giovedì 4 luglio 2024

Quando Marco Pantani correva con telai artigianali italiani eseguiti su misura. #biomeccanica #ciclismoevoluto

C'era un tempo, in cui, i corridori professionisti gareggiavano con il telaio, su misura, eseguito in Italia, da artigiani valenti. Erano creazioni di bottega, preziose e personali. I telaisti sono capaci di eseguire, telai con forme e soluzioni avanzate, ma con le misure personali del ciclista, personalizzandoli nelle grafiche e nei colori. E' Il telaio per eccellenza, oggetto agognato dai ciclisti. 

Voglio dare un immagine concreta, di quel ciclismo romantico e coraggioso, quello che faceva saltare dalle sedie tifosi ed appassionati. Queste sono le mie foto, scattate alle schede biomeccaniche di Marco Pantani, utilizzate per eseguire i suoi telai; ci sono i dettagli delle misure antropometriche del Campione di Cesanatico e altre curiosità tecniche. Alcune schede si riferiscono a telai con marchi ancora in commercio. Mi emoziono ancora, a rivederle; la scheda dell'assetto biomeccanico, è la cosa più intima, suggestiva ed autentica del ciclista, del corridore, del campione, ne rappresenta l'esclusività, l'irripetibilità. Ogni atleta è unico. Il marketing non potrà inventarla, ma solo sfruttarla, la passione e l'unicità degli uomini che hanno scritto e scrivono, le pagine epiche del ciclismo, uomini donati dalla Natura. Passione ed esclusività che si legge anche in questi documenti tecnici, straordinarie storie di vita autentica. 

Gli esperti e gli addetti ai lavori sapranno leggerle ed interpretarle correttamente, queste preziose, schede tecniche di lavoro. Agli appassionati, non esperti del settore, posso dire che Marco Pantani era una atleta straordinario, con un eccezionale flessibilità muscolo scheletrica, un micidiale rapporto peso/watt, un cuore unico, capace di prestazioni indimenticabili; ed è tutto scritto anche in queste misure. Immagino l'emozione postuma dei telaisti, ricordando il lavoro sulle quote del Campione e le creazioni artigianali, portate alla vittoria, come per esempio sull'Alpe d'Huez. A proposito di salite epiche del Pirata. Nel blog potrete ritrovarle, in questa pagina CLICCA QUI; le ho percorse, in compagnia del ricordo e della fatica; ho visto la sua ombra, passarmi accanto, dopo avermi affiancato per un attimo, quasi a salutarmi. Lassù, le emozioni sono state straordinarie, incredibili. 

Da quel maledetto giorno, tutto è cambiato, per lo sport mondiale. Ma Pantani vive ancora; lo potrete incontrare sulle sue salite. E che Pantani, sia Pantani, lo capisci anche dai tifosi; ancora oggi, lo evocano, lo celebrano e lo aspettano sulle salite del Giro e del Tour, inneggiando il suo nome, quando passa il gruppo o la fuga della tappa, sventolando le bandiere del Pirata, colorando di giallo le strade, intonando cori di festa ! E per favore, non confondetelo o identificatelo con i campioni di oggi. Egli è irripetibile. Ognuno nasce con la sua storia. Nessun è uguale all'altro.

Concludo con un paradosso. Nell'era della tecnica, i corridori e i campioni devono adattarsi alle misure standard dei telai di serie, prodotti in fabbriche estere, quasi sempre terzisti che lavorano per i marchi le cui lettere e simboli sono stampigliati sui tubi ! Dove sarebbe il progresso tecnologico ? Nel foro aerodinamico ? La differenza tra telaio artigianale, su misura, e telaio di serie, industriale, con misure standard, è totale ! Di per sè, adattarsi implica sempre uno sforzo per conformarsi a qualcosa di diverso, non e’ un gesto naturale.  Allora perché spendere tanti soldi per adattarsi ad un telaio ?! Oggi, i corridori e i campioni, se vogliono guadagnare, devono pubblicizzare telai di serie, uguali (anche) nelle misure a quelli venduti al pubblico, omologati UCI; non c'è più passione, ma routine, non c'è più artigianato, non c'è più personalizzazione, ma solo la produzione in serie, anche dell'oggetto più importante per il professionista, il telaio. A Roma si dice: "E' dura la pagnotta"! Del resto, i costi dei team e  degli ingaggi, in particolare, quelli dei campioni,  possono essere sostenuti solamente dal marketing industriale; per non parlare del fatto, che ad ogni corridore e campione vengono assegnate almeno 3 biciclette, costi sostenibili, solamente, con i capitali della produzione di serie. Ovviamente i corridori e i campioni vincono comunque, sono nati per farlo e vincerebbero "anche con una Graziella anni 70", splendida bici da passeggio, sono atleti straordinari, certo ma con un telaio personalizzato, si sentirebbero più a loro agio e pedalerebbero in modo semplice, spontaneo, naturale, autentico, senza adattamenti. Se fossi il proprietario ricco di un team prof quello farei, bici su misura.  Le chiacchiere del marketing con me non funzionano. Non pettino bambole. 

Pedalare con un telaio su misura, è come pedalare, con un "acceleratore nascosto", quello che trovi nelle misure calibrate sulle quote antropometriche; cioè il gesto atletico è più preciso e naturale. Il telaio su misura è come l'abito sartoriale realizzato con le migliori stoffe. 

Sull'argomento consiglio la lettura anche di questo post CLICCA QUI . Saluti ciclistici. 


 

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