lunedì 30 settembre 2024
sabato 28 settembre 2024
Com'è cambiata la ruota per bici da corsa. Grammomania: Campagnolo Hyperon Ultra Tubeless
Con l'avvento del freno a disco tutto è cambiato, tutto è diverso, anche la ruota, oggi è "diversamente rotonda". Se la ruota in carbonio per bici da corsa, compatibile per freni tradizionali, aveva la pista frenante, come punto critico, oggi, la ruota in carbonio disc, per bici da corsa, vede invece nel cerchio e mozzo i punti critici. Il cerchio in carbonio per freni tradizionali, era più robusto, soprattutto nella parte della pista frenante, doveva resistere non solo agli impatti, ma anche al calore della frenata. Le ruote in carbonio rim road, mi riferisco, ai primi modelli, spesso finivano con le piste frenanti danneggiate irreparabilmente. Con gli ultimi modelli invece il problema è stato risolto, con l'impiego di nuovi materiali, come il basalto, e con un nuovo modo di costruirle, in particolare con la zona della pista frenante specifica ( per materiale ed intreccio della fibra) e più resistente. La ruota Carbon road rim brakes e’ generalmente più robusta. Ma oramai pochi modelli di questa ruota sono ancora disponibili. Tutto passa.
Il cerchio in carbonio disc road, generalmente, utilizza un cerchio più leggero, per l'assenza della pista frenante, per la sezione più larga (meno strati di carbonio sul cerchio), per la modalità di costruzione. Il mozzo delle ruote disc è esposto al calore del disco, oltre a quello, normale, della fatica da lavoro, dello stress meccanico, generato dalla forza impressa dalla pedalata. Alcuni produttori non realizzano più mozzi per ruote di alta gamma in carbonio, ma in alluminio, e soprattutto con struttura monolitica. La ruota disc è soggetta alla forza asimmetrica della forza frenante. Tutto questo complica la costruzione della ruota disc. Ovviamente, la tecnologia si evolve, e quindi, con i modelli nuovi, stanno cercando di migliorarla, e ci riusciranno o ci saranno riusciti, ma nel frattempo, ci sono ruote disc road, conciate male, dopo impatti violenti e cadute. Vi allego delle foto che spiegano meglio la consistenza dello spessore del cerchio delle ruote carbon disc road, danneggiate a seguito dell'impatto violento del cerchio.
Le ruote disc tubeless si distinguono in cerchi hookless, cioè senza uncini, con fianco dritto e semihookless ( per dirla alla Campagnolo), cioè con uncino sulla flangia interna del cerchio per aumentare l'ancoraggio del fianco del tubeless. Entrambe i cerchi sono costruiti con una sezione interna maggiore del cerchio. Il Tubeless montato sul cerchio hookless road non può essere gonfiato ad una pressione maggiore di 5 ATM ( anche se la pressione massima raccomandata dal produttore del tubeless sia maggiore) o inferiore a quella minima indicata dal produttore degli pneumatici ( generalmente 2,5 ATM), altrimenti si stallona ( cosa che accade anche ad una pressione inferiore a quella minore), e deve essere utilizzato solo con tubeless specifici, tenendo presente la larghezza, in particolare, di quella minima del pneumatico, raccomandata dal produttore della ruota; questo limita la scelta del pneumatico, anche tenendo conto della continua evoluzione del mercato e dell'offerta. I produttori dei pneumatici specifici per cerchi Hookless tendono ad assicurare la tenuta del tubeless mediante il rafforzamento della spalla ( o tallone) con un cerchietto sul tubeless. I cerchi hookless non sono compatibili con il copertoncino.
Quando leggete l'acronimo TR cioè Tubeless Ready, significa che il tubeless road e gravel (senza camera d'aria utilizzabile con il lattice per limitare le forature), può essere utilizzato anche con camera d'aria. La gola del cerchio tubeless ready presenta dei fori ( servono per registrare i nipples) e quindi per installare il tubeless o la camera d'aria occorre nastrarlo, cioè applicare il nastro per coprire i fori. I cerchi con uncino sulla flangia interna del cerchio invece sono compatibili con tutti i pneumatici, e devono essere gonfiati alla pressione minima e massima raccomandata dal produttore del tubeless per non finire stallonati e per avere la massima prestazione.
