' facile pedalare sulla Pedemonte Altavia, il controllo è totale, la risposta è sempre precisa e rapida; è talmente maneggevole che mi sono divertito a scartare buche all'ultimo momento. Testata con cerchi larghi (canale interno da 25 mm) e tubeless da 40 mm nominali che diventano larghi poco più di 44 mm, montati sul cerchio da 25 mm della Campagnolo Levante. In buona sostanza, pedalando sulla Pedemonte Altavia non si sente la nostalgia e la necessità di tornare sulla bici da corsa, e non serve affiancarla, a meno che si voglia avere due bici. La stabilità della Pedemonte Altavia è così elevata, che pedalando sulla bici da corsa, mi sembra di pedalare lungo un filo sottile ! La sicurezza e il comfort prima di tutto. Provare per credere.
Il peso ( poco più di 8 kg reali con 2 portaborraccia + 1 sotto il MC e le viterie ) e le geometrie della Pedemonte Altavia test la rendono più simile alla bici da corsa disc top di gamma. Dunque è la bici per lo stradista che voglia fuggire dal traffico e divertirsi e/o allenarsi senza limiti di spazio. Per quanto riguarda la geometria della Altavia test, la Pedemonte mi ha proposto di avere una gravel abbastanza coerente con la postura che adotto sulle bici da corsa; questa scelta mi ha consentito di ottenere un feedback più accurato attraverso il confronto su strada, e in fuoristrada, delle prestazioni di questi due mezzi, diversi per utilizzo, ma simili per concezione.
E non finisce qui. La Pedemonte Altavia può essere adatta anche alle fughe dal mondo, cioè ai viaggi con borse e barba lunga e sarebbe stata ideale per le prime edizioni del Giro d'Italia; a quei tempi non c'erano strade asfaltate, ma buche, ghiaia e sabbia. La Pedemonte Altavia è la gravel race per partecipare alle gare ufficiali del campionato mondiale gravel UCI, alle corse statunitensi come la Unboundgravel, alla Migration Gravel Race, in Kenya ( occhio alle zebre, alle giraffe e agli elefanti che attraversano le lunghe strade di terra rossa), per andare più veloci alle Strade Bianche, competere al meglio nelle numerose gravel grinder e partecipare ai numerosi e festosi eventi gravel, nel mondo.
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La Pedemonte Altavia ha stabilità e comfort elevati; a confronto, la bici da corsa sembra appesa ad un "duro filo sottile "! |
Scheda tecnica Pedemonte Altavia test ( assemblata come da foto):
Telaio realizzabile solo su misura; Fibra di carbonio Torayca UD (unidirezionale) Alto Modulo – Alta resistenza + Fibra di Carbonio Torayca 1K Satinato in Modulo Standard ( valore di rigidità torsionale 110 n/m ottimo per gravel); Forcella in fibra di carbonio Torayca UD Alta resistenza – Alto modulo con rake variabile 45/50 mm, predisposizione bike packing e parafango;serie sterzo integrata 1-1/5; perni passanti 100x12 anteriore, 142X12 posteriore specifici Pedemonte; forcellino deragliatore anteriore su richiesta; passaggio ruota max 700X50 / 650 BX50, Triangolo posteriore con fodero orizzontale sinistro ribassato per passaggio catena; passaggio guaine e tubi idraulici integrato; movimento centrale PF386 EVO; reggisella diametro 27,2 mm con bloccasella integrato; colorazione standard cangiante con grafica.
Pagella ( dove non specificato il voto si riferisce sia a road, sia a off road):
Versatilità: 10 + ( passare dall'asfalto all'off road è un attimo e non te ne accorgi; è puro divertimento; si possono sostituire ruote e pneumatici per calibrare la prestazione su ogni percorso e diminuire peso; non si sente la mancanza della bici da corsa);
Comfort : 10 + ( maggiore rispetto ad ogni bici da corsa testata fino ad oggi);
Maneggevolezza: 10 ( in velocità si scartano repentinamente buche e sassi);
Stabilità : 10 + (è sempre bilanciata, buche, fango, ghiaia densa, terra battuta, strade rovinate, dossi, ecc.);
Reattività: 9 sorprende questo dato, nonostante ruote e tubeless per gravel; parametro migliorabile con ruote e coperture più leggere;
Rigidità torsionale: 9 ( ottimo equilibro elasticità/rigidità torsionale);
In discesa: 10 + ( si guida così facile e sicura che sembra di stare in poltrona);
In salita asfalto: 10 ( ho migliorato il tempo personale sulla mia salita di riferimento; non serve aggiungere altro) ;
In salita off road: 10 + ( su strappi duri a due cifre, la ruota posteriore, non slitta e si spinge bene, sale come un carro armato! ) ;
In pianura: 10 ( mantiene ottimamente la velocità con la gamba che "gira");
Sul mangia e bevi ( vallonato): 10 ( si pedala con over drive inserito);
Sul fango, sabbia e sterrato: 10 + ( un divertimento sicuro)
Con pioggia: 10 +
Contro vento: 10 ( il telaio non è aerodinamico, è gravel, ma potendo piegare braccia e schiena più facilmente, ecco che si diventa più aerodinamici con il corpo, considerato che per il 70%, l'aerodinamica dipende dalla posizione in sella; il vento laterale e frontale non penalizza, tanta è la stabilità del mezzo, insensibile al vento, la ruota anteriore non si sposta)
Peso: 9 (peso contenuto per una gravel; telaio pesa 860 (grezzo) - poco più di 8 kg di bici, ma sostituendo i tubeless ( 510 grammi ciascuno), il pacco pignoni in acciaio con 13 pignoni, e le ruote ( 1500 grammi) con componenti più leggeri, il peso della bici scende ancora
Aspetto estetico: 10 + ( mi rimane dentro la mente; il carbonio intrecciato è sofisticatamente bello)
Off – road: pur simile alla bici da corsa, riesce ad essere anche veloce, stabile, comoda e maneggevole sullo sterrato e terra battuta.
