sabato 28 settembre 2024

Com'è cambiata la ruota per bici da corsa. Grammomania: Campagnolo Hyperon Ultra Tubeless

Con l'avvento del freno a disco tutto è cambiato, tutto è diverso, anche la ruota, oggi è  "diversamente rotonda". Se la ruota in carbonio per bici da corsa, compatibile per freni tradizionali, aveva la pista frenante, come punto critico, oggi, la ruota in carbonio disc, per bici da corsa, vede invece nel cerchio e mozzo i punti critici. Il cerchio in carbonio per freni tradizionali, era più robusto, soprattutto nella parte della pista frenante, doveva resistere non solo agli impatti, ma anche al calore della frenata.  Le ruote in carbonio rim road, mi riferisco, ai primi modelli, spesso finivano con le piste frenanti danneggiate irreparabilmente. Con gli ultimi modelli invece il problema è stato risolto, con l'impiego di nuovi materiali, come il basalto, e con un nuovo modo di costruirle, in particolare con la zona della pista frenante specifica ( per materiale ed intreccio della fibra) e più resistente. La ruota Carbon road rim brakes e’ generalmente più robusta. Ma oramai pochi modelli di questa ruota sono ancora disponibili. Tutto passa

Il cerchio in carbonio disc road, generalmente, utilizza un cerchio più leggero, per l'assenza della pista frenante, per la sezione più larga (meno strati di carbonio sul cerchio), per la modalità di costruzione. Il mozzo delle ruote disc è esposto al calore del disco, oltre a quello, normale, della fatica da lavoro, dello stress meccanico, generato dalla forza impressa dalla pedalata. Alcuni produttori non realizzano più mozzi per ruote di alta gamma in carbonio, ma in alluminio, e soprattutto con struttura monolitica. La ruota disc è soggetta alla forza asimmetrica della forza frenante. Tutto questo complica la costruzione della ruota disc. Ovviamente, la tecnologia si evolve, e quindi, con i modelli nuovi, stanno cercando di migliorarla, e ci riusciranno o ci saranno riusciti, ma nel frattempo, ci sono ruote disc road, conciate male, dopo impatti violenti e cadute. Vi allego delle foto che spiegano meglio la consistenza dello spessore del cerchio delle ruote carbon disc road, danneggiate a seguito dell'impatto violento del cerchio. 

Le ruote disc tubeless si distinguono in cerchi hookless, cioè senza uncini, con fianco dritto e semihookless ( per dirla alla Campagnolo), cioè con uncino sulla flangia interna del cerchio per aumentare l'ancoraggio del fianco del tubeless. Entrambe i cerchi sono costruiti con una sezione interna maggiore del cerchio. Il Tubeless montato sul cerchio hookless road non può essere gonfiato ad una pressione maggiore di 5 ATM ( anche se la pressione massima raccomandata dal produttore del tubeless sia maggiore) o inferiore a quella minima indicata dal produttore degli pneumatici ( generalmente 2,5 ATM), altrimenti si stallona ( cosa che accade anche ad una pressione inferiore a quella minore), e deve essere utilizzato solo con tubeless specifici,  tenendo presente la larghezza, in particolare, di quella minima del pneumatico, raccomandata dal produttore della ruota; questo limita la scelta del pneumatico, anche tenendo conto della continua evoluzione del mercato e dell'offerta. I produttori dei pneumatici specifici per cerchi Hookless tendono ad assicurare la tenuta del tubeless mediante il rafforzamento della spalla ( o tallone) con un cerchietto sul tubeless. I cerchi hookless non sono compatibili con il copertoncino. 

Quando leggete l'acronimo TR cioè Tubeless Ready, significa che il tubeless road e gravel (senza camera d'aria utilizzabile con il lattice per limitare le forature), può essere utilizzato anche con camera d'aria. La gola del cerchio tubeless ready presenta dei fori ( servono per registrare i nipples) e quindi per installare il tubeless o la camera d'aria occorre nastrarlo, cioè applicare il nastro per coprire i fori.  I cerchi con uncino sulla flangia interna del cerchio invece sono compatibili con tutti i pneumatici, e devono essere gonfiati alla pressione minima e massima raccomandata dal produttore del tubeless per non finire stallonati e per avere la massima prestazione. 