Ricordo che all'inizio c'era la Fulcrum/Campagnolo che lanciò il tubeless road utilizzando cerchi con brevetto 2 Way (cerchio senza fori interni), con uncino nella flangia interna, compatibile per copertoncino e tubeless, senza bisogno di nastrare la gola del cerchio, si poteva utilizzare il tubeless persino con la camera d'aria, invece del lattice. Poi altri iniziarono a nastrare il cerchio per copertoncino, per coprire i fori, ed utilizzare il tubeless, con liquido (o camera d'aria). Il primo tubeless che ricordo era l'Hutchinson. Sono trascorsi molti anni ed oggi, finalmente il tubeless ha raccolto consenso sperato, e a quelle soluzioni, comunque rimaste ( 2 Way e Cerchio per copertoncino a cui aggiungere il nastro per coprire i fori interni), si è aggiunta, da ultimo, il cerchio Hookless, destinato solo al tubeless con lattice, anzi a certi modelli di tubeless, quelli con la spalla rafforzata da un cerchietto, che di fatto lo tiene saldo al cerchio, al posto dell'uncino messo nella flangia del cerchio chiamato invece dalla Campagnolo/Fulcrum mini Hook , sul quale invece si possono installare tutti i tubeless e i copertoncini e addirittura utilizzare tubeless con camera d'aria invece del lattice. Ciò vale sia per la bici da corsa, sia per la bici gravel. Il cerchio Campagnolo/Fulcrum non necessita della nastratura della gola del cerchio perché è senza fori. Quindi oggi i cerchi si dividono in Hooked (con uncino) e Hooklees ( senza uncino ) .
Ciò premesso, il consiglio, è sempre quello di non accontentarsi e di puntare a ruote di qualità assoluta. La ruota è il componente più importante, capace di influenzare in modo sostanziale la prestazione di qualunque bicicletta; alla ruota, il ciclista affida la sicurezza e il controllo del mezzo, e lo spazio che lo separa dall'asfalto.
Detto ciò ecco una nuova ruota di alta gamma road di nuova generazione. Ve la presento con una pesa esclusiva, dettagliata, unica. E' la nuova Campagnolo Hyperon Ultra disc road tubeless. Canale interno largo 21 mm, altezza del cerchio 37 mm. Tecnologia Head - 2 - Bay per accoppiamento ottimale testa del raggio e mozzo, finalizzato ad esaltare la reattività, scorrevolissimi cuscinetti CULT ed un nuovo corpetto N3W in versione alleggerita. Tecnologia Aero-MoMag, vantaggi aerodinamici e miglior resa estetica. I cerchi integrano la collaudata tecnologia 2-Way Fit con il ponte superiore non forato. Esteticamente elegante.
Nel video, il corpetto rosso anodizzato è quello Campagnolo per Campagnolo; quello nero è quello Campagnolo per Shimano. Seguono la pesa dei perni passanti, della rondella per chiusura disco e della valvola tubeless. Per quanto concerne il peso, la nuova Campagnolo Hyperon Ultra disc road tubeless, rispetto al modello Campangolo Hyperon Ultra Two rim brakes tubolare è 19 grammi più leggera. Mentre la Campagnolo Hyperon Ultra disc tubolare è 75 grammi più leggera rispetto alla Campagnolo Hyperon Ultra Two rim brakes; ciò conferma quanto spiegato.
