Scarpe appese ai pedali, porta borracce vuoto, bici sul cavalletto. In questa foto c'è tutto il mio pensiero, immagine silente di questo drammatico periodo storico. Per le strade c'è il silenzio e la morte. Tutto è stato fermato, anche in Italia, seppure in ritardo. Verrà il tempo in cui ritornerò a pedalare, a "vivere" sulla strada; per ora conta sopravvivere. Parola d'ordine: non mollare e restare a casa, fino a nuovo ordine e speriamo che il Governo ricordi che fare attività sportiva all'aperto, da soli, aiuta a mantenere efficiente il sistema immunitario, l'unico che ci può salvare , dal corona virus. Spero che alla fine di questa triste e dolorosa pagina dell'umanità, almeno, "qualcosa" cambi nell'atteggiamento delle persone; la pandemia è la migliore occasione per fare l'unica rivoluzione capace di trasformare il mondo, quella che parte da dentro di noi. Approfittiamone. Molti devono ancora maturare, afflitti dal complesso di Peter Pan; altri ancora pensano che il mondo non possa continuare a girare senza di loro; altri infine hanno scelto il male. Vedo ancora, anche tra di noi ciclisti, tanti alla ricerca del superfluo, convinti che apparire conti più dell'essere. Se vogliamo davvero cambiare il mondo, cambiano noi stessi. Guardatevi intorno, e chiedetevi se tutto quello che vi circonda, vi renda davvero liberi e al sicuro dalla morte. Dunque amate l'essenziale, togliete il superfluo. E in questo la bicicletta vi aiuterà. #iorestoacasa Saluti ciclistici.
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Non ti conosco di persona, ma leggo con attenzione ogni tuo post, e mi riconosco nei tuoi interventi e riconosco quello' idem sentire che raramente trovo nelle persone che mi trovo, per lavoro o per altre attività, a frequentare.
RispondiEliminaUn abbraccio e speriamo di tornare presto a pedalare, unica fra le cose che faccio a farmi sentire veramente libero.
Ciao. Ti ringrazio per il Tuo commento; mi ha fatto molto piacere leggerlo. Un abbraccio. Saluti ciclistici.
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