Ricordo che all'inizio c'era la Fulcrum/Campagnolo che lanciò il tubeless road utilizzando cerchi con brevetto 2 Way (cerchio senza fori interni), con uncino nella flangia interna, compatibile per copertoncino e tubeless, senza bisogno di nastrare la gola del cerchio, si poteva utilizzare il tubeless persino con la camera d'aria, invece del lattice. Poi altri iniziarono a nastrare il cerchio per copertoncino, per coprire i fori, ed utilizzare il tubeless, con liquido (o camera d'aria). Il primo tubeless che ricordo era l'Hutchinson. Sono trascorsi molti anni ed oggi, finalmente il tubeless ha raccolto consenso sperato, e a quelle soluzioni, comunque rimaste ( 2 Way e Cerchio per copertoncino a cui aggiungere il nastro per coprire i fori interni), si  è aggiunta, da ultimo, il cerchio Hookless, destinato solo al tubeless con lattice, anzi a certi modelli di tubeless, quelli con la spalla rafforzata da un cerchietto, che di fatto lo tiene saldo al cerchio, al posto dell'uncino messo nella flangia del cerchio chiamato invece dalla Campagnolo/Fulcrum mini Hook , sul quale invece si possono installare tutti i tubeless e i copertoncini e addirittura utilizzare tubeless con camera d'aria invece del lattice. Ciò vale sia per la bici da corsa, sia per la bici gravel. Il cerchio Campagnolo/Fulcrum non necessita della nastratura della gola del cerchio perché è senza fori. Quindi oggi i cerchi si dividono in Hooked (con uncino) e Hooklees ( senza uncino ) . 

ATTENZIONE. Il calore della frenata incide anche sulla prestazione della ruota disc road e la sicurezza, in quanto una frenata eccessiva e prolungata, deforma il disco e vetrifica le pastiglie, fischia in modo esagerato, generando l'effetto feedback, cioè la bici non frena più, a causa del surriscaldamento eccessivo e prolungato. Dunque bisogna imparare a frenare anche con la bici disc: i freni vanno azionati e rilasciati frequentemente, per dare all'impianto frenante la possibilità di raffreddarsi. Nel caso in cui i freni anche quelli disc vengano azionati continuamente senza permettere lo smaltimento del calore generato in frenata, potrebbe verificarsi, un surriscaldamento dell'olio e dei componenti dell'impianto frenante, riducendo così l'efficienza del sistema frenante stesso. Basterebbe perdere qualche minuto a leggere il manuale di istruzione fornito dal produttore per leggerlo ed evitare problemi seri, come appunto il feedback. Spero che conosciate questo drammatico problema caratteristico di tutti gli impianti frenanti a disco, anche quelli della bicicletta. 

Ciò premesso, il consiglio, è sempre quello di non accontentarsi e di puntare a ruote di qualità assoluta. La ruota è il componente più importante, capace di influenzare in modo sostanziale la prestazione di qualunque bicicletta; alla ruota, il ciclista affida la sicurezza e il controllo del mezzo, e lo spazio che lo separa dall'asfalto.  

Detto ciò ecco una nuova ruota di alta gamma road di nuova generazione. Ve la presento con una pesa esclusiva, dettagliata, unica. E' la nuova Campagnolo Hyperon Ultra disc road tubeless. Canale interno largo 21 mm, altezza del cerchio 37 mm. Tecnologia Head - 2 - Bay per accoppiamento ottimale testa del raggio e mozzo, finalizzato ad esaltare la reattività, scorrevolissimi cuscinetti CULT ed un nuovo corpetto N3W in versione alleggerita. Tecnologia Aero-MoMag, vantaggi aerodinamici e miglior resa estetica. I cerchi integrano la collaudata tecnologia 2-Way Fit con il ponte superiore non forato. Esteticamente elegante. 

Nel video, il corpetto rosso anodizzato è quello Campagnolo per Campagnolo; quello nero è quello Campagnolo per Shimano. Seguono la pesa dei perni passanti, della rondella per chiusura disco e della valvola tubeless.  Per quanto concerne il peso, la nuova Campagnolo Hyperon Ultra disc road tubeless, rispetto al modello Campangolo Hyperon Ultra Two rim brakes tubolare è 19 grammi più leggera. Mentre la Campagnolo Hyperon Ultra disc tubolare è 75 grammi più leggera rispetto alla Campagnolo Hyperon Ultra Two rim brakes; ciò conferma quanto spiegato. 

Attualmente la ruota disc per bici da corsa, più resistente è quella gravel, classificata come Categoria 2, quindi adatta a percorsi asfaltati e fuoristrada con salti fino a 15 cm. Un esempio è la Campagnolo Levante, testata a lungo CLICCA QUI . Saluti ciclistici 

