La motivazione è fondamentale anche per i ciclisti amatoriali; c'è di mezzo, la qualità di ciò che il ciclista fa, la spinta ad agire. La mente è importante quanto le gambe; senza "testa", le gambe non girano. Conosco pedalatori che per avere stimoli cambiano bici ogni sei mesi; altri che partecipano a gran fondo o a gare in circuito, per sentirsi trascinati dagli altri; altri ancora che pensano di competere con il vicino di casa per stabilire il leader del condominio; ed infine ci sono coloro che mettono in piedi team o gruppetti con le divise colorate, per riuscire ad uscire almeno con gli altri. Il risultato non è sicuro e comunque si tratta di una questione di tempo, prima o poi si molla e si passa alle "bocce"; così non si diventa ciclisti, ma pedalatori. Ovviamente sono determinanti il carattere e le motivazioni personali. Vivere le emozioni, andare in fuga dalla quotidianità, lasciare che il beneficio psico-fisico, trasformi corpo e mente.
Per essere ciclisti sempre e per sempre, occorre seguire l'istinto, nel farlo lo si affina; è la guida spirituale, liberandolo sento la fiamma accendersi dentro. Fuori fa freddo o caldo ? Non ha importanza, si esce per sentirsi bene e per migliorarsi, perché sono ciclista. Guardo la strada; ascolto il corpo, è il limite. Cerco di dormire regolarmente ed ho imparato ad alternare riposo/allenamento, per evitare crisi, problemi muscolari e stress mentale; ho imparato a recuperare, anche in modo attivo (stretching e ginnastica posturale), ad allenarmi regolarmente; non serve uscire ogni giorno; meglio 3/4 volte alla settimana, ma allenandosi seriamente ad alta intensità; conta la qualità, e non la quantità. Alterno i percorsi, ma ad ogni uscita c'è sempre una salita dove finalizzare l'allenamento. Con i compagni di uscita si chiacchiera davanti al fuoco del cammino; la strada è palestra di vita, è pericolo costante. Il resto non conta, è solo marketing.
La #consapevolezza è la chiave di volta. E' un dialogo personale, un soliloquio, in cui nessuno può ed è capace di interferire. Sei solo con te stesso, con i limiti e la passione. Cosa vuoi fare di te stesso ? Quale limite vuoi superare ? Ecco come mi sono "mentalizzato", per essere ciclista "spartano", sempre, a prescindere da tutto e tutti.
Regola numero 1. Ho adottato lo stile di vita del ciclista; dopo le prime settimane è diventata una cosa normale. Dieta e allenamento, e soprattutto guardo lo specchio e la bilancia, per essere me stesso davanti alla realtà; senza un corpo in sintonia con la mente non si va lontano. Guardo i limiti e mi dico che quel limite sarà il prossimo obiettivo. Lo faccio senza l'ossessione del risultato, ma con serietà. "Non abbraccio il frigorifero", imparo a conoscere l'energia e i segreti dell'alimentazione, togliendo di mezzo il cibo spazzatura, informandomi dagli esperti aggiornati. Imparo a gestirmi a tavola, è l'allenamento più importante, a dosare e scegliere il cibo; con il tempo è diventato tutto normale, anche mangiare di meno e meglio.
Regola numero 2. Deficit calorico. Mangio di meno di quello che spendo, in termini di energia. Mangiare di più non è una questione di quantità; ma di qualità. Ho imparato dagli errori di un mio ex compagno di uscita, mangiava male, non riusciva a perdere peso, in salita soffriva l'inferno. Il suo rapporto peso potenza era squilibrato: perdeva potenza per i chili in eccesso; se avesse avuto il peso forma sarebbe riuscito ad impennare in salita. A pasto assumeva carboidrati complessi e praticava la dieta dissociata ( non abbinando carbo/proteine, l'indice glicemico si alzava e lui si ingrassava). Con il tempo egli ha mollato, perché non riusciva più a primeggiare, a battagliare con il gruppo; i chili in eccesso lo hanno demotivato. Da quella storia ho tratto insegnamento; ho imparato dagli esperti nutrizionisti, e la scienza mi ha spiegato che cos'è l'enzima HMG-COA Reduttasi e il modo per non attivarlo, non assumendo carboidrati ad alto indice glicemico; il mio corpo ha raggiunto il peso forma e l'ho mantenuto nel tempo, permettendomi, ogni tanto, anche gli "sgarri" alimentari. Consultate i nutrizionisti e non fate a testa vostra, mi raccomando. Si tratta solo della mia esperienza personale; ognuno faccia quello che vuole; non sono un nutrizionista.
Regola numero 3. Le tabelle di allenamento con il tempo tolgono la passione, l'entusiasmo, il piacere di pedalare e comunque spesso non sono corrette e soprattutto richiedono uno stress psichico insostenibile con il tempo. Anche qui ho fatto esperienza indiretta. Un altro compagno di uscita, forte, seguiva le tabelle, in modo preciso, non sgarrava mai. Risultato: dopo 3 anni ha mollato e ha venduto la bici; non riusciva vincere le gare, anche se seguiva pedissequamente le tabelle. Spiegazione. Era stato "contagiato" dall'assuefazione alla fatica, la odiava e non voleva più farla, almeno con la bici. E la fatica è l'essenza del ciclismo. Motivo. Egli non seguiva il suo istinto, non ascoltava il suo corpo, eseguiva alla lettera solo quello che gli avevano detto di fare. Ha cambiato sport. Non era un ciclista dentro l'anima.
Regola numero 4. Studio i limiti e mi pongo l'obiettivo di superarli e di mantenere quello standard fino ad arrivare al prossimo livello. Un esempio. Stop and go. Mi sono abituato a spingere di più, quando non vorrei farlo. Spingo in salita, gradualmente; spingo a tutta, a strappi, accelero oltre la soglia, dò tutto, e poi rallento al medio, per 20/30 secondi, e poi riparto, accelerando sempre, fino a ritornare oltre la soglia; continuo così, fino a quando mantengo la lucidità e non sento tensioni muscolari eccessive. A quel punto, tutto l'allenamento, viene memorizzato dal corpo; riposo di 1/2 giorni, a seconda del carico, e quando ritornerò a spingere in salita, meno fatica, mantenendo il peso forma. E' appena il caso di precisare che questo lavoro lo faccio da solo, è l'unico modo per imparare a gestirsi e ad ascoltarsi. Non esiste un compagno di allenamento perfetto; o sono troppo forti o sono troppo scarsi. Il vostro compagno di uscita ideale siete voi, e quella voce che sentite dentro che si chiama volontà.
Spero di avervi ispirato e consigliato. Siate ciclisti e non pedalatori. Saluti ciclistici.
#verità
RispondiEliminaGia' perche' quello che scrivi e' l'essenza del ciclismo, le 4 regole descritte sono pari ai 4 elementi primari (aria, acqua, terra e fuoco), senza i quali non si puo' vivere, morale senza le 4 regole non si puo' essere "ciclista".
Un abbraccio
Christian
Ciao Christian. Ti ringrazio per il Tuo commento; lo considero come l'epilogo, la postfazione del mio post. Un abbraccio.
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