In claris non fit interpretatio cioè nelle questioni chiare non si fa luogo ad interpretazioni, a meno che si voglia scadere nel parossismo e mi riferisco a chi difende il disco a prescindere. Non esistono prodotti perfetti, soprattutto quelli in fase di sviluppo, come il disc brakes per bici da strada. Saluti ciclistici.
domenica 30 agosto 2020
lunedì 24 agosto 2020
Quanto flette il carro posteriore del vostro telaio ?
Lo faccio sempre con le bici test. In linea di massima è un modo per verificare quanto flettono i foderi e i pendenti del carro posteriore, dalla quale dipendono buona parte della rigidità torsionale e laterale del telaio, unitamente alla scatola del movimento centrale e al tubo sterzo. Ogni telaio che ho "piegato" con la mano ha dato una risposta diversa. Il telaio nel video è il Pedemonte Aurata Superleggera RS testato. Saluti ciclistici.
La bicicletta salverà il mondo, se ci saranno ciclisti evoluti.
Più chilometri percorri e più ti senti libero e se poi hai gambe e testa puoi arrivare dove vuoi, altro che auto, c'è più gusto a pedalare, rispetti la natura, e migliori l'equilibrio fisico e mentale. Ci sono luoghi che raggiungo in bici, sono più vicini al cielo, in pianura c'è il "gregge". Lassù trovo silenzio e nuvole, altro che bar e caffetteria. Lassù c'è molto di più; c'è qualcosa che non si può comprare, è gratis, è per tutti, basta saperselo sudare, con forza fisica, mentale e concentrazione. In cima non arriva il rumore assordante del caos umano, fatto di urli e deliri di onnipotenza, di denaro smodato, di ricchezze rubate, di violenza, di odi e disturbi psichiatrici, di frustrazioni e di vigliaccherie, non ce la fanno, i deboli, rimangono in pianura. Silenzio e nuvole, bellezza della natura, spirito, cos'altro ! Penso che la bicicletta possa salvare il mondo, ma occorrono ciclisti evoluti, cioè l'evoluzione del ciclista. Il ciclista evoluto è quello che pedala non per moda, ma per scelta esistenziale, per stile di vita e si misura con se stesso, è colto ed informato, possiede esperienza, cerca la sostanza delle cose, toglie il superfluo. per questo non si fa fregare dal marketing. Purtroppo vedo troppi ciclisti, come quelli per esempio che si fanno 50 km a succhiare le ruote, con il gruppo "INPS" o con i "Manetta Brothers" ( un giorno ve ne parlerò), sfoggiando la maglia sociale (che alla fine calcolando la quota annuale di iscrizione, costa quasi come una divisa top di gamma) e poi escono con l'auto, per abitudine o per darsi importanza (ma c'è davvero ancora chi crede nel 2020 che l'auto sia uno status symbol ?!). Per essere ciclista evoluto non occorre avere sempre la bicicletta all'ultima moda, anzi "dell'ultimo catalogo", quello lo fanno soprattutto i ciclisti ingenui o fanatici, o quelli che passano il tempo nei negozi o nei forum, invece di allenarsi, o infine quelli che devono mostrare di essere "migliori" nelle apparenze! Non serve averla, si può pedalare anche con un modello dell'anno precedente. Del resto, penso che la maggioranza dei ciclisti se fosse bendata non riuscirebbe a riconoscere le differenze sottili, tra i telai top di gamma standard, oramai sostanzialmente uguali anche nelle prestazioni. Il ciclista evoluto ama la natura per questo percorre più chilometri in bici che con gli altri mezzi, è ciclista nell'anima. Se deve fare viaggi lunghi, usa il treno, l'autobus, la nave o l'aereo e arriva più lontano per scoprire luoghi meravigliosi, con la sua bicicletta nella valigia. E' una questione di stile, è l'evoluzione della specie dei ciclisti. Salviamo il pianeta e miglioriamoci. Saluti ciclistici.
