Viviamo i tempi della pandemia, niente è più come prima. Spettri si aggirano per le città, la paura è ovunque. La legge ha relegato tutti, o quasi, alla "permanenza domiciliare coatta", pena sanzioni penali. Non viviamo più la realtà, ci siamo "trasferiti" sui social, finalmente, tutti controllati e catalogati. Tutto muta, tutto passa, anche i sogni di un mondo migliore. Non ci sono più ciclisti per le strade; non ce li hanno voluti, li hanno braccati, molti denunciati e costretti a scendere dalle biciclette. Ora, molti di loro, pedalano sui rulli, simulano la realtà, non pedalano, ma sognano di farlo; è cosa diversa dal pedalare e dall'andare in bicicletta; pedalare sui rulli significa desiderare di pedalare. Il ciclista è colui che pedala per essere libero, dalle mode, dalle convenzioni, è l'ultimo guerriero, un partigiano che resiste alla massificazione. La massificazione; qualcuno l'ha definita l'opera di spersonalizzazione spirituale e morale dell'individuo perseguita dai regimi totalitari o come diretta conseguenza della civiltà dei consumi. Oggi il ciclista, quello vero, lotta contro la massificazione. Il ciclista è uno che ama la bicicletta, la riconosce come prolungamento della propria persona, non si serve della bicicletta per apparire, ma per essere. La differenza sta tutta in questo esempio. La persona insicura che acquista l'ultimo modello di bicicletta per sentirsi migliore, per appartenere alla massa informe, omologata dal becero consumismo; il ciclista che pedala su una grande salita con la stessa bicicletta da anni, leggero e felice, sicuro di sé, che ama essere ciclista, e lo fa con stile.
I ciclisti non pedalano più sulla strada; li hanno cacciati, anche quelli che pedalavano da soli. Dicevano che potevano farsi male, che potevano contagiare o essere contagiati, e che in fondo, non stava bene divertirsi in tempo di pandemia; li odiavano perché erano felici. Però accadeva che per le città, giravano i corrieri, che trasportavano prodotti acquistati on line, persone che andavano a lavorare con le auto o con i mezzi pubblici, ma loro, solo loro, potevano farlo, solo loro non potevano farsi male, non contagiavano, non potevano essere contagiati, erano "immuni" per effetto del consumismo che tutto muove, anche le decisioni dei governi. Il paradosso è che l'attività motoria migliora il sistema immunitario, l'unico, in grado di sconfiggere il corona virus, secondo la comunità scientifica. Memento per i governi.
Forse solo in questi giorni, la massa informe, capirà che quando l'ultimo ciclista sarà rinchiuso in casa, fuori non ci sarà più vita, ma la morte. Pentitevi per tutte le volte che avete aggredito, ferito e odiato un ciclista. Chi odia un ciclista, odia se stesso, odia la felicità degli altri.
E allora per me, l'immagine del ciclista e soprattutto quella del ciclista ai tempi della pandemia del corona virus, non è quella stereotipata e omologata del ciclista che pedala sui rulli, e pubblica foto e video sui social, ma quella del ciclista che pedala dentro casa o nel suo giardino, e mentre lo fa, sogna di pedalare libero sulla strada. Il ciclista appartiene alla strada e vive di sogni e di emozioni. Ma tu che non fai neppure le scale di casa, non potrai mai capirlo. Non giudicarci; rispettaci. Buona fortuna a tutti. #Iorestoacasa Saluti ciclistici.
Pedalare in casa aumenta l'abilità, come il rullo libero.
Ciao Claudio, parole ineccepibili. Sto combattendo anche io la tua stessa battaglia ideologica. Premetto che anche io non esco in bici da quando è "sconsigliato", ma quello che sta accadendo è che incredibilmente sto incontrando resistenze persino da qualcuno dei miei compagni di uscite. Ma cosa sta succedendo? Come può un Ciclista sostenere che si può benissimo fare a meno di uscire? Che si può benissimo stare fermi ad oltranza? Che in questo momento pensare alla bici è addirittura da irresponsabili?
