C'è un tempo per ogni cosa; c'è un tempo per ogni test. Se la mia scrivania è la strada, a maggiore ragione, lo sarà per la Tarmac, che letteralmente significa, asfalto. L'obiettivo del test è scoprire quanta sostanza ci sia effettivamente nella top di gamma, Specialized Tarmac S-Works SL6, forse il telaio top di gamma più venduto ed ambito, il telaio più imitato dai concorrenti, basti pensare alla posizione dei foderi alti del carro posteriore, variante introdotta con la Specialized Shiv TT e diventato di uso comune sui nuovi telai concorrenti.
Il test inizia dall'analisi delle geometrie. La lunghezza del carro posteriore della versione disc della Tarmac SL6, è maggiore, quindi performance diversa: 405 mm ( misura racing) la versione rim e 410 mm per la versione disc. La versione rim, più compatta, dovrebbe essere più reattiva e più maneggevole.
Stack e Reach, rispettivamente, 527 mm e 380 mm, quindi telaio ottimamente compatto ( carattere reattivo). La misura del reach può essere influenzata dagli spessori sotto l'attacco manubrio e dal suo grado di inclinazione. Nel test l'attacco è a battuta, quindi senza spessori ed userò un attacco con angolo - 6°, il reach non sarà penalizzato e il telaio potrà esprimere tutta la potenzialità o i limiti.
La quota BB indica il drop del movimento centrale, cioè la distanza tra la scatola del movimento centrale e l'asfalto; più il valore è alto, minore sarà la distanza. Il valore della Tarmac S-Works SL6 è ottimo, e non è un caso, considerato che questo telaio è compatibile con coperture da 30 mm, e come è noto, ma forse non a tutti, le coperture da 30, 28 e 25 mm, allontanano particolarmente, il baricentro della bicicletta e quindi per compensazione, si tende a diminuire la distanza che intercorre tra la scatola del movimento centrale e l'asfalto. Non farlo significherebbe avere un baricentro alto, e quindi una bici poco maneggevole e reattiva, meno "incollata" sull'asfalto. L'angolo del tubo verticale è accentuato, quindi maggiore inclinazione, maggiore sloping, bici più compatta nella taglia da "indossare", più pronta nella risposta all'impulso, migliore negli inserimenti. Una parentesi. Le coperture grandi consentono un vantaggio in termini di stabilità nelle curve e di comfort, ma penalizzano in termini di leggerezza e quindi di reattività. Conta moltissimo la mescola, questo è quello che ho constatato su strada.
La resistenza all'aria è la forza maggiore che limita il ciclista, quindi una diminuzione, anche piccola, diminuisce l'impatto. Ecco perchè, un telaio polivalente come la Tarmac, deve essere aerodinamico. In casa Specialized l'aerodinamica è tutto, per questo, sono proprietari della galleria del vento, presso la sede di Morgan Hill, California, la cui immagine è il simbolo del marchio, a mio avviso. Per essere aero, il tubo obliquo della Tarmac SL6 S Works non è tondo, il profilo tende a modificarsi per tutta la lunghezza; la forcella ha una testa più sottile, non solo, per accogliere coperture più larghe, ma anche per renderla più filante, mentre i foderi scendono verticali per avvicinare la ruota anteriore al tubo obliquo e ridurre le turbolenze; i foderi alti posteriori riprendono il disegno della SHIV TT e quindi cambiano il punto di innesto sul tubo verticale (piantone), sono più bassi, in modo da rendere il carro posteriore più compatto e rigido, e, secondo la Specialized, migliorare il comfort, soluzione imitata dai concorrenti; la forma del reggisella ( disponibile con offset da 20 mm e 0 mm, sconsigliato per non sovraccaricare le ginocchia) e del piantone (a D) non è tonda, inoltre il reggisella ha due sezioni distinte, la parte inferiore è molto rigida per essere in grado di sostenere la pressione del serraggio, mentre la parte superiore, flette nella misura necessaria per migliorare il comfort. I tubi hanno un profilo "schiacciato", per fare in modo che la scia del vento, lasci lentamente la superficie. Insomma la galleria del vento di Morgan Hill, California, quella della Specialized, lavora su tutta la gamma, dalle coperture, ai caschi, fino ai telai. Tutto è aerodinamico in casa Specialized. E' appena il caso di precisare che l'aerodinamica migliora la performance, riducendo l'utilizzo di watt. La Tarmac test ha un profilo asimmetrico. La