sabato 22 agosto 2020
Test Bike: Pirelli P Zero Velo copertoncino
Dopo il test della versione tubolare da 25 mm CLICCA QUI , ecco anche il test su strada del Pirelli P Zero Velo copertoncino da 25 mm. Come è noto i miei test sono scritti sulla strada, anzi su molte salite, non faccio giri del palazzo e di domenica; non sono sponsorizzato dai marchi, quindi posso scrivere quello che constato nella realtà, sono indipendente. Questa è la premessa. I copertoncini Pirelli P Zero Velo sono affetti dallo stesso problema della versione tubolare dello stesso modello top di gamma, cioè l'usura precoce; il centro del battistrada è "cotto" e segnato da micro forellini, come si vede nelle foto del copertoncino posteriore, scattate dopo 15 uscite da 100 km circa, per un totale di 1500 km circa, tutti in salita, discesa tecnica e percorso ondulato, durante il periodo estivo. Il copertoncino anteriore invece ha un usura normale, ma come è noto si consuma prima la copertura posteriore. In generale il copertoncino è migliorato nella prestazione rispetto a 10 anni fa, ma resta ancora inferiore alla prestazione del tubolare. Concludo una chiosa. Realizzare pneumatici per la bicicletta da corsa è cosa diversa dal fare quelli per auto. Saluti ciclistici.
Pagella. Grip sull'asciutto e sul fondo bagnato 8; comfort 7; resistenza all'usura: 5; prestazione 7,5; scorrevolezza: 7.
lunedì 17 agosto 2020
Quando il nastro del manubrio si toglie da solo ! Il test del manubrio senza nastro.
Al tester che usa la bici test per davvero e non per fare le foto e i giri del palazzo, capita di tutto, anche il nastro che si "toglie da solo"; ho provato a rimetterlo, ma si allenta! Ne approfitto per sfatare un uso o mito: il nastro sul manubrio. Come gli indiani dell'America del Nord, che cavalcano senza sella, pedalerò senza nastro sul manubrio. Finalmente si vede tutto il carbonio e la forma del manubrio. 94 gr (Supacaz) 105 gr (Shimano), in meno; risparmio costo; si è indotti ad impugnare i comandi in posizione alta e la curva in presa bassa, posizione aero, stimolo per molti che pedalano dritti come cobra; niente cattivi odori. La presa al centro indossando guantini non scivola. Soluzione ottimale per manubri aero e di ultima generazione con passaggio interno delle guaine. Il nastro sul manubrio serve solo a chi impugna il manubrio al centro e pedala erroneamente dritto con la schiena e le braccia, in pratica, la maggioranza dei ciclisti. Per coloro che invece assumono una posizione aero, invece il nastro è solo un fatto estetico, perchè lo usano solo quando impugnano in presa bassa, in quel caso la presa della mano con guantino è sufficiente. Approfittando del nastro difettoso, ho voluto verificare quello che avevo intuito. Ora ne ho la certezza. Ognuno faccia quello che vuole; il test non è un invito a farlo, anzi lo sconsiglio. Quello che consiglio invece è esercitarsi a pedalare come se non aveste il nastro, in modo che ne approfittiate per imparare a pedalare impugnando il manubrio in modo corretto. Una curiosità. Nel mondo della bicicletta FIXIE il manubrio senza nastro è una cosa normale. Saluti ciclistici.
Peso Nastro completo Pro Shimano
domenica 16 agosto 2020
La bicicletta da corsa è........
Un giorno capiranno che la bicicletta da corsa è la macchina più semplice che "c'è"( uso la forma indicativa, e non congiuntiva, in quanto non è un opinione); impareranno che bisogna cercare la sostanza delle cose e togliere il superfluo creato dal marketing. Saluti ciclistici.
Freni caliper a montaggio diretto e freni convenzionali Shimano: differenze sostanziali nella prestazione ?
