Le vacanze alternative dei ciclisti d'altura.

Premessa. Generalmente, i canali di informazione, sono diventati dei veicoli pubblicitari; limitati e sponsorizzati. Quindi anche nel campo delle vacanze ciclistiche, viene fornita un informazione, scarsa, non adeguata, tempestata da pubblicità, spesso in cambio dei dati personali. Quindi se hai bisogno di info, idee, imput, per pianificare le vacanze ciclistiche, consiglio di non affidarti al marketing delle vacanze, celato sotto mentite spoglie. Il marketing, anche quello delle vacanze, sposta il "gregge", abbindola le masse, non le persone. Il motto è sempre: "Guardati intorno"; eviterai di ritrovarti in luoghi invasi da orde di pedalatori omologati, urlanti e festanti. Il mondo sta diventando sempre più piccolo, ma qualcosa è rimasta da "esplorare", da condividere, al massimo con poche persone. In vacanza, vale il principio, "Meno siamo, meglio stiamo"e  anche il portafoglio vi ringrazierà. Cosi è !

E allora scrivo questa pagina con un esempio pratico e praticato. 

Nei viaggi ispirati dalla bicicletta, mi capita spesso di scoprire luoghi straordinari. Questi luoghi lontani dal mondo, intrisi di spiritualità e di bellezza, mi fanno sentire come a casa. Per scoprirli bisogna essere ciclisti che trovano naturale pedalare sulle salite alpine ed appenniniche. Li chiamo ciclisti d'altura. Il ciclista d'altura è un eremita a pedale; generalmente, pedala in solitudine, spesso meditando e/o pregando; pedala verso il cielo.  

In ogni tempo, e civiltà, la montagna è considerata, luogo sacro, punto focale per la vicinanza alla divinità. Ed è lì che mi piace scoprire il "nuovo", alternativo ai luoghi conosciuti e frequentati dalla massa, quelli trafficati come se fossero strade di Roma !

Per esempio non ha più senso, fare vacanze ciclistiche sulle Dolomiti, troppa gente, troppo traffico, frequentate, solo per dire, "sono stato sulle Dolomiti" !! La bellezza delle montagne ha bisogno del silenzio e/o della quiete. Le Dolomiti sono diventate dei condomini cittadini. Il turismo degli ultimi anni le ha stravolte, in nome del profitto. Ci vuole altro. Oramai l'overtourism ha travolto anche le Dolomiti, superandone la capacità ecologica e fisica di accoglienza, invase da un turismo di massa inaccettabile. 

E allora ? Ci vogliono monti liberi dal consumismo, alternativi, monti da amare e contemplare. Generalmente, le montagne libere, sono state scoperte da eremiti o da persone del posto o da ciclisti d'altura, i quali, spesso, per preservare il luogo non condividono i luoghi. 

Montagne affascinanti sulle quali si stagliano santuari, dimore eremitiche, posti in luoghi impervi, un tempo abitati in solitudine da personalità dotati di forte tempra ed eccelsa spiritualità. La solitudine dell'eremita è la forma più estrema di vita, una solitudine ricercata nel deserto o in luoghi montani disabitati. L'eremita costruiva il suo piccolo eremo in luoghi impervi, poco ospitali e poco accessibili, spesso abitando anche grotte naturali. Sistemava il suo luogo di preghiera, nel posto più recondito e suggestivo, collocandovi immagini sacre, spesso da lui create. E quando la sua fama di santità si diffondeva, ecco che la sua solitudine veniva interrotta dalle visite dei fedeli. Così tanti eremi sono diventati santuari. Come oggi capita con i monti attraversati dal Giro d'Italia, i quali resi noti, vengono raggiunti dai pedalatori, gente che non ama la Natura, la montagna, per loro conta solo emulare i corridori più famosi e condividere le foto sui social. Pedalatori si nasce. 

I santuari e gli eremi si trovano in altura anche per mondare, purificare, i peccati con la fatica, per rimanere in silenzio, l'unica modalità per accedere al dialogo con il divino. Per i ciclisti d'altura, il dialogo esistenziale con i monti e la Natura è una forma di esercizio atletico e spirituale. Per i ciclisti d'altura, abituati alla fatica più dura, al sacrificio più alto, le porte del Paradiso sono di per se, aperte. 

Il ciclista d'altura cerca, luoghi sconosciuti, isolati, scelti per favorire la pedalata libera, l'incontro con Dio, o con la bellezza austera della Natura, perpetuando l'alea di sacralità dei luoghi, caratteristica saliente sin dai tempi della preistoria, dove vivevano i primi insediamenti umani. 

Ecco l'ultimo eremo e santuario visitato. Me ne sono innamorato. Situato alla fine di una strada tortuosa, segnata dalle stazioni della Passione di Cristo, che attraversa una affascinante gola degli Appennini. In lontananza si intravede, il piccolo e millenario eremo, luogo sacro incastonato in una grotta naturale, circondata da un folto bosco aderente alle parenti rocciose. L'antico eremo è appartenuto alle monache benedettine di clausura, almeno dal 1029 ed è costituito da un piccolo edificio incastonato nella parte rocciosa e per metà sospeso sul dirupo a strapiombo. 

Nelle immediate vicinanze dell'eremo, all'interno di una grotta naturale maestosa, lunga 400 metri, si erge un antico santuario, costituito da un edificio magnifico, a forma ottagonale, su tre piani di finestre, fatto erigere da un Papa, nato da queste parti, il cui progetto è stato affidato ad un celebre architetto, completato ed inaugurato nel 1828. 

In questo luogo mistico, mi sono perso nei meandri dell'anima. Non vi dirò dove si trova e come raggiungerlo. I ciclisti hanno intuito e arguzia.  Lo dovrete scoprire da soli (ci sono indizi nel post). Non facilito l'overtourism.  

Un ulteriore consiglio. Le vacanze alternative si fanno anche nei boschi d'altura, quelli dove puoi fare gravel "con vista sul mare", come nel video allegato, tanto per rendere chiaro l'approccio alla vacanza alternativa dei ciclisti d'altura. 

Saluti ciclistici. 








 

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