E' stato come raccogliere un giornale di fine 800 ed aprirlo alla pagina dello sport ! Qualcuno aveva lasciato aperta la finestra, e il vento aveva portato quel vecchio giornale ingiallito, scritto dal passato. Bisognava leggerla ai posteri, quella pagina e in quel momento è nata l'Eroica ed è stato il successo dell'Eroica. La vita succede se la fai entrare. E la vita succede pedalando anche all'Eroica. Vi spiego i motivi del suo successo.
Le strade bianche è la prima risposta. Il ciclismo è nato sulla strada non asfaltata. Pedalare sulla ghiaia è salire e scendere, su ogni sasso e sassolino, è il rumore croccante della pedalata, melodia ancestrale del ciclismo eroico e libero, "suonata" sui sassi con gli pneumatici. Pedalare sulle strade bianche è divertente e faticoso, altro che la comfort zone dell'asfalto ! L'asfalto annoia e stressa. Il ciclista ha bisogno di "intimità" esistenziale con il mezzo e l'ambiente, il traffico distrae, carica di ansia, e riduce le forze psico fisiche. La strada bianca è il sogno dei ciclisti e dei pedalatori. E' la strada del ciclismo. E' la strada senza tempo. Le strade bianche sono la riserva indiana dei ciclisti. Un plauso a chi ha ideato l'Eroica, pensandola anche come occasione per conservare e manutenere le strade bianche prima che finissero asfaltate da qualche amministratore pubblico, insensibile alla bellezza, all'ambiente, alla storia, che insegue solo il consenso elettorale. L'Eroica, senza le strade bianche non avrebbe senso, non sarebbe pensabile e "percorribile". La bici d'epoca all'Eroica, è un occasione straordinaria per viaggiare nel tempo, lungo strade antiche, respirando libertà, aria di campagna, polvere, simbolo del tempo, farmaco che guarisce l'anima dalla scialba quotidianità; la polvere delle strade bianche, affascina e ricopre di un velo antico, i giorni moderni, incapaci di emozionare. Le strade bianche sono una forma di depaving ante litteram, è conservazione dello stato delle cose. Il depaving, nato nel 2008 negli USA, a Portland, elimina il catrame e il cemento per sostituirlo con erba e suolo naturale, per assorbire meglio le acque con il terreno naturale e l'utilizzo di masselli auto bloccanti, riducendo sia il rischio di allagamenti per le piogge torrenziali, sia il rischio delle isole di calore, fenomeni devastanti nell'era dell'emergenza climatica. Liberare il suolo per promuovere la biodiversità, migliorando la qualità della vita, salvaguardando il territorio. Rimuovere l'asfalto significa un ambiente più fresco e se ne può aumentare l'effetto con la piantumazione degli alberi, migliora la convivenza tra automobilisti, ciclisti e pedoni, riducendo le vittime della strada, drammatico problema sociale e umano, con evidenti ricadute sul PIL e sulla spesa sanitaria. Se volete vedere un esempio di depaving, andate a Lovanio (Belgio), dove gli amministratori pubblici hanno integrato il depaving nel piano di adattamento climatico della città. Se volete vedere un esempio di depaving italiano, pedalate sul percorso permanente dell'Eroica o partecipante all'evento. Le strade bianche e depaving renderebbero l'Italia "eroica" e migliorerebbero la risposta del territorio all'emergenza climatica. Organizzate, l'Eroica edizione speciale per i governanti; le strade bianche liberano l'anima e fanno riflettere sulla dimensione dell'uomo e sulla imprescindibile necessità di vivere in Pace e in armonia con la Natura. Lo sviluppo economico fine a se stesso è come il doping. L'uomo ha bisogno del progresso (Pasolini docet) e aggiungo, non può vivere al di fuori della Natura. Noi siamo la Natura, noi siamo Natura.
“Portami dove il tempo non esiste”, come diceva una straordinaria poesia di Herman Hesse. Ecco la seconda risposta. Decidere il proprio tempo, fuggire da quello moderno, vivere la Magia del pedale, in un museo a cielo aperto, attraversando preziose strade bianche, sterrate dal tempo, nella bellezza e suggestione di un paesaggio naturale e storico, unico ed irripetibile, conservato e amato dagli abitanti, donato ai ciclisti e ai pedalatori del mondo.
