mercoledì 31 luglio 2024

NEWS. Coppa America 2024: Campagnolo è stata scelta da Luna Rossa #madeinitaly

Sono molti anni che pedalo, testo e recensisco prodotti per biciclette e ad oggi le guarniture Campagnolo, sono oggettivamente le più belle dal punto di vista estetico e non hanno mai avuto richiami in garanzia. A intenditore, poche parole. E se a questo mondo nulla è gratis, e allora occorre pagare il giusto prezzo per la qualità. NEWS. Luna Rossa Prada Pirelli nella sfida della America's 2024 ha scelto di utilizzare le guarniture e le pedivelle Campagnolo messe a punto per i suoi cyclor. I "ciclisti" che hanno sostituito i grinder passano dalla forza impressa dalle braccia sulle manovelle, a quella delle gambe sui pedali. I nuovi regolamenti per produrre i watt necessari ad alimentare i sistemi idraulici permettono ai trimmer di regolare vele e albero. Ciclisti sul mare. Date un occhiata al video. Stay tuned.  Saluti ciclistici. 

 
 

lunedì 29 luglio 2024

Come trasportare le bici. Bici disc: cosa non fare.

Non capovolgete la bici disc con impianto idraulico. Eventuali bolle d'aria presenti nell'impianto idraulico potrebbero spostarsi verso l'alto, quindi dai comandi, all'attacco tubo e dischi. In quel caso l'impianto frenante non funzionerebbe più correttamente e occorrerà rifare lo spurgo. Dunque se dovete trasportarla lasciatela sempre in posizione verticale e con il "biscottino" ovvero l'attrezzo di plastica apposito, inserito nella pinza del freno, in modo da impedire in caso di azionamento accidentale delle leve del freno, l'avvicinamento delle pastiglie del freno e quindi l'impossibilità di inserimento del disco. In caso di trasporto verificate che non vi siano perdite di olio, l'integrità dei tubi dell'impianto frenante e comunque effettuate cinque azionamenti delle leve dei freni in luogo sicuro, per accertarvi della corretta funzionalità dell'impianto frenante. Ma attenzione. Se caricate la bici in carbonio sul tetto oppure nella parte posteriore dell’auto: i raggi UV diretti e il calore dei gas di scarico danneggiano il carbonio. Consiglio di caricarla all’interno dell’auto, in posizione verticale, ma senza tenerla a lungo a temperature molto elevate. Accendete aria condizionata e copritela con un telo leggero. La bici con freni tradizionali invece la potete trasportare agevolmente. Smontate le ruote, montate il blocca catena e la caricate come nella foto.  Così e’!  Saluti ciclistici. 

 

giovedì 18 luglio 2024

Very test bike. MAXXIS Rambler 40 mm - 120 TPI. Speed Gravel. Work in progress.

Il tubeless Maxxis Rambler 40 mm testato è da 120 TPI e lo si sente al tatto (morbido) e su strada (confortevole e veloce). In estrema sintesi, Maxxis Rambler da 40 mm, 120 TPI, ottimo rendimento nella performance, in termini di scorrevolezza (velocità), comfort e grip; rumore quasi assente per effetto della conformazione semi compatta nella parte centrale del battistrada e dei 120 TPI che lo rendono morbido e leggero; buona la trazione sul posteriore, ottima la maneggevolezza sull'anteriore. La forma del battistrada lo rende veloce e stabile su strada sterrata e asfaltata: tasselli bassi a rampa ravvicinati al centro, per migliorare la scorrevolezza sui terreni sterrati compatti e asfalto; tasselli bassi, distanziati sui fianchi, per un maggiore controllo sulle superficie "sporche"; con tasselli ravvicinati e bassi, soprattutto nella parte centrale; il fango si attacca molto di meno; velocità e controllo sulla ghiaia e fondo compatto off road. Puro divertimento, passare dall’asfalto alla ghiaia, e dal fondo compatto off Road al bitume, velocemente, senza soluzione di continuità. Riscontro l'elevata elasticità su terreni accidentati con pressione di utilizzo quasi minimo, 2,6 ATM sull'anteriore e 2,8 ATM sul posteriore; l'impatto con pietre e buche risulta come ammortizzato e ciò lo rende adatto a bici gravel con forcella rigida.  Utilizzo consigliato: ghiaia, fondi off road compatti, asfalto, pioggia, fango leggero, strade accidentate. Non adatto su rocce grandi. Sul terreno ghiaioso denso è comunque buono il responso. 

