mercoledì 22 gennaio 2020

I freni a disco sulle biciclette da corsa. L'ultima bugia del marketing.

Quando vedo freni posteriori a tamburo installati su pesanti SUV e freni a disco assemblati su una bici da strada, mi rendo conto che il marketing si approfitta dei ciclisti, a cui consiglio di resettare e ripristinare il senso della realtà. Se per frenare un auto che pesa più di 2000 kg non servono 4 freni a disco, allora mi chiedo se servono davvero 2 freni a disco per frenare una bici da corsa di 7,5-8 kg ?
Sia chiaro. Che ognuno scelga quello che più gli piace, ma che possa continuare a farlo. Non sopporto la logica miope di alcuni brand, di togliere dal catalogo, i modelli top di gamma, rim brakes, ciò viola la libertà di scelta del consumatore e la libera concorrenza. Non esiste un prodotto perfetto, ma solo incompiuto, e visto che anche il freno a disco, ha i suoi limiti, allora perché imporlo come scelta ? A chi giova tutto questo ? Al marketing, così costringe a cambiare la bici da corsa intera e non solo il telaio. Saluti ciclistici. 

13 commenti:

  1. Ciao Claudio seguo da tempo e condivido totalmente la tua battaglia per aprire gli occhi ai ciclisti sull'inutilità dei freni a disco sulla bici da corsa (arrogante operazione di marketing) purtroppo mi sembra una battaglia persa, anche i grandi marchi italiani hanno ormai in catalogo quasi esclusivamente bici con freno a disco per non parlare degli americani. Volevo cambiare la mia Cannondale supersix con la nuova alto modulo che però con i freni a disco costa quasi il doppio della mia e pesa 100 gr di più.... qualcosa non torna.
    Penso che mi rivolgerò ad un artigiano che me la monti come voglio io.
    Un saluto, Roberto.

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    1. Ciao Roberto. Ti ringrazio per il Tuo commento. Circa la differenza di peso dei modelli da te indicati, con riferimento alle bici assemblate con gli stessi componenti di alta gamma, quindi aggiungendo anche l'impianto frenante idraulico la nuova Cannondale, pesa più di 500 grammi in più cioè mezzo chilo della tua ! Direi troppi e come dici tu "qualcosa non torna". Insomma siamo nell'era della regressione delle biciclette. Va be che ci sono più ciclisti in sovrappeso rispetto al passato, e quindi chilo più, chilo meno per loro non fa differenza , però la regressione è in atto con il placet di molti media Condivido la tua scelta di optare per un telaio su misura, anche se ci sono ancora molti telai rim brakes disponibili a catalogo, quindi nuovi ma anche usati e qui si fanno grandi affari, grazie ai fedeli del marketing. Saluti ciclistici.

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    2. Aggiungo. In questi mesi i ciclisti sembrano ossessionati da notizie destituite completamente di fondamento perciò preferisco fare corretta informazione in barba ai chiacchieroni. Molti marchi forniscono due opzioni a catalogo 2020, quella rim e quella disco deejay. Alcuni modelli: Cervelo R5, Bmc SLR01, Specialized S Works SL6, Factor 02 e 02 Vam, Bianchi Oltre XR4, Bianchi Specialissima CV, Colnago C64, Colnago V3, Colnago Concept, Pinarello Dogma F 12, Cinelli, eccetera, tutti modelli top di gamma. Poi ci sono alcuni marchi che invece hanno investito solo sul disc per miopia commerciale, perdendo i consumatori che non vogliono passare al disco, come la Trek, la Cannondale, la Scott, insomma se ne può fare a meno anche dei loro prodotti disc. Infine ci sono tutti quei marchi che offrono il su misura che realizzano i loro telai anche rim brakes, come Passoni, Pegoretti, Basso eccetera. Insomma non fatevi infinocchiare dai chiacchieroni di mestiere o da bar, allargate gli orizzonti. Saluti ciclistici.

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  2. e poi: i costi di manutenzione? ogni quanto vanno cambiate le pastiglie? e i dischi? e quei simpatici sfregolamenti, quando con i tradizionali un colpetto e via? e le bugie sul presunto consumo delle piste (che manco frenasse la mercedes f1)? e le forcelle disassate? (a meno che un bel giorno ne mettano 2 per ruota asimmetrici. e il falso senso di sicurezza che indurrà ad azzardare manovre non gestibili da uno che non è prof? e poi per frenare come? dove? sulle strade normali facendo ciclismo amatoriale?