Il freno direct mount cioè a montaggio diretto sulla forcella con due viti è stato introdotto in alternativa al freno convenzionale installato con una vite. Vengono entrambe installati sulla forcella per quanto concerne il freno anteriore e sul telaio, invece quello posteriore. I produttori hanno spiegato che il freno direct mount è più leggero, aerodinamico, non si sposterebbe dal centro e avrebbe meno flessioni essendo più ravvicinato al telaio. Nella pratica della strada, tuttavia non ho avvertito nessuna differenza sostanziale tra le due tipologie di freni e mi riferisco alla prontezza della risposta e alla forza frenante. Dunque non ci sono differenze sostanziali nella prestazione, anche nel caso dei freni Shimano Dura Ace R9000 e Shimano Ultegra R8000 entrambe compatibili con coperture da 28mm; sono ottimi su cerchi in carbonio. Solo il freno tradizionale dual pivot posteriore Ultegra R8000 si è leggermente spostato dopo l'uso. Di contro, occorre controllare il serraggio dei freni direct mount ( tutti) che tendono ad allentarsi, quindi prestate attenzione, per la sicurezza. Ancora una volta, spiego che non esiste un prodotto perfetto. Saluti ciclistici.
mercoledì 12 agosto 2020
Monte Romano ( replay)
Si può ripensare tutto, persino una salita di livello e non c'è bisogno di arrivare fino alle Alpi per poterlo fare. Le salite appenniniche sono altrettanto dure e spietate, non sono alte e fresche come le Alpi, ma sono più calde, più torride, un inferno. Conosco le Alpi, come è noto a chi mi segue. Un simpatico ciclista che conosco, mi disse che da quando ho iniziato a percorrerle, è passato molto tempo, così tanto che adesso sono " a colori" ! L'ultima volta che le ho percorse è stata l'8 agosto 2017 sullo Zoncolan da Ovaro, un girone dantesco, e lo fu anche per la temperatura alta. " Siete pazzi a salire a quest'ora" disse quella mattina, un anziano seduto davanti ad una casetta posta all'inizio della salita. Penso che quel giorno a parlarmi fu il diavolo sotto mentite spoglie. Ha ragione, quindi quel ciclista, a dirmi che è trascorso molto tempo, da quando iniziai il mio "passaggio pedalato" sulle Alpi, forse neanche tanto tempo fa. Ma la natura sta invecchiando precocemente per colpa dell'uomo. C'erano altre temperature, più alpine, oggi tutto è cambiato, manca persino il ghiacciaio della Marmolada. Tutto passa, certamente; spero che passi in fretta anche la pandemia. Intanto rimango qui, tra il mare e gli Appennini, a ricordare. Ma il bisogno di pedalare verso il cielo ritorna ogni volta più forte e quindi la smania mi prende e mi porta via. Stamane sono ritornato su Monte Romano, posto in un antico territorio carsico, un tempo covo dei briganti. Una salita di tutto rispetto, che faccio spesso, soprattutto quando devo testare, come oggi. I dati sono seri: 8,6 km, al 7,9 % di pendenza media e 16 % di pendenza massima. Si arriva a quota 704 metri circa, ma la vetta del Monte Romano è posta a metri 863, raggiungibile solo a piedi. Più su sono posti i cippi del confine tra il regno Pontificio e delle Due Sicilie, è terra di transumanza. Percorrendo questa lunga e assolata salita, si pedala tra il silenzio, rotto solo dai campanacci delle mucche. Penso che la salita sia un esercizio zen, e che vada celebrata in luoghi sacri, densi di bellezza, nell'assenza di voci. Ideali sono il soffiare del vento, intervallato, dagli insetti che ronzano intorno al passante, anzi al "pedalante". Strada asfaltata ma molto ruvida, e ciò rende ancora più difficile salire; va su violentemente, lungo drittoni, curve e tornanti che sembrano non finire mai, strada da guardare con attenzione, per non