Ci sono momenti destinati a segnare il tempo; spesso sono semplici, ma incredibilmente veri. Uno di questi momenti l'ho vissuto stamane, salendo sulle pendici di Monte Romano, un monte che troneggia sulla pianura pontina e sull'azzurro del mare. Ripetere una salita, così dura, non è solo una questione di testa e di gambe, ma è anche una "cosa del tempo", e il tempo è la misura della vita e delle azioni. Una salita, ogni volta che la ripeti, non è mai la stessa, è diversa, cambia con noi, è un incredibile sfida, come la vita, segue il ritmo del tempo. Stamane il vento, l'azzurro, il silenzio, i respiri, le rocce, segnavano ancora la stessa strada, ma in un nuovo tempo. La cosa straordinaria è che il tempo mi ha donato, una mattina di emozioni, forse un segno di stima. Le gambe e la testa hanno lavorato all'unisono, ad un ritmo sempre alto, con l'esperienza nel gestire l'asperità; nessun calo rispetto agli anni precedenti, anzi. Il silenzio seguiva ogni tornante, il vento dissipava il calore, salivo mentre il profilo dei monti più vicini, sembrava come una folla che aspettava il ciclista in fuga; ed io ero in fuga verso il cielo. La salita è come un "veleno"; affatica i muscoli e le ossa; "l'antidoto" è la forza mentale, è l'allenamento, è il peso forma; la "cura" è abituarsi alla salita e alla forza di gravità; la salita è una lotta contro il tempo, e gli uomini nascono per lottare. Il ciclista, la salita e il tempo. Una cosa sola. Saluti ciclistici.
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