Premessa. Dovete piegare la schiena, tenere le braccia e le gambe strette e i gomiti bassi; non dovete impugnare la curva, sulla parte centrale, non dovete restare dritti come dei cobra ! Punto. Tutto il resto è secondario e in alcuni casi solo marketing. Questa la definisco, l'aerodinamica del ciclista. L'aerodinamica del ciclista è un fattore determinante, parte integrante dell'allenamento. Tuttavia pochi ciclisti amatoriali, curano l'aerodinamica e sanno "stare al vento"; è impegnativo, e la maggior parte di loro, la questione, l'affronta in modo grossolano, "succhiando la ruota" e quando raramente si mettono in testa al gruppo, hanno grosse difficoltà, riescono a "tirare"pochi secondi e poi scompaiono in fondo al gruppo, spesso saltando i cambi perché non ce la fanno o perché pensano di essere furbi. Ne ho visti, eccome se ne ho visti !!! Pedalare al vento è essenziale, insegna a migliorare la posizione e ad allenarsi alla resistenza. Un ciclista che non sappia pedalare contro vento, non è ciclista.
Parlando di aerodinamica, occorre fare riferimento a tre aspetti. Il primo aspetto è quello della corretta posizione in sella. La corretta posizione in sella incide per l'80%. Lo scrivo da tempo, bisogna piegare le braccia, le spalle e la testa, stare "pancia a terra", altrimenti vendete la bici da strada e prendete la MTB, soffrirete di meno. Mi tocca vedere ciclisti dritti in sella come se fossero dei cobra, spesso con molti spessori sotto il manubrio, persone che spesso si convincono che sia il telaio a non essere adatto a loro; invece può trattarsi di persone non adatte alla bici da corsa o che abbiano problemi alla schiena o che non sanno flettere la schiena. La schiena dura è l'antitesi del ciclista, soprattutto dello stradista. Generalmente questi ciclisti hanno problemi di peso, e non fanno esercizi di stretching. Per essere ciclisti non basta solo pedalare, occorre "allenarsi a tavola" , allungare i muscoli regolarmente e correttamente, con esercizi mirati, ma spesso occorre prima risolvere problemi posturali, come ebbi modo di spiegare nella pagina dedicata a questo argomento. Chi non piega la schiena, ( arcuata e non ingobbita) con il tempo, per un motivo o per un altro avrà problemi posturali e di rendimento, pedalerà con più sforzo e minore risultato. La bicicletta può diventare uno "strumento di tortura" fatto a certe condizioni. Quindi schiena arcuata, braccia e gambe strette, gomiti bassi. No Cobra position. Il secondo aspetto dell'aerodinamica è legato alla tecnologia e più precisamente riguarda l'abbigliamento, l'utilizzo di cuscinetti a bassa resistenza al rotolamento, la forma delle ruote e dei tubi del telaio. Ma questo incide solo per il 20%. Ovviamente nessuna tecnologia può risolvere problemi di posizione del ciclista. Quindi anche se vi comprerete i migliori prodotti, se non curate la posizione in sella, come sopra spiegato, prenderete tutto il vento in faccia, e il ciclista esperto, in sella ad una Graziella anni 70, vi sorpasserà. Non fatevi prendere in giro dal marketing. Vi dirà che un telaio aero consente miglioramenti infinitesimali, a patto di pedalare costantemente a 40/50 km/h ! Primo. Nessuno riesce a pedalare a quella velocità costantemente. Secondo. Sulle strade reali, il traffico e i semafori, interrompono la velocità. Terzo. Occorre avere in sella, sempre una posizione aerodinamica. Punto. Tutto il resto è marketing.
Esistono diversi modi molto conosciuti per migliorare l'aerodinamica, oltre a quella fondamentale, cioè l'assunzione di posizioni in sella specifiche; mi riferisco al casco, ai profili dei cerchi o dei tubi del telaio, e quella meno conosciuta la tipologia costruttiva del capo di abbigliamento, mirata appunto al miglioramento dell'aerodinamica. Nel campo professionistico da tempo vengono utilizzati capi di abbigliamento specifici nella prova contro il tempo, inizialmente, ma da un pò di tempo anche nelle corse in linea, per migliorare la prestazione. Un capo da ciclismo, "liscio e aderente" non è detto che sia ottimo nella sua caratteristica aerodinamica. Bisogna infatti sottolineare che il corpo del ciclista in avanzamento nell'aria, avendo la dimensione perpendicolare al moto, preponderante rispetto alle altre, ricade nello studio della fluido dinamica dei "corpi tozzi" che hanno comportamenti "aerodinamici" molto differenti rispetto ai profili alari. Un capo d'abbigliamento da ciclista risulta essere ben aerodinamico quando nella sua costruzione viene mirata la riduzione del suo Cx (coefficiente di resistenza aerodinamico), cioè quando il capo e le sue caratteristiche costruttive garantiscono anche all'aumentare della velocità il ritardo del distacco della vena fluida vorticosa dal corpo del ciclista e quindi conseguente minore larghezza di scia.