finire dentro piccole buche, per lo più sparse nella parte finale, dove occorre zig zagare per evitare qualche sasso. Quando si arriva davanti al cartello che indica Monte Romano, frazione di Sonnino, davanti ad un piccolo bosco, la strada prosegue per altri 200 metri circa, sempre in salita, mai dolce, fino a giungere davanti al cancello di una fattoria, che è chiuso. Qui termina la strada asfaltata e si può iniziare a guardare il panorama lontano che spazia tra la costa del Circeo e Gaeta, fino all'arcipelago delle isole Pontine e le principali vette della catena montosa degli Ausoni. La discesa è dura come la salita e non permette mai alcuna distrazione, ed è così veloce che si possono raggiungere velocità elevate in un attimo. Penso che la salita, la si capisca dalla discesa. Quindi salita dura, discesa dura. Quassù non c'è clamore, non c'è un bar, una fontanella, non c'è niente che ti distragga. Il premio è la bellezza del paesaggio. Quassù non arrivano le grida scalmanate dei gruppi dei ciclisti, le chiacchiere sterili, quassù si sta in pace. Sono pochi i ciclisti che si avventurano su monte Romano, troppo severo e spietato, troppo selettivo e a me piace così, del resto meno siamo, meglio stiamo, praticamente, l'opposto del Pordoi, dove sciamano ciclisti cittadini, in cerca della foto ricordo, da far vedere ai colleghi d'ufficio, per sentirsi come provetti scalatori. C'è più traffico veicolare e caos umano sul Pordoi che a via Condotti a Roma, persino "la stele di Coppi ha chiesto di essere rimossa" e la bici donata da Simoni, che preferisco a quella sulla quale pedala ora, vorrebbe togliersi di dosso l'imbracatura di calce per "pedalare" via. No basta, non mi va più. Solo salite silenziose, senza ciclisti patinati; non ho più voglia di vederli soffrire mentre chiacchierano e barcollano in salita. Sono diventato un "ciclista brigante", che ama la natura e cerca equilibrio e la sostanza delle cose. Un caro saluto a chi mi legge. Saluti ciclistici a tutti.
Prosegue il test Pedemonte Aurata Superleggera RS.venerdì 7 agosto 2020
Test Bike: Pedemonte Bike Wheels
Quando le ho viste, mi sono subito piaciute; quando le ho provate, mi hanno subito impressionato favorevolmente. Cerchio in carbonio T800 prodotto in Italia dalla Pedemonte Bike, con finitura nera carbonio opaco con logo Pedimonte, altezza profilo 40 mm, canale interno da 19 mm, raggiatura per freni rim brakes, anteriore 20 raggi, posteriore 24 raggi, mozzi prodotti in Italia dalla Carbon TI, denominati X Hub Road SP, con corpo monoblocco in Alluminio 7075-T6, lavorato CNC con flangia straight pull radiali, asse in alluminio 7075-T6 da 17 mm a spessore differenziato e sistema di regolazione di precarico dei cuscinetti esterno, in colorazione anodizzata dorata, peso 60 gr, quello posteriore con ghiera dentata in titanio, peso 160 grammi; cuscinetti in acciaio SKF sigillati con ghiera dentata in titanio a 56 denti. Pista frenante specifica in basalto. Non posso indicare il peso delle ruote al netto delle coperture, in quanto mi sono state consegnate assemblate, insieme alla bici test, ma dovrebbero rientrare nella fascia di un chilo e 300 grammi la coppia. Le ruote sono state testate con copertoncini Pirelli P Zero Velo da 25 mm. Le ruote sono tubeless ready, quindi possono essere anche utilizzate con tubeless. Nipple esterni, quindi è possibile regolare la tensione dei raggi senza smontare la copertura, ma considerato che trattasi di copertoncino e di tubeless, che quindi non sono incollati, è sempre meglio smontarli per lavorare meglio. Raggi in acciaio con forma piatta. Penso che si tratti di raggi prodotti dalla Sapim.