E' una festa a tema con costumi e macchine (cioè la bici) d'epoca ! Alle persone piacciono le feste e il cambiamento, anche solo per un giorno. L'Eroica è un atto democratico-ciclistico di ribellione al sistema fondato sul consumismo che rende l'uomo schiavo del profitto, atto innaturale, invenzione del capitalismo, che sottrae tempo e accorcia la vita vera, limitandone la qualità; fuga verso la libertà, riappropriandosi della vita. E' come ritornare al tempo del cuore. E' un rifiuto della razionalità e della tecnica. Dicono che bisogna solo lavorare e produrre sviluppo, all'infinito, quale condizione normale dell'uomo ! E' tutto sbagliato ! Il tempo, sacrificato al solo profitto, non genera gioia, ma schiavitù e dipendenza dal consumismo compulsivo; genera malattie e tristezza. Ci vuole equilibrio. Il profitto si nutre dell’illusione e della felicità delle persone; le svuota e le abbandona. L'uomo non è un consumatore ma un essere vivente, necessita dei sogni, della speranza, di muoversi e pedalare. E' la terza risposta.
All'Eroica vince solo chi partecipa e decide di fare un viaggio nel tempo; basta non mollare mai e lasciarsi cullare dalle strade bianche, come se si pedalasse in un enorme rullo circolare, fatto di colline sinuose ed eleganti; ascoltare il suono croccante della ghiaia scoppiettare sotto i pneumatici; respirare la polvere delle strade bianche soffiata dal tempo ! E il partecipare per vincere è un atto di ribellione straordinario, in un epoca moderna, in cui vince solo chi arriva per primo; è ribaltare la prospettiva della vita e della vittoria. E' la quarta risposta.
L'Eroica è fuga dalla comfort zone. Fatica e gioia uguale per tutti ! Niente è gratis, nemmeno le emozioni, te le devi sudare e la bici lo insegna. La fatica fisica riattiva la mente e il corpo, depura dalla pigrizia; è la condizione naturale dell'uomo, antidoto contro la noia e l'ansia. L'Eroica è la soluzione naturale alla depressione dilagante, conseguenza di un mondo senza più speranza. Ci sono tante persone, soprattutto i giovani, che soffrono nel silenzio e nella solitudine; sono gli ultimi, quelli allontanati perché non vincenti. La società li sta perdendo, come se fossero soldati mandati alla guerra. Un immenso patrimonio umano dimenticato. Bisognerebbe farli partecipare all'Eroica per aiutarli. La bici è meglio del Prozac. La bici sulle strade bianche è come il lettino dello psicologo. L'anima ti porta a Gaiole in Chianti. Il cuore ti fa pedalare all'Eroica. E' la quinta risposta.
La bici storica è la sesta risposta. La passione per la bici eroica, la penna stilografica necessaria per vergare la storia scritta sulle pagine senza tempo delle strade bianche. Bici eroica, atto di ribellione al consumismo e quindi alla bici da corsa moderna, sempre più costosa, complicata, inadatta per tutte le strade, sempre meno comoda e troppo rigida per correggere errori di traiettoria , destinata “all'obsolescenza programmata”, antitesi del "concetto bici". Pedalare sulla bici eroica è dimostrare, che contano le gambe e il cuore, e che posso farlo anche con una bici superata dalla tecnologia. La bici è una fedele compagna di viaggio, ci vuole tempo per “conoscersi "; non è un oggetto da consumare. La bici d'epoca è uno straordinario atto di affetto verso questa macchina eterna che si prende cura dell'ambiente e "non ci dice mai no", quando ne abbiamo voglia. La Bici Eroica è uno stile di vita. La bici eroica, e mi riferisco a quella originale, fine '800, inizio '900 ( all'Eroica è ammessa la bici da corsa prodotta fino al 1987 oppure la replica purché assemblata secondo regolamento) ha “generato” la bici gravel, gli assomiglia: interasse lungo, pneumatici larghi e tassellati, forcella alta, per viaggiare veloci, stabili e comodi anche sulle strade bianche! In fondo le bici d'epoca erano le bici gravel dei nostri giorni. E non è un caso che l'Eroica abbia generato la Nova Eroica destinata soprattutto alla bici gravel. L'atto di ribellione al sistema della bici moderna si completa cambiando "pelle" e indossando l'originale ( o la replica) maglia di lana, bella, ma pesante, quando sudata e sporca, spingendo rapporti sbagliati, con i piedi incastrati nelle pericolose gabbiette, spesso senza il moderno casco integrale, frenando con “i piedi”, lungo discese sterrate, con assetti biomeccanici improvvisati, quasi sempre senza dislivello sella/manubrio (lo sloping è stato introdotto negli anni 90 del secolo scorso), camminando, se stanchi o poco allenati, per spingere la bici, lungo strappi duri e sterrati. Altro che rimanere imprigionati nelle auto, intossicati dallo smog e dal cappuccino-cornetto nel quotidiano logorio della vita moderna. La natura ciclistica dell'uomo ha bisogno dell'Eroica, del Chianti e della Ribollita ! Consiglio per i partecipanti. Attenzione le strade bianche ( e la bici) creano dipendenza. Così è. Saluti ciclistici.
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