Attualmente la ruota disc per bici da corsa, più resistente è quella gravel, classificata come Categoria 2, quindi adatta a percorsi asfaltati e fuoristrada con salti fino a 15 cm. Un esempio è la Campagnolo Levante, testata a lungo CLICCA QUI . Saluti ciclistici
venerdì 27 settembre 2024
Pedalando tra le nuvole ☁️ #novavitagravel
venerdì 20 settembre 2024
SEA OTTER EUROPE 2024 Girona - Spagna
Ringrazio CAMDAUBIKES, distributore per la Spagna, Portogallo ed Andorra di Pedemonte Bike, Revel, Moots, Besv, Ips Yep Components, Nox Composites, e Bikeinside, per avere scelto i miei video test bike, per spiegare al pubblico del prestigioso SEA OTTER EUROPE 2024, i prodotti della Pedemonte Bike, "spremuti" su strada e recensiti sul blog. Buon lavoro. La manifestazione si svolgerà da oggi fino a domenica prossima, a Girona (Spagna). Saluti ciclistici.
Ciclisti e smog; è una questione di salute ! #greendeal
Mi sono stancato ed annoiato, di ascoltare e vedere "recitare" i governanti, alcuni politici, alcuni industriali, i chiacchieroni da bar, i qualunquisti, gli invidiosi (che non possono permettersi le auto elettriche), gli Odiatori sociali, i no Green cioè quelli che se ne fregano della salute degli altri e della Natura, che dicono No a prescindere o per convenienza, i personaggi in cerca d'autore, i confusi, gli indifferenti, quelli in cerca di notorietà, quelli che hanno paura della realtà ed inventano bugie e le favole. Ma non è più tempo di favole, ma di grandi decisioni, è quelle le possono prendere gli adulti.
Quindi ho deciso di fare questo short, per spiegare, in modo semplice, senza effetti speciali, senza ideologia, senza cultura identitaria, senza tessera politica, da cittadino praticante ed utente della strada, come stanno le cose, realmente. Mi dispiace per quelli citati, ma il mio pensiero è libero. Il Pianeta Terra ha bisogno di levarsi dalla "ruota", tutto questo predetto, obsoleto grigiore ideologico. Si muore e ci si ammala di smog, informatevi dai medici e non dal capo partito o dal capo bar, studiate e maturate. Siate intelligentemente liberi. Non e’ più tempo per essere indifferenti! E’ tempo di cambiamenti ; di CAMBIA-MENTI 😉. Saluti ciclistici.
lunedì 16 settembre 2024
Le abbuffate pantagrueliche della 1^ edizione del Tour de France !
sabato 14 settembre 2024
Quando un ciclista con una vecchia bici, incontra in salita, un pedalatore con una bici da corsa di terza generazione.....
venerdì 13 settembre 2024
Grammomania: Continental Gran Prix S TR Tubeless Road da 28 mm. Attenzione alla pressione minima !!!
giovedì 12 settembre 2024
Toscana Gravel and road. Il ciclista viandante. La Val d'Orcia, per vivere una favola.
Con la bici ho viaggiato abbastanza, in cerca di emozioni, come condizione dell'esistenza, viaggi, anzi percorsi, che sono iniziati nella mente, definiti e colorati dalla fantasia. Penso che nella vita non bisogna mai smettere di stupirsi e di muoversi nello spazio, aiuta a continuare a farlo. In verità più che un viaggiatore, mi sento di essere un viandante, anzi un ciclista viandante. Come diceva Nietzsche, " L'uomo è un animale non ancora stabilizzato". Il viandante è come un pellegrino medievale che avendo in vista una meta, non esita a dire addio ad ogni tappa raggiunta, spinto dal desiderio di futuro che oltrepassa, e quindi trascende, la situazione presente, realizzando l'esistenza nascosta. Quasi un ponte verso una nuova vita, verso il cambiamento culturale.
Il viandante è l'uomo che si sofferma ad ammirare la Natura infinita. Il viandante cerca il centro, non nei confini, ma in quei due poli che Kant, indicava nel cielo e nella legge morale, che per ogni viandante hanno sempre costituito gli estremi dell'arco in cui si esprime la sua vita in tensione. Si muove fuori dalle città percorrendo lunghe distanze da compiere a piedi o in bici, senza avere uno scopo preciso, ed in un contesto che ricorda le fiabe. E non puoi vivere una favola se ti manca il coraggio di entrare nel bosco. A differenza del viaggiatore, il viandante non ha una meta, si muove per non perdere il paesaggio e lo vive come un percorso senza fine. L'uomo può evolversi non solo biologicamente, ma anche culturalmente, perché per dirla come Jaspers, " è una esistenza possibile", nel senso che ha la possibilità di evolvere ulteriormente rispetto al suo stato attuale è ciò che contraddistingue la sua natura.