 
 

venerdì 27 settembre 2024

Pedalando tra le nuvole ☁️ #novavitagravel

E' stata un esperienza straordinaria, quella di pedalare tra le nuvole; si hanno sensazioni incredibili, pedalando nella quiete dei monti, a prima mattina, in solitaria, senza incontrare nessuno, avvolti dai “custodi” del cielo, le nuvole, masse umide sospese. Una cortina densa di nuvole nascondeva i monti; la vidi e partì, con il desiderio, di arrivare in cima e di respirarle. Attraversai le nuvole, con meraviglia, mentre l'umidità fu tanta e tale, da bagnare la bici, eppure non pioveva, gocce dense di umidità, cadevano sul casco, l'aria permeava gli indumenti, il vento soffiava tra le fronde degli alberi. Ovunque quiete. Pedalai a vista, ad un metro e mezzo circa, senza lampadine, attraversando un paesaggio variegato, fatto di di ombre e luci, poi in cima, quasi buio. Il sibilo del vento echeggiava, e il soffio muoveva le nuvole, rimaste come impigliate tra gli alberi. Giunto in cima, appoggiai la bici al cancello della stazione Ray Way, a quasi 800 metri di altezza; lo feci, come sempre, ma  quella volta, fu fantastico, sembrò di essere finito in un bosco incantato, in una nuova dimensione temporale. Un altra esperienza di quello che definisco, gravel montano, un ciclismo spettacolare, emozionante, selvaggio, una fuga vera dalla scialba quotidianità. Saluti ciclistici. 
 

venerdì 20 settembre 2024

SEA OTTER EUROPE 2024 Girona - Spagna

Ringrazio CAMDAUBIKES, distributore per la Spagna, Portogallo ed Andorra di Pedemonte Bike, Revel, Moots, Besv, Ips Yep Components, Nox Composites, e Bikeinside, per avere scelto i miei video test bike, per spiegare al pubblico del prestigioso SEA OTTER EUROPE 2024, i prodotti della Pedemonte Bike, "spremuti" su strada e recensiti sul blog. Buon lavoro. La manifestazione si svolgerà da oggi fino a domenica  prossima, a Girona (Spagna). Saluti ciclistici. 




Pedemonte Altavia e Pedemonte Mutator RS in esposizione allo stand.

Ciclisti e smog; è una questione di salute ! #greendeal

Mi sono stancato ed annoiato, di ascoltare e vedere "recitare" i governanti, alcuni politici, alcuni industriali, i chiacchieroni da bar, i qualunquisti, gli invidiosi (che non possono permettersi le auto elettriche), gli Odiatori sociali, i no Green cioè quelli che se ne fregano della salute degli altri e della Natura, che dicono No a prescindere o per convenienza, i personaggi in cerca d'autore, i confusi, gli indifferenti, quelli in cerca di notorietà, quelli che hanno paura della realtà ed inventano bugie e le favole. Ma non è più tempo di favole, ma di grandi decisioni, è quelle le possono prendere gli adulti. 

Quindi ho deciso di fare questo short, per spiegare, in modo semplice, senza effetti speciali, senza ideologia, senza cultura identitaria, senza tessera politica, da cittadino praticante ed utente della strada, come stanno le cose, realmente. Mi dispiace per quelli citati, ma il mio pensiero è libero. Il Pianeta Terra ha bisogno di levarsi dalla "ruota", tutto questo predetto, obsoleto grigiore ideologico. Si muore e ci si ammala di smog, informatevi dai medici e non dal capo partito o dal capo bar, studiate e maturate. Siate intelligentemente liberi. Non e’ più tempo per essere indifferenti! E’ tempo di cambiamenti ; di CAMBIA-MENTI 😉. Saluti ciclistici. 

lunedì 16 settembre 2024

Le abbuffate pantagrueliche della 1^ edizione del Tour de France !


 Il Tour de France è il prototipo della corsa a tappe. La 1^ edizione prevede 6 gare massacranti in giornate non consecutive, dal 1° al 21 luglio 1903, attraverso 2428 km di strade polverose e dissestate a cui partecipano 60 atleti. Tra una frazione e l'altra vi sono turni di riposo da 1 a 3 giorni, per consentire il riposo/recupero dopo una pedalata di 400 km. I corridori correvano con bici prive di cambio e muniti del solo freno anteriore. La 1^ edizione della Grande Boucle la vinse Maurice Garin alla media oraria di 25 km e 1/2, infliggendo 3 ore al 2° classificato, Lucien Pothier, e intasca 12000 franchi del premio. Garin dichiarò al giornalista Vittorio Varale quel prestigioso successo che da solo valse un intera carriera: " In quel primo Tour non si correva mica tutti giorni come adesso. La tappe erano lunghissime: da quattro e cinquecento chilometri, ma fra l'una e l'altra ci fermavano quattro, perfino cinque giorni. Io vinsi subito la prima tappa, a Lione, con due ore di vantaggio sul secondo. Dormii quattordici ore di fila. Poi mi misi a tavola e mangiai due polli, tre bistecche, una frittata di venti uova, dodici banane e die litri di vino rosso. Poi uscìì, andai a comprare una canna da pesca e mi recai sulle rive del Rodano, restando a pescare fino alla sera". Nonostante le abbuffate pantagrueliche , il vincitore del Tour del 1903, dopo le 6 tappe estenuanti, perse 2 chili e 1/2 di peso corporeo ! E' il c.d. ciclismo eroico, nato sotto forma di Gravel. Saluti ciclistici. 

sabato 14 settembre 2024

Quando un ciclista con una vecchia bici, incontra in salita, un pedalatore con una bici da corsa di terza generazione.....