Dati tecnici del test. Pressione minima 2.5 ATM - Pressione massima 4.1 ATM. Attenzione. Una pressione inferiore alla minima e superiore alla massima comporta lo stallonamento del tubeless. Pressione di utilizzo test  2,6 ATM (larghezza effettiva 40,49 mm) anteriore, 2,8 ATM (larghezza effettiva 41,73 mm) posteriore. Peso 430 grammi senza lattice (ottimo peso per tubeless gravel). Il test continuerà per verificare usura e resistenza alle forature. Quantità lattice utilizzata: 60 ml. Nota. Nel primo video si sente il rumore metallico del disco surriscaldato mentre si raffredda. Come a dire, i miei test sono veramente realizzati sulle strade e completati attingendo dal mio test data base. Consiglio. Come controllare il liquido anti foratura nel tubeless senza dovere smontare la valvola ? Muovete la ruota e ascoltatela; in assenza dello sciabordio fate il rimbocco. Saluti ciclistici. 

Pagella asfalto e off road (work in progress):  scorrevolezza: 10; comfort 10 (è elevata l'elasticità nell'impatto con pietre e buche); grip (frenata/tenuta/stabilità su terreni sterrati, fondi compatti off road, strade accidentate e sporche, asfaltate, ghiaia densa) 9,5; grip su bagnato: work in progress; resistenza all'usura: work in progress; resistenza alle forature: dopo 10 uscite, prima foratura sull'anteriore; il lattice ha riparato la foratura, sono ritornato a casa e continuo ad utilizzarlo; trazione posteriore: 10; maneggevolezza anteriore: 10; comportamento su strada asfaltata: 10; rapporto qualità/prezzo: 10. Strade utilizzate per il test: asfalto, asfalto rovinato, sterrato compatto, sterrato sporco con pietre di piccole dimensioni. Conclusioni. Maxxis Rambler ( 120 TPI) da 40 mm è ideale per il race gravel, dove occorre velocità e controllo, senza limitazione del comfort. Su strada asfaltata e accidentata e sporca è molto scorrevole e consente un ottimo controllo. Il pneumatico largo con mescola top è più veloce e stabile. Ammortizza efficacemente l'impatto con pietre e buche, su fondo sconnesso, gonfiato a pressioni basse. Consigliato. 

Info gravel tyres and wheels per orientarvi nella scelta.  Copertoni scorrevoli per terreni compatti.

Tassellatura centrale più ravvicinata e bassa = maggiore scorrevolezza anche su asfalto e grip su sterrato compatto asciutto. Ottimi per terreni sterrati con fondi regolari e polverosi.

Tasselli bassi = maggiore superficie di contatto e buona trazione e tenuta in frenata.

Tasselli laterali = ottima tenuta di curva sterrate.

Più leggere = meno protette.

Ruote gravel.

700 C per coperture sezione 34/35 mm – 40/42 mm

650 b per coperture sezione 42/45 in su

Diametro ruota quasi uguale in termini di diametro, cambia volume gomma e sezione; se aumenta la sezione della gomma, il diametro della ruota aumenterà.

700C : minore impronta a terra, peso inferiore, scorrevolezza, veloce e rapida nei cambi di ritmo; in discesa il minor volume consente maggiore guidabilità; comfort minore e minore assorbimento, maggiore pressione, minore grip.

650b: volume maggiore gomme, maggiore impronta sulla terra, peso maggiore, pressioni inferiori ( + comfort e grip), minore scorrevolezza e meno veloce, adatta per sentieri e terreni tecnici.

Larghezza canale interno. Il 17-21 mm inadatto per gomme 34-35 mm in su; necessario canale 24-25 mm per avere un supporto spalla gomma maggiore, e precisione di guida.

Con la 650 B meglio una gomma più scorrevole. Con la 700 C meglio una gomma più tassellata epr avere più grip.

