domenica 31 dicembre 2023

( Anche) In Italia e’ l'anno del Gravel.


Il 2024 si preannuncia l'anno del Gravel, anche in Italia. La bici da corsa è costruita (solo) per la strada asfaltata. L'ho provata sullo sterrato leggero, riscontrando limiti nel grip soprattutto in caso di frenata, in particolare in discesa. Le coperture slick da 35 mm, compatibili con le nuove endurance, migliorano la trazione, ma non l'aderenza. Quindi se incominciate a sentire il bisogno di pedalare off road, senza passare alla MTB, più specialistica, allora scegliete la gravel. A quelli che non hanno mai pedalato sulla gravel e che pensano che possa essere utile solo per sterrati leggeri e semplici, allora dedico questo video, girato nei luoghi dove mi alleno 😉. 
Vantaggi testati con la race gravel Pedemonte Altavia: pedalare su strade secondarie, silenziose e tranquille, più lontani da auto/camion; possibilità di percorrere strade irregolari, acciottolate e accidentate come la MTB, rispetto alle quali avranno una posizione di guida più veloce ed efficiente; pedalare al passo di una bici da corsa; montare trasmissioni e pneumatici specifici per ogni strada; utilizzo di pneumatici più larghi (con la Pedemonte Altavia fino a 50 mm); pneumatico più largo significa maggiore comfort, aderenza, controllo, meno affaticamento del corpo/mente, meno resistenza al rotolamento perché con mescole migliori ci sarà minore deformazione; perdita di aerodinamica minima rispetto alla versatilità (rispetto al 35 mm, il 40 mm perde 2,3 watt, il 45 mm perde 5,8 watt; perdita irrilevante per un ciclo amatore e per chi non fa gare contro il tempo); maggiore stabilità e tenuta di strada in ogni condizione climatica; viaggiare con borse; con componenti leggeri, peso uguale a quello della  bici da corsa top di gamma 😉. Inoltre con la gravel c'è la possibilità di installare forcella ammortizzata e andare ancora più veloci e comodi off road . Gravel is life. No Nature No Future. 
In occasione del test della Pedemonte Altavia, scrissi di avere fatto il tempo sulla mia salita di riferimento CLICCA QUI. Francamente pensavo di essere stato l'unico. Questa sera invece ho scoperto che anche il grande Aurelio Fontana lo ha fatto. Per me è un onore. Certamente contano le gambe allenate e motivate, ma quello che mi preme rimarcare e’ che la race gravel top è sostanzialmente una bici da corsa! Ovviamente la si sceglierà, se si vorranno percorrere tutte le strade, ovvero più strade rispetto a quelle fatte con la bici da corsa; è una bici versatile che potete "preparare" a seconda del percorso. Per la cronaca, la salita usata da Fontana per il test, l’ho “domata” tempo fa Clicca qui Evolversi e adattarsi senza rimanere ostaggio della rigidità dei pensieri; provare prima di pensare. Saluti ciclistici.    

sabato 16 dicembre 2023

I sogni dei ciclisti si realizzano ancora ! La nuova Pedemonte Mutator RS #grammomania

Non e’ solo una questione di leggerezza perché contano anche la rigidità torsionale, il comfort e soprattutto un telaio su misura😉. Eccone un perfetto esempio: telaio in carbonio Toray T110 G @pedemonte_bike Mutator RS, rim brakes, 756 grammi costruiti su misura da artigiani italiani per bici da corsa completa di soli 5 kg e 350 grammi, peso comprensivo di pedali 😉! Un altro lettore del blog felice e soddisfatto per essere riuscito a realizzare un sogno seguendo i consigli di @pedalareversoilcielo senza pagare la pubblicità delle corse trasmesse alla TV 📺 😉😉, ma solo la qualità e la competenza degli artigiani italiani del carbonio. Tutto il resto e’ marketing 🤫. Questo ciclista aveva il sogno di possedere una bici su misura, ultra leggera, performante, personalizzata nella verniciatura/livrea, quindi una bici unica; il blog lo ha aiutato a fare la scelta giusta. Auguri e complimenti al forte ed esperto ciclista che la cavalcherà.

La nuova Pedemonte Mutator RS (consegnata nel dicembre 2023) è un telaio polivalente, ottimo in pianura e con spiccate doti in salita, allo stato dell'arte rappresenta la massima e definitiva evoluzione della bici da corsa in carbonio rim brakes. Per chi volesse conoscere meglio la Pedemonte Mutator RS, consiglio la lettura del test del prototipo CLICCA QUI e il post scritto per un altro lettore del blog, felice e soddisfatto della sua Pedemonte Mutator RS CLICCA QUI, perché condividere le proprie esperienze è più bello ed aiuta a scegliere, in un mondo "confuso e strumentalizzato" dal marketing. 

Per info e contatti: info@pedemonte.bike oppure pedemonte.bike@gmail.com (scrivete che siete lettori del blog 😉). Saluti ciclistici . 

mercoledì 6 dicembre 2023

Bici da corsa Vs Bici da Gravel sulla strada asfaltata.

Un anno fa ricordo scrissi nel test della Pedemonte Altavia che non avevo riscontrato differenze sostanziali rispetto alla bici da corsa, soprattutto in salita. Oggi, posto questo video, segnalato dal lettore UB789, 

sulla prestazione comparativa tra una bici da corsa aero e una bici gravel, peraltro di quelle meno leggere (ammortizzata), fatta su strade asfaltate, in discesa, in pianura e in salita, mostrando le relative tabelle di rilevamento dei dati. Il commentatore parla in inglese, ma le tabelle sono numeriche, quindi tutti possono leggerle. Ovviamente il video si riferisce alla comparazione tra un dato modello di bici da corsa e un altro da gravel, quindi utilizzando altre bici gravel, come per esempio la race gravel Pedemonte Altavia, la differenza migliora o forse..... Com'è andato il test sull'asfalto ? La bici da gravel in pianura, impiega 38 secondi in più ( velocità massima raggiunta dalla bici da corsa 35,78 km/h, contro i 34,54 km/h della bici gravel); in discesa 7 secondi in più (velocità massima raggiunta dalla bici da corsa 68,2 km/h contro i 63,5 km/h della bici gravel ), in salita 7 secondi in più (velocità massima raggiunta dalla bici da corsa 12.2 km/h contro i 12 km/h della bici gravel) ! Quindi differenze minime comunque migliorabili con bici gravel più performanti rispetto a quelle utilizzate nella prova comparativa del video. Ovviamente queste differenze esigue, non influenzano la prestazione di un ciclista amatoriale, fermo restando, che la gravel non serve a fare le crono, e, rispetto alla bici da corsa, è versatile, più comoda, più stabile in ogni condizione e nettamente superiore off road, ecco spiegato, quindi, il successo nelle vendite e nel gradimento. Concludo. Considerate che le bici gravel tendono ad evolversi, e quindi a diventare più performanti. Oramai la bici gravel, visto il successo delle vendite, è diventata una piattaforma di sviluppo tecnologico. Detto ciò. Perché pubblicare questo video ? Per dimostrare che sul mio blog non si pettinano le bambole. Saluti ciclistici.  

lunedì 4 dicembre 2023

Elogio della fuga ciclistica.

