martedì 3 settembre 2019

Test bike: tubolare Pirelli P Zero Velo.

Presentazione del prodotto.
Il Pirelli P Zero Velo Tub è l'unico tubolare del catalogo disponibile, come a dire, non ne servono altri, ne basta uno solamente.
Il primo contatto mi ha subito impressionato e mi ha ricordato lo slogan pubblicitario della Pirelli per il prodotto auto: la potenza non è nulla senza il controllo. La carcassa aveva qualcosa di insolito, di unico, che veniva svelato dal tatto, una densità diversa del battistrada, angoli stretti nella parte centrale e angoli più larghi ai lati, con la camera d'aria ( in lattice) incorporata da rimanere nettamente evidenziata nella struttura centrale, non il solito tubolare, uniforme e circolare, ma un nuovo tubolare strutturato in due profili diversi e specifici, due laterali e uno centrale, un tubolare a "3 sezioni", unico nel genere. Il battistrada ha rilievi scolpiti in modo irregolare, su una trama liscia prevalente, solcata da due righe sottili centrali ciò svela il carattere del prodotto, massima scorrevolezza e massimo grip.  In buona sostanza è stata la prima  e subitanea percezione, quella di un prodotto di riferimento, che fonde in se, tutte le migliori caratteristiche necessarie per la migliore perfomance.
Dal punto di vista tecnico, il Pirelli P Zero Velo Tub testato è da 25 mm nominali, 25,87 mm reali (come da foto) dal peso effettivo di 305 grammi.  Il logo è giallo e non è un caso; trattasi della mescola Yellow Soft, dimensione corse.  Le tecnologie utilizzate in questo tubolare fatto a mano, in Thailandia, il più grande naturale al mondo di pneumatici sono: a) Smarted Silicia, una formula che punta alla bassa resistenza al rotolamento, con un orientamento anisotropico, per la riduzione del calore generato dall'attrito, aderenza in velocità e sul bagnato e resistenza alla foratura ( aramaide); Functional Groove Design di derivazione nel motor sport, confort ed espulsione dell'acqua e diversa densità e struttura della carcassa, strutturata in angoli molto stretti della fascia centrale per un appoggio regolare e angoli più larghi delle fasce laterali per migliorare la sicurezza ( grip) e la risposta immediata alle accelerazioni; Ideal Contaur Shaping, cioè differenti raggi e disegni della carcassa sul fianco e sul battistrada per un impronta perfetta sull'asfalto ( una trama a fulmine riduce il rumore ed aumenta l'espulsione laterale dell'acqua, al fine di migliorare la stabilità e il controllo della velocità; c) mescola Yellow Soft con una carcassa da 320 TPI, il numero di riferimento per il confort e il grip ( TPI indica il numero di fili per pollice, più il valore è alto, maggiore sarà il confort e il grip), rinforzata in aramaide con camera d'aria incorporata in lattice, per minore peso, maggiore resistenza e minore attrito. Pressione di utilizzo da 7 a 10 ATM. Montaggio con nastro bi adesivo Tufo. Progettati per cerchi a canale largo e questo evidenzia un limite del progetto, da punto di vista estetico, come spiegherò più tardi. Alcune raccomandazioni generali. In nessun caso la pressione del pneumatico a freddo deve essere inferiore o superiore a quella indicata sul fianco. Pressioni troppo basse causano eccessiva deformazione della carcassa, deterioramento e consumo precoce dello pneumatico; Pressioni troppo alte rendono poco confortevole la guida, riducono l’impronta a terra, la protezione agli urti e causano un consumo prematuro della zona centrale del battistrada. Il mantenimento e controllo di un’idonea pressione di gonfiaggio resta un accorgimento necessario prima di ogni uscita e per tutta la durata di vita dello pneumatico. Il produttore aggiunge antiozonanti ed antiossidanti per minimizzare il degrado. Non applicare mai detergenti o cosmetici per migliorare l'aspetto estetico dei fianchi che risulterebbero anche nella rimozione degli antiossidanti. Controllare sempre la larghezza massima dello pneumatico consentita dal telaio della bicicletta. Una distanza insufficiente tra pneumatico e telaio potrebbe causare danni alla struttura del telaio stesso o dello pneumatico stesso, creando così una situazione potenzialmente pericolosa per il ciclista.
Tutto pronto. Adesso si alza la serranda e si esce dal garage, la strada ci dirà il responso definitivo e certo per un nuovo test made on the road.