Trend. 700 C con coperture più voluminose per pressioni di esercizio più basse ( maggiore comfort e grip) e ruote con canale largo per ospitare gomme più ampie. 

TPI è l'acronimo che indica il numero di fili che compongono un pollice quadrato: più il valore è alto, più è leggero, scorrevole, e confortevole, ma dura di meno. 

Sul rapporto mono corona e doppia corona e lo sviluppo metrico delle ruote consiglio la lettura anche di questo post CLICCA QUI . Saluti ciclistici. 


 

domenica 14 luglio 2024

Ciclismo condominiale.

Definisco ciclismo condominiale, quello praticato all'interno di gruppi composti da tanti ( troppi) ciclisti e pedalatori; gruppi formati da persone che non riescono a pedalare diversamente ovvero “diversamente ciclisti”. Tutti noi abbiamo pedalato in queste grandi “condomini a pedali” e ne abbiamo compreso i limiti e le problematiche: incidenti tra ciclisti, liti per tenere la ruota, liti per la scelta del percorso, violazioni del codice della strada a go go, sputazze e saliva, in stile fuochi d'artificio, chiacchierate in stile lettino dello psichiatra, volata all'ultimo chilometro con urla e cadute, liti con gli automobilisti, buche non segnalate, sassi schizzati sulla bici, foratura solitaria (nessuno si ferma ad aspettarti), maggiore accumulo di stress, lite al bar per l'ultimo cornetto, conti personali pseudo sportivi regolati con "sverniciate" e rancori, eccetera. In questo video si riproducono alcuni rischi del ciclismo condominiale, tra cui, l'incidente di gruppo causato dalla distrazione di un pedalatore che tampona, "tocca", la ruota del compagno che lo precede. Ne consiglio la visione. Si può "guarire" dal ciclismo condominiale, ed uscire dal gregge. Il ciclismo a differenza del padel e degli sport di gruppo, può essere praticato anche da soli (ci si allena meglio, a patto che si sappia farlo) o con poche persone, quelle giuste “per cilindrata-watt e stile”, "meno siamo, meglio stiamo". Ovviamente il ciclismo è un equilibrio sulla follia e due ruote sono poche per rimanere sempre in equilibrio. Il ciclismo è sport pericoloso, sempre, soprattutto sulle strade asfaltate, campi di battaglia, frequentati da automobilisti invidiosi e violenti, in cerca di un modo per sfogare la propria frustazione sul ciclista e sull’acceleratore, da drogati, ubriachi e smartphone-dipendenti che usano l'auto come cabina telefonica, infischiandosene di tutti e di tutto. Attenzione. Il ciclismo con bici da corsa è praticabile solo su strade asfaltate, aperte al traffico, senza scorta tecnica, per gli amatori; non è adatta al gravel. Ma v'è di più. Troppe persone pensano che sia sufficiente acquistare l’ultimo modello di bici da corsa per diventare, di per se, ciclisti ! No e’ tutto sbagliato 😑! Ma soprattutto e’ pericoloso !⚠️ Essere ciclisti e’ uno stile di vita ! Essere ciclisti significa considerare la bici parte di sé e non un mezzo, con cui, pensare di dimostrare, quello che non si è, cioè un ciclista ! La bici si inizia a portarla da bambino ! A tarda età, anche certe pratiche sportive impegnative, di solito, non riusciranno bene ! Ma soprattutto, cari pedalatori non mettetevi il numero dietro la schiena, o di lato, visto che certi non hanno ancora imparato ad attaccarlo! Finireste per farvi male e/o fare del male agli altri ! Certe cose non si improvvisano ! Saluti ciclistici. 

  

giovedì 4 luglio 2024

Quando Marco Pantani correva con telai artigianali italiani eseguiti su misura. #biomeccanica #ciclismoevoluto

C'era un tempo, in cui, i corridori professionisti gareggiavano con il telaio, su misura, eseguito in Italia, da artigiani valenti. Erano creazioni di bottega, preziose e personali. I telaisti sono capaci di eseguire, telai con forme e soluzioni avanzate, ma con le misure personali del ciclista, personalizzandoli nelle grafiche e nei colori. E' Il telaio per eccellenza, oggetto agognato dai ciclisti. 