Il corridore in fuga, è colui che sa parlare al vento con un dialogo fitto, intenso, senza respiro, vortice infinito, corto circuito cuore-mente. Il corridore in fuga è un "ribelle" che esce dal gruppo, dialoga con la follia, si esalta nella solitudine, celebra il coraggio. Fuga è interpretare sogni; è la speranza sacrificata sul tempio della vittoria.
Il ciclista in fuga prende la bici e va via, il mondo lo cercherà; viaggerà oltre la linea infinita dell'orizzonte, morbido profilo di un sogno, per arrivare in un nuovo tempo. 
Due ciclisti diversi, due modalità di andare in fuga, un unico insegnamento: la fuga ciclistica serve per continuare a sognare.  E allora andate in fuga e non abbiate paura; chi va in fuga, vince sempre, con la bici, come nella vita. Buona fuga a tutti.

sabato 2 dicembre 2023

L'ambiente e il lavoro nella Costituzione della Repubblica italiana. Spunti e riflessioni per il cittadino costituzionalmente orientato.

La Costituzione è la legge costitutiva e fondamentale della Repubblica italiana, approvata il 22 dicembre 1947 dall'Assemblea Costituente, eletta contestualmente al referendum sulla forma istituzionale dello Stato fra Repubblica e monarchia del 2 giugno 1946 e riunitasi per la prima volta il 25 giugno dello stesso anno.

La Costituzione è composta di 139 articoli, divisi in quattro sezioni:

    I principi fondamentali (art. 1-12), Diritti e doveri dei cittadini (13-54), Ordinamento della Repubblica (55-139), Disposizioni transitorie e finali.

I principi fondamentali della Costituzione rappresentano i presupposti della nostra società e i suoi obbiettivi, esprimendone il carattere laico, democratico, lavorista, di uguaglianza e di solidarietà, formulati in norme costituzionali aventi un contenuto generale, cioè rappresentanti i valori ai quali si devono conformare le altre norme dell'ordinamento giuridico.

I principi fondamentali della Costituzione sono inderogabili, cioè devono essere osservati dalle norme dello Stato. In buona sostanza, le norme contenute nelle leggi dello Stato dovranno rispettare i principi fondamentali indicati dalla Costituzione altrimenti sarebbero incostituzionali, e quindi verrebbero abrogate dalla Corte Costituzionale. Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservare la Costituzione e le leggi dello Stato. L'art. 2 della Costituzione “riconosce e garantisce” i diritti. In che senso “garantisce” i diritti ? Nel senso che i diritti abbiano tutela e che si possa reagire, per il tramite dei giudici, alla violazione di un diritto.

Ma vediamo alcuni dei principi costituzionali fondanti la Costituzione, ritenuta la più bella costituzione al mondo, per il dettato normativo che la contraddistingue.

Iniziamo con la natura primaria e assoluta dei beni tutelati dall'art. 9 della Costituzione. Nell'art. 9 c'è il nostro il passato (patrimonio storico e artistico), il presente e il futuro del Paese, cioè la cultura, la ricerca scientifica e tecnica, l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi. Tutto si origina e si sviluppa da e per questi principi, non solo costituzionali, ma anche universali, dal quale non si può prescindere nello sviluppo pragmatico ed economico, e nel progresso sociale e politico del Paese. Senza questi principi costituzionali (e la loro attuazione) non ci sarebbe e non ci potrebbe essere, la vita reale e piena, nonché la bellezza nell'universo e nelle opere umane. E' la norma rivolta in particolare alle nuove generazioni.

Con l'entrata in vigore, il 9 marzo 2022, della legge costituzionale 11 febbraio 2022, n. 1, che ha modificato gli artt. 9 e 41 della Costituzione italiana, è stata introdotta, la tutela dell'ambiente tra i principi fondamentali della Costituzione. In particolare è stato rafforzata la tutela ambientale nella carta costituzionale in modo ulteriore rispetto alla menzione della “tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dei beni culturali” previsto dall'art.117, secondo comma, lettera s) della Costituzione.

Con il primo comma dell'art. 9 della Costituzione, “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.”

Con il secondo comma, l'articolo 9 “tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”; mentre con il terzo comma “tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.

La tutela è completata anche mediante la modifica dell’art. 41 Cost., il quale ora prevede che l’iniziativa economica privata non può svolgersi in modo da recare danno, in primo luogo, «alla salute, all’ambiente», demandando alla legge ordinaria di determinare i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata «ai fini sociali e ambientali».

E la norma costituzionale dell'art. 41 risulta fondamentale anche in materia di lavoro. Infatti in materia di igiene e sicurezza sul lavoro, la Costituzione della Repubblica italiana agli articoli 2, 4, 32, 35 e 41, prevede la tutela della persona umana, nella sua integrità psico-fisica, come principio assoluto ai fini della predisposizione di condizioni ambientali sicure e salubri. In particolare, con l'art 2, la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale; l'art. 4 la Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto; l'art. 32 stabilisce che la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge; l'art. 35 stabilisce che la Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni; l'art. 41 stabilisce l'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all'ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.


Le norme primarie ed inderogabili della Costituzione della Repubblica italiana citate, costituiscono l'indirizzo fondamentale, cioè l'orientamento, anche per lo sviluppo del quadro normativo che disciplina la materia della sicurezza sul lavoro costituito:

    - da disposizioni del codice civile (articolo 2087);

    - dalla disciplina-quadro, attualmente contenuta ne D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81, recante “Attuazione dell'articolo 1 della L. 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”;

    - dallo Statuto dei lavoratori, per quanto attiene agli aspetti legati al controllo dell’applicazione delle misure antinfortunistiche;

    - dalla contrattazione collettiva stipulata tra le organizzazioni sindacali e le imprese pubbliche e private.

Per completezza, la c.d. rigidità della Costituzione implica che per integrarla o modificarla è necessario un apposito atto normativo chiamato legge costituzionale, adottata con una procedura aggravata rispetto alle altre leggi dello Stato.

Ai sensi dell'art. 139 Cost., l'unico cosa che non può essere modificata è la forma repubblicana della Costituzione, perché è indicato espressamente che : “La forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale”.

L'organo dello Stato che può modificare la Costituzione è la Camera.

Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione.

La modifica della Costituzione possono richiederla gli elettori mediante la raccolta di 50 mila firme, a corredo di un progetto di legge espresso in articoli o 5 Consigli regionali oppure 1/5 dei membri di una delle due Camere del Parlamento italiano. Per la validità del referendum non è richiesto un quorum minimo di votanti. È sufficiente che i consensi superino i voti sfavorevoli.

Da quando è entrata in vigore, ossia dal 1° gennaio 1948, la Costituzione italiana è stata modificata, circa una volta ogni quattro anni. Più precisamente, alla data del 3 novembre 2023, in 75 anni sono state approvate 46 leggi costituzionali, tra cui 20 di riforma della Costituzione.

Riflessioni per un cittadino costituzionalmente orientato. Spinoza diceva che chi detiene il potere ha sempre bisogno che le persone siano affette da tristezza. E la felicità dei cittadini non può prescindere dalla cultura, dalla bellezza del paesaggio, dalla natura ( noi siamo natura, noi siamo la natura), dalla ricerca, dal lavoro sicuro, tanto che sono stati previsti e tutelati dalla Costituzione.

Dunque fate dei principi riconosciuti e tutelati dalla Costituzione, la vostra “bussola” per il presente e il futuro. Siate cittadini costituzionalmente orientati. Siate cittadini (attivi) e non sudditi. Pretendete l'osservanza della Costituzione, patrimonio degli italiani. La felicità è nelle vostre scelte e la Costituzione fornisce un formidabile strumento. Siate anche cittadini dell'Europa. La costituzione dell'Unione Europea è un altro strumento imprescindibile per il cittadino attivo.

lunedì 27 novembre 2023

Il ciclismo nella Zona 2 .

