lunedì 31 luglio 2023

L'invidia del pedalatore italiano, la forcella "modificata" e Dante Alighieri.

Forse un giorno scriverò sulla dilagante umanità deforme, incontrata nella vita; interim, riflettente su questo post.

Uno statunitense, da molti anni in Italia, per lavoro, disse che l'italiano medio è invidioso e senza ottimismo rispetto ai suoi connazionali. Per loro, anche il cameriere sogna di diventare ricco, spesso riuscendoci, e sono felici per il successo degli altri.  Questa è la premessa. 

Vi racconto una storia vera. Un pedalatore italiano aveva acquistato una bici nuova. Qualche giorno dopo chiese ad un altro pedalatore italiano (per distinguerlo lo chiamerò Zelotypus), se la domenica mattina sarebbe uscito con il gruppetto. Zelotypus rispose che non gli avevano ancora finito di "modificare" la forcella avendo deciso di farla "appesantire", per aumentare il peso della bici, troppo leggera a suo dire!!!! Ovviamente era solamente una grottesca scusa che celava l'invidia per la bici nuova del compagno di uscita. Zelotypus  era rimasto l'unico del gruppetto a non avere cambiato la bici. 

Il pedalatore rimase insospettito, conosceva l'astuto e malizioso Zelotypus, rimasto alla storia del gruppetto perché quando cambiava la bici, le sceglieva di colore nero per confondere la moglie! 

Ma c'era un altro motivo che celava l'invidia di Zelotypus per il suo gruppetto. Zelotypus non riusciva più a staccare, ad andare in fuga, ad umiliarli. Come è noto, nella vita tutto cambia; toccava a lui, staccarsi, arrancare in salita e rimanere nella pancia del gruppetto, a succhiare le ruote, ad inventare scuse. Zelotypus non era più il pedalatore invidiato, quello forte con la bici nuova. Zelotypus era miseramente e autenticamente, il pedalatore invidioso e pessimista, a cui era più facile invidiare e piangersi addosso, invece di migliorare la pedalata e non dare importanza a quello che non aveva. Ma v'è di più. Ritengo configurabile nei confronti di Zelotypus, anche la superbia, altro peccato, altro dolore esistenziale. 

Morale. Per questo e per altre cose da me apprese,  posso confermare, che anche l'italiano medio (qui rappresentato dal pedalatore italiano) è effettivamente invidioso e pessimista e negli ultimi anni ne vedo sempre di più aumentando il disagio esistenziale e l'incapacità di vivere con equilibrio e moderazione. Consiglio di praticare il concetto  buddhista di non-attaccamento, secondo il quale non si possiede niente e nessuno; quando ci si libera dell'attaccamento illusorio, si riesce finalmente ad affidarsi all'unica certezza, cioè noi stessi; noi siamo l'unica certezza in mezzo al continuo cambiamento. Niente e nessuno può essere la fonte della nostra felicità, altrimenti creeremo aspettative che verranno sempre deluse. Solo così potremmo essere veramente liberi e non schiavi, finalmente ciclisti nella vita. 

Concludo con una glossa. Dante rappresentò gli invidiosi nella Divina Commedia: " E come a li orbi non approda il sole, così a l'ombre quivi, ond'io parlo ora, luce del ciel di sé largir non vole; ché a tutti un fil di ferro i cigli fóra e cusce sì, come a sparvier selvaggio si fa però che queto non dimora." (Canto XIII). Il padre della lingua italiana raffigurò gli invidiosi con il cilicio e gli occhi cuciti con il fil di ferro, collocandoli nel Purgatorio perché non vogliono guardare la realtà. Sembra che Dante abbia conosciuto solo gli italici, in quanto non è certo che il sommo poeta si fosse recato effettivamente a Parigi. A quei tempi l'Italia non c'era ancora, ma solo Signorie e comuni, ognuno pensava solo agli interessi territoriali, come del resto accade ancora oggi. C'erano però gli italici e Dante li conosceva molto bene e li descrisse nella Divina Commedia, donandoci pagine straordinarie scritte sulla miseria morale! 😉 

Conclusioni. In questi anni ho imparato a conoscere e riconoscere ciclisti e pedalatori ( e le persone). Ci sono ciclisti e pedalatori che non cambiano bici perché sono avari, altri invece non possono permetterselo, ma in tutti e due i casi non lo ammettono, forse nemmeno a se stessi, anzi dicono che il nuovo non è interessante e/o non è migliore, ne parlano male a prescindere e si incazzano quando esce il prodotto nuovo. Ammiro e stimo quelli che invece non acquistano la bici nuova o il prodotto nuovo perché non gli serve o perché non possono acquistarlo, ma lo dicono. E' una questione di stile e di onestà intellettuale.

Come sempre, auspico, siate ciclisti e non pedalatori.  A voi la scelta. Saluti ciclistici.

L'ho scattata a Ravenna ! La conoscete la storia della tomba di Dante Alighieri ? 

2 commenti:

  1. Aggiungo. Lettori del blog mi scrivono in privato per dirmi che sono soddisfatti dei prodotti consigliati, invece di condividerlo con un commento pubblicato sul blog, magari con nick name di fantasia se non vogliono farlo sapere alla moglie, alle fidanzate o ai compagni di uscita. Penso che potrebbe essere un caso di invidia; forse pensano che condividendo la loro esperienza possano arrecarmi un vantaggio. Dormite tranquilli. Mi ricordate quelli che comprano i followers sui social. Saluti ciclistici.

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  2. questa mancava all'appello. iscritti ad un blog, sicuro a svariati siti con forum, millemila gruppi "waiazapparelaterra" e poi fanno i silenti su quel che è il nocciolo del blog stesso e dei social, condivdere idee ed esperienze. bah.

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