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    1. Ciao Gianpaolo. Il Tuo commento è uno dei più interessanti e competenti pubblicati sul blog. Complimenti e ti ringrazio. Saluti ciclistici.

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    2. l'input però e tutto tuo, l'approfondimento e l'attenzione ne generano altra, a proposito, da gran salitore, spiega come far discese e quali parti sono davvero sollecitate , compresa prudenza e sicurezza

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  3. Ciao Claudio e ancora complimenti per la tua chiave di lettura e di semplice buon senso su questo ciclismo attuale.
    Io penso che l'alienazione generalizzata che pervade il mondo dei ciclisti amatoriali sia ai suoi massimi storici!..:)..innanzitutto penso che la bicicletta sia un mezzo semplice (per fortuna) e in quanto tale non si capisce il bisogno di farla diventare come una pseudo-moto semplicemente perché in galleria del vento a 50 all'ora costanti in 30 minuti guadagni 20 secondi!!!...dico io, ma che follia è mai questa!?...ad ogni modo oltre ai freni a disco che trovo personalmente oltre che brutti da vedere anche laboriosi/poco pratici e più onerosi su una BDC specialmente su telai da salita, anche la questione gruppi elettronici, perché mai andare ad aggiungere peso inutile e a pagarlo a peso d'oro per una componente che se ben regolata non la tocchi più.
    Io vedo per esempio sulla mia S-WORKS Tarmac SL5 come lo SRAM RED22 meccanico vada che è una meraviglia ed è attualmente (correggimi tu Claudio se sbaglio) ancora uno dei gruppi più leggeri del mercato, se non il più leggero!..sarà mica fatica spingere il comando con il dito dico io?!
    Un conto era cambiare rapporti con le levette nel tubo obliquo rispetto ai comandi integrati nelle leve freni e un altro è fare lo stesso gesto per ottenere lo stesso risultato ma avere l'onere della maggiore manutenzione intesa anche come batteria e inoltre e soprattutto un peso superiore e non di poco, stiamo pur sempre parlando di bici da salita dove l'obiettivo dovrebbe essere quello di abbassare il peso più possibile e non il contrario!
    Per quanto riguarda i telai da salita poi mi chiedo perché si sono indirizzati quasi tutti alla moda del carro basso?magari esiste un reale beneficio?...anche se lo dubito.
    A mio personale parere il Tarmac è stato snaturato nella versione SL6 (magari per compiacere al marketing filo-Sagan degli ultimi anni)chissà....tra appassionati sento molti pensarla come me, ad ogni modo poi i gusti sono gusti e vanno rispettati.
    Saluti a tutti e scusate se mi sono dilungato un po'.
    Luca

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    1. Ciao LucaG8, Ti ringrazio per il Tuo commento. Sono molto soddisfatto dei Vostri commenti, complimenti a tutti Voi. Saluti ciclistici.

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  4. Ciao Claudio grazie a te per la competenza disinteressata che metti in ciò che spieghi.
    Mi aspettavo una tua risposta sul tuo personale punto di vista a riguardo i gruppi elettronici e i telai da salita di ultima tendenza. Ad ogni modo, mi diverte molto leggere il tuo blog e seconda cosa non si finisce mai di imparare e di essere presi per il c...o dal marketing! ������‍♂️