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Test su strada.
Ho seguito per 20 anni l'evoluzione delle coperture per le biciclette da corsa, e nel tempo, mi sono avvicendato con diversi prodotti, tutti top di gamma, quindi il migliore livello di comparazione; tutto si evolve al top, nel top di gamma. I parametri di comparazione sono gli stessi e su questi si costruiscono nuovi prodotti. I telai e le ruote diventano più sensibili alle variazioni, i ciclisti molto di meno, e questo il limite dei prodotti: la percezione umana. I dati software non contano se non si traducono in emozioni, il tester è il compositore di un analisi sensibile, diffusa in una percezione emotiva. Ogni test è una sfida.
Per il test del primo tubolare Pirelli P Zero Velo, ho scelto la migliore ruota in assoluto, la Lightweight Meilenstein, straordinaria creazione, di impareggiabile potenza e performance e l'idea mi è venuta guardando le super car equipaggiate con le gomme Pirelli P Zero Velo. Se le ruote sono il componente più importante, anzi il componente assoluto, fino ad incarnare l'anima della bicicletta, il tubolare può influenzare la perfomance totale, una interazione simbiotica assoluta. Il tubolare è l'unico punto di contatto con l'asfalto, quindi è di assoluta importanza. 
Ringrazio la Bike Passion GMBH distributore della Lightweight, per avermi messo a disposizione, un paio di Meilenstein, provenienti dalle sacre e misteriose officine tedesche, perfettamente preparate per il test. Per la scelta del telaio, ho preferito scartare super light ed aero bike, troppo limitative, e ho utilizzato un telaio che per certi versi compone questi due segmenti, un telaio unico per fattezze e performance, la Colnago C64.
La condizione atletica è ottima e quindi ho potuto permettermi di esagerare nella spinta potendo contare su lucidità e una buona dose di incoscienza controllata dall'esperienza.
Fondo asciutto e fondo bagnato (in modo limitato per scelta del meteo), manto stradale di buone, discrete e pessime condizioni, vento, sole duro, caldo estremo, umidità esagerata, percorso vallonato, salite di media e dura pendenza ( superiori al 10%), discese lunghe veloci e tecniche. Pressione di utilizzo 7,5 - 8 ATM per un peso personale di 60 kg e di 6 kg e 300 grammi della macchina test. Abbigliamento con filamenti in Carbonio e scarpe top grazie alla collaborazione con Vardena Italy ed Evers Cycling. Macchina pulita, lucidata e lubrificata con Walbike. Tutto al top per una nuova sfida con la tecnologia.
Prime pedalate, gambe fluide, sensi accesi e tutto mi è venuto incontro, mi ha preso fino a dentro le fibre muscolari, fino a sentire una emozione subitanea, quella della migliore prestazione, la riconosco subito, è una cosa diffusa che mi prende ogni volta che vivo il meglio.
Passano i giorni e i chilometri, i percorsi si alternano, il vento e il sole mi accompagnano, le lunghe e difficili discese mi esaltano, le salite mi invitano alla consueta danza sui pedali e a qualche spinta da seduto.
Ogni angolo persino quello più estremo dei tubolari è stato utilizzato, niente è stato lasciato incompiuto. Piegare con i Pirelli P Zero, anche sfiorando il guardia rail, è stato un divertimento sicuro.
Il responso è stato all'altezza del blasone del marchio italiano. Il Pirelli P Zero Velo Tubolare è il prodotto di riferimento del momento. Punto. L'incontro è stato unico, emozioni e responsi tecnici netti e precisi. P Zero non lascia dubbi, è il migliore, per ora. 