Premessa. " Uè pizzò....calmo.... fondo lento e lungo...brucia grassi" mi urlava Ernesto, quando smaniavo e volevo accelerare, convinto di fare meglio; erano gli anni duri di iniziazione al sacramento del ciclismo praticato nel mondo reale, quello imparato sulla strada; mi parlava e pedalava ed io non capivo perché non si limitasse a pedalare; era capace di tessere un dialogo essenziale durante i lunghi allenamenti, anche per distrarmi dalla fatica e così facendo, lui "diventava" un ottimo misuratore di frequenza cardiaca.  Mi insegnava..."gamba allenata, ma non troppo stanca".. sempre con il "colpo in canna"... pronto ad accelerare"... ad entrare nella fuga" e "rimanerci senza dare tutto", "gestire il carburante per la parte finale" ! Mi diceva "Uè pizzo, non c'inventamo niente, sémo sempre fàtta a cùsì" (niente di nuovo, lo abbiamo sempre fatto) ed oggi, a distanza di molti anni, preparatori, anche quelli di professionisti blasonati ed osannati dalle folle, spiegano ed utilizzano la zona 2 o Z2 ! Erano gli anni 90 quando Sally Edwards definì le 5 zone di frequenza cardiaca per allenarsi efficacemente. Ernesto "era già" nella zona 2 ed io con lui. Grazie. 🚴‍♂️ 🚴‍♀️ 

Come si calcola la zona 2.  Il cuore è il motore della bicicletta muscolare. Quindi per conoscere la "cilindrata" occorre calcolare la FCM (frequenza cardiaca massima). Ci sono 3 metodi: 1) sottrarre l'età a 220, ma è un metodo approssimativo, non tiene conto del livello di allenamento del cuore; 2) Tracciato ECG con prova da sforzo; 3) 208 - ( 0,7 x età) (esempio per un ciclista di 30 anni, 208 - ( 0,7 x 30) uguale 187 ( FCM) (all'aumentare dell'età diminuisce FCM).  A questo punto la zona 2 si ricava dal 60- 70% della FCM. Come ? Con lo smartwatch o fascia toracica collegata al computer installato sul manubrio, considerando però la congenita approssimazione del dato rilevato dal dispositivo elettronico. Oppure con il metodo della conversazione; in questo caso, saremo in zona 2, la zona aerobica più importante, si riesce a parlare e respirare con il naso, senza affanno, "senza boccheggiare come pesci", cioè senza respirare con la bocca, in altre parole " si pedalerà relativamente facile". Quando invece non riusciremo più a farlo, saremo saliti alla zona 3 ( 70-80% della FCM), in modalità "abbastanza facile" (intensità moderata, non basterà più respirare con il naso ed entrerà in azione graduale anche la bocca). Oltre, "benvenuti nella zona anaerobica", pedaleremo a bocca aperta, inizieremo a "spiccare il volo" in Zona 4 ( 80-90%) e andremo in "apnea" in zona 5, alta intensità, finalizzata alla resistenza allo sforzo breve ed intenso (sprint), "regina" dell'allenamento anaerobico.  

Quanto dura l'allenamento in zona 2 ? Almeno 45/60 minuti continui, per almeno una sessione alla settimana. Allenamento-tipo, lunga uscita in zona 2, con sprint finale. Il lavoro in zona 2 va completato con altri lavori specifici ed integrativi, in zone più alte, per aumentare la performance, tenuto conto del ciclismo praticato ( es. i crossisti si allenano in zona 7).

Come ci si allena in zona 2 ?  Con ritmi continui e lunghi, in salita e in pianura, senza "fatica dura" e nella modalità “pedalare regolari “; allenarsi senza stancarsi troppo; gestirsi nel lungo periodo. Bisogna essere "regolari" per andare forte. Pedalare "regolari" cioè con cadenza costante e continua non è facile; è più facile invece pedalare a "strappi"; l'allenamento up and down ( irregolare) è inutile e deleterio in quanto stanca molto di più e predispone agli infortuni. 

A cosa serve allenarsi in zona 2 ? E' la regina della zona aerobica. Stimola la fibra muscolare rossa (finalizzata alla resistenza); aumenta il numero ed efficienza dei mitocondri ( si trovano nelle cellule e sono centrali energetiche) che prelevano ossigeno, in forma maggiore dal sangue, per veicolarlo all'interno delle stesse cellule di cui fanno parte ; migliora la flessibilità metabolica ( massimizza l'ossidazione dei grassi quale substrato energetico principale); riduce la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa (aumentando la dimensione del cuore, in particolare quella del ventricolo sinistro, diminuisce la gittata cardiaca cioè i battiti ovvero i litri di sangue pompati al minuto, e "crea" il cosiddetto cuore del ciclista). La zona 2 consente più uscite di allenamento settimanali e non richiede un particolare recupero tra le sessioni di allenamento. 

Perché la zona 2 si dice "brucia grassi" ? Perché si utilizzano grassi, e più precisamente, parte dei 40 mila kilocalorie degli acidi grassi accumulati sotto forma di trigliceridi depositati nel tessuto adiposo, in particolare il grasso addominale. Quindi in mancanza di pancia o pancetta, nessun problema, il grasso è parte di noi, c'è da smaltirne. E gli zuccheri, assunti anche sotto forma di carboidrati? Poca cosa. Quando l'insulina funziona e non c'è un problema di insulino resistenza, se ne potranno contare solo 2 mila kilocalorie immagazzinati nel fegato e nei muscoli, utilizzati prevalentemente dall'organismo nella zona 4, e 5 per sforzi brevi ed intensi fatti con le fibre muscolari bianche. Il grasso si ossida lentamente e quindi l'energia dura più a lungo, mentre gli zuccheri durano poco, una fiammata e nulla più, poi fanno sentire vuoti di energia, e costringono ad assumerne ancora, a danno della salute ( predispongono all'insulino resistenza quindi al diabete). Ma v'è di più. Attraverso lo studio condotto dal ricercatore Brooks  è stato scoperto che il lattato sarebbe anche fonte di energia. Più precisamente il ricercatore statunitense propone l'ipotesi dello shuttle del lattato, fondandola sull'osservazione che il lattato viene prodotto ed utilizzato dalle cellule sia in condizioni aerobiche che anaerobiche. Con lo shuttle del lattato viene evidenziato il trasporto del lattato per via intracellulare (all'interno di una cellula) ed intercellulare (tra le cellule).  Un esempio. Nel tessuto muscolare, le cellule muscolari bianche, delegate agli sprint, convertono il glicogeno e glucosio in lattato e lo espellono sotto forma di energia per le fibre rosse, utilizzate nella zona 2, in cui il lattato viene bruciato, nel reticolo mitocondriale delle relative cellule, per produrre la molecola di energia ATP che alimenta tutte le fibre muscolari.  Sul tema vi rimando a questo interessante ARTICOLO SCIENTIFICO CLICCA QUI . 

E' possibile (ancora oggi) allenarsi in zona 2 sulla strada aperta al traffico ? No. Ci sono semafori, rotonde, traffico e persone violente al volante, che interrompono la continuità ( e la serenità) della pedalata. Quindi in zona 2 ci si allena nei boschi, sulle strade secondarie o meglio ancora, indoor cioè sul rullo, strumento essenziale di allenamento, a prescindere dal meteo. Importante sottolineare che gli altri allenamenti, come per esempio la SFR, vanno fatti  da soli e in luoghi poco trafficati ( per esempio salita in una strada secondaria) per non interrompere la continuità e impedire distrazioni. E allora, oggi, a cosa serve il ciclismo sulla strada asfaltata aperta al traffico ? A fare l'uscita domenicale, a fuggire dallo scialbo quotidiano, a fare giro-bar, foto, video, socializzare ovvero gite e vita di gruppo, a fare sprint per non pagare il caffè, a esibire la divisa sociale e la bici alla moda, a realizzare lunghi viaggi. In ogni caso con il ciclismo su strada aperta al traffico, si "mischiano" le zone di allenamento cardiaco suindicate e si rischia di allenarsi non ottimamente, pur facendo tanti km. Oggi, il traffico limita e penalizza il ciclismo su strada, in modo insostenibile. Così è! 