Tarmac S-Works è costituito da varie parti monoscocca assemblate successivamente ( tubo sterzo/tubo orizzontale/tubo obliquo; tubo verticale/scatola del movimento centrale/foderi bassi e verticali), con fibre allineate da tubo a tubo. Il tubo sterzo con profilo più largo nella parte inferiore ( 1/5), si chiude nella parte centrale e si allarga di nuovo nella parte superiore (1/8 ). Il forcellino è robusto per essere più rigido e quindi più preciso per i cambi moderni, molto sensibili. Telaio garantito a vita per il primo proprietario ( due anni per il secondo proprietario che decorre dal giorno dell'acquisto da parte del primo proprietario) e questo lo considero importante, in termini di qualità e di assistenza post vendita; 2 anni per la vernice e le decalcomanie . In generale penso che due anni di legge sono pochi e generalmente consiglio di scegliere prodotti con garanzia di almeno 5 anni. Carbonio FACT 12r, brevetto Specialized. Di serie, i cuscinetti Ceramic Speed per il movimento centrale con garanzia di 4 anni. Telaio realizzato in Taiwan.
Sul sito della Specialized non è riportato il peso del kit telaio, ma viene solo indicato una riduzione di peso di 200 grammi rispetto alla versione precedente. Probabilmente è una scelta di marketing. Il peso non è tutto, quindi provatelo e poi capirete, potrebbe essere questo il senso del messaggio. In assenza di un peso nominale ufficiale, faccio chiarezza sul punto. Il peso della bici test è di 6,200 kg. Il peso del telaio nella taglia 52 (S) è 900 grammi, comprese le 4 viti dei portaborracce. Non mi aspettavo qualcosa in meno, considerato che la Tarmac è un telaio polivalente, da grandi Giri, è realizzata a mano ( può variare) e la vernice nera satinata (matte) non è leggera, anche se è tra le più accattivanti. Le decalcomanie sono in nero lucido con effetto ottico interessante. La Tarmac S-Works SL6 è un telaio aero polivalente per cui occorre il giusto peso per "menare" anche in pianura e sul percorso vallonato. La tendenza del mercato è quella di realizzare telai non ultra light. Premesso che la rigidità dipende anche dalla tipologia della fibra impiegata e dalla loro angolazione a zero gradi, per quanto ho potuto constatare nei precedenti test, i telai meno leggeri hanno dimostrato più rigidità torsionale e laterale, più perfomance in ogni segmento del percorso. Il telaio vincente è quello che riesce ad ottimizzare i parametri del comfort, del peso, della rigidità, elevandoli il più possibile. In generale, c'è ancora da fare nella costruzione dei telai in carbonio, per raggiungere il migliore compromesso e molti brand non estremizzano più i pesi, preferendo pesi leggeri a quelli leggerissimi anche per evitare quella sensazione di alleggerimento che cresce in maniera proporzionale alla velocità durante le discese e in fase di frenata. Più rigidità della scatola del movimento centrale e del tubo obliquo, significa bici più reattiva; più rigidità del tubo sterzo significa maggiore maneggevolezza, considerando che un telaio di taglia piccola, poco rigido, tende ad allargarsi all'uscita delle curve, mentre quello in taglia grande, tende ad uscire nella parte centrale della curva; ecco allora che la rigidità è essenziale per una migliore perfomance. Il punto del telaio dove invece occorre meno rigidità, è quella del tubo verticale, in questo punto occorre la giusta flessione sulla parte alta del tubo verticale, altrimenti sarebbe compromesso il comfort. Nel punto prossimo alla scatola del movimento centrale invece la rigidità deve essere maggiore, per avere la migliore resa. Occorre il giusto mix delle tipologie di carbonio e per farlo ci vuole molta ricerca e sviluppo. La questione della variazione della risposta in termini di rigidità, a seconda della diversa taglia, secondo i tecnici della Specialized, sarebbe stato risolto con un lay up di 500 parti di carbonio, ed orientando le fibre, a seconda delle misure, in modo che nessun ciclista finisca per essere penalizzato. Penso che possa parlarsi "della personalizzazione della rigidità", che soltanto brand con notevole budget possono permettersi di offrire. Per ora mi fermo qui. Continuerò a "scrivere sulla strada", come sempre. Sulle differenze tra la versione rim brakes e quella disc CLICCA QUI .