Test su strada. E' una coppia di ruote di gamma alta. Maneggevoli e confortevoli, nella norma delle alto profilo, buona rigidità laterale e torsionale. Non sono molto reattive, ma posso dire che il livello di reattività è comunque buono, considerato l'altezza e la larghezza del canale del cerchio. Qualche rumore metallico dei raggi della ruota posteriore nel punto in cui incrociano, durante salite dure superiori al 12%. La frenata sulle piste frenanti specifiche è ottima, basta poco per sentire la necessaria frizione dei pattini, dimostrando una frenata efficiente e pronta. Una frenata a livello delle ruote con pista frenante in alluminio. Nessun rumore durante la frenata. Utilizzate con tacchetti Shimano per piste in alluminio. Le piste in basalto ( pietra vulcanica) sono un ottima soluzione. I mozzi hanno una scorrevolezza buona, secondo livelli tipici delle sfere in acciaio della migliore qualità. Ovviamente la scorrevolezza è minore rispetto a mozzi con sfere in ceramica di alta qualità. La ruote con un altezza del cerchio medio/alta dimostra una normale sensibilità al vento laterale; al vento frontale invece è meno sensibile. La Pedemonte non fa eccezione. Esteticamente la Pedemonte wheels è molto bella, con i riflessi nella colorazione tipica del carbonio unidirezionale, ma spesso tendente anche sul rosso. Il mozzo posteriore produce il rumore tipico delle ghiere dentate efficienti e precise. Per quanto concerne l'aerodinamica, non scrivo ciò che scrivono di solito alcuni marchi esteri per fare credere che la ruota aero è veloce (e cool). Il ciclista limita l'aerodinamica per l'80%. Dunque è il ciclista che deve avere una posizione aerodinamica; il resto è diviso tra l'abbigliamento e la bicicletta, ruote comprese. Quindi posso dire solo che se c'è un miglioramento aerodinamico con queste ruote, come tutte le altre testate fino ad oggi, non è avvertibile in modo netto, soprattuto in salita, dove il ciclista, come nel mio caso, per lo più va in fuori sella, e quindi non potrà mai assumere una posizione aero perfetta, anche contro vento, considerato che contro il principio di gravità, servono solo rigidità e peso leggero, il resto è marketing. Comunque in pianura, assumendo una posizione aero, la bicicletta, con telaio non aero, è filata via in modo normale, senza complicazioni, anche contro il vento frontale; contro il vento laterale nessuna ruota a profilo medio e alto non è sensibile. Prezzo di listino 2.200 €.
Per quanto concerne il copertoncino Pirelli P Zero Velo da 25 mm, confermo le precedenti indicazioni fornite durante il test della versione tubolare: nel complesso un buona copertura ma rimane inferiore alla scorrevolezza della versione tubolare. Il copertoncino, in generale, è stato migliorato nei parametri, ma oltre certi limiti di prestazione non è possibile andare. Il tubolare rimane ancora imbattibile.
Pagella:
stabilità 9
maneggevolezza 8
comfort 8
rigidità laterale e torsionale 9
reattività 7,5
frenata 10
scorrevolezza 8 ( nella norma dei mozzi con sfere in acciaio e dei copertoncini)
sensibilità al vento 7,5 nella norma considerato il profilo medio
Saluti ciclistici
mercoledì 5 agosto 2020
Test Bike: Vardena Italy Carbon Ceramica. Work in progress.
A.A.A. cercasi prodotti esclusivi, di nicchia, qualcosa che valga davvero la pena proporre, nel mare di prodotti omologati allo standard qualitativo, conditi dallo stucchevole marketing. Basta non se ne può più. Team prof, media pagati, campioni, non bastano per avere un prodotto di qualità, ci vuole altro, e basta con i costi di sponsorizzazione, sempre più alti, il ciclista deve pagare il prezzo giusto per avere la qualità. E dopo il telaio su misura artigianale Pedemonte Bike Aurata Superleggera RS, fatto completamente a Genova, ecco un altro prodotto esclusivo made in Italy, il nuovo abbigliamento Vardena Italy Carbon Ceramica, realizzato con filati in carbonio, ceramica e sintetici di alta qualità.