Conclusioni. La zona 2 è praticata dai corridori professionisti e ciclisti amatoriali evoluti per raggiungere performance da gara; è soprattutto la base della piramide dell'allenamento, serve a tutti, per mantenersi in salute, smaltendo grassi  e allenando il cuore. Ma attenzione. Fare solo la zona 2 significa fare un allenamento incompleto, rimanere "piantati" soprattutto in salita e nel cambio di ritmo. Quindi integrate con il lavoro fuori soglia e il ritmo alto ( ZONA 4 e 5), In buona sostanza occorre equilibrio tra resistenza ( Zona 2) e lavoro ad alta intensità ( zona 4 e 5).  Quindi l'allenamento in zona 2 è fondamentale per l'efficienza mitocondriale, ma per fare la differenza occorre l'allenamento in zona 4  e in zona 5, fondamentali per spingere in intensità ( frequenza di pedalata) e potenza. 

Il ciclismo è la "pillola" del benessere, ma se viene fatto correttamente, altrimenti diventa "strumento di tortura". Rivolgetevi ai nutrizionisti e dietologi. Saluti ciclistici. 🚵‍♀️

 

giovedì 16 novembre 2023

Grammomania: Shimano Dura Ace Di2 12 speed.

La rubrica Grammonania ritorna con l'interessante pesa del nuovo gruppo top di gamma Shimano Dura Ace Di2, 12 velocità con due specifiche.

Specifiche del gruppo pesato: pedivella da 170 mm, guarnitura 52/36, pacco pignoni 11/34. Per conoscere il peso del movimento centrale CLICCA QUI . 

Pesa anche del gruppo Dura Ace 12 Di2 12 Speed con guarnitura THM Clavicula. 

In collaborazione anche con GEKO Sport di Cassino (FR). Per info, contatti e vendite CLICCA QUI e CLICCA QUI. Saluti ciclistici. 


In collaborazione con GEKO Sport di Cassino (FR)


Pesa con guarnitura THM CLAVICULA

domenica 12 novembre 2023

Il punto debole della bici da corsa. Soluzione.

Testando alternativamente la bici da corsa e la bici gravel ho capito il punto debole della bici da corsa; non è una questione di freni a disco o freni tradizionali, il limite della bici da corsa è larghezza ridotta dei pneumatici e conformazione del battistrada slick, oltre alla estrema rigidità delle ruote. La potenza della frenata è nulla senza il controllo del pneumatico. Detto in altre parole, più largo è il battistrada, minore è lo spazio della frenata, maggiore è il controllo/stabilità del mezzo; più è variegata la forma del battistrada, maggiore sarà il grip sulla superficie. Inoltre pneumatico più largo significa pressione più bassa quindi più tenuta e sicurezza su strada, oltre che comfort maggiore, e resistenza alle forature ( a pressione più bassa la tela del battistrada si allarga di meno, è più compatta). 

Ecco perché la bici gravel  rappresenta la migliore soluzione soprattutto quando è Race Gravel, cioè bici da corsa con pneumatici larghi e diversamente strutturati a partire da 38 millimetri. Non è un caso che le bici da corsa di ultima generazione, soprattutto quelle endurance, siano diventate compatibili con pneumatici larghi fino a 35 mm, ispirandosi alle race gravel. La conformazione/struttura del battistrada della bici da corsa è slick (liscia), e le strade non sono sempre superficie perfettamente asfaltate e asciutte, quindi grip limitato soprattutto in caso di pioggia e di strade sporche o con il manto stradale accidentato. Come ebbi modo di spiegare in un precedente post (per leggerlo CLICCA QUI), i corridori prof cadono spesso, non solo per imprudenza, imperizia o negligenza, ma anche perché pedalano "al limite", anche sotto la pioggia e su strade non pulite o accidentate, con pneumatici slick. Se fosse per me, li farei correre con bici race gravel e pneumatici/ruote più adatti/sicuri alla tappa/corsa/condizioni meteo. Le strade aperte al traffico non sono circuiti di formula uno, spesso ci sono buche  🕳️ . Le buche "ricoperte" non sono mai perfettamente asfaltate e presentano irregolarità che spesso non sono tollerate dalle ruote estreme delle bici da corsa, soprattutto quando si procede alle alte velocità. Le ruote di ultima generazione sono troppo rigide torsionalmente, soprattutto sulle strade rovinate, inadatte soprattutto per ciclo amatori non esperti. Le bici da corsa sono pensate per strade perfettamente asfaltate; prestate attenzione nell'utilizzo. 

La soluzione è ripensare la ruota e la gomma per le bici da corsa. Ma difficilmente i brand cambieranno idea; per loro conta, la velocità pura, ma sappiamo che la velocità è nulla senza il controllo. 

La soluzione è la larghezza - conformazione- versatilità  dei pneumatici come quelli da gravel, i quali permettono di passare dalle strade scorrevoli, in buono stato, alle avventure off road, lungo sentieri sterrati e/o in terra battuta, ma senza perdere velocità e performance, anzi, migliorandola; oltre a ruote con canale più largo e meno rigide torsionalmente. I pneumatici gravel hanno molta aderenza (grip) sui tasselli laterali, ma anche un buon rendimento/scorrevolezza, grazie a un battistrada centrale rapido, rendendoli adatti anche a percorsi che comportano terreni poco stabili o sentieri più tecnici. Scelta cerchio: 700 C con sezioni generalmente comprese fra 33 e 50 mm e 650B (diametro interno della ruota più piccolo) con sezioni da 42 a 60 mm. La compatibilità larghezza pneumatico/ cerchio, dipende dalla ruota. La scelta ruote/pneumatici dipende anche dalla larghezza telaio/forcella. Scelta ideale per la gravel è il tubeless (pressioni più basse, più confort e scorrevolezza, maggiore resistenza alla foratura) ma si possono montare sullo stesso cerchio anche i copertoncini con camera d'aria. 

Non è un caso che le  nuove bici da corsa endurance siano costruite per ruote con canale più largo e coperture più generose, fino a 35 mm, ma occorre scegliere, battistrada non slick, ma strutturati con tasselli di media altezza ai lati e canale centrale completamente liscio. 

Penso che la bici da corsa moderna deve essere fatta per percorrere tutte le strade, in modo veloce e più sicuro; in tal senso è pensata la nuova bici da endurance, ma soprattutto la bici da gravel. Per questo penso che la bici da corsa moderna sia la bici race gravel. La bici race gravel è la bici che i ciclisti vorrebbero, soprattutto quelli che usano la bici da corsa, ma non lo sanno o non lo confesseranno. A chi non riesce a pensare senza vedere prima le corse trasmesse alla TV, consiglio di guardare su You Tube, le corse gravel che si svolgono nel mondo ( ce ne sono anche di più estreme della Roubaix) o il campionato mondiale UCI Gravel, questo anche alla TV, per rendervi conto della velocità e della tenuta su strada off road delle bike race gravel. Evolvetevi ragazzi e superate gli steccati del pensiero, ci sono ampi orizzonti da scoprire, oltre la massificazione. Saluti ciclistici. 

  
      Questo è gravel; ciclismo libero senza regole immerso nella Natura, senza limiti di strade. Perché in fondo il gravel è tutto quello che i ciclisti vogliono, ma non lo sanno. 



martedì 31 ottobre 2023

Oggi sono andato a trovare Marco Pantani.

