Tutti vogliono essere ( o diventare) ciclisti. Bene. Ma per essere o diventare ciclisti, occorre per prima cosa, sapere pedalare correttamente. E allora vi spiego un movimento fondamentale: la pedalata rotonda.
La pedalata rotonda è quella in cui vi è una perfetta coordinazione tra muscolatura agonista (che spinge) e antagonista (che richiama). Il rendimento di tale pedalata, è molto più elevato di una pedalata di sola spinta e di punta (definita anche come la pedalata a “stantuffo”). Per ottenerla è di fondamentale importanza che l’assetto sia a posto (una sella troppo alta ne impedirebbe la perfetta riuscita). La dinamica della pedalata rotonda deve svolgersi nel seguente modo. Partendo dal PMS (punto morto superiore della pedalata… pedivella in alto perfettamente verticale) inizia la fase di spinta da parte della muscolatura agonista (in particolare il quadricipite). Il piede, che si trovava con il tallone in alto nel PMS, durante la spinta (PMS >>> PMI) scende, riposizionando gradatamente il tallone molto più in basso, in modo tale che il piede risulti quasi parallelo al terreno nel PMI (punto morto inferiore delle pedalata… pedivella in basso perfettamente verticale). Dal PMI inizia la fase di richiamo della pedalata da parte della muscolatura antagonista (in particolare polpaccio e bicipite femorale). Il piede, da parallelo al terreno, durante il richiamo (PMI >>> PMS) sale, riposizionando gradatamente il tallone in alto, in modo tale che il piede diventi quasi prolungamento della tibia (come se fosse un unico tirante). In altre parole il piede durante la rotazione della pedalata descrive come un onda punta/tacco. Ma attenzione. La fase di spinta non deve finire sul PMI, ma prima, a 150 °/160°, altrimenti si va oltre la fase di spinta, con una compressione maggiore, e la muscolatura (polpaccio e bicipite femorale), ci mette più tempo a rilassarsi, con la conseguenza che la fase di richiamo da fase attiva, diventa passiva, in quanto la muscolatura non tira come dovrebbe, ma si rilassa. Ovviamente per pedalare correttamente occorre un assetto avanzato ottimale, altrimenti sarà impossibile farlo. Non è un caso, su 10 pedalatori che incontro, 9 pedalano a stantuffo e 1 si storce in sella come un serpente e sposta un piede tutto esternamente al pedale, indici di un bacino rotato e di una sella troppo alta. Allego tre video, di cui uno girato mentre pedalo in modo corretto. Questo post lo dedico al pedalatore che mi rispose meravigliato: " Perché la pedalata è quadrata ?!!!!!!!!!" 😂 Saluti ciclistici.
Uno studio americano, di non ricordo più quale università, dimostrò che la differenza sostanziale tra agonisti (dal livello amatoriale ai professionisti) era proprio nella estensione dell'arco di erogazione della pedalata, a parità di potenza personale. In sostanza, i professionisti erano in grado di esprimere una maggiore costanza nell'applicazione di forza su tutto l'arco della pedalata. Quello che, appunto, in gergo viene chiamata pedalata "rotonda". Hinault, nel suo celeberrimo libro, scriveva che quella pedalata se la sognava, stava sempre a pensarci.