RispondiEliminaIo una risposta forse finalmente l'ho trovata. Non tutti siamo Ciclisti, cioè veri appassionati che gioiscono nel pedalare e faticare sulla strada, che amano sentirsi l'aria in faccia ed il rumore dei tubolari sull'asfalto mentre, sui pedali, affrontiamo una salita, in assoluta libertà. Forse qualcuno di questi si allenava solo per "andar forte" e piazzarsi centesimo alla GF di paese, o per staccare l'amico in salita la domenica. Magari con la tabella dei lavori appiccicata sul tubo orizzontale. Questa è la risposta che mi sono dato. È in questi momenti che si capisce veramente la natura delle persone, non quando scambiamo due chiacchiere da perbenisti mentre siamo in sella.
Invece non mi stupisco di certo di chi, in questo momento, sostiene che il problema sia il ciclista, un incosciente che rischia di cadere e finire in ospedale. E magari questo qualcuno è in sovrappeso e non vuole capire che prima o poi graverà sul servizio sanitario nazionale, a prescindere dal virus. E questo qualcuno non riesce e non riuscirà mai a sentire il nostro grido soffocato di dolore mentre pedaliamo sui rulli, sognando di stare in bici, liberi, sulla strada, senza dare fastidio a nessuno.
Ecco un tag che mi è venuto in mente la scorsa notte mentre sognavo di pedalare sul serio: #NoiSiamoDiversi
Un saluto ciclistico
Ciao Fabrizio. Ciao CICLISTA. Il Tuo commento lo considero la postfazione al mio post. Ti ringrazio per averlo pubblicato. #NoiSiamoDiversi , noi siamo ciclisti. Saluti ciclistici.
EliminaAggiungo al post una considerazione. Ad oggi le tabaccherie e le edicole continueranno ad essere aperti. E' appena il caso di precisare che le sigarette provocano la morte ( come è scritto sui pacchetti), ma lo Stato guadagna sulle accise; le edicole vendono qualche copia di quotidiani che pochi oramai leggono e che comunque sono consultabili on line. Non capisco il motivo del diverso trattamento; se il fumatore non può resistere alla dipendenza, gli sportivi invece devono resistere all'attività motoria consigliata dall'OMS; ciò conferma che le leggi le fanno persone che non conoscono la materia, nel caso di specie, non conoscono la dipendenza dalle endorfine! Proibiscono alle persone di mantenersi in forma, facendo attività sportiva da soli, e per questo a mantenere efficiente il sistema immunitario, l'unico a poterci salvare dal corona virus, come è stato detto dalla comunità scientifica, però consentono alle persone di camminare o guidare auto per andare a comprare le sigarette che fanno male alla salute e predispongono al contagio del corona virus !! I polmoni dei fumatori sono deboli, malati i primi ad essere colpiti dal corona virus. Se continueranno ancora per mesi a non fare uscire la gente di casa per andare a lavorare e fare sport, il Servizio Sanitario Nazionale collasserà anche per l'aumento del numero già alto dei malati di diabete, ipertensione, di cuore, tutte patologie legate alla vita sedentaria; a cui vanno aggiunti i nuovi malati di depressione, che si aggiungeranno ai tanti, considerato che la mancanza di attività all'aperto è deleterio soprattutto per coloro che hanno sempre fatto sport. Il mio invito è quello di rimanere a casa, certamente, ma occorrerà rivedere i divieti con il tempo, almeno riportandoli a quelli previsti dal DPCM del 9/3/2020. Altrimenti il numero delle migliaia dei procedimenti penali per violazione del 650 c.p. continueranno a crescere, fino a costituire un problema di crisi della giustizia per un carico di lavoro che si aggiungerà a quello insostenibile e già pendente. Per non parlare della grave e totale crisi economica.
RispondiEliminaCiao Claudio, teniamo duro e speriamo che tutto questo passi al più presto, cosi da ritornare in bdc all'aperto. Nel frattempo se uno volesse acquistare dei rulli cosa consiglieresti e che modello? Grazie dei consigli e delle cose interessanti che scrivi.
RispondiEliminaCiao Andrea. Consiglio il rullo libero, in particolare il modello Tacx Galaxia. Il rullo libero è da preferire perché non stressa il telaio, migliora l'abilità, il coordinamento e l'agilità del ciclista. In alternativa si può prendere una bicicletta vecchia e scegliere il Lemond che ho recensito sul blog. Un consiglio ulteriore. Non sprecate troppi soldi sui rulli ipertecnologici. Saluti ciclistici.
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