La mia generazione è quella che quando scende dalla bici sente una specie di malinconia; forse a forza di fare salite, qualcosa ti cambia dentro, e così oggi, sono andato a trovare Marco Pantani, sulla salita dedicata a lui, per ricordare oggi, come ieri, che Lui "vive", qui e nell'eternità. Lo faccio spesso, ma in questo periodo dell'anno, non posso mancare. Le salite sono come la vita, devi sempre lottare e alla fine diventano una cosa  normale, come ritornare quassù. C'è un tempo per ogni cosa, e questo è il tempo per ricordare le emozioni e vagabondare con la gravel, a stretto contatto con la Natura, mentre tutto scorre e non torna più. Saluti ciclistici.

 

Rispondo qui a chi mi ha inviato email per chiedermi il mio tempo su questa salita: non lo so, non lo guardò mai, la faccio tutta di una fiato, come quando hai sete e bevi un bicchiere di acqua fresca; non voglio perdere tempo per arrivare in cima. La salita non è una cosa razionale, è follia, è istinto. Per chi volesse venire a trovare il Pirata, sulla salita a lui dedicata dal Comune di Fondi, consiglio di leggere questo post CLICCA QUI e quest'altro CLICCA QUI . Per i post scritti sulle salite del Carpegna, del Giro e del Tour di Marco Pantani CLICCA QUI . Saluti ciclistici. 

mercoledì 25 ottobre 2023

Perché scoppia la camera d'aria ? #quellocheglialtrinonsanno

La camera d'aria può scoppiare o perdere aria repentinamente, senza foratura; può esserci il caso della camera d'aria difettosa o vecchia o gonfiata troppo, ma la causa principale è la lacerazione causata da errato montaggio, soprattutto quando ci si trova a montarla in fretta e furia, o a farla montare dal volontario di turno, durante l'uscita con il gruppo. Lo scoppio della camera d'aria, durante lunghe discese, con i freni sempre tirati, causato dall'alta temperatura sulla pista frenante in carbonio, non può accadere più, con le piste frenanti in basalto o carbonio di alta qualità delle ruote di ultima generazione. Se con i cerchi stretti, la camera d'aria può finire per essere pizzicata, con i cerchi larghi, invece, la camera d'aria non rimanendo distesa uniformemente lungo la gola del cerchio, forma delle grinze soprattutto all'altezza della valvola e con l'uso si lacera e quindi scoppia/perde aria improvvisamente, soprattutto con le camere d'aria in termo plastica, molto leggere. Il consiglio è quello di evitare che la camera d'aria rimanga intrappolata tra copertoncino e cerchio, altrimenti la camera non potendo raggiungere il suo diametro pieno, manifesta un avvallamento (si vede il copertoncino leggermente abbozzato) e con l'utilizzo, lo sfregamento della camera d'aria tra cerchio e copertoncino, comporta, presto o tardi, una lacerazione. Il paradosso. Se con i cerchi larghi si pensava di risolvere il problema della pizzicatura della camera d'aria che schiacciata tra il bordo del  cerchio e il copertoncino, finiva per forarsi quando la si rigonfiava, oggi, pur avendo più spazio, la camera d'aria può rimanere accartocciata ovvero appallottolata e sfregando si strappa/scoppia ! Con il tubolare ciò non accade perché la camera d'aria, parte integrante del pneumatico, in guisa da formare un tutt'uno, viene installata dal produttore; come non accade con il tubeless, al cui interno non c'è la camera d'aria, ma solo aria e liquido sigillante, tenuti "dentro" dalla valvola. Ma siccome niente è perfetto, anche con il tubolare e il tubeless ci sono altri tipi di guasto meccanico e per risolverlo, bisogna imparare a gestirlo sempre, fa parte della vita del ciclista Occorre essere auto sufficienti, come i corridori gravel prof e amatoriali che per regolamento UCI e delle Federazione di appartenenza devono gestire il guasto meccanico, senza l'ammiraglia/servizio corse Shimano, come invece permesso ai corridori prof strada. Approfittate del tempo trascorso nei negozi per dare un occhiata a quello che fa il meccanico scrupoloso 😉 . Saluti ciclistici.



Per evitare pieghe camera inserirla gonfia a 0,8 atm circa all'interno del copertone durante l'installazione 

domenica 1 ottobre 2023

Gravel e Natura. La grotta di Zì Checca e cavern hard gravel #nolimits #avventuragravel

Ci sono ciclisti che scelgono il traffico e indifferenti allo smog, praticano il "pellegrinaggio bar"; altri ciclisti invece praticano il panismo e con il mezzo adatto salgono veloci e sicuri anche dove la bici da corsa si ferma. Stamane, avventura hard gravel sui monti,  tra caverne e paesaggi carsici affascinanti e selvaggi, oltre l'asfalto, immerso nella bellezza e nel mistero della Natura. Per completezza la grotta "di Zì Checca" è profonda 110 metri ed è visitabile solo da speleologi esperti. Sono cavità carsiche verticali all’interno di un vasto campo carsico, classificato Monumento Naturale dall'UNESCO  e primo Monumento Naturale del Lazio CLICCA QUI  Saluti ciclistici. 

 


 

venerdì 22 settembre 2023

Test bike: copertoncino Veloflex Corsa Evo (Para) da 28 mm. (Work in progress).


E' tempo di pubblicare il test dei copertoncini ( o tubolari aperti) Veloflex Corsa Evo Fianco Para, da 28 mm per bici da corsa, made in Italy, 320 TPI, per allenamento e competizione. Caratteristica saliente: pressione minima da 5 ATM, tipica delle sezioni più larghe (massima 8 ATM). Target test: confronto 25 mm/28 mm Veloflex Corsa Evo, con telaio, ruote e camere d'aria in termoplastica e butile, uguali, per spiegare, quanta differenza effettivamente sia percepibile. Il test è realizzato in collaborazione con la Veloflex. Pressione di utilizzo: 5,1 ATM (anteriore), 5,2 ATM (posteriore). Tipologia camere d'aria usate nel test: termoplastica e  gomma.  TEST su strada (la mia scrivania). Con il 28 mm, sulla strada dissestata, sento una maggiore scorrevolezza e stabilità e di converso non si apprezzano differenze marcate di scorrevolezza sulla strada perfettamente asfaltata. Probabilmente il 25 mm ha una resistenza maggiore al rotolamento perché si nota una maggiore deformazione una volta montato sulla ruota, una forma più spigolosa e meno rotonda. Con il 28 mm si avverte una maggiore percezione di sicurezza e comfort di guida. Non sento una differenza sostanziale in reattività pur essendo la coppia test da 25 mm, più leggeri di 32 grammi. Fino a questo momento, la misura più larga è più resistente alle forature e all'usura, forse perché il tessuto è meno teso e distribuisce il peso su una superficie più ampia, ma per le forature, contano anche la fortuna e l'entità della sporcizia delle strade italiane. Circa la comparazione della scorrevolezza fra diverse misure, ribadisco, la qualità e la lavorazione della mescola del battistrada è determinante, e i copertoni (e tubolari) Veloflex sono i più scorrevoli, per ora, tra tutti quelli testati. Consiglio di usare del borotalco durante il montaggio delle camere d'aria, in modo da attenuare l'attrito con il copertone. Per leggere il precedente test Veloflex Corsa Evo da 25 mm CLICCA QUI . Pagella: Scorrevolezza 10; Confort 10 ; Grip asciutto 10 ; Piacere di guida: 10; Stabilità: 10;  Qualità lavorazione e del battistrada: 10 Saluti ciclistici. 
 