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    1. Ciao LucaG8. Ti ringrazio per il Tuo commento. Sui gruppi elettronici ho già scritto molto e senz'altro avrai letto i miei precedenti post sull'argomento. In breve, posso dirti che testo i telai usando un gruppo meccanico. Avrai quindi capito cosa preferisco e i motivi sono: il gruppo deve funzionare bene e non complicare la passione. Per quanto concerne i telai da salita penso che per essere tali occorre avere un peso leggero, ma non troppo, altrimenti si sente quello che definisco effetto gomma (insomma flette troppo), tanta rigidità, e una spiccata maneggevolezza. Attualmente hanno lanciato un telaio da salita più versatile,di ultima generazione, migliorando in pianura la prestazione, dove in effetti i modelli classici da salita ( solo leggerezza ), pagano qualcosa, li hanno resi aero, aumentando un pò di peso, cosa che migliora la rigidità e li rende più efficienti in salita, più filanti sul vallonato e in pianura, dove non dimentichiamo, prima o poi bisogna scendere per ritornare a casa, magari contro vento e lì un pò di aero può aiutare; un telaio da grande giri più che da crono scalata. Cosa ne penso ? Penso che sia un prodotto più competitivo. E me ne sono accorto quando sono passato a testare bici da 5 chili e 700 grammi a quelle da 6 chili e 200 grammi, credimi c'è tanta differenza. Ho avito modo di testare telai aero molto meno leggeri e devo dire che anche loro grazie a tanta rigidità e una geometria studiata, hanno migliorato tanto in salita. Ecco sotto questo punto di vista, ma solo questo, c'è stato un miglioramento sostanziale. Saluti ciclistici.

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    2. Aggiungo. La questione dell'aerodinamicità sulla bicicletta da corsa è una questione ambigua. Se il ciclista non pedala con assetto biomeccanico ideale e con una posizione aerodinamica, quindi con braccia, gomiti e schiena piegate e strette, la bici aerodinamica non serve a nulla, è solo un modo inventato dal marketing per abbindolare i consumatori. I marchi dovrebbero inserire nelle istruzioni per l'uso queste indicazioni di base in modo che i novelli non prendano lucciole per lanterne, e si sentano dei cronoman. In salita un telaio aero non serve, ma come scritto nel precedente commento, è ovvio, serve solo un telaio leggero, rigido e scattante, maneggevole e stabile, oltre al comfort, il parametro che deve sussistere prima degli altri. Tuttavia il telaio deve essere polivalente, e quindi il concetto di telaio da salita è riduttivo e superato, e per esserlo deve essere non solo leggero, ma anche aero, caratteristiche di solito incompatibili, ma che invece si possono conciliare, come nel caso del Tarmac SL6 S Works, altrimenti quello che guadagni in salita, lo perdi in discesa e in pianura. Per me il telaio da riferimento deve essere quello adatto al Tour, al Giro, insomma. Del resto avere un telaio per ogni percorso è troppo impegnativo sotto ogni punto di vista, considerato anche la capacità di adattarsi a diverse geometrie. Saluti ciclistici.

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  5. Ciao Claudio ti seguo con attenzione da anni volevo un consiglio da te in merito alla scelta della nuova bici, attualmente possiedo una colnago c64. Ero molto interessato alla nuova Canyon evo ultime chiaramente con freni tradizionali e la pinarello F 12. Mentre il mio biomeccanico mi ha detto che la factor vam ha avuto qualche problema strutturale. Non aspetterò le nuove uscite di di emonda e tarmac sl7 tanto saranno solo con freni a disco. In attesa di un tuo gentile riscontro ti auguro buona serata

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    1. Ciao dgentile72@gmail.com, mi ricordo di te, sei uno dei miei lettori storici, della prima ora.
      Dò per scontato che i telai da te indicati siano compatibili con le tue misure antropometriche, quindi passo a spiegarti il resto.
      Le Factor sono impegnative dal punto di vista biomeccanico, in quanto hanno un tubo sterzo basso, che necessità per la maggior parte dei ciclisti amatoriali, di spessori, sotto il manubrio, quindi a meno che si abbia una ottima flessibilità, direi che è da scegliere con riserva.
      Inoltre ha un BBdrop basso nel numero, che la rende più alta rispetto a molti competitor, quindi meno incollata all'asfalto. Non è dato conoscere la quota dell'interasse.
      Passiamo ad altro. I telai che ti consiglio per il momento, sono Specialized SL6 S-Works, Giant TCR Advanced SL2, BMC SLR01 e Cervelo R5.
      La Pinarello F12 è poco leggera e il prezzo è impegnativo. La canyon Ultimate Evo se non la provo non posso dirti quanto pesi realmente e quanto sia rigida. Comunque ha un interasse lungo quindi rispetto ad altri competitor, relativamente maneggevole, poco sloping, un tubo sterzo non molto alto. Tutta da verificare su strada. Il prezzo è il suo vantaggio.
      Saluti ciclistici.

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