RispondiEliminaCiao Gabriele R, grazie per il tuo commento, molto chiaro, utile per fare capire l'importanza della questione. La pedalata rotonda è il primo allenamento a cui ogni ciclista dovrebbe dedicarsi, l'altro è quella della pedalata ad alta cadenza. In effetti negli anni 80 molti prof pedalavano a stantuffo, a punta, basta vedere i filmati; c'era persino chi spingeva rapporti duri cioè lunghi anche in salita e li vedevi che facevano doppia fatica, ma non riuscivano a migliorare per un abitudine, un impostazione mentale.Insomma viene più facile spingere a punta rapporti duri pensando che la forza sia l'unico metodo per pedalare "forte", quando invece ci vuole tecnica; ma è un ossimoro, dato che il gesto più naturale, dovrebbe essere invece quello di spingere rapporti più leggeri e con una pedalata libera da limiti posturali. Appunto bisogna imparare la tecnica del ciclismo. Comunque i motivi che impediscono la pedalata rotonda sono due: la rotazione del bacino e la sella alta. Ai tempi di Hinault, molti pedalavano con la sella alta perché non riuscivano a trovare l'altezza corretta e per quella sensazione di spinta maggiore, che poi in realtà è contro producente oltre ad essere deleteria per i muscoli e le ossa. Del resto proprio Hinault cerco di trovare un metodo per regolare altezza sella con un formula leggermente diversa da quella suggerita da Lemond; ai tempi non c'erano i biomeccanici e gli strumenti che ci sono oggi; a quei tempi forse gli osteopati non facevano parte dei team e della cultura del ciclismo. Sta di fatto che oggi molti pedalatori e ciclisti non sanno di avere la rotazione del bacino e quindi hanno gambe contratte che lavorano a mezza forza, il bacino rotato allunga una gamba e accorcia l'altra. Me ne accorgo quando vedo pedalatori e ciclisti con il piede che rimane a punta e spostato rispetto al pedale. Io penso che come si insegna a calciare correttamente un pallone, si dovrebbe insegnare anche a pedalare in modo preciso. Invece le persone pensano che conti e sia sufficiente pensare ad acquistare la bici avanzata tecnologicamente, quella del "futuro", quando non sanno nemmeno pedalare. Del resto certe cose le impari da bambino, quando le fai per la prima volta da adulto le potrai farai solo male. Mi fermo qui. Saluti ciclistici.
EliminaSu 10 pedalatori che incontro, 9 pedalano a stantuffo e 1 si storce in sella come un serpente, e sposta un piede tutto esternamente al pedale, indici di un bacino rotato, e /o di una sella troppo alta ! Eppure pontificano, danno consigli, si sentono arrivati, e guardano gli altri dall'alto, insomma si sentono i maestri del Nulla. Quello che li frega e l'arroganza che li fa sentire migliori, la presunzione che li fa sbagliare; per loro ci vorrebbe un bagno di umiltà, la dote dei saggi. Li potete vedere anche sui social, in particolare su Instagram, dove pubblicano, foto che dimostrano tutta la loro insufficienza, tutti i loro errori, che sfuggono a quelli che non sanno, a coloro che si fanno trarre in inganno dalle apparenze, cioè dalla bici alla moda, dal tatuaggio in stile scarabocchio e dal capello aerodinamico, dalle pose artefatte, dallo stile affettato, manierato, insomma dai veri figuranti del marketing, che li sfruttano, dopo averli fatti pagare; quello che scrivono a corredo delle foto è imbarazzante, sono frasi insignificanti , o scopiazzate, spesso farneticanti ! E' raccapricciante, stucchevole. Per non parlare dei video in cui pedalano non correttamente, in stile " guarda come sono il migliore". Tutto questo non sfugge ai ciclisti e a coloro che amano la serietà. Ogni cosa va fatta seriamente altrimenti è solo una buffonata. Ma tutte le cose che contano necessitano di tempo, di fatica, di studio, di esperienza, e di umiltà, ma tutto questo loro non ce l'hanno; finita la moda della bici da corsa, passeranno al padel, o a quello che potrà servirgli per mettersi in mostra. Non seguiteli vi confondono. Saluti ciclistici.
RispondiEliminasport/fenomeno di massa e diventato di moda ed in perfetta linea con l'era delle apparenze e dell'apparire diventato un bel simbolo da esibire, come una macchina o una moto (veggasi bmw gs con trittico di borse stile transiberiana), bene o male questo è diventato oggi il ciclismo. I social media sono perfetti per poter apparire e quindi ne vediamo veramente di tutti i colori. viviamo un periodo di massificazione spaventosa in ogni ambito.
EliminaBuongiorno a tutti, condivido quanto sopra descritto e aggiungo che la BMW GS ormai icona incontrastata della categoria con meriti indiscutibili ma anche con molto molto marketing alle spalle sta al motociclismo come le bici da corsa disc stanno al ciclismo. In buona sostanza entrambi i prodotti nelle loro differenti categorie vogliono esserci venduti come dei lasciapassare per l'olimpo dell'invidia altrui e del popolo dei BAR e dei locali alla moda da aperitivi. In questo modo giustamente ne fregano tanti si è pur sempre il loro lavoro... ma non tutti! È interessante notare dall'esterno quanto studio ci sia dietro queste politiche di marketing basate sull'emozione istantanea, effimera e l'approvazione della platea Instagram. Nel caso del ciclismo scalpito dal vedere nel prossimo futuro quale sarà la "novità" irrinunciabile per essere i migliori.
RispondiEliminaSaluti