giovedì 14 settembre 2023

Il Gravel nella foresta è un magico allenamento. Consigli per pedalare gravel. #NovaVitaGravel

 

Il Gravel è la cosa più divertente che mi sia capitata di fare con la bicicletta. Quando passo da ghiaia, terra, sassi, buche, all'asfalto, vado facile, fatico di meno, ma non mi diverto più; è come se passassi dal livello superiore a quello inferiore. Per spiegarvi come mi alleno in salita, scrissi il post intitolato " Mentalizzare la salita" (per leggerlo CLICCA QUI e anche questi altri due post CLICCA QUI,  CLICCA QUI). Completo l'argomento allenamento con "la foresta è un magico allenamento". Con la gravel nel bosco non è facile, soprattutto quando spingo a tutta, su di un "letto" di foglie, sotto il quale si nascondono sassi, rami, buche; occorre, massima concentrazione, assetto da corsa (presa alta sulle leve dei comandi o bassa, schiena arcuata, braccia piegate), e ammortizzare le asperità del terreno accidentato, con le braccia, cioè non tenendolo rigide, ma flettendole ad ogni buca, in modo da limitare colpi duri alla cervicale e alla schiena. Tutti i muscoli lavorano sotto stress e con maggiore sforzo, sottoposti ad una intensa tensione, la mente è molto concentrata, si attivano tutti i sensi, si ritorna ad avere un contatto totale con la Natura, si diventa "animali" ciclistici. Pedalo nella foresta a tutta, per fare potenziamento muscolare ( affiancandolo alle SFR); è come se trainassi un calesse ed è efficace al punto che quando passo all'asfalto, riesco a fare velocità più facilmente, mi sembra di pedalare in discesa. Inoltre miglioro la capacità di gestire il pericolo, in quanto anche se non ci sono veicoli, occorre stare con gli occhi sulla strada (mai guardarsi i piedi) non solo per evitare buche, rami e altre insidie, ma anche per gestire l'attraversamento improvviso degli animali selvatici che scappano quando mi sentono: 8 daini, 1 cinghiale e 1 volpe, nell'allenamento odierno; la cosa mi diverte e mi affascina. La bici da corsa non può darti tutto questo; la bici da corsa non può portarti ovunque e il ciclista ha sempre bisogno di nuove strade, nuove emozioni.
Consigli per pedalare gravel. Guardare la strada, più lontano, rispetto alla bici da corsa, per anticipare in tempo il pericolo, come radici, buche, sassi e rami. Accompagnare le buche e la strada dissestata con le braccia, senza irrigidirle; le braccia, le ruote e i pneumatici larghi sono gli "ammortizzatori". Tenere le mani sempre in presa alta, impugnando saldamente, ma non forte, i comandi; in off road non impugnare centralmente il manubrio. Alzarsi dalla sella, allontanando il baricentro verso la parte posteriore, in modo da avere più grip ed equilibrio, in una discesa sterrata; frenare gradualmente. Lasciare andare la bici gravel sull'off road, non frenare continuamente, imparare ad avere fiducia in sé stessi e nel mezzo. Quando si inclina la bici, bisogna mantenere il corpo in verticale, altrimenti si perde l'equilibrio. Agli stradisti,  può accadere di sentirsi in equilibrio instabile in modalità off road; è normale, le prime volte; poi o si impara "o si montano le rotelle delle bici dei bambini" 😉! Il tubeless tassellato deve essere gonfiato quasi al minimo della pressione consigliata dal produttore, per avere la massima prestazione (grip, scorrevolezza e sicurezza): sotto e sopra la pressione minima e massima il tubeless si stallona e si finisce con il cerchio sulla strada. Controllate se il liquido è presente all'interno del tubeless. Il tubeless è molto confortevole, lo è più del tubolare e del copertoncino, ammortizza tantissimo, persino sullo sconnesso e sulle buche, è molto scorrevole (come un tubolare, più di un copertoncino). Evitare le pozzanghere perché non si conosce la profondità. In salita sterrata non alzarsi mai dalla sella, altrimenti si perde aderenza e peso sul posteriore. Sul fango si può pedalare solo se è semi compatto; se è liquido si perde il controllo; rimuovere il fango che si ammucchia tra forcella e pneumatico, prima che la ruota si blocchi. La gravel con i pneumatici giusti, sale come un carro armato sullo sterrato, non serve alzarsi sui pedali. La mia sella non è adatta per l'uso off road, ma la uso per questo test perché è leggera, perfetta per il bacino small e ci pedalo anche sulla strada asfaltata; per il gravel ci vuole una sella molto comoda. 
Tutti possono pedalare gravel. Per andare veloci e sbagliare il meno possibile sullo sterrato e sulla terra battuta, oltre ad un mezzo top, serve allenarsi ed avere un approccio graduale, senza esagerare, soprattutto nelle prime uscite, imparando e migliorarsi, ci vuole il tempo giusto. Sapere pedalare sul rullo libero, può aiutare moltoSullo sterrato e terra battuta, bisogna imparare a bilanciare il corpo. In salita sterrata e impervia,  si spinge da seduti, per avere presa sulla strada "croccante"  e non slittare. Mai mettere la ruota per traverso quando si frena sullo sterrato, si finisce per terra. Attenzione a passare nelle pozzanghere si potrebbe finire "sott'acqua" o trovare sassi. Passare veloci dall'asfalto allo sterrato e sulla terra battuta non è facile, occorre cambiare marcia, si fatica di più, e non ci si può distrarre mai, è più impegnativo della strada asfaltata; bisogna imparare a valutare le dimensioni e la densità della ghiaia, il livello di compattezza della terra/sabbia battuta; quando la densità della terra battuta è bassa le ruote possono arenarsi e si può perdere l'equilibrio. Non fatevi fuorviare da quello che vedete sui social o alla TV; la realtà non è semplice. Ma si impara e ci si diverte. A patto che si abbia pazienza con gli errori e l'umiltà per imparare. Le cose migliori hanno bisogno del loro tempo.  Per leggere il test della Pedemonte Altavia CLICCA QUI      Saluti ciclistici. 

giovedì 7 settembre 2023

Bici da corsa super leggera artigianale, su misura, non un sogno, ma una realtà: Pedemonte Aurata Superleggera RS.

Questa Pedemonte Aurata Superleggera RS, versione con freni tradizionali, da 5460 grammi è stata consegnata oggi! Un altro sogno diventato realtà. Auguri e complimenti al ciclista 😉.  Saluti ciclistici. 
 

lunedì 4 settembre 2023

Test bike: freni a disco 📀 e pastiglie .

La bicicletta non e’ come il calcio, non ha bisogno di tifosi, ma di appassionati competenti. Detto ciò, consiglio di tenervi aggiornati ed iscrivervi anche sul canale YouTube del Blog. Ecco il link CLICCA QUI Saluti ciclistici. 

mercoledì 23 agosto 2023

Gravel, salita dura e biker. Lo sport è sportività.