Pedalare è anche filosofia. Premessa necessaria per ogni storia.
Oggi, il reale sottentra il fantastico. Ecco la mia nuova storia scritta sulla polvere atavica delle strade bianche. L'anima mia, immagina e poi realizza la visione immaginifica, fatta di strade verso il cielo. Era parte della mia immaginazione, poterlo fare.
Dopo la tappa sul monte Amiata, ho attraversato la Val d'Orcia per vivere una favola sulle strade bianche, confondendomi con e nel profilo ondulato delle terre toscane. "Strade bianche" è un concetto di vita; è un luogo dove non c'è il tempo; è il rumore dei pneumatici che sgranocchiano la ghiaia; è polvere di stelle; è pedalare verso il cielo. Chi non è Gravel non sa cosa si perde ! Le strade bianche è come dire portami dove il tempo non esiste, proprio come una favola.
Non senti rumori distanti, il paesaggio è antico, è come essere finiti in un altro tempo, lontani dalla modernità, persi nello spazio infinito, delle colline senesi, dal profilo morbido e dal rumore secco della ghiaia, che squarcia il silenzio della valle, lungo rampe che invitano a pedalare senza tempo, rampe che si trasformano in veloci discese, per continuare a sentirsi come un bambino al Luna Park; non bisogna smettere mai di essere un bambino, se non si vorranno inseguire i fantasmi e le paure degli adulti; immaginare significa non avere paura; la vita è un gioco, non è una cosa "seria", come vogliono farti credere gli "adulti". Scrivila con la strada, la tua vita e raccontala davanti al fuoco del cammino, nei giorni d'inverno. Scrivila lungo con i filari dei cipressi, tipici della Val d'Orcia, antiche chiome, simbolo dell'immortalità, affinché non si cancelli.
Qui la Natura è più intensa ed estesa, essendo stata limitata l'antropomorfizzazione ( come dico sempre, meno siamo, meglio stiamo). In buona sostanza il successo della Val d'Orcia ( dal nome del fiume che l'attraversa), sta nell'amore per il territorio degli abitanti, e quindi conservazione, tutela e manutenzione del territorio, promozione turistica del patrimonio storico della Repubblica Senese del XIV e XV secolo d.c., dell'antica via romana Cassia e quella medievale della via Francigena, da e per Roma, valorizzazione del corredo originario, quali locande e stazione di posta, abbazie e santuari, ponti. Un territorio unico connotato dalle pianure argillose originate dal fiume d'Orcia, colline a forma di cono con borghi muniti di fortificazioni e dal profilo reso morbido dai vigneti e uliveti, paesaggio agrario e pastorale di età rinascimentale. La Val d'Orcia inizia alla pendici del Monte Amiata, stazione sciistica in inverno e coperta di verde in estate, la cui sagoma alta 1738 metri, la rende mite in autunno ed inverno e fresca d'estate. La Val d'Orcia è patrimonio dell'umanità UNESCO, è caratterizzato da borghi, come Pienza, San Quirico d'Orcia, Montalcino, Castiglione d'Orcia, e da borghi termali come Bagno Vignoni e Bagni San Filippo, tutti di origine medievale. Boschi verdi si estendono dal monte Amiata fino alla valle.
Val d'Orcia docet: mantieni la posizione, valorizza e proteggi il bello ed unico che possiedi. Se volete fare un viaggio nel tempo è qui che dovete venire. Qui regna il silenzio, per cui se volete fare chiasso e rompere le pelotas con feste notturne e ammucchiate urlanti, andate altrove; zona sconsigliata a chi vuole vivere la notte. Zona ideale per viaggiatori, viandanti, camminatori, ciclisti, pedalatori, amanti della bellezza, amanti del relax e della cultura. Prezzi non popolari. Frequentata dal turismo straniero d'élite. Strade pulite e manutenute. La Valle è mantenuta pulita. Location ideale per il Gravel. La strada simbolo è la sterrata di cui ci si può davvero innamorare.