Il CEO, l'ingegnere italiano Federico Simone, mi ha detto: "la maglia CarboCeramica con la nuova configurazione compositi raggiunge un capacita di dissipazione del calore del 70% in più, rispetto ai materiali standard.Lo stesso vale per la Salo CarboCeramica che supera ora il 12% di capacita di aiutare i muscoli a smaltire l’accumulo di acido lattico. La maglia ora oltre che ad agire sull'apparato respiratorio agisce anche sui muscoli della schiena e il composito carboceramico sul retro della salo agisce sui muscoli tra schiena e gambe fondamentale per massima per spinta in salita seduti ed in fuori sella (scalatori e non) ma anche fondamentale per massima spinta in pianura per i passisti o sprinter. Sempre il focus e’ quello di aiutare il ciclista a ridurre la fatica muscolare attivamente durante la pedalata senza compressione sfruttando le caratteristiche fisiche intrinseche nei nostri materiali compositi attivi al contatto con i muscoli". Gli ho risposto che questa è la teoria, ma il responso viene scritto sulla/dalla strada. Preciso che sulla targhetta della salopette Vardena Italy Carbon Ceramic è indicato 85% poliestere, 5% elastan 5% carbon 5% ceramic.
Test su strada.
Il fondello è il migliore in assoluto tra quelli testati fino ad oggi; aderente al corpo, non alza lo spessore sulla sella, un capolavoro di comfort, direi un "salotto" Frau ! Morbido e soffice, ma allo stesso tempo elastico. Incredibile. Le bredelle sono morbide e precise, non si muovono e non fanno sentire pressioni sulla pelle. Il bordo aderisce perfettamente sulle gambe. Insomma la salopette è confortevole anche sulle lunghe distanze e non si muove, si attacca come una ventosa al corpo. Anche la maglia è morbida e rimane aderente sulla pelle, ma senza inutili e fastidiose pressioni sulle braccia, e sul petto; è molto leggera; morbidezza e leggerezza fanno dimenticare di indossarla. Capi traspiranti che indossati si asciugano facilmente dal sudore. In buona sostanza la pelle respira meglio e non rimane a lungo bagnata. Colori ammalianti e molto visibili sulla strada. La nuova collezione Vardena Italy CarbonCeramica ha migliorato la buona qualità della precedente collezione Carbon. Work in progress. Stay tuned.
Saluti ciclistici.
Test Bike: Pedemonte Aurata Superleggera RS.
Carro posteriore asimmetrico |
Profili per aumentare la rigidità dei foderi bassi del carro posteriore asimmetrico
AGGIORNAMENTO TEST.
Alla bici test sono state sostituite le ruote Pedemonte Wheels, con le Lightweight Gipfelsturm Schwarz montate con tubolari Veloflex Pro Tour Race da 25 mm, il peso è sceso a 6,190 kg sempre con gruppo Shimano Ultegra R8000 e senza 94 grammi di nastro manubrio. Verosimilmente sostituendo il gruppo test con uno più leggero il peso complessivo scenderebbe sotto i 6 kg. Per quanto concerne la prestazione con le Lightweight è migliorata la reattività, più scattante, e nel complesso in salita c'è un netto miglioramento, spingendo sui tornanti e sulle ascese più dure. Notevole la differenza di scorrevolezza rispetto ai copertoncini e ai mozzi delle altre ruote: da una parte mozzi di alta gamma con sfere in acciaio e copertoncino top di gamma Pirelli P ZERO Velo da 25 mm; dall'altra tubolare Veloflex Pro Tour Race da 25 mm e mozzi DT SWISS con Ceramic Speed. Non c'è stata partita. Confermo: la Pedemonte Aurata Superleggera RS è la macchina da mettere in valigia e girare il mondo a caccia delle grandi salite e delle GF con il dislivello più duro. Saluti ciclistici.