Voglio dare un immagine concreta, di quel ciclismo romantico e coraggioso, quello che faceva saltare dalle sedie tifosi ed appassionati. Queste sono le mie foto, scattate alle schede biomeccaniche di Marco Pantani, utilizzate per eseguire i suoi telai; ci sono i dettagli delle misure antropometriche del Campione di Cesanatico e altre curiosità tecniche. Alcune schede si riferiscono a telai con marchi ancora in commercio. Mi emoziono ancora, a rivederle; la scheda dell'assetto biomeccanico, è la cosa più intima, suggestiva ed autentica del ciclista, del corridore, del campione, ne rappresenta l'esclusività, l'irripetibilità. Ogni atleta è unico. Il marketing non potrà inventarla, ma solo sfruttarla, la passione e l'unicità degli uomini che hanno scritto e scrivono, le pagine epiche del ciclismo, uomini donati dalla Natura. Passione ed esclusività che si legge anche in questi documenti tecnici, straordinarie storie di vita autentica. 

Gli esperti e gli addetti ai lavori sapranno leggerle ed interpretarle correttamente, queste preziose, schede tecniche di lavoro. Agli appassionati, non esperti del settore, posso dire che Marco Pantani era una atleta straordinario, con un eccezionale flessibilità muscolo scheletrica, un micidiale rapporto peso/watt, un cuore unico, capace di prestazioni indimenticabili; ed è tutto scritto anche in queste misure. Immagino l'emozione postuma dei telaisti, ricordando il lavoro sulle quote del Campione e le creazioni artigianali, portate alla vittoria, come per esempio sull'Alpe d'Huez. A proposito di salite epiche del Pirata. Nel blog potrete ritrovarle, in questa pagina CLICCA QUI; le ho percorse, in compagnia del ricordo e della fatica; ho visto la sua ombra, passarmi accanto, dopo avermi affiancato per un attimo, quasi a salutarmi. Lassù, le emozioni sono state straordinarie, incredibili. 

Da quel maledetto giorno, tutto è cambiato, per lo sport mondiale. Ma Pantani vive ancora; lo potrete incontrare sulle sue salite. E che Pantani, sia Pantani, lo capisci anche dai tifosi; ancora oggi, lo evocano, lo celebrano e lo aspettano sulle salite del Giro e del Tour, inneggiando il suo nome, quando passa il gruppo o la fuga della tappa, sventolando le bandiere del Pirata, colorando di giallo le strade, intonando cori di festa ! E per favore, non confondetelo o identificatelo con i campioni di oggi. Egli è irripetibile. Ognuno nasce con la sua storia. Nessun è uguale all'altro.

Concludo con un paradosso. Nell'era della tecnica, i corridori e i campioni devono adattarsi alle misure standard dei telai di serie, prodotti in fabbriche estere, quasi sempre terzisti che lavorano per i marchi le cui lettere e simboli sono stampigliati sui tubi ! Dove sarebbe il progresso tecnologico ? Nel foro aerodinamico ? La differenza tra telaio artigianale, su misura, e telaio di serie, industriale, con misure standard, è totale ! Di per sè, adattarsi implica sempre uno sforzo per conformarsi a qualcosa di diverso, non e’ un gesto naturale.  Allora perché spendere tanti soldi per adattarsi ad un telaio ?! Oggi, i corridori e i campioni, se vogliono guadagnare, devono pubblicizzare telai di serie, uguali (anche) nelle misure a quelli venduti al pubblico, omologati UCI; non c'è più passione, ma routine, non c'è più artigianato, non c'è più personalizzazione, ma solo la produzione in serie, anche dell'oggetto più importante per il professionista, il telaio. A Roma si dice: "E' dura la pagnotta"! Del resto, i costi dei team e  degli ingaggi, in particolare, quelli dei campioni,  possono essere sostenuti solamente dal marketing industriale; per non parlare del fatto, che ad ogni corridore e campione vengono assegnate almeno 3 biciclette, costi sostenibili, solamente, con i capitali della produzione di serie. Ovviamente i corridori e i campioni vincono comunque, sono nati per farlo e vincerebbero "anche con una Graziella anni 70", splendida bici da passeggio, sono atleti straordinari, certo ma con un telaio personalizzato, si sentirebbero più a loro agio e pedalerebbero in modo semplice, spontaneo, naturale, autentico, senza adattamenti. Se fossi il proprietario ricco di un team prof quello farei, bici su misura.  Le chiacchiere del marketing con me non funzionano. Non pettino bambole. 