Il fatto. Stamattina al termine di una dura salita di circa 6 km, cambio rapporto ed attacco subito, un altra salita, più dura, su una rampa del 12% che continua incessantemente per altri 4 km e mezzo circa. Faccio spesso questo percorso, per "spaccare" le gambe, allenarle e abituarle al dolore della fatica, mi consente di pedalare nel parco regionale, tra asfalto rovinato, gravel e boschi. Questo per dimostrare che con la nuova Pedemonte Altavia, race gravel bike, si possono fare salite dure e percorsi gravel/asfaltati con molto dislivello, a ottima velocità.  Contano le gambe, si, conta l'allenamento specifico per la salita, si, conta il rapporto ottimale peso/watt, si, contano la volontà e la motivazione, si, ma conta anche una bici performante. Sono un tester, e quindi devo provare tutto, per fare valutazioni e dare consigli, altrimenti sarei un opinionista da forum. Sono abituato ad "andare in fuga, mentre gli altri rimangono coperti nella pancia del gruppo a ripetere quello detto da chi non conosce" anche nelle scelte!  Detto questo, rispondo a chi mi ha chiesto sul blog, su You Tube e Instagram, se avessi smesso di andare sulla bici da corsa; no e in questo periodo, mi è servita per capire che la Pedemonte Altavia è più stabile, è più comoda, anche sulla strada asfaltata e che non ci sono differenze sostanziali nella prestazione. Ringrazio i biker che hanno realizzato questo video, da conservare e condividere, come un dono di alto valore sportivo; li saluto con un grande abbraccio. Chi pratica sport sin da giovane età, come me, sa bene che lo sport è sportività e divertimento. Noto lo stridente contrasto tra la sportività e la goliardia dei biker e la insana e stupida competizione/invidia, frequente tra gli stradisti.  Saluti ciclistici. 

 

venerdì 18 agosto 2023

Lo stallonamento del tubeless spiegato con 2 video al pedalatore che conosce solo le corse alla TV.

Io non seguo più le corse trasmesse alla TV e nei due video mi sono limitato a rispondere al pedalatore, in due modi, con la speranza di essere stato esaustivo. Amen. Saluti ciclistici. 




martedì 8 agosto 2023

Test Bike: mono corona, lunghezza pedivella, sviluppo metrico e altro ancora ......

La mia scrivania è la strada, quindi, approfitto della pausa dall'allenamento, per spiegarvi quello che sto testando. Siate ciclisti e non pedalatori. Saluti ciclistici. 

mercoledì 2 agosto 2023

L'albero gravel: il Bagolaro o altresì detto spacca pietre. #NovaVitaGravel

Premessa. Il ciclista gravel ama la Natura. Oggi vi presento un albero potente e straordinario che ama le rocce e si adatta ai luoghi impervi. Si chiama Bagolaro o altresì detto spacca pietre perché riesce a vivere anche in terreni sassosi, dove le robuste radici penetrano nelle fessure delle rocce favorendone lo sgretolamento. Lo considero l’albero gravel per antonomasia!

Tatuiamoci queste parole o impariamole a memoria : “Quando l’ultimo albero sarà stato abbattuto, l’ultimo fiume avvelenato, l’ultimo pesce pescato, l’ultimo animale libero ucciso, vi accorgerete che non si può mangiare il denaro” (Orso in Piedi, capo Sioux). Saluti ciclistici.

 

lunedì 31 luglio 2023

L'invidia del pedalatore italiano, la forcella "modificata" e Dante Alighieri.

Forse un giorno scriverò sulla dilagante umanità deforme, incontrata nella vita; interim, riflettente su questo post.

Uno statunitense, da molti anni in Italia, per lavoro, disse che l'italiano medio è invidioso e senza ottimismo rispetto ai suoi connazionali. Per loro, anche il cameriere sogna di diventare ricco, spesso riuscendoci, e sono felici per il successo degli altri.  Questa è la premessa. 

Vi racconto una storia vera. Un pedalatore italiano aveva acquistato una bici nuova. Qualche giorno dopo chiese ad un altro pedalatore italiano (per distinguerlo lo chiamerò Zelotypus), se la domenica mattina sarebbe uscito con il gruppetto. Zelotypus rispose che non gli avevano ancora finito di "modificare" la forcella avendo deciso di farla "appesantire", per aumentare il peso della bici, troppo leggera a suo dire!!!! Ovviamente era solamente una grottesca scusa che celava l'invidia per la bici nuova del compagno di uscita. Zelotypus  era rimasto l'unico del gruppetto a non avere cambiato la bici. 

Il pedalatore rimase insospettito, conosceva l'astuto e malizioso Zelotypus, rimasto alla storia del gruppetto perché quando cambiava la bici, le sceglieva di colore nero per confondere la moglie! 

Ma c'era un altro motivo che celava l'invidia di Zelotypus per il suo gruppetto. Zelotypus non riusciva più a staccare, ad andare in fuga, ad umiliarli. Come è noto, nella vita tutto cambia; toccava a lui, staccarsi, arrancare in salita e rimanere nella pancia del gruppetto, a succhiare le ruote, ad inventare scuse. Zelotypus non era più il pedalatore invidiato, quello forte con la bici nuova. Zelotypus era miseramente e autenticamente, il pedalatore invidioso e pessimista, a cui era più facile invidiare e piangersi addosso, invece di migliorare la pedalata e non dare importanza a quello che non aveva. Ma v'è di più. Ritengo configurabile nei confronti di Zelotypus, anche la superbia, altro peccato, altro dolore esistenziale. 

Morale. Per questo e per altre cose da me apprese,  posso confermare, che anche l'italiano medio (qui rappresentato dal pedalatore italiano) è effettivamente invidioso e pessimista e negli ultimi anni ne vedo sempre di più aumentando il disagio esistenziale e l'incapacità di vivere con equilibrio e moderazione. Consiglio di praticare il concetto  buddhista di non-attaccamento, secondo il quale non si possiede niente e nessuno; quando ci si libera dell'attaccamento illusorio, si riesce finalmente ad affidarsi all'unica certezza, cioè noi stessi; noi siamo l'unica certezza in mezzo al continuo cambiamento. Niente e nessuno può essere la fonte della nostra felicità, altrimenti creeremo aspettative che verranno sempre deluse. Solo così potremmo essere veramente liberi e non schiavi, finalmente ciclisti nella vita. 

Concludo con una glossa. Dante rappresentò gli invidiosi nella Divina Commedia: " E come a li orbi non approda il sole, così a l'ombre quivi, ond'io parlo ora, luce del ciel di sé largir non vole; ché a tutti un fil di ferro i cigli fóra e cusce sì, come a sparvier selvaggio si fa però che queto non dimora." (Canto XIII). Il padre della lingua italiana raffigurò gli invidiosi con il cilicio e gli occhi cuciti con il fil di ferro, collocandoli nel Purgatorio perché non vogliono guardare la realtà. Sembra che Dante abbia conosciuto solo gli italici, in quanto non è certo che il sommo poeta si fosse recato effettivamente a Parigi. A quei tempi l'Italia non c'era ancora, ma solo Signorie e comuni, ognuno pensava solo agli interessi territoriali, come del resto accade ancora oggi. C'erano però gli italici e Dante li conosceva molto bene e li descrisse nella Divina Commedia, donandoci pagine straordinarie scritte sulla miseria morale! 😉 

Conclusioni. In questi anni ho imparato a conoscere e riconoscere ciclisti e pedalatori ( e le persone). Ci sono ciclisti e pedalatori che non cambiano bici perché sono avari, altri invece non possono permetterselo, ma in tutti e due i casi non lo ammettono, forse nemmeno a se stessi, anzi dicono che il nuovo non è interessante e/o non è migliore, ne parlano male a prescindere e si incazzano quando esce il prodotto nuovo. Ammiro e stimo quelli che invece non acquistano la bici nuova o il prodotto nuovo perché non gli serve o perché non possono acquistarlo, ma lo dicono. E' una questione di stile e di onestà intellettuale.

Come sempre, auspico, siate ciclisti e non pedalatori.  A voi la scelta. Saluti ciclistici.