Sia chiaro. Quello che conta sono le gambe e il ciclista in posizione aerodinamica; la teoria deve fare i conti con la dura realtà della strada, dove troppe variabili, come quelle suindicate, influenzano la resa finale. Una variabile a titolo esemplificativo. Il 90% dei ciclisti/pedalatori impugna la curva solo sulla parte centrale; nessuno di loro, la impugna correttamente, cioè in presa alta sui comandi, o in presa bassa. Quindi è inutile parlare concretamente di aerodinamica per quanto riguarda i ciclisti/pedalatori amatoriali.
A chi interessa la teoria. La resistenza aerodinamica è sempre maggiore rispetto alla resistenza al rotolamento. In bicicletta, trascurando la forza d'inerzia perchè presente solo in fase di accelerazione, siamo soggetti principalmente a due forze: la forza aerodinamica e la resistenza al rotolamento. Entrambe sono forze che si oppongono al moto del ciclista e sempre presenti quando la bicicletta è in movimento.
La Forza Aerodinamica detta anche Resistenza Aerodinamica, cresce con il Quadrato della Velocità, quindi crescita con andamento Parabolico.
FA= ½ * Cx * SF*V2
- V= Velocità del ciclista
- Cx= Coefficiente di resistenza aerodinamica
- SF= Superficie Frontale a diretto contatto con l'aria
Anche al variare della Velocità d'avanzamento, se la confrontiamo con la Resistenza al Rotolamento, notiamo subito che la Resistenza Aerodinamica è notevolmente più importante rispetto alla Resistenza al Rotolamento, che ha invece andamento Lineare.
RR= CR* P/r
- Cr=Coefficiente resistenza al rotolamento (Funzione della bontà dei pneumatici, rugosità asfalto, pressione gomme, cuscinetti montati).
- P= Peso del Ciclista.
- r = Raggio della Ruota.
Questo fa capire come l'ottimizzazione dell'aerodinamica sia fondamentale nel ciclismo allo scopo di ottenere velocità nettamente superiori e risparmiare potenza.
Guardando le formule e dai grafici di confronto dei due andamenti delle resistenze, possiamo dedurre che:
- a Base Velocità predomina la Resistenza al Rotolamento (da contrastare tramite l'utilizzo dei Cuscinetti Ceramici);
- a Medio e Alte Velocità quindi in Discesa, in Pianura, Falsopiani veloci o in Sprint la Resistenza Aerodinamica è nettamente superiore quindi da contrastare tramite miglioramenti mirati all'aerodinamica.
Resistenza aerodinamica contro la Resistenza al rotolamento |
Fatti non foste per essere pedalatori, ma ciclisti. Quindi in sella, siate silenti e filanti come il vento. Saluti ciclistici.
E' tempo dei telai aero con il foro aero ! Ne parlai tempo fa in questo video/post https://pedalareversoilcielo.blogspot.com/2022/06/la-tendenza-del-mercato-bici-da-corsa.html
RispondiEliminaLa mia opinione. La nuova tendenza della moda, arriverà al punto in cui vi proporranno il telaio aero pieno di fori, come se fosse una fetta di groviera! Del resto il marketing, usa fare così. Inizia un marchio, e poi tutti gli altri si mettono a ruota, imitano, fino a continuare a stravolgere la bici da corsa. Hanno iniziato con i freni a disco, l'unica "novità", anzi pseudo novità, che ha diviso i ciclisti/pedalatori; non si era mai vista una cosa del genere, dall'inizio della storia della bici da corsa; continuerà appunto con i fori/buchi nel telaio. Avanti così fino alla prossima tendenza della moda imposta dal marketing. Dell'utilità concreta di tutto ciò, sovvengono tanti dubbi, dato che per quanto vogliano stravolgere e stravolgano la bici da corsa, in effetti, rimane e rimarrà sempre una macchina muscolare, che si muove, cioè, e questo è opportuno ribadirlo, per effetto della energia spinta sui pedali dal ciclista/pedalatore, a meno che si voglia parlare di ebike, ma in questo caso, si tratterebbe di motorini elettrici a pedale, che ricordano il vecchio e caro Piaggio Ciao ( in quel caso però si trattava di motore a combustione). Vi diranno che così facendo si avrà un vantaggio marginale, che vi permetterà di vincere la gara con il vicino di casa, a patto che sappiate pedalare a 40/50 km/h costantemente, manco foste un cronoman. Riflettete ragazzi, ragionateci, invece di mettere istintivamente mano al portafoglio, o al credito al consumo, per sentirvi appagati per un tempo limitato, fino alla prossima "promessa" del marketing. Liberatevi dalla sindrome dell'acquisto compulsivo che vi rende schiavi e allineati alla massificazione imperante. Siate liberi, come un vero ciclista. Saluti ciclistici.