TEST SU STRADA.
Il test inizia dall'analisi delle geometrie. La lunghezza del carro posteriore della versione disc della Tarmac SL6, è maggiore, quindi performance diversa: 405 mm ( misura racing) la versione rim e 410 mm per la versione disc. La versione rim, più compatta, dovrebbe essere più reattiva e più maneggevole.
Stack e Reach, rispettivamente, 527 mm e 380 mm, quindi telaio ottimamente compatto ( carattere reattivo). La misura del reach può essere influenzata dagli spessori sotto l'attacco manubrio e dal suo grado di inclinazione. Nel test l'attacco è a battuta, quindi senza spessori ed userò un attacco con angolo - 6°, il reach non sarà penalizzato e il telaio potrà esprimere tutta la potenzialità o i limiti.
La quota BB indica il drop del movimento centrale, cioè la distanza tra la scatola del movimento centrale e l'asfalto; più il valore è alto, minore sarà la distanza. Il valore della Tarmac S-Works SL6 è ottimo, e non è un caso, considerato che questo telaio è compatibile con coperture da 30 mm, e come è noto, ma forse non a tutti, le coperture da 30, 28 e 25 mm, allontanano particolarmente, il baricentro della bicicletta e quindi per compensazione, si tende a diminuire la distanza che intercorre tra la scatola del movimento centrale e l'asfalto. Non farlo significherebbe avere un baricentro alto, e quindi una bici poco maneggevole e reattiva, meno "incollata" sull'asfalto. L'angolo del tubo verticale è accentuato, quindi maggiore inclinazione, maggiore sloping, bici più compatta nella taglia da "indossare", più pronta nella risposta all'impulso, migliore negli inserimenti. Una parentesi. Le coperture grandi consentono un vantaggio in termini di stabilità nelle curve e di comfort, ma penalizzano in termini di leggerezza e quindi di reattività. Conta moltissimo la mescola, questo è quello che ho constatato su strada.
La resistenza all'aria è la forza maggiore che limita il ciclista, quindi una diminuzione, anche piccola, diminuisce l'impatto. Ecco perchè, un telaio polivalente come la Tarmac, deve essere aerodinamico. In casa Specialized l'aerodinamica è tutto, per questo, sono proprietari della galleria del vento, presso la sede di Morgan Hill, California, la cui immagine è il simbolo del marchio, a mio avviso. Per essere aero, il tubo obliquo della Tarmac SL6 S Works non è tondo, il profilo tende a modificarsi per tutta la lunghezza; la forcella ha una testa più sottile, non solo, per accogliere coperture più larghe, ma anche per renderla più filante, mentre i foderi scendono verticali per avvicinare la ruota anteriore al tubo obliquo e ridurre le turbolenze; i foderi alti posteriori riprendono il disegno della SHIV TT e quindi cambiano il punto di innesto sul tubo verticale (piantone), sono più bassi, in modo da rendere il carro posteriore più compatto e rigido, e, secondo la Specialized, migliorare il comfort, soluzione imitata dai concorrenti; la forma del reggisella ( disponibile con offset da 20 mm e 0 mm, sconsigliato per non sovraccaricare le ginocchia) e del piantone (a D) non è tonda, inoltre il reggisella ha due sezioni distinte, la parte inferiore è molto rigida per essere in grado di sostenere la pressione del serraggio, mentre la parte superiore, flette nella misura necessaria per migliorare il comfort. I tubi hanno un profilo "schiacciato", per fare in modo che la scia del vento, lasci lentamente la superficie. Insomma la galleria del vento di Morgan Hill, California, quella della Specialized, lavora su tutta la gamma, dalle coperture, ai caschi, fino ai telai. Tutto è aerodinamico in casa Specialized. E' appena il caso di precisare che l'aerodinamica migliora la performance, riducendo l'utilizzo di watt. La Tarmac test ha un profilo asimmetrico. La Tarmac S-Works è costituito da varie parti monoscocca assemblate successivamente ( tubo sterzo/tubo orizzontale/tubo obliquo; tubo verticale/scatola del movimento centrale/foderi bassi e verticali), con fibre allineate da tubo a tubo. Il tubo sterzo con profilo