lunedì 24 agosto 2020

La bicicletta salverà il mondo, se ci saranno ciclisti evoluti.

Più chilometri percorri e più ti senti libero e se poi hai gambe e testa puoi arrivare dove vuoi, altro che auto, c'è più gusto a pedalare, rispetti la natura, e migliori l'equilibrio fisico e mentale. Ci sono luoghi che raggiungo in bici, sono più vicini al cielo, in pianura c'è il "gregge". Lassù trovo silenzio e nuvole, altro che bar e caffetteria. Lassù c'è molto di più; c'è qualcosa che non si può comprare, è gratis, è per tutti, basta saperselo sudare, con forza fisica, mentale e concentrazione. In cima non arriva il rumore assordante del caos umano, fatto di urli e deliri di onnipotenza, di denaro smodato, di ricchezze rubate, di violenza, di odi e disturbi psichiatrici, di frustrazioni e di vigliaccherie, non ce la fanno, i deboli, rimangono in pianura. Silenzio e nuvole, bellezza della natura, spirito, cos'altro ! Penso che la bicicletta possa salvare il mondo, ma occorrono ciclisti evoluti, cioè l'evoluzione del ciclista. Il ciclista evoluto è quello che pedala non per moda, ma per scelta esistenziale, per stile di vita e si misura con se stesso,  è colto ed informato, possiede esperienza, cerca la sostanza delle cose, toglie il superfluo. per questo non si fa fregare dal marketing. Purtroppo vedo troppi ciclisti, come quelli per esempio che si fanno 50 km a succhiare le ruote, con il gruppo "INPS" o con i "Manetta Brothers" ( un giorno ve ne parlerò), sfoggiando la maglia sociale (che alla fine calcolando la quota annuale di iscrizione, costa quasi come una divisa top di gamma) e poi escono con l'auto, per abitudine o per darsi importanza (ma c'è davvero ancora chi crede nel 2020 che l'auto sia uno status symbol ?!). Per essere ciclista evoluto non occorre avere sempre la bicicletta all'ultima moda, anzi "dell'ultimo catalogo", quello lo fanno soprattutto i ciclisti ingenui o fanatici, o quelli che passano il tempo nei negozi o nei forum, invece di allenarsi, o infine quelli che devono mostrare di essere "migliori" nelle apparenze! Non serve averla, si può pedalare anche con un modello dell'anno precedente. Del resto, penso che la maggioranza dei ciclisti se fosse bendata non riuscirebbe a riconoscere le differenze sottili, tra i telai top di gamma standard, oramai sostanzialmente uguali anche nelle prestazioni. Il ciclista evoluto ama la natura per questo percorre più chilometri in bici che con gli altri mezzi, è ciclista nell'anima. Se deve fare viaggi lunghi, usa il treno, l'autobus, la nave o l'aereo e arriva più lontano per scoprire luoghi meravigliosi, con la sua bicicletta nella valigia. E' una questione di stile, è l'evoluzione della specie dei ciclisti. Salviamo il pianeta e miglioriamoci. Saluti ciclistici. 


                                                             
La macchina da corsa si appoggia sul marmo frapponendo un guantino. 


3 commenti:

  1. Ci vuole coraggio e lungimiranza per scrivere questo post, ci vuole coraggio e intelligenza per cambiare stile di vita. Salviamo la Terra, salviamo il futuro dell'uomo, anche se mi chiedo se l'uomo davvero meriti di sopravvivere avendo distrutto la Natura.

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  2. Il discorso è troppo ampio per essere analizzato in poche righe ma di sicuro già avere consapevolezza di quello che "non si vuole" è una buona base di partenza.
    Ma rimanendo in tema ciclistico la mia idea di sport, benessere e bicicletta si rispecchia molto nelle righe sopra da te scritte Claudio e senza dubbio racchiude il pensiero di una persona colta, intelligente , amante dello sport e della natura, per nulla incline ai compromessi di nessun tipo, quindi lo vedo come un invito al buonsenso e al saper andare all'essenza delle cose.
    La ricerca del benessere in bici almeno per me passa proprio dalla fatica delle ascese in solitaria, magari all'alba quando il sole ancora deve proprio sorgere, momenti quasi irreali .
    Fatica e sudore nella strada verso casa si trasformano in appagamento e senso di benessere generale.
    Che dire di più .
    Saluti

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