La pagella :
Rigidità torsionale, laterale e avantreno 9
Reattività ( scatto) 9
Comfort 9
Maneggevolezza 9
Stabilità 9
Peso 10 ( ottimo rapporto peso/rigidità: 687 grammi per 132 n/m.) Peso bici test con Ultegra R8000 e ruote in carbonio Pedemonte con copertoncino Pirelli PZero ( come da foto) 6,6100 kg; con Ultegra R8000 e ruote Lightweight Gipfelsturm Schwarz con tubolari Veloflex Pro Tour Race da 25 mm, 6, 190 kg ( come da foto e senza nastro sul manubrio). Con un gruppo più leggero il peso scende sotto i 6 kg !
Aspetto estetico 10. La gamma RS è chiamata black and light, carbonio nudo con particolari in vernice nera lucida. La trama uniforme del carbonio unidirezionale, viene celata sotto quella 1K/3K lungo i tubi obliquo e orizzontale e nei foderi bassi del carro posteriore e in parte sul tubo verticale. I foderi alti ovvero pendenti sono invece verniciati di nero lucido. La forcella anch'essa fatta con carbonio unidirezionale è rivestita da trama in carbonio 1K/3K, mentre la parte interna degli steli reca una vernice nera lucida. Suggestive le fasciature in carbonio unidirezionale intorno ai raccordi del tubo sterzo, raccordo tubo sella/tubo verticale. Un discorso a parte merita la scatola del movimento centrale, in carbonio unidirezionale, con sfumature raffinate ed uniche. Particolari evidenziati in vernice nera lucida nelle scritte e nei particolari della parte superiore del tubo orizzontale. E' una questione di gusti, ma per chi ama il carbonio, verniciarlo significa coprirne l'esclusivo aspetto; è difficile non rimanere catturati dalla bellezza del telaio/forcella testati. Un vero made in Italy anche dal punto di vista estetico. Il carbonio è black and light. Punto. A chi consiglio il telaio: a tutti i ciclisti amatoriali evoluti e ai corridori. Il telaio su misura è il livello più alto possibile. Il telaio su misura con carbonio di alta qualità, con un elevato rapporto rigidità/peso è il sogno realizzabile per chi vuole il massimo.
PER PREVENTIVI gratuiti e CONTATTI : vendite@pedemonte.bike ; +39 351 92 62 152 - +39 349 54 52 266 ....dite che siete lettori del blog 😉
Conclusioni. Con questo test mi rivolgo a quelli che non sanno o fanno finta di sapere che esistono alternative migliori alle solite bici disc commerciali e che un telaio su misura della Pedemonte Bike, costa come un telaio top di gamma commerciale con misure standard ! A voi la scelta, ma basta ipocrisie. E' tempo di #onebikeforever
Problemi riscontrati durante il test. Durante il periodo di prova su strada, il freno posteriore si è mosso. Non condivido la scelta di montare un freno con una vite sola. Avrei optato per il direct mount per evitare questo inconveniente. Manca il batticatena ovvero un adesivo rinforzato o un materiale protettivo sul fodero posteriore destro, in modo da proteggere il telaio dagli impatti con la catena. Ribadisco il rumore dei cavi interni. Consiglio di migliorare il passaggio interno. La scritta Aurata RS sul tubo verticale è parzialmente coperta dal supporto del deragliatore ! Grave errore di grafica. Il nastro Supacaz si è allentato e ho dovuto rimetterlo e poi toglierlo definitivamente. Il nastro Supacaz è molto morbido, e quindi è più difficile fasciarci il manubrio, tende ad allargarsi, non lo consiglio.
Saluti ciclistici.
La rigidità del carro posteriore della Pedemonte Aurata Superleggera RS .....
Concludo il test con un video inviatomi da un lettore del blog con feedback sulla Pedemonte Aurata Superleggera ( non RS).....