 

Potrei parlarvi dell'ultima trovata. propinata e indottrinata dal marketing, quella delle bici da corsa di"terza generazione", ma penso che sia più importante, raccontarvi la realtà, le cose concrete, le scelte serie. 
Qui non si confezionano chiacchiere da bar, qui non ci sono gli ingenui ! Qui c’è onestà intellettuale e gente “sveglia”.  Qui si ama la fatica sana e longeva del ciclismo. Qui si è consapevoli che il "motore" della bicicletta sia il ciclista. Tutto il resto è marketing. Non fatevi illudere. Niente è gratis, nemmeno le illusioni 😉. Un conto e’ vendere bici, un conto è sparare cavolate per convincere gli inesperti; un conto e’ dire mi piace quella bici, un conto e’ auto suggestionarsi attraverso messaggi subliminali pubblicitari ! Compratevi pure le bici di terza generazione, e’ importante, vi renderà soddisfatti almeno fino al giorno dopo, farete girare l’economia, ma, non illudetevi, non vi servirà per andare più forti; contano le gambe e la testa; conta fare la vita di ciclista; ma essere ciclista e’ uno stile di vita ed e’ molto faticoso. Ripeto. Niente e’ gratis, persino la forma fisica, “ la gamba”. In questa epoca, disperatamente consumistica, quanti sono effettivamente disposti a fare sacrifici, a fare fatica e rinunce, per andare veloci ?! Pochi ! Ecco perché ci sono e ci saranno pochi ciclisti, e tanti pedalatori. Il consumo e’ rapido, come Internet, la fatica e’ lenta, e’ d’altri tempi. I ciclisti, in fondo, sono personaggi proprio d’altri tempi. 
Esempio. Il marketing propina la questione dell'aerodinamica, manco se, il ciclista amatoriale, fosse un pilota di Formula 1 ! Quale sarebbe la differenza tra un pedalatore dritto, come un cobra, sopra una bici aero di terza generazione, e un biker, dritto come un biker, in sella ad una MTB ?! Nessuna. Avete mai visto come pedala il pedalatore ? Mani appoggiate di peso nella parte centrale del manubrio, e non invece, mani che impugnano i comandi in presa alta o il manubrio in presa bassa; inoltre, il pedalatore non piega le braccia, ma le tiene dritte e larghe ! Per non parlare della schiena del pedalatore, mai arcuata, ma sempre dritta come un cipresso ! Ed infine le gambe ! Quelle del pedalatore, non girano, circolari ed aderenti ovvero strette o ravvicinante al telaio, ma girano a strappi, sbilenche, o allargate, come se avesse la paura di perdere l'equilibrio ! Cosa se ne fa dunque un pedalatore di una bici aero di terza generazione ?! Niente ! La  fotografa fuori al bar e condivide le foto sui social. E allora perché il marketing non scrive negli spot che la bici aerodinamica è nulla senza la posizione aerodinamica del ciclista; posizione che  invece è influente più di ogni altra cosa ?! L'aerodinamica della bici quanto conta nel traffico, fatto di semafori, di stop, di code, di cani e gatti, di pedoni, di pericoli, eccetera ? 
Dunque la bici di terza generazione, non serve per andare più veloce sulla strada, ma solo per mostrare l'oggetto del desiderio. Forse servono ai corridori professionisti! Si, ma il conto glie lo paga il pedalatore e mi riferisco al costo degli ingaggi e del team! Fintela di sparare cavolate ! Ci vuole onestà intellettuale. La bici è e rimarrà una bici. La bici è costruita per essere venduta al pedalatore.  Tutto il mercato gira intorno al centro di gravità del pedalatore. E il marketing, ogni anno, deve trovare il modo per convincerlo ad acquistare, la bici nuova. Altrimenti il sistema si blocca, quindi anche le corse e i campioni ! E' tutto un circo ! Punto. 
Il ciclista non si fa illusioni e va oltre il consumo; e’ odiato ed invidiato dalla massa, ingombra la strada, è in forma fisica, è relativamente lento, sa allenarsi, sa gestirsi; la massa deforme invece ammira i motociclisti (come quelli attempati senza esperienza) e gli automobilisti, sono veloci ed omologati al sistema. Come scrisse Gianni Mura : “ il ciclista e’ un operatore culturale, portatore di una cultura persino opposta a quella dominante”! 
Considerare la bici come una moto, un auto, è un ERRORE infantile, grossolano; la bici e’ una macchina muscolare, quindi, lo ripeto, dipende solo dalla forza e dalla testa del ciclista. E' una macchina semplice. Senza il ciclista la bici non si muove. Pertanto, se non vorrete davvero fare sacrifici per essere concretamente ciclista, e sicuramente performanti, allora, acquistate una moto, un auto, e finalmente riuscirete ad essere veloci, subito! Ma anche in questo caso, però, troverete sempre, quello più veloce ! Rassegnatevi ! 
Conclusione. E così mi capita, spesso di vedere sulle strade, a compendio di quanto spiegato, pedalatori diventate le caricature del marketing. Quando un ciclista con una vecchia bici incontra in salita, un pedalatore con la bici da corsa di terza generazione, il pedalatore con la bici da corsa di terza generazione, è un uomo sverniciato, un uomo sorpassato ! Amen ! Contano le gambe e la testa. Saluti ciclistici. 