più largo nella parte inferiore ( 1/5), si chiude nella parte centrale e si allarga di nuovo nella parte superiore (1/8 ). Il forcellino è robusto per essere più rigido e quindi più preciso per i cambi moderni, molto sensibili. Telaio garantito a vita per il primo proprietario ( due anni per il secondo proprietario che decorre dal giorno dell'acquisto da parte del primo proprietario) e questo lo considero importante, in termini di qualità e di assistenza post vendita; 2 anni per la vernice e le decalcomanie . In generale penso che due anni di legge sono pochi e generalmente consiglio di scegliere prodotti con garanzia di almeno 5 anni. Carbonio FACT 12r, brevetto Specialized. Di serie, i cuscinetti Ceramic Speed per il movimento centrale con garanzia di 4 anni. Telaio realizzato in Taiwan.
Sul sito della Specialized non è riportato il peso del kit telaio, ma viene solo indicato una riduzione di peso di 200 grammi rispetto alla versione precedente. Probabilmente è una scelta di marketing. Il peso non è tutto, quindi provatelo e poi capirete, potrebbe essere questo il senso del messaggio. In assenza di un peso nominale ufficiale, faccio chiarezza sul punto. Il peso della bici test è di 6,200 kg. Il peso del telaio nella taglia 52 (S) è 900 grammi, comprese le 4 viti dei portaborracce. Non mi aspettavo qualcosa in meno, considerato che la Tarmac è un telaio polivalente, da grandi Giri, è realizzata a mano ( può variare) e la vernice nera satinata (matte) non è leggera, anche se è tra le più accattivanti. Le decalcomanie sono in nero lucido con effetto ottico interessante. La Tarmac S-Works SL6 è un telaio aero polivalente per cui occorre il giusto peso per "menare" anche in pianura e sul percorso vallonato. La tendenza del mercato è quella di realizzare telai non ultra light. Premesso che la rigidità dipende anche dalla tipologia della fibra impiegata e dalla loro angolazione a zero gradi, per quanto ho potuto constatare nei precedenti test, i telai meno leggeri hanno dimostrato più rigidità torsionale e laterale, più perfomance in ogni segmento del percorso. Il telaio vincente è quello che riesce ad ottimizzare i parametri del comfort, del peso, della rigidità, elevandoli il più possibile. In generale, c'è ancora da fare nella costruzione dei telai in carbonio, per raggiungere il migliore compromesso e molti brand non estremizzano più i pesi, preferendo pesi leggeri a quelli leggerissimi anche per evitare quella sensazione di alleggerimento che cresce in maniera proporzionale alla velocità durante le discese e in fase di frenata. Più rigidità della scatola del movimento centrale e del tubo obliquo, significa bici più reattiva; più rigidità del tubo sterzo significa maggiore maneggevolezza, considerando che un telaio di taglia piccola, poco rigido, tende ad allargarsi all'uscita delle curve, mentre quello in taglia grande, tende ad uscire nella parte centrale della curva; ecco allora che la rigidità è essenziale per una migliore perfomance. Il punto del telaio dove invece occorre meno rigidità, è quella del tubo verticale, in questo punto occorre la giusta flessione sulla parte alta del tubo verticale, altrimenti sarebbe compromesso il comfort. Nel punto prossimo alla scatola del movimento centrale invece la rigidità deve essere maggiore, per avere la migliore resa. Occorre il giusto mix delle tipologie di carbonio e per farlo ci vuole molta ricerca e sviluppo. La questione della variazione della risposta in termini di rigidità, a seconda della diversa taglia, secondo i tecnici della Specialized, sarebbe stato risolto con un lay up di 500 parti di carbonio, ed orientando le fibre, a seconda delle misure, in modo che nessun ciclista finisca per essere penalizzato. Penso che possa parlarsi "della personalizzazione della rigidità", che soltanto brand con notevole budget possono permettersi di offrire. Per ora mi fermo qui. Continuerò a "scrivere sulla strada", come sempre. Sulle differenze tra la versione rim brakes e quella disc CLICCA QUI .
