Quando pedali da più di 30 anni, a "pane ed acqua", hai visto e percorso tanta strada da fare più volte, il giro del mondo, hai sudato tanto da riempire il mare di "fatica liquida", hai imparato a memoria paesaggi e distanze chilometriche, ad orientarti con il vento; conosci il dislivello e le pendenze dei tuoi allenamenti; sai gestirti con la mente e le gambe, mangi e dormi come un ciclista, vivi la passione, e puoi permetterti di guardare le cose, in modo diverso, oltre le apparenze, conosci la sostanza delle cose. E c'è un altra cosa che impari: a gestire, l'abitudine dell'allenamento, con saggezza, in modo che non diventi noia. Quante volte avrò fatto quelle salite, andato su e giù per monti, cercando sensazioni ed emozioni nuove, calamita di energia, stimoli, e pensieri, incredibili compagni di allenamento; quante volte avrò fatto scendere la catena sul pignone più piccolo, per scattare nel punto giusto della salita, sentire l'andredalina, scoppiare nei muscoli, spingere oltre il limite, e poi spingere ancora, in punti invisibili della salita, che solo l'intuito svela all'impulso e fa diventare energia, profusa nello sforzo. Ma spesso c'è bisogno di vedere oltre la realtà; c'è bisogno di fare un viaggio nel tempo, per sentire nuovi stimoli, nei miei ripetuti allenamenti esistenziali. Oggi vi voglio svelare come un percorso duro, molto impegnativo, parte di quello che chiamo le tre cime dei briganti; un luogo incredibilmente misterioso, risalente alla notte dei tempi. Oggi faccio tappa in un luogo naturale, risalente a 113 milioni di anni fa, all'epoca del Cretacico; qui è passato un dinosauro e si trova la preistorica Rava di San Domenico o altresì detta la Cattedrale, simbolo del Parco dei Monti Ausoni e Lago di Fondi. Ci si può arrivare lungo due versanti; quello che preferisco e scelgo abitualmente, è il versante Cascano, il più duro, dove non si respira mai, si rimane in apnea, per circa 5 km, e quando si scollina, ecco il meraviglioso spettacolo della natura, l'unica bellezza autentica. Di solito non mi fermo; allungo verso la salita successiva, quella di Santo Stefano, per arrampicarmi più in alto; ma questa volta ho voluto guardarmi intorno, ed osservare come il tempo passi inesorabilmente, lasciando dei segni affascinanti ed indelebili; e come dice il ciclista Christian, "tutto questo fa riflettere sulle vere opportunità e scelte che possiamo fare", aggiungo, ogni giorno ! E' il ciclo della vita. Il centro del parco è dotato anche di un ostello. Ecco il link del centro visitatori del parco con le recensioni e la geo localizzazione CLICCA QUI .
Siate ciclisti e non pedalatori. Saluti ciclistici.
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