venerdì 13 settembre 2024

Grammomania: Continental Gran Prix S TR Tubeless Road da 28 mm. Attenzione alla pressione minima !!!

Attenzione ⚠️. Su questi Tubeless non e’ indicata, sul fianco della carcassa, la pressione minima raccomandata per il gonfiaggio, ma solo quella massima. Quindi tenuto conto che trattasi di tubeless per i quali la pressione minima e’ fondamentale, non solo per ottimizzare la prestazione ( meno pressione più prestazione), ma anche per la sicurezza della tenuta del tubeless nel cerchio ( sotto alla pressione minima il tubeless si stallona), attendo dí riuscire ad avere info precise, su come vada gestito questo prodotto; vedremo come mi risponderà l'interpellata Continental. Il fare ad occhio e’ sconsigliato ed e’ roba da pedalatori. I ciclisti hanno un diverso approccio; non lasciano nulla al caso! 
Per leggere la pagina Grammomania CLICCA QUI . Saluti ciclistici.
 

giovedì 12 settembre 2024

Toscana Gravel and road. Il ciclista viandante. La Val d'Orcia, per vivere una favola.

Con la bici ho viaggiato abbastanza, in cerca di emozioni, come condizione dell'esistenza, viaggi, anzi percorsi, che sono iniziati nella mente, definiti e colorati dalla fantasia. Penso che nella vita non bisogna mai smettere di stupirsi e di muoversi nello spazio, aiuta a continuare a farlo. In verità più che un viaggiatore, mi sento di essere un viandante, anzi un ciclista viandante. Come diceva Nietzsche, " L'uomo è un animale non ancora stabilizzato". Il viandante è come un pellegrino medievale che avendo in vista una meta, non esita a dire addio ad ogni tappa raggiunta, spinto dal desiderio di futuro che oltrepassa, e quindi trascende, la situazione presente, realizzando l'esistenza nascosta. Quasi un ponte verso una nuova vita, verso il cambiamento culturale. 

Il viandante è l'uomo che si sofferma ad ammirare la Natura infinita. Il viandante cerca il centro, non nei confini, ma in quei due poli che Kant, indicava nel cielo e nella legge morale, che per ogni viandante hanno sempre costituito gli estremi dell'arco in cui si esprime la sua vita in tensione. Si muove fuori dalle città percorrendo lunghe distanze da compiere a piedi o in bici, senza avere uno scopo preciso, ed in un contesto che ricorda le fiabe. E non puoi vivere una favola se ti manca il coraggio di entrare nel bosco. A differenza del viaggiatore, il viandante non ha una meta, si muove per non perdere il paesaggio e lo vive come un percorso senza fine. L'uomo può evolversi non solo biologicamente, ma anche culturalmente, perché per dirla come Jaspers, " è una esistenza possibile", nel senso che ha la possibilità di evolvere ulteriormente rispetto al suo stato attuale è ciò che contraddistingue la sua natura. 

Pedalare è anche filosofia. Premessa necessaria per ogni storia. 

Oggi, il reale sottentra il fantastico. Ecco la mia nuova storia scritta sulla polvere atavica delle strade bianche. L'anima mia, immagina e poi realizza la visione immaginifica, fatta di strade verso il cielo. Era parte della mia immaginazione, poterlo fare. 

Dopo la tappa sul monte Amiata, ho attraversato la Val d'Orcia per vivere una favola sulle strade bianche, confondendomi con e nel profilo ondulato delle terre toscane. "Strade bianche" è un concetto di vita; è un luogo dove non c'è il tempo; è il rumore dei pneumatici che sgranocchiano la ghiaia; è polvere di stelle; è pedalare verso il cielo. Chi non è Gravel non sa cosa si perde ! Le strade bianche è come dire portami dove il tempo non esiste, proprio come una favola. 