Massimo grip, silenzioso, maneggevolezza totale ( persino con una ruota ad alto profilo, con elevata rigidità,  ed estrema, come la Lightweight Meilenstein, è "addomesticata") anche ad alte velocità, divertimento puro, risposta molto buona sui rilanci, pur trattandosi di un 25 mm da 305 grammi, più largo, meno leggero, meno reattivo (un ipotetico Pirelli P Zero Velo tubolare da 22-23 mm dal peso di 250-260 grammi sarebbe stato eccezionale), confort senza eguali su ogni terreno e condizione ( nonostante la ruota più rigida sul mercato, dopo 4 ore senza tensioni muscolari; su fondo sconnesso e dossi artificiali si ha la sensazione di pedalare su un materasso soffice !), scorrevolezza elevata netta e piacevole, stabilità così straordinaria da sentire accarezzato l'asfalto, il Pirelli P Zero tubolare cattura l'asfalto, accarezzandolo, come nessun'altro. Il responso che rende altrettanto unico il P Zero Tubolare, è quello di essere adatto/sensibile alla percezione umana, quindi tutti i ciclisti, anche quelli meno esperti, possono apprezzarne le qualità e avere subito confidenza con la strada, capace di interagire con qualunque ruota, persino quella più estrema. Il Pirelli P Zero è un prodotto di riferimento con il quale la concorrenza migliore dovrà fare i conti per il futuro. Una grande sfida dedicata ai ciclisti più esigenti.
Note: la parte interna del tubolare, quella che si incolla è di colore chiaro, quindi può rimanere visibile una volta montato il tubolare sul cerchio, soprattutto se non è piatto e largo almeno 24 mm. Sarebbe stato opportuno (e normale) realizzare anche questa parte interna con un colore scuro, per migliorare la resa estetica, considerazione di rilievo nella scelta. Questa dissonanza estetica, stride con il progetto di qualità del prodotto.Se fossi la Pirelli Velo aggiungerei al 25 e al 28 mm, anche il 23 mm, per avere una gamma completa e una variegata gamma di prestazioni. Il ciclista evoluto è attento e sofisticato. D'accordo che le ruote tendono ad aumentare la larghezza del cerchio, ma ce ne sono tante altre con il cerchio meno largo (per questo motivo più performanti in termini di peso e reattività).La camera d'aria in lattice certamente performante e leggera ha un limite pratico: ad ogni uscita occorre rimettere a pressione i tubolari, diversamente dalla camera d'aria in butile, meno leggera e performante, ma capace di mantenere la pressione più a lungo. Quindi occorre controllare ad ogni uscita, cosa di per sè, necessaria in ogni caso, ma con il Pirelli è indispensabile.
Eccessiva usura: dopo 600 km il tubolare posteriore si presentava come nelle foto, con un usura irregolare e diffusa. Stessa sorte anche per il tubolare posteriore nuovo. Il tubolare anteriore PZERO è quello meno durevole fino ad oggi provato. 
Pagella: Dal punto di vista della performance, equilibrio e parametri alti nei valori di riferimento, cioè  grip, resistenza al rotolamento e confort,  fanno del tubolare Pirelli P Zero Velo, un ottimo da 25 mm.  La camera d'aria in lattice di spessore medio, si sgonfia facilmente; ciò rappresenta un problema per chi volesse impiegarlo per lunghi allenamenti itineranti. Il posteriore presenta lo stato di usura come da foto allegate, dopo circa 600 km. Un limite inaccettabile. Dunque prestazione top con durata limitata. 
Saluti ciclistici.  











anche il secondo tubolare Pirelli PZero si è consumato precocemente...........





La camera in lattice.....

Smonto il tubolare Pirelli Pzero con la tecnica del "cucchiaino" da me ideata per evitare di tagliare e rovinare il cerchio......

 


E' ora passo al test Veloflex Pro Tour .......


1 commento:

  1. Ciao Caludio,
    grazie per la consueta e dettagliata recensione, molto curata nei contenuti e nella forma.
    Mi hai "stuzzicato" a provarli, nel prossimo cambio di tubolari seguiro' il tuo consiglio.
    Mi permetto di aggiungere un piccolo neo estetico, ovviamente dal mio punto di vista del gradimento, ossia quella "righina" bianca che rimane tra il tubolare ed il cerchio in carbonio la trovo che "stona", avrei preferito tutto nero in continuita' tra i due corpi (cerchio/tubolare).
    Ovviamente e' solo un mio parere, che non influenza la funzionalita' e le caratteristiche del prodotto recensito.

    Buona giornata
    Christian Biasibetti

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