L'ho scattata a Ravenna ! La conoscete la storia della tomba di Dante Alighieri ? 

venerdì 21 luglio 2023

La bici da corsa è noiosa e snervante...diciamocelo ! #NovaVitaGravel

Con la Pedemonte Altavia pedalo su sassi, pozzanghere, fango e non devo preoccuparmi delle strade rovinate, persino una pozzanghera estiva, diventa un occasione ghiotta per divertirsi e affrancarsi dalle preoccupazioni indotte dalla bici da corsa. Diciamocelo. Ti rendi conto quanto la bici da corsa sia noiosa, si percorrono sempre le stesse strade, e snervante, bisogna rimanere concentrati per evitare di tagliare le coperture o rompere le ruote su buche e sassi. Punto. E' l'amara verità, mai confessata dai stradisti ortodossi ! Riconoscerla farebbe bene al loro divertimento e rimuoverebbe le loro ansie. Liberatevi ed evolvetevi. Le abitudini sono gabbie esistenziali. Siamo solo dei ciclo amatori in cerca di divertimento, in fuga dalla scialba quotidianità; per divertirci ed "andare in fuga" abbiamo bisogno di nuove strade e di un mezzo versatile, più stabile (più sicura in condizioni estreme) e maneggevole. La Pedemonte Altavia è la bici che non c'era, la più moderna, è l'evoluzione più versatile della bici da corsa. Diciamocelo senza ipocrisie e fuori dal "gregge", ma diciamocelo! Saluti ciclistici. 

 

giovedì 20 luglio 2023

Garmin, Polar, Whaoo, preparatore o Leopardi ? Mente lucida in corpo allenato #memoriaciclistica

Mente confusa ? Gambe dure 😉 Se una volta arrivato in cima, non ti ricordi una poesia o chi sei, significa che non sei allenato o in gergo "che non ti arriva più il sangue alla testa". Cambia allenamento o sport. Punto. Quando il pedalatore "boccheggia come un pesce", significa che è "cotto", non è più lucido di mente, farfuglia frasi sconnesse e diventa persino minaccioso. Il motivo è che non ha saputo gestirsi, ma soprattutto non riesce ad allenarsi in modo corretto, sbagliando tutto nella preparazione; accelerando è finito fuori giri, saltando come un gambero (cioè all'indietro), finendo come "il botto a muro" ! Allora non c'è preparatore, Garmin, Polar o Whaoo che tenga, tutto si è sgretolato nella vanità, finendo per diventare la parodia del pedalatore che non sa allenarsi, nonostante i "presidi terapeutici" (preparatore, prodotti energetici) e gli strumenti elettronici, all'ultima moda. Ma allora come capire, senza margine di errore, in modo semplice, se l'allenamento è ottimo ? Lo rispiego in questo video. Vi anticipo: mente lucida in corpo allenato, mente confusa su gambe dure; nessuno può conoscervi meglio di voi stessi e soprattutto ci vuole tanta fatica intelligente per pedalare ottimamente. Siate umili ed imparate, prima di apparire quello che vorreste essere, niente si improvvisa e soprattutto ognuno ha la sua "cilindrata naturale", oltre la quale si finisce nel "lato oscuro", che sconsiglio di travalicare. Un ultimo consiglio. Non  pubblicate sui social, foto/video del ciclo computer che vi consiglia di prendervi una periodo di riposo dall'allenamento ! Non c'è nulla da essere fieri, siete solo inesperti, avete sbagliato tutto e non sapete gestirvi nel carico/scarico. Siete stati bocciati 😉😂. Vi consiglio la lettura di questo post sull'allenamento e recupero CLICCA QUI e imparate almeno una poesia, vi sarà molto utile . Saluti ciclistici.

  

venerdì 14 luglio 2023

Transcordilleras Rally Colombia, what else ! #NovaVitaGravel

Incipit. Quando vedo persone suggestionarsi ogni volta per Giro, Tour e Classiche visti alla TV, quando sento pedalatori raccontare con enfasi le stesse GF, quando sento ripetere che l'Italia è il Paese più bello del mondo, sorrido e penso che i pedalatori sono abitudinari, dovrebbero allargare gli orizzonti e conoscere il mondo. C'è gente che pensa di avere visto o di conoscere tutto del ciclismo ! 

Il mio amico Flavio, dieci volte Prestigio, mi dice “ a Clà quando pedalavi sulle Alpi c'erano ancora le foto in bianco e nero....aooo è passato tanto tempo.... le strade alpine, sò cambiate ! In effetti non ci sono più ritornato; oramai le Alpi italiane e francesi sono invase dal turismo di massa, per me hanno perso l'appeal. E allora ? Segui l'Ikigai.....smetti di pensare e vivi....il senso della vita non esiste...puoi solo dare alla vita il senso che credi...quello che la mattina ti fa alzare dal letto....come la Transcordilleras, Cordigliera delle Ande, rally colombiano, riservato al gravel bike packing, 1055 km, 28.500 metri di dislivello, opzioni no stop - 3 giorni- 8 giorni, strade impervie, salite prevalentemente non asfaltate,  up and down per le Ande e la foresta equatoriale... è un viaggio nella vita condensato in soli 8 giorni....un viaggio culturale......un test di vita reale.....un modo per combattere i demoni che ognuno ha dentro la mente....attraversamento delle Ande come Simon Bolivar....persino una buona "guarigione" ....affrontato con enorme fatica anche da ex corridori professionisti....dove tutti affrontano complicazioni improvvise e devono affrontarle da soli, come accade nella vita..... dove c'è chi corre per godere dei panorami e c'è chi corre per andare veloce e vincere....dove Laurens Ten Dam ex corridore prof, confessa che la bici gravel gli ha restituito l'amore per la bicicletta dopo essersi ritirato dal mondo delle corse su strada di cui era stufo e ne spiega i motivi.....dove lo vedrete mettere piede a terra e cadere per i crampi.... dove Peter Stetina ti spiega come gestirsi in questa competizione infernale.......dove imparerete il modo colombiano di pedalare " Kill or  Die "....dove pur se non salverai il mondo pedalando in lycra potrai pedalare nella giungla....dove "ciclisti del mondo" pedalano con l'anima, lungo terribili strade bianche, peggiori persino di quelle affrontate dagli eroici campioni del passato...dove non c'è assistenza tecnica per ripartire dopo la foratura.... per bere e mangiare ...dove c'è uno straordinario dialogo esistenziale tra il ciclista e la Natura.... dove impari a superare le barriere per ritrovarti più profondamente con se stessi......dove servono forza mentale, fisica ed esperienza anche per caricarsi la bici sulle spalle ed arrampicarsi lungo il versante di un altura e poi montare sulla benda di escavatori per superare strade mostruose interrotte da lavori....dove si rispetta l'avversario...e dove l'avventura termina  in un grande e sincero abbraccio... perché la Transcordilleras è una folle storia condivisa ! L'insegnamento è se riesci a finire le tappe dopo 13/14 ore per otto giorni di fila, poi, nella vita, ce la farai comunque ! Serve altro ?! 

Ricordiamoci che non abbiamo visto tutto quello che c'è da vedere e da vivere ... non accontentiamoci..... esistono luoghi del Pianeta Terra che noi ciclisti non immaginiamo ! Viviamoli ! Tutto è in movimento; tutto cambia ! Ci sono competizioni gravel estreme, come la Transcordilleras Rally Colombia, che al confronto la Paris Roubaix, diventa una corsa "normale". Spero di riuscire ad allargare gli orizzonti, stimolare la fantasia, migliorare l'essere ciclista. Il ciclista più felice è quello che viaggia con la bici nella valigia ! Il ciclista è oltre la TV ! Il ciclista è un viaggiatore senza la paura dell'ignoto. Siate ciclisti e non pedalatori. 

Per il sito ufficiale del Rally CLICCA QUI . Per la traduzione : clicca guarda su You Tube - sottotitoli - traduzione automatica - italiano. Saluti ciclistici.