TEST SU STRADA.
Tarmac SL6 S Works è il
telaio che ha conquistato più vittorie nel circuito Pro Tour, per
merito dei corridori e dei campioni, che lo hanno cavalcato; ci
vogliono coraggio, fortuna, gambe, cuore e mente per vincere, non si
discute, ma un telaio performante può agevolare il gesto atletico o
al contrario, limitarlo e anche questo non si discute. In buona
sostanza, la Specialized Tarmac SL6 S- Works aiuta a vincere, se la
giornata è quella giusta.
La Tarmac SL6 S- Works è
un telaio di ultima generazione, lo definisco, aero, multi purpose,
in altre parole, telaio aerodinamico, polivalente, quindi ottimo su tutti i
terreni, può sprintare, “menare” in salita, attaccare in modo
netto, risoluto, gli strappi duri, volare in discesa a velocità
elevate, in totale controllo e sicurezza, confortevole sulle lunghe
percorrenze e sui terreni accidentati; un telaio maneggevole e facile
da gestire in ogni condizione, regala “confidenza”, sin dalla
prima pedalata, a patto che le misure biomeccaniche siano quelle
giuste, ovviamente; è così attaccata all'asfalto da sentirla sempre
in presa diretta, pronta ad accelerare. La Tarmac SL6 S-Works denota
una risposta lineare e di livello assoluto, in tutti i parametri,
vale a dire, equilibrio e prestazione; è la perfetta quantità di tutto quello di cui ha bisogno un ciclista gran fondista e "salitomane", che voglia lottare contro il vento. Il telaio solo da salita, perde negli altri segmenti del percorso, quindi, è meglio avere un telaio equilibrato su tutto il percorso. Impressiona l'agilità/maneggevolezza della Tarmac S - Works SL6, inserirla nelle curve tecniche è divertimento puro e soprattutto è facile farlo, come la capacità di risposta immediata, nello scarto di un pericolo ( sasso, buca, ecc.). La Tarmac SL6 S.Works con l'avantreno rigido e reattivo e il passo corto, è la tipologia di telaio che piace a me, reattivo e preciso.
L'aerodinamica è tutto
per quelli della Specialized e ci credono al punto di non trascurare
nulla, ogni millimetro della Tarmac SL6 S Works è conformato al
dettato Aero is Everything; è sufficiente seguire il profilo
e le sezioni dei tubi per capirlo. Su strada tutto ciò si traduce
nel mantenere la velocità, resistere agli sbandamenti provocati
dalle scie dei camion, e in generale, migliorare la pedalata contro
il vento, a patto, di mantenere la posizione giusta, cioè schiena e
braccia piegate, gomiti e gambe strette.