Pedalare con un telaio su misura, è come pedalare, con un "acceleratore nascosto", quello che trovi nelle misure calibrate sulle quote antropometriche; cioè il gesto atletico è più preciso e naturale. Il telaio su misura è come l'abito sartoriale realizzato con le migliori stoffe. 

Sull'argomento consiglio la lettura anche di questo post CLICCA QUI . Saluti ciclistici. 


 

martedì 2 luglio 2024

La bicicletta nell'era della tecnica. #biomeccanica

E' stato nel momento in cui testando telai industriali di serie, in carbonio, con misure standard, compresi che quando il prodotto industriale arriva a livelli molto elevati nella prestazione, il miglioramento complessivo diventa sempre più difficile, riducendosi a guadagni marginali (marginal gains). In quel periodo incominciai a testare telai in carbonio, artigianali, fatti su misura; cercavo il sostanzialmente "nuovo" nell'era della tecnica. E allo stato attuale, l'industria dei telai in carbonio, è rimasta impantanata nella fase definibile marginal gains performance

Nell'era della tecnica, la tecnica si sostituisce all'uomo, e il fare è produzione, secondo criteri di razionalità, con i quali sostituisce le proprietà qualitative con quelle quantitative, frazionando il fare in operazioni parziali della produzione, che il sistema tecnico collega tra loro, fino a unificarle nel prodotto finale. Il riflesso tangibile di questo frazionamento oggettivo del fare, tipico della produzione industriale attuale, è la specializzazione del telaio in carbonio, in vari segmenti del mercato.  

Allora cosa mi rimaneva (rimane) di consigliare ( e spiegare) ai lettori ? Era (è) giunto il tempo di tornar indrio, di tornare al tempo in cui, il fare era arte, e non produzione: è l'opera (il telaio) a riprodurre l'artigiano e l'artigiano si rispecchia nell'opera che riproduce le sue qualità. 

Emblematico è quello che ha scritto un lettore, commentando la mia foto della Pedemonte Altavia fatta a Genova, pubblicati nella Community del canale YouTube del blog : "Abbiamo l'eccellenza e andiamo a comprare i stampi a Taiwan" ( per leggerlo CLICCA QUI ). E' vero! Per eseguire un telaio, il materiale è solo parte di un progetto, in cui entra l'idea, la qualità della costruzione per ottenere un oggetto finale di un certo tipo. Diversamente non si esegue un telaio, lo si produce. Ci sono artigiani italiani che hanno un certo tipo di rapporto con il materiale che va al di là del lavoro manuale; lo interpretano. Solo così si crea e non si produce, come nel caso, dei telai in carbonio della Pedemonte Bike, costruiti a Genova, su misura, veri e propri "Stradivari a due ruote", oggetti personali, unici, in stile #onebikeforever, realizzati con il brevetto IWS (doppio strato interno ed esterno e cottura in autoclave a temperatura più alta che la rende monolitica, come un vero monoscocca, ma su misura) . Il marketing non può inventare la passione. 

La bici muscolare non è una moto o un auto, quindi non ha un motore termico o elettrico, ciò nonostante, i ciclisti sperano di trovare "quell'acceleratore" e di azzardarsi, nel prossimo acquisto! A loro dissi e dico, di averlo trovato, finalmente, "quell'acceleratore", nel telaio in carbonio, su misura, eseguito artigianalmente, non solo è una creazione di nicchia, ma è anche uno stile di vita elegante e simbolo di conoscenza. E su strada, i telai  artigianali su misura, testati,  dimostrano  una risposta più precisa, in termini di prestazione, e’ più facile pedalarci, sin dalle prime pedalate, e si diventa un tutt’uno con la bici. E’ straordinario! E’ un esperienza unica ! Il gesto atletico è più preciso e naturale. 