Non senti rumori distanti, il paesaggio è antico, è come essere finiti in un altro tempo, lontani dalla modernità, persi nello spazio infinito, delle colline senesi, dal profilo morbido e dal rumore secco della ghiaia, che squarcia il silenzio della valle, lungo rampe che invitano a pedalare senza tempo, rampe che si trasformano in veloci discese, per continuare a sentirsi come un bambino al Luna Park; non bisogna smettere mai di essere un bambino, se non si vorranno inseguire i fantasmi e le paure degli adulti; immaginare significa non avere paura; la vita è un gioco, non è una cosa "seria", come vogliono farti credere gli "adulti". Scrivila con la strada, la tua vita e raccontala davanti al fuoco del cammino, nei giorni d'inverno. Scrivila lungo con i filari dei cipressi, tipici della Val d'Orcia, antiche chiome, simbolo dell'immortalità, affinché non si cancelli. 

Qui la Natura è più intensa ed estesa, essendo stata limitata l'antropomorfizzazione ( come dico sempre, meno siamo, meglio stiamo). In buona sostanza il successo della Val d'Orcia ( dal nome del fiume che l'attraversa), sta nell'amore per il territorio degli abitanti, e quindi conservazione, tutela e manutenzione del territorio, promozione turistica del patrimonio storico della Repubblica Senese del XIV e XV secolo d.c., dell'antica via romana Cassia e quella medievale della via Francigena, da e per Roma, valorizzazione del corredo originario, quali locande e stazione di posta, abbazie e santuari, ponti. Un territorio unico connotato dalle pianure argillose originate dal fiume d'Orcia, colline a forma di cono con borghi muniti di fortificazioni e dal profilo reso morbido dai vigneti e uliveti, paesaggio agrario e pastorale di età rinascimentale. La Val d'Orcia inizia alla pendici del Monte Amiata, stazione sciistica in inverno e coperta di verde in estate, la cui sagoma alta 1738 metri, la rende mite in autunno ed inverno e fresca d'estate. La Val d'Orcia è patrimonio dell'umanità UNESCO, è caratterizzato da borghi, come Pienza, San Quirico d'Orcia, Montalcino, Castiglione d'Orcia, e da borghi termali come Bagno Vignoni e Bagni San Filippo, tutti di origine medievale. Boschi verdi si estendono dal monte Amiata fino alla valle. 

Val d'Orcia docet: mantieni la posizione, valorizza e proteggi il bello ed unico che possiedi. Se volete fare un viaggio nel tempo è qui che dovete venire. Qui regna il silenzio, per cui se volete fare chiasso e rompere le pelotas con feste notturne e ammucchiate urlanti, andate altrove; zona sconsigliata a chi vuole vivere la notte. Zona ideale per viaggiatori, viandanti, camminatori, ciclisti, pedalatori, amanti della bellezza, amanti del relax e della cultura. Prezzi non popolari. Frequentata dal turismo straniero d'élite. Strade pulite e manutenute. La Valle è mantenuta pulita. Location ideale per il Gravel. La strada simbolo è la sterrata di cui ci si può davvero innamorare. 

E se volete conoscere l'autenticità di un luogo straordinario come la cappella della Madonna della Vitaleta,  confuso da foto massive. CLICCA QUI . 

Caro lettore, ti lascio al contenuto multimediale, della storia d'oggi, con la speranza di essere riuscito ad ispirarti a diventare viandante. Saluti ciclistici. 

FOTO COPERTE DA COPYRIGHT

 
Luoghi simbolo della Val d'Orcia: Cappella della Madonna di Vitaleta ( a sinistra) e filari di cipressi del Podere di Poggio Covilli. 
 

 

lunedì 9 settembre 2024

Insulina sintetica, diabete e doping.

Premessa. Il doping fa la differenza sostanziale nella prestazione. Ma il doping, oltre ad essere reato ed illecito sportivo, fa male alla salute ed è una truffa, soprattutto una truffa contro se stessi ! Chissà se queste “cure” malefiche saranno “prescritte” per battere in gara persino il collega o il vicino del pianerottolo ? ! L’uomo e’ un animale competitivo ! 

L’art. 586-bis c.p., punisce con la reclusione da tre mesi a tre anni e con la multa da Euro 2.582 a Euro 51.645 «chiunque procura ad altri, somministra, assume o favorisce comunque l'utilizzo di farmaci o di sostanze biologicamente o farmacologicamente attive, ricompresi nelle classi previste dalla legge» ed in particolare dai decreti antidoping emessi periodicamente dal Ministero della Sanità ai sensi della L. 376/00 (cfr. da ultimo il DM 3 ottobre 2023), avuto riguardo alla lista delle sostanze vietate, ciclicamente aggiornata dalla World Anti-Doping Agency (WADA).

