E' stato nel momento in cui testando telai industriali di serie, in carbonio, con misure standard, compresi che quando il prodotto industriale arriva a livelli molto elevati nella prestazione, il miglioramento complessivo diventa sempre più difficile, riducendosi a guadagni marginali (marginal gains). In quel periodo incominciai a testare telai in carbonio, artigianali, fatti su misura; cercavo il sostanzialmente "nuovo" nell'era della tecnica. E allo stato attuale, l'industria dei telai in carbonio, è rimasta impantanata nella fase definibile marginal gains performance
Nell'era della tecnica, la tecnica si sostituisce all'uomo, e il fare è produzione, secondo criteri di razionalità, con i quali sostituisce le proprietà qualitative con quelle quantitative, frazionando il fare in operazioni parziali della produzione, che il sistema tecnico collega tra loro, fino a unificarle nel prodotto finale. Il riflesso tangibile di questo frazionamento oggettivo del fare, tipico della produzione industriale attuale, è la specializzazione del telaio in carbonio, in vari segmenti del mercato.
Allora cosa mi rimaneva (rimane) di consigliare ( e spiegare) ai lettori ? Era (è) giunto il tempo di tornar indrio, di tornare al tempo in cui, il fare era arte, e non produzione: è l'opera (il telaio) a riprodurre l'artigiano e l'artigiano si rispecchia nell'opera che riproduce le sue qualità.
Emblematico è quello che ha scritto un lettore, commentando la mia foto della Pedemonte Altavia fatta a Genova, pubblicati nella Community del canale YouTube del blog : "Abbiamo l'eccellenza e andiamo a comprare i stampi a Taiwan" ( per leggerlo CLICCA QUI ). E' vero! Per eseguire un telaio, il materiale è solo parte di un progetto, in cui entra l'idea, la qualità della costruzione per ottenere un oggetto finale di un certo tipo. Diversamente non si esegue un telaio, lo si produce. Ci sono artigiani italiani che hanno un certo tipo di rapporto con il materiale che va al di là del lavoro manuale; lo interpretano. Solo così si crea e non si produce, come nel caso, dei telai in carbonio della Pedemonte Bike, costruiti a Genova, su misura, veri e propri "Stradivari a due ruote", oggetti personali, unici, in stile #onebikeforever, realizzati con il brevetto IWS (doppio strato interno ed esterno e cottura in autoclave a temperatura più alta che la rende monolitica, come un vero monoscocca, ma su misura) . Il marketing non può inventare la passione.
La bici muscolare non è una moto o un auto, quindi non ha un motore termico o elettrico, ciò nonostante, i ciclisti sperano di trovare "quell'acceleratore" e di azzardarsi, nel prossimo acquisto! A loro dissi e dico, di averlo trovato, finalmente, "quell'acceleratore", nel telaio in carbonio, su misura, eseguito artigianalmente, non solo è una creazione di nicchia, ma è anche uno stile di vita elegante e simbolo di conoscenza. E su strada, i telai artigianali su misura, testati, dimostrano una risposta più precisa, in termini di prestazione, e’ più facile pedalarci, sin dalle prime pedalate, e si diventa un tutt’uno con la bici. E’ straordinario! E’ un esperienza unica ! Il gesto atletico è più preciso e naturale.
E l'aerodinamica, dove l'industria sviluppa marginal gains ? Conta poco. Vi rimando alla lettura di questo post CLICCA QUI , dove in sostanza, spiego e dimostro che la posizione in sella del ciclista, incide per l'80% sull'aerodinamica, piegando le braccia, la schiena e stringendo le gambe; il resto lo fa il casco, l'abbigliamento, telaio e ruote ! Dunque l'industria investe molto per ottenere guadagni marginali, peraltro inutili, tenuto conto della realtà, in cui pedala il ciclista amatoriale, ovvero il cliente; una realtà fatta di traffico, semafori, incroci, ostacoli e strade rovinate, un mondo reale, completamente diverso, rispetto all'utopica e aleatoria galleria del vento, nella quale vengono sviluppati i prodotti di serie. Una scelta di mercato, quella dell'aerodinamica, inutile, illusoria, per il ciclista amatoriale, che però il marketing mistifica e glorifica. Conta altro per il ciclista "di ogni giorno", per il ciclismo "quotidiano", per la dura realtà in cui, combatte nelle pericolose strade, dove si pedala senza la scorta tecnica, con il traffico aperto. Del resto, la quasi totalità dei ciclisti amatoriali e pedalatori, non pedalano con la posizione aero/crono, molto impegnativa, proibitiva, per chi non possiede elasticità muscolare e flessibilità, in particolare sulla lunga distanza, e in salita, dove l'aerodinamica non incide sulla prestazione. Peraltro il telaio aero con ruote aero, limita la possibilità di correggere l'errore di traiettoria, in discesa. Questo ho testato a lungo su strada.
Sul blog ho spiegato che il telaio su misura è concretamente, un "abito" ciclistico avanzato, sia in termini di assetto biomeccanico, sia in termini di prestazione. Nessun'altro telaio è comparabile. Punto. Ho spiegato che il telaio super leggero, non rigido torsionalmente, soprattutto in salita, flette di più (troppo) e spreca watt ! Lo chiamo "l'effetto gomma"; serve invece anche il giusto peso per rendere il telaio come una "protesi" del ciclista, una "lama" che taglia l'asfalto o la strada. L'equilibrio strutturale e ponderale è fondamentale.Infine ho spiegato che se il ciclista non migliora il rapporto peso/watt e non impara a pedalare, con la corretta evoluzione ciclica della pedalata ( lo spiego in questo post CLICCA QUI), anche la bici di ultima generazione, non fa miracoli, è uno spreco di soldi, se finalizzata al miglioramento della prestazione ! Molti ciclisti, anzi pedalatori, si concentrano sull'acquisto compulsivo della novità illusoria dell'industria, invece di imparare a pedalare e a "fare la vita" impegnativa del ciclista. Ho visto ciclisti eleganti e micidiali nella pedalata, in sella a bici di qualche anno fa, salutare e staccare in salita, e non solo, pedalatori in sella a bici di ultima generazione. Senza gambe e testa, senza disciplina, la bici non si muove; niente "è gratis", nemmeno la prestazione efficace sui pedali.
Nell'era della tecnica, l'essere ciclista rimane ancora centrale nello sviluppo tecnologico, figura insostituibile, motore della bici muscolare. Il ciclista amatoriale non si sostituisce con l'aerodinamica, non si crea artificiosamente con il marketing. Per questo e’ necessario che il telaio sia realizzato su misura, in modo da calibrare la prestazione, sulle quote antropometriche e i watt. Il telaio deve essere un oggetto personale, come lo e’ la prestazione; nessuno e’ uguale all’altro; ognuno e’ diverso; ognuno ha bisogno di un telaio diverso ! Nell'era della tecnica, il ciclista evoluto ha bisogno di un telaio artigianale su misura, per esempio, quelli testati, come la Pedemonte Aurata RS CLICCA QUI, la Pedemonte Mutator RS CLICCA QUI e la Pedemonte Altavia CLICCA QUI . Allo stato dell’arte non ho altro da consigliare. Saluti ciclistici.
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