E l'aerodinamica, dove l'industria sviluppa marginal gains ?  Conta poco. Vi rimando alla lettura di questo post CLICCA QUI , dove in sostanza, spiego e dimostro che la posizione in sella del ciclista, incide per l'80% sull'aerodinamica, piegando le braccia, la schiena e stringendo le gambe; il resto lo fa il casco, l'abbigliamento, telaio e ruote ! Dunque l'industria investe molto per ottenere guadagni marginali, peraltro inutili, tenuto conto della realtà, in cui pedala il ciclista amatoriale, ovvero il cliente; una realtà fatta di traffico, semafori, incroci, ostacoli e strade rovinate, un mondo reale, completamente diverso, rispetto all'utopica e aleatoria galleria del vento, nella quale vengono sviluppati i prodotti di serie. Una scelta di mercato, quella dell'aerodinamica, inutile, illusoria, per il ciclista amatoriale, che però il marketing mistifica e glorifica. Conta altro per il ciclista "di ogni giorno", per il ciclismo "quotidiano", per la dura realtà in cui, combatte nelle pericolose strade, dove si pedala senza la scorta tecnica, con il traffico aperto. Del resto, la quasi totalità dei ciclisti amatoriali e pedalatori, non pedalano con la posizione aero/crono, molto impegnativa, proibitiva, per chi non possiede elasticità muscolare e flessibilità, in particolare sulla lunga distanza, e in salita, dove l'aerodinamica non incide sulla prestazione. Peraltro il telaio aero con ruote aero, limita la possibilità di correggere l'errore di traiettoria, in discesa. Questo ho testato a lungo su strada. 

Sul blog ho spiegato che il telaio su misura è concretamente, un "abito" ciclistico avanzato, sia in termini di assetto biomeccanico, sia in termini di prestazione. Nessun'altro telaio è comparabile. Punto. Ho spiegato che il telaio super leggero, non rigido torsionalmente,  soprattutto in salita, flette di più (troppo) e spreca watt ! Lo chiamo "l'effetto gomma"; serve invece anche il giusto peso per rendere il telaio come una "protesi" del ciclista, una "lama" che taglia l'asfalto o la strada. L'equilibrio strutturale e ponderale è fondamentale.Infine ho spiegato che se il ciclista non migliora il rapporto peso/watt e non impara a pedalare, con la corretta evoluzione ciclica della pedalata ( lo spiego in questo post CLICCA QUI), anche la bici di ultima generazione, non fa miracoli, è uno spreco di soldi, se finalizzata al miglioramento della prestazione ! Molti ciclisti, anzi pedalatori, si concentrano sull'acquisto compulsivo della novità illusoria dell'industria, invece di imparare a pedalare e a "fare la vita" impegnativa del ciclista. Ho visto ciclisti eleganti e micidiali nella pedalata, in sella a bici di qualche anno fa, salutare e staccare in salita, e non solo, pedalatori in sella a bici di ultima generazione. Senza gambe e testa, senza disciplina, la bici non si muove; niente "è gratis", nemmeno la prestazione efficace sui pedali. 

Nell'era della tecnica, l'essere ciclista rimane ancora centrale nello sviluppo tecnologico, figura insostituibile, motore della bici muscolare. Il ciclista amatoriale non si sostituisce con l'aerodinamica, non si crea artificiosamente con il marketing. Per questo e’ necessario che il telaio sia realizzato su misura, in modo da calibrare la prestazione, sulle quote antropometriche e i watt. Il telaio deve essere un oggetto personale, come lo e’ la prestazione; nessuno e’ uguale all’altro; ognuno e’ diverso; ognuno ha bisogno di un telaio diverso ! Nell'era della tecnica, il ciclista evoluto ha bisogno di un telaio artigianale su misura, per esempio, quelli testati, come la Pedemonte Aurata RS CLICCA QUI, la Pedemonte Mutator RS CLICCA QUI e la Pedemonte Altavia CLICCA QUI . Allo stato dell’arte non ho altro da consigliare. Saluti ciclistici. 





La mia scheda biomeccanica di uno dei tre telai su misura testati e recensiti sul blog.