E se volete conoscere l'autenticità di un luogo straordinario come la cappella della Madonna della Vitaleta, confuso da foto massive. CLICCA QUI .
Caro lettore, ti lascio al contenuto multimediale, della storia d'oggi, con la speranza di essere riuscito ad ispirarti a diventare viandante. Saluti ciclistici.
FOTO COPERTE DA COPYRIGHT.
lunedì 9 settembre 2024
Insulina sintetica, diabete e doping.
Premessa. Il doping fa la differenza sostanziale nella prestazione. Ma il doping, oltre ad essere reato ed illecito sportivo, fa male alla salute ed è una truffa, soprattutto una truffa contro se stessi ! Chissà se queste “cure” malefiche saranno “prescritte” per battere in gara persino il collega o il vicino del pianerottolo ? ! L’uomo e’ un animale competitivo !
L’art. 586-bis c.p., punisce con la reclusione da tre mesi a tre anni e con la multa da Euro 2.582 a Euro 51.645 «chiunque procura ad altri, somministra, assume o favorisce comunque l'utilizzo di farmaci o di sostanze biologicamente o farmacologicamente attive, ricompresi nelle classi previste dalla legge» ed in particolare dai decreti antidoping emessi periodicamente dal Ministero della Sanità ai sensi della L. 376/00 (cfr. da ultimo il DM 3 ottobre 2023), avuto riguardo alla lista delle sostanze vietate, ciclicamente aggiornata dalla World Anti-Doping Agency (WADA).
Tali condotte sono punite quando la cessione o l’utilizzo delle predette sostanze, «non siano giustificati da condizioni patologiche e siano idonei a modificare le condizioni psicofisiche o biologiche dell'organismo, al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti, ovvero siano diretti a modificare i risultati dei controlli sull'uso di tali farmaci o sostanze» (comma 1).
La stessa pena si applica anche a chi adotta o si sottopone a «pratiche mediche» come ad esempio, le trasfusioni previste dalla legge antidoping, al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti ovvero di eludere i cd. drug test. (comma 2). Per entrambe le fattispecie è richiesto il dolo specifico come era già previsto dalla trasfusa norma dell'art. 9 della Legge 376/2000 e cioè "al fine di alterare le prestazioni agonistiche dell'atleta".
Il "fatto di doping" viene anche processato dalla giustizia sportiva, autonomamente, sia sotto il profilo del funzionamento, sia sotto quello dell'autonomia del giudicato. Ma questa è un altra storia.
Fatte queste premesse, veniamo all'argomento del nuovo post: l'insulina sintetica ! La "fantasia" degli "umani" non ha avuto limiti. Doparsi significa anche utilizzo, da parte di un atleta sano, di medicinali destinati a persone malate, come appunto l'insulina sintetica, quella prescritta ai malati di diabete. Sic ! Oggi vi parlo di un altra "terapia dopante" assunta come "cura" dai dopati.
L’insulina sintetica è stata utilizzata illegalmente per la sua capacità potenziale di aumentare il trasporto di carboidrati e di aminoacidi all’interno del muscolo e quindi facilitare e velocizzare, sia il reintegro di glicogeno muscolare (e quindi il recupero), sia la sintesi proteica all’interno del muscolo. In buona sostanza, l'insulina sintetica è stata utilizzata per il recupero veloce delle energie consumate, negli sport di endurance, come ciclismo e body building.
In alcuni casi la dose di insulina sintetica praticata è stata deliberatamente “eccessiva” al fine di provocare una “ipoglicemia” con conseguente liberazione di ormoni “controinsulari” tra cui il GH (ormone della crescita): il dosaggio di insulina praticata può raggiungere le 300 unità, contro le 20-50 unità di media che un atleta diabetico di tipo DM1 si somministra per vivere! L’insulina, soprattutto, se somministrata in eccesso, faceva accumulare anche “grasso” e non solo glucosio. Quindi si assumeva anche peso inutile che diminuisce la prestazione, invece di migliorarla.