Tubazioni aero, ma non
over size ( non serve ingrandire troppo, se si usa carbonio di alta
qualità orientandolo con grado pari a zero) , profilo silente (
nessun rumore di scatola vuota su strada), tanta rigidità laterale e
torsionale, nei punti dove conta, cioè sull'avantreno, scatola del
movimento centrale e tubo obliquo, risposta immediata
all'accelerazione, ideale per chi predilige cambiare passo,
soprattutto in salita, e perfetta tenuta in discesa; rigidità per
salvare Watt ed avere una migliore tenuta su strada, migliore di quella del telaio da pura salita. La Tarmac SL6
S-Works, in discesa, è agile, precisa e facile da guidare,
dimostra totale controllo, in ogni condizione, come quando capita di
schivare sassi, buche o inserirsi nelle curve tecniche, impossibile
sbagliare traiettoria, a meno che si abbia paura della discesa, ma
anche, in quel caso, la Tarmac, farebbe sentire più sicuro anche il
ciclista in difficoltà per esperienza o limiti di sicurezza
personale. Di meglio quelli della Specialized non potevano fare, allo
stato dell'arte. Considerato che la Tarmac SL6 S Works è performante
ed è garantita a vita (telaio/forcella), si potrebbe decidere di non
cambiarla mai, con l'ultima novità; ecco spiegato perchè si vedono
ancora molte Tarmac SL4 e SL5, per le strade. Una chiosa. Ho pensato molto alla funzionalità del carro posteriore con i foderi bassi, una sorta di "doppio sloping", così mi piace definirlo, concepito per aumentare la compattezza del telaio e la reattività.
Alla fine di questo test,
posso dire di essere riuscito a soddisfare la brama di conoscenza di
un altro prodotto cult. Consiglio la Tarmac SL6 S – Works, l'ultima Tarmac, rim brakes, la migliore delle Tarmac, "l'ultima" Tarmac.
Difetti:
I telai Specialized top di gamma vengono venduti con cuscinetti BB30 della Ceramic Speed; nel caso in cui si voglia installare la guarnitura con asse da 24 mm e non quella con asse da 30 mm, allora occorre installare le calotte ( fornite di serie); ma queste calotte, che altro non sono che degli adattatori, vengono montate a pressione, e quindi causano scricchiolii, quando si spinge sui pedali in salita. Consiglio di sostituirle con quelle che vanno avvitate, modello Threaded. Mi spiego. Le calotte a pressione sono degli adattatori per il montaggio della guarnitura con perno da 24 mm sulla scatola del movimento centrale BB30, ma toglietele se non volete sentire rumori. Ecco il movimento centrale che consiglio per utilizzare guarniture con asse da 24 mm CLICCA QUI . Per approfondire la questione CLICCA QUI
Pagella SPECIALIZED TARMAC S-WORKS SL6 (rim brakes) ( taglia 52 - S) :
Reattività ( scatto): 10
Rigidità laterale, torsionale e dell'avantreno 9
Comfort: 10
Maneggevolezza: 9
Stabilità: 10
Peso: quello giusto
considerato che il telaio ultra leggero flette sotto sforzo e in
discesa tende a perdere controllo e stabilità, mentre quello non
leggero, si “pianta” quando serve di accelerare. La prestazione
top necessita del peso giusto, del “suo” peso. Questo è un dato
oggettivo che ho imparato in questi anni, testandoli. Dunque il peso
della Tarmac SL6 S Works è quello giusto.
Garanzia: 10 ( illimitata
per telaio e forcella, per il primo proprietario). Credo che la
garanzia illimitata sia uno dei motivi per cui scegliere un telaio,
considerata la sollecitazione non indifferente dei materiali. La
qualità va garantita per sempre, mi sembra una cosa ovvia. Due, tre, cinque anni sono
pochi.
Postfazione.
Sentirsi “unito” alla bicicletta, in una sorta di simbiosi
muscolare-mentale, unisono meccanico-fisico, perfetta assonanza,
questo ho sentito durante il test della Tarmac SL6 S Works.
E' comparando questo test con quello fatto con la SL7 S Works, posso dire: un minuto di silenzio per chi pensava che la SL7 SWORKS fosse migliore della SL6 SWORKS RIM BRAKES.
Saluti ciclistici.
Peso bici test completa di pedali e portaborracce |
Peso telaio taglia 52 comprensivo di 4 vite portaborracce |
Adesso sono veramente curioso di vedere questo TEST. Quelle ruote sono il Santo Graal per chi va in Montagna non esiste di meglio anche se io preferisco le Schwarz-ED :-P. Essendo un telaio areodinamico avrei preferito le Millestein e come vedere una bionda con una minigonna, anche l occhio vuole la sua parte.