Tali condotte sono punite quando la cessione o l’utilizzo delle predette sostanze, «non siano giustificati da condizioni patologiche e siano idonei a modificare le condizioni psicofisiche o biologiche dell'organismo, al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti, ovvero siano diretti a modificare i risultati dei controlli sull'uso di tali farmaci o sostanze» (comma 1).

La stessa pena si applica anche a chi adotta o si sottopone a «pratiche mediche» come ad esempio, le trasfusioni previste dalla legge antidoping, al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti ovvero di eludere i cd. drug test. (comma 2). Per entrambe le fattispecie è richiesto il dolo specifico come era già previsto dalla trasfusa norma dell'art. 9 della Legge 376/2000 e cioè "al fine di alterare le prestazioni agonistiche dell'atleta". 

Il "fatto di doping" viene anche processato dalla giustizia sportiva, autonomamente, sia sotto il profilo del funzionamento, sia sotto quello dell'autonomia del giudicato. Ma questa è un altra storia. 

Fatte queste premesse, veniamo all'argomento del nuovo post: l'insulina sintetica ! La "fantasia" degli "umani" non ha avuto limiti. Doparsi significa anche utilizzo, da parte di un atleta sano, di medicinali destinati a persone malate, come appunto l'insulina sintetica, quella prescritta ai malati di diabete. Sic ! Oggi vi parlo di un altra "terapia dopante" assunta come "cura" dai dopati. 

La WADA (World Anti Doping Agency) considera, l’uso di insulina sintetica, DOPING; appartiene, alla categoria proibita degli “ormoni e modulatori metabolici” e l'assunzione comporta responsabilità dal punto di vista della giustizia penale e della giustizia sportiva, nel territorio nazionale. 

L’insulina sintetica è stata utilizzata illegalmente per la sua capacità potenziale di aumentare il trasporto di carboidrati e di aminoacidi all’interno del muscolo e quindi facilitare e velocizzare, sia il reintegro di glicogeno muscolare (e quindi il recupero), sia la sintesi proteica all’interno del muscolo. In buona sostanza, l'insulina sintetica è stata utilizzata per il recupero veloce delle energie consumate, negli sport di endurance, come ciclismo e body building. 

In alcuni casi la dose di insulina sintetica praticata è stata deliberatamente “eccessiva” al fine di provocare una “ipoglicemia” con conseguente liberazione di ormoni “controinsulari” tra cui il GH (ormone della crescita): il dosaggio di insulina praticata può raggiungere le 300 unità, contro le 20-50 unità di media che un atleta diabetico di tipo DM1 si somministra per vivere! L’insulina, soprattutto, se somministrata in eccesso, faceva accumulare anche “grasso” e non solo glucosio. Quindi si assumeva anche peso inutile che diminuisce la prestazione, invece di migliorarla. 

Effetti negativi della somministrazione illegale di insulina sintetica su persona sana. Il primo effetto è l’ipoglicemia, poiché una dose eccessiva di insulina, sottrae nutrimento al cervello, la cui funzionalità è legata alle quantità idonee di glucosio, con effetti negativi. Se l’insulina sintetica viene utilizzata in maniera non corretta, può essere mortale oppure rendere vegetali. Un'overdose di insulina sintetica causa tachicardia, irrequietezza e tremori. Quando il tasso glicemico cala in modo molto consistente, e perciò il sistema nervoso non viene più alimentato con una quantità sufficiente di energia, possono subentrare gravi danni cerebrali. In casi estremi, questi danni possono causare la morte. Con l’abuso di insulina sintetica, sussiste inoltre il pericolo di ammalarsi di diabete. Evitate assunzioni di insulina sintetica come di ogni altra sostanza dopante. 

In persona sana, l'insulina viene secretata dal pancreas, riduce il tasso glicemico ( glicemia) ed influenza il metabolismo dei grassi (lipidi) e degli aminoacidi. In particolare, l’insulina è l’unico ormone in grado di abbassare il tasso glicemico promuovendo l’assunzione di glucosio (zucchero semplice) nelle cellule e la formazione di glicogeno. Il glicogeno è uno zucchero multiplo (polisaccaride) costituito da unità di glucosio. È la forma di deposito e di riserva del glucosio, che mette a disposizione dell’organismo l’energia che serve. 

Quando affronta un allenamento o una gara di endurance, l’atleta NON diabetico può contare sulla capacità dei suoi sistemi di controllo ormonale che regolano con precisione la riduzione dei livelli di insulina, una adeguata produzione di ormoni controinsulari (glucagone, catecolamine, cortisolo, eccetera), un eventuale aumento di insulina per contrastare un eccesso di ormoni da stress o una abbondante integrazione con carboidrati in maniera tale che la sua glicemia, si mantenga, sostanzialmente a livelli “ideali” per tutta la durata dello sforzo, consentendogli un rifornimento ottimale di “carburante”, costituito da glucosio, acidi grassi, eccetera, ai suoi muscoli.