Note. La serie sterzo ha bisogno di un periodo di rodaggio per assestarsi e stringere bene; succede normalmente con tutte le bici, ma con la gravel percorrendo strade tortuose, si evidenzia maggiormente. Pressione utilizzo tubeless : 2.7 ATM anteriore; 3 ATM posteriore ( produttore consiglia pressione minima 2.5 ATM e massima 4.5 ATM ). Qualche volta si sente la guaina sbattere all'interno del telaio, quando si impatta forte con piccole buche. Vedremo di sistemarla con il meccanico. Le viti dell'attacco manubrio tendono ad allentarsi. Il cambio in fase di rodaggio necessita di registrazioni fino all'assestamento della guaina/filo ( è fisiologico con i gruppi meccanici). Il collegamento tra lo spider e i dischi dei freni è flottante, quindi se si tengono i freni tirati e la bici ferma, e si va avanti ed indietro, si sente un gioco; è normale, serve per migliorare la frenata. Vista la mia capacità di pedalare in agilità con alta frequenza di pedalata, la pedivella da 165 mm, la mono corona da 40 e il pacco pignoni 10.44, sono ideali, ci salgo ovunque e spingo in agilità e con velocità sul vallonato e in pianura; ottimo compromesso. La frenata è potente e modulabile, mai brusca. I pneumatici gravel sono appena rumorosi, ma garantiscono stabilità e comfort elevati, combinati con le ruote gravel.
A chi la consiglio ? Ai rider che vogliano passare alla gravel race, ai ciclo turisti in cerca di avventura e persino ai ciclisti che vogliano pedalare sulle strade "asfaltate" ( eufemismo per definire le strade italiane prevalentemente pietose), ma con un mezzo più stabile e comodo, più sicuro in ogni condizione.
Assemblaggio. Per il test sono stati scelti cerchi Campagnolo Levante, 2 way Fit ( copertoncino e tubeless) altezza profilo 30 mm, raggi in acciaio, corpetto Campagnolo N3W ( si possono montare pacco pignoni 9,10,11,12 e 13 Campagnolo), compatibile con pneumatici da 38 mm a 76 mm, in carbonio, che oltre ad essere specifici per il gravel ( canale interno cerchio largo 25mm), sono Mini Hook, una soluzione specifica brevettata dalla Campagnolo per garantire compatibilità ottimale con tutti i modelli di tubeless ( e copertoncini) in commercio, e la tenuta ottimale alla diverse pressioni di utilizzo. Questo cerchio è preferibile rispetto a quello standard Hookless che invece necessita di una perfetta dimensione del pneumatico, con errati accoppiamenti è inevitabile l'aumento della probabilità della stallonatura, si possono usare solo pneumatici indicate dai costruttori, obsolescenza programmata per mancanza di pneumatici, richiedono pressioni troppo basse di utilizzo; convengono invece ai produttori perché fanno prima a produrli. Nel test sono stati scelti Pirelli Cinturato Gravel M ( per percorsi misti), da 40 mm nominali, 44,5 mm montati sul cerchio con canale interno da 25mm.
Consigli: Tutti possono pedalare gravel. Per andare veloci e sbagliare il meno possibile sullo sterrato e sulla terra battuta, oltre ad un mezzo top, serve allenarsi ed avere un approccio graduale, senza esagerare, soprattutto nelle prime uscite, imparando e migliorarsi, ci vuole il tempo giusto. Sapere pedalare sul rullo libero, può aiutare. Sullo sterrato e terra battuta, bisogna imparare a bilanciare il corpo. In salita sterrata e impervia, si spinge da seduti, per avere presa sulla strada "croccante" e non slittare. Mai mettere la ruota per traverso quando si frena sullo sterrato, si finisce per terra. Attenzione a passare nelle pozzanghere si potrebbe finire "sott'acqua" o trovare sassi. Passare veloci dall'asfalto allo sterrato e sulla terra battuta non è facile, occorre cambiare marcia, si fatica di più, e non ci si può distrarre mai, è più impegnativo della strada asfaltata; bisogna imparare a valutare le dimensioni e la densità della ghiaia, il livello di compattezza della terra/sabbia battuta; quando la densità della terra battuta è bassa le ruote possono arenarsi e si può perdere l'equilibrio. Non fatevi fuorviare da quello che vedete sui social o alla TV; la realtà non è semplice. Ma si impara e ci si diverte. A patto che si abbia pazienza con gli errori e l'umiltà per imparare. Le cose migliori hanno bisogno del loro tempo. Fate montare la Pemodente Altavia da un ottimo meccanico; ci vuole grasso bianco e chiave dinanometrica; con la gravel le vibrazioni, sul telaio/forcella, sono elevate, se tutto non è ingrassato e serrato bene, si possono sentire rumori e il pessimo croc croc.
Il test è realizzato in collaborazione con la Pedemonte Bike. Per info e contatti: info@pedemonte.bike oppure pedemonte.bike@gmail.com ( scrivete che siete lettori del blog 😉). Per leggere la 1^ parte del test CLICCA QUI ; per leggere la 2^ parte del test CLICCA QUI ; per leggere la 3^ parte del test CLICCA QUI . Per leggere la prima pagina del diario test Nova Vita Gravel CLICCA QUI Per consultare il sito ufficiale Pedemonte Bike CLICCA QUI