RispondiEliminaSaluti Ciclistici
Ciao Damiano. Grazie per il tuo commento.Le ruote test sono le Gipfelsturm Schwarz Edition. Stay Tuned. Saluti ciclistici.
EliminaBuongiorno complimenti per il test ! A proposito ma sei di Latina ?
RispondiEliminaBuongiorno Romolo. Ti ringrazio. Non abito a Latina. Saluti ciclistici.
EliminaCiao Claudio, che bello vedere che stai testando una Specialized SL6 e soprattutto rim brake. Dopo aver avuto il primo Tarmac e poi SL2, SL4 e SL5, abbandonato Specialized per Bianchi Specialissima e ora Colnago C64, sono curioso di vedere a che punto è arrivata l’evoluzione della specie Tarmac S-Works per confrontarci sulle nostre sensazioni. Da quanto leggo ci sarà da divertirsi, grazie ancora per quello che fai per noi comuni appassionati delle semplici e pure ma uniche bdc rim brake.
RispondiEliminaBuongiorno, mi chiamo Failla Vincenzo. Sono affascinato sia da Cervelo R5 (modello 2020 blu navy rim brake) Che dalla Tarmac sl6 rim brake. Hai avuto modo di provare la nuova gamma R5, cosa cambia rispetto al modello da te testato (2018)? La bici la userei per tutti i terreni, gare vallonate, medio fondo, circuiti con rilanci e strappi da effettuare ogni giro. Ruote medio/alto profilo (da 35 mm fino a 60 mm) e possibilmente la monterei con SRAM Red etap 11 velocità. Grazie e a presto
RispondiEliminaBuongiorno. Sono due telai molto performanti. La R5 rimane ancora troppo corta sul tubo sterzo e questo la rende meno adatta ai ciclisti "duri a piegare la schiena"; troppi spessori sotto il manubrio ne riducono la prestazione. Quello che posso consigliare è di scegliere il telaio più adatto alle proprie misure antropometriche, quindi occorre valutare la scelta insieme ad un biomeccanico preparato che valuti la capacità di piegamento della schiena. Sconsiglio di scegliere il telaio che può usarsi con molti spessori; più di 1 cm diventa un adattamento estremo. Saluti ciclistici.
EliminaBuongiorno Claudio, complimenti per l'ottima descrizione. Mi piace il nastro manubrio che hai, che marca è , che modello? Cosa consigli come nastro top? Grazie.
RispondiEliminaCiao Andrea, Ti ringrazio. Il nastro è Shimano, qualche post dietro troverai la recensione. E' ottimo, lo consiglio senz'altro. Saluti ciclistici.
EliminaSalve Ciclisti, le parole di claudio rispecchiano perfettamente le caratteristiche di questa super bici... È una bici polivalente la trovo performante sia nelle gare a circuito e sia nelle Gran Fondo dove la salita non manca... La utilizzo con delle Bora Ultra 50 MM, bella sia esteticamente e valida su tutti i terreni... Buone pedalate Amici
RispondiEliminaBuongiorno Claudio,
RispondiEliminaho letto con attenzione il test. La bici sembra essere TOP e i voti della pagella lo confermano.
Dal confronto con il test della C64 sembra che questa Tarmac SL6 S Works sia superiore.
Anche le tue sensazioni confermano questa mia impressione?
Un saluto.
Ciao Dario. La Tarmac SL6 è più rigida sull'avantreno, più reattiva ( scattante) e maneggevole; anche il comfort è migliore. In discesa l'inserimento nelle curve tecniche ad alta velocità è più facile ed intuitivo. Si guida meglio. Per chi va in salita l'accelerazione è più facile e pronta. Del resto le geometrie parlano chiaro; BB Drop migliore e telaio più corto. Saluti ciclistici.