In una persona sana, la secrezione insulinica è  ridotta durante l'esercizio fisico moderato di tipo aerobico (Zona 2), aumenta, nel caso di attività fisica elevata, ma gli effetti negativi si compensano con i vantaggi dell'attività fisica. Consultate sempre il medico. 

Per completezza. All’atleta diabetico, impegnato in attività agonistiche è richiesto il cosiddetto TUE (esenzione a fini terapeutici) che va inviato alla NADO Italia, ovvero l’agenzia nazionale per l’antidoping con sede a Roma presso il CONI. L’atleta diabetico deve programmare in maniera scrupolosa, i dosaggi di insulina sintetica, da iniettarsi prima, durante e dopo la prestazione sportiva, deve sperimentare i livelli di integrazione con carboidrati, che gli consentono di non andare in ipo o iperglicemia. Il diabete di tipo 1 o 2 non è riconosciuto in alcuna categoria “paralimpica” e il diabetico, può liberamente schierarsi in griglia di partenza di gare di ogni tipo a livello agonistico, sia in modalità amatoriale, sia professionistica. 

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A cosa servono le ciclabili ?! Ce lo ricorda Remco Evenepoel !

 
A cosa servono le ciclabili ? Per la sicurezza dei ciclisti e dei pedalatori, evidentemente ! Un esempio. Questa è (era) la bici da corsa del campione belga Evenepoel che si sarebbe spezzata a seguito dell'impatto contro lo sportello di un furgone postale, aperto dal conducente, come riportato nel post X allegato. L'incidente è accaduto in Belgio, durante l'allenamento quotidiano del campione, il quale è stato ricoverato per frattura composta della clavicola, della scapola destra e della mano. Superfluo osservare che questo incidente non sarebbe accaduto, se il corridore professionista campione del mondo ed olimpico, sarebbe transitato lungo una ciclabile protetta. E pensare che c'è qualcuno che parla di togliere di mezzo le ciclabili perché disturberebbero il parcheggio delle auto e lo shopping e qualcun altro che invece le toglie di mezzo, punto e basta ! Del resto, i conducenti dei veicoli sono "tutti prudenti e procedono a velocità moderata, fanno i sorpassi mantenendo un adeguata distanza laterale e persino quella di sicurezza di 1,5 metri, non aprono mai lo sportello senza accertarsi prima se qualcuno stia transitando, non usano mai lo smartphone e non sono mai ubriachi e drogati! Davvero le ciclabili non servono ! Viviamo in un mondo dove c'è il massimo rispetto per il prossimo soprattutto sulla strada " 😉! Pedalare sulle strade asfaltate aperte al traffico, non è prudente, anzi è diventato pericoloso e lo dimostrano il numero dei ciclisti e pedalatori uccisi e feriti ! Pedalando sulle strade asfaltate si ha la sensazione di essere odiati in quanto ciclisti, da persone intolleranti verso il prossimo o forse invidiose perché vorrebbero essere forti e attivi. In una società dove lo sviluppo economico e il consumismo governano ed imperano, e rende le persone dipendenti dal consumo compulsivo e quindi tristi, violente, depresse, la strada libera dalle ciclabili, anzi senza il fastidio delle corsie riservate ai ciclisti e pedalatori, conta più della vita e dell'incolumità delle persone ! In verità, come previsto dal codice della strada, legge dello Stato, i conducenti dei veicoli sono obbligati a tenere una condotta prudente al fine di evitare danni agli utenti della strada, soprattutto quelli c.d. vulnerabili, come i ciclisti !  Per risolvere, almeno in parte, il problema degli incidenti stradali, bisognerebbe togliere l'asfalto; sarebbe utile anche per l'emergenza climatica, la terra drena l'acqua piovana, e fa diminuire la temperatura, l'asfalto è come un forno.  Invece dell'asfalto, terra battuta e alberi, migliorerebbe la salute delle persone e si ridurrebbe l'inquinamento. Si chiama Depaved, e in USA e nel Nord Europa è già una realtà. E chi se ne frega delle auto soprattutto quelle di lusso. Auguro a Evenepoel una pronta guarigione. Forza campione. Saluti ciclistici. 

giovedì 5 settembre 2024

Consigli: larghezza del manubrio.

Facciamo chiarezza in questa valle di pedalatori confusi dalle corse trasmesse alla TV ! Non imitate quello che vedete fare agli altri, in modo errato, anche se famosi; ognuno fa quello che vuole, ma non è detto che sia corretto, e soprattutto adatto a tutti. Nello short vi spiego come scegliere il manubrio nella misura corretta. Tutta passa, tranne la verità. Siate ciclisti e non pedalatori. Saluti ciclistici.