Effetti negativi della somministrazione illegale di insulina sintetica su persona sana. Il primo effetto è l’ipoglicemia, poiché una dose eccessiva di insulina, sottrae nutrimento al cervello, la cui funzionalità è legata alle quantità idonee di glucosio, con effetti negativi. Se l’insulina sintetica viene utilizzata in maniera non corretta, può essere mortale oppure rendere vegetali. Un'overdose di insulina sintetica causa tachicardia, irrequietezza e tremori. Quando il tasso glicemico cala in modo molto consistente, e perciò il sistema nervoso non viene più alimentato con una quantità sufficiente di energia, possono subentrare gravi danni cerebrali. In casi estremi, questi danni possono causare la morte. Con l’abuso di insulina sintetica, sussiste inoltre il pericolo di ammalarsi di diabete. Evitate assunzioni di insulina sintetica come di ogni altra sostanza dopante.
In persona sana, l'insulina viene secretata dal pancreas, riduce il tasso glicemico ( glicemia) ed influenza il metabolismo dei grassi (lipidi) e degli aminoacidi. In particolare, l’insulina è l’unico ormone in grado di abbassare il tasso glicemico promuovendo l’assunzione di glucosio (zucchero semplice) nelle cellule e la formazione di glicogeno. Il glicogeno è uno zucchero multiplo (polisaccaride) costituito da unità di glucosio. È la forma di deposito e di riserva del glucosio, che mette a disposizione dell’organismo l’energia che serve.
Quando affronta un allenamento o una gara di endurance, l’atleta NON diabetico può contare sulla capacità dei suoi sistemi di controllo ormonale che regolano con precisione la riduzione dei livelli di insulina, una adeguata produzione di ormoni controinsulari (glucagone, catecolamine, cortisolo, eccetera), un eventuale aumento di insulina per contrastare un eccesso di ormoni da stress o una abbondante integrazione con carboidrati in maniera tale che la sua glicemia, si mantenga, sostanzialmente a livelli “ideali” per tutta la durata dello sforzo, consentendogli un rifornimento ottimale di “carburante”, costituito da glucosio, acidi grassi, eccetera, ai suoi muscoli.
In una persona sana, la secrezione insulinica è ridotta durante l'esercizio fisico moderato di tipo aerobico (Zona 2), aumenta, nel caso di attività fisica elevata, ma gli effetti negativi si compensano con i vantaggi dell'attività fisica. Consultate sempre il medico.
Per completezza. All’atleta diabetico, impegnato in attività agonistiche è richiesto il cosiddetto TUE (esenzione a fini terapeutici) che va inviato alla NADO Italia, ovvero l’agenzia nazionale per l’antidoping con sede a Roma presso il CONI. L’atleta diabetico deve programmare in maniera scrupolosa, i dosaggi di insulina sintetica, da iniettarsi prima, durante e dopo la prestazione sportiva, deve sperimentare i livelli di integrazione con carboidrati, che gli consentono di non andare in ipo o iperglicemia. Il diabete di tipo 1 o 2 non è riconosciuto in alcuna categoria “paralimpica” e il diabetico, può liberamente schierarsi in griglia di partenza di gare di ogni tipo a livello agonistico, sia in modalità amatoriale, sia professionistica.
Per visualizzare gli aggiornamenti sulla tematica doping CLICCA QUI . Liberatevi dalle droghe e dal doping per vincere sempre. Saluti ciclistici.
A cosa servono le ciclabili ?! Ce lo ricorda Remco Evenepoel !
giovedì 5 settembre 2024
Consigli: larghezza del manubrio.
Facciamo chiarezza in questa valle di pedalatori confusi dalle corse trasmesse alla TV ! Non imitate quello che vedete fare agli altri, in modo errato, anche se famosi; ognuno fa quello che vuole, ma non è detto che sia corretto, e soprattutto adatto a tutti. Nello short vi spiego come scegliere il manubrio nella misura corretta. Tutta passa, tranne la verità. Siate ciclisti e non pedalatori. Saluti ciclistici.