EliminaBuongiorno Claudio sono anni che seguo i tuoi test volevo chiederti cosa ne pensi della Factor o2 vam con freni tradizionali? Attualmente possiedo una colnago c64 scelta dopo aver letto la tua recensione in attesa di una tua risposta ti auguro buona giornata
RispondiEliminaBuongiorno Diego. Tocchi un tasto dolente. Ho chiesto alla Factor Bikes di farmi testare gratuitamente ( non chiedo soldi ai marchi per testarli, lo faccio solo per passione), il loro telaio di punta, sia il Vam che lo 02. Ad oggi la Factor Bikes, non mi ha risposto. Mi sembra di capire che in Italia la Factor Bikes non abbia una rete di vendita capillare, dotata di bike test; in generale, i rivenditori di tutti i marchi, devono acquistare loro le bici test e considerata la difficoltà che sta attraversando il settore, non tutti lo fanno, e si appoggiano alla casa madre, che a sua volta, invece tende ad appoggiarsi ai rivenditori, e quindi, in buona sostanza, solo i marchi più forti economicamente, mettono a disposizione dei consumatori, le bici test. Fatta questa premessa, i telai Factor Bikes, hanno un limite nelle geometrie, il tubo sterzo è basso, e quindi credo che non tutti i ciclisti possono usarli senza spessori sotto il manubrio. Per il resto ci sono tutte le premesse per essere un buon telaio, e considerato anche il prezzo alto, si presume che abbiano impiegato un ottimo carbonio nella fabbrica Factor Bikes che si trova a Taiwan. E'un telaio che seguo con interesse, ma non posso dare un parere sicuro e preciso, fino a quando non riuscirò a testarlo.; sarei disposto a provarlo anche partecipando alla famosa e dura corsa Taiwan Kom Challenge, in pratica a casa loro. Non sei l'unico lettore del blog ad avermi chiesto un parere sul telaio Factor Bikes. Consideralo un test programmato. Saluti ciclistici.
EliminaBuongiorno Claudio, visto che li hai provati entrambi mi piacerebbe avere la tua opinione sul confronto fra questo telaio e la Bianchi Specialissima CV. Grazie
RispondiEliminaBuongiorno Luca A.P. . Ottimi telai. La Tarmac più agile, più scattante, più versatile e rigida. La Bianchi più confort. Saluti ciclistici.
EliminaCiao, leggo i tuoi articoli e mi piace il tuo stile di scrittura, l'attenzione tecnica ai dettagli, il valore delle sensazioni in sella, e la percezione di schiettezza.
RispondiEliminaSto per cambiare telaio, ed essendo un nostalgico mi sto orentando su telai che montino gruppi tradizionali con freni rim. La scelta è ricaduta sul sl5. Leggendo il tuo articolo ha dei dubbi che forse l'sl6 sia migliore in tutto. Premesso che ad oggi luglio 2024, trovare un telio di questi modelli nella mia taglia è un'impresa, ti chiedo al di là delle qualità tecniche in favore del sl6 e del prezzo un po' più vantaggioso del sl5, c'è qualche elemento che potrebbe spostare la scelta su uno o l'altro? Ad esempio il comfort. Comfort che leggo essere migliore nell'sl6 ma questo vale anche nelle lunghe distanze? A livello di messa in sella ho idea che l'sl6 ti costringa ad una posizione più racing e quindi all'utilizzo di più spessori in caso si fosse duri a piegarsi.
Mi sbaglio? Forse il comfort maggiore dipense dalla possibilità di avere dei pneumatici più larghi e dalla forma del regisella?
Nelle lunghe salite, c'è molta differenza tra le due?
Mi fermo con le domande altrimenti andrei avanti all'infinito.
Grazie anticipatamente
Ciao. Grazie per il tuo feedback. Sarò sintetico. Telai industriali con misure standard, significa, piccole differenze nella prestazione e adattamento alle geometrie standard. Quindi non troverai grandi differenze nella prestazione, ma nelle misure e lì che si gioca la partita della scelta. Ti consiglio di rivolgerti ad un biomeccanico e valutare, con lui, qual'è il telaio, dal punto di vista delle geometrie, al quale potresti adattarti meglio. Tutto qui. Spero di essere stato esaustivo. Postilla. Condivido la tua scelta per telai rim. Saluti ciclistici.
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