lunedì 7 ottobre 2024

Toscana Gravel and road. Il ciclista viandante. La Val d'Orcia, per vivere una favola.

Con la bici ho viaggiato abbastanza, in cerca di emozioni, come condizione dell'esistenza, viaggi, anzi percorsi, che sono iniziati nella mente, definiti e colorati dalla fantasia. Penso che nella vita non bisogna mai smettere di stupirsi e di muoversi nello spazio, aiuta a continuare a farlo. In verità più che un viaggiatore, mi sento di essere un viandante, anzi un ciclista viandante. Come diceva Nietzsche, " L'uomo è un animale non ancora stabilizzato". Il viandante è come un pellegrino medievale che avendo in vista una meta, non esita a dire addio ad ogni tappa raggiunta, spinto dal desiderio di futuro che oltrepassa, e quindi trascende, la situazione presente, realizzando l'esistenza nascosta. Quasi un ponte verso una nuova vita, verso il cambiamento culturale. 

Il viandante è l'uomo che si sofferma ad ammirare la Natura infinita. Il viandante cerca il centro, non nei confini, ma in quei due poli che Kant, indicava nel cielo e nella legge morale, che per ogni viandante hanno sempre costituito gli estremi dell'arco in cui si esprime la sua vita in tensione. Si muove fuori dalle città percorrendo lunghe distanze da compiere a piedi o in bici, senza avere uno scopo preciso, ed in un contesto che ricorda le fiabe. E non puoi vivere una favola se ti manca il coraggio di entrare nel bosco. A differenza del viaggiatore, il viandante non ha una meta, si muove per non perdere il paesaggio e lo vive come un percorso senza fine. L'uomo può evolversi non solo biologicamente, ma anche culturalmente, perché per dirla come Jaspers, " è una esistenza possibile", nel senso che ha la possibilità di evolvere ulteriormente rispetto al suo stato attuale è ciò che contraddistingue la sua natura. 

Pedalare è anche filosofia. Premessa necessaria per ogni storia. 

Oggi, il reale sottentra il fantastico. Ecco la mia nuova storia scritta sulla polvere atavica delle strade bianche. L'anima mia, immagina e poi realizza la visione immaginifica, fatta di strade verso il cielo. Era parte della mia immaginazione, poterlo fare. 

Dopo la tappa sul monte Amiata, ho attraversato la Val d'Orcia per vivere una favola sulle strade bianche, confondendomi con e nel profilo ondulato delle terre toscane. "Strade bianche" è un concetto di vita; è un luogo dove non c'è il tempo; è il rumore dei pneumatici che sgranocchiano la ghiaia; è polvere di stelle; è pedalare verso il cielo. Chi non è Gravel non sa cosa si perde ! Le strade bianche è come dire portami dove il tempo non esiste, proprio come una favola. 

Non senti rumori distanti, il paesaggio è antico, è come essere finiti in un altro tempo, lontani dalla modernità, persi nello spazio infinito, delle colline senesi, dal profilo morbido e dal rumore secco della ghiaia, che squarcia il silenzio della valle, lungo rampe che invitano a pedalare senza tempo, rampe che si trasformano in veloci discese, per continuare a sentirsi come un bambino al Luna Park; non bisogna smettere mai di essere un bambino, se non si vorranno inseguire i fantasmi e le paure degli adulti; immaginare significa non avere paura; la vita è un gioco, non è una cosa "seria", come vogliono farti credere gli "adulti". Scrivila con la strada, la tua vita e raccontala davanti al fuoco del cammino, nei giorni d'inverno. Scrivila lungo con i filari dei cipressi, tipici della Val d'Orcia, antiche chiome, simbolo dell'immortalità, affinché non si cancelli. 

Qui la Natura è più intensa ed estesa, essendo stata limitata l'antropomorfizzazione ( come dico sempre, meno siamo, meglio stiamo). In buona sostanza il successo della Val d'Orcia ( dal nome del fiume che l'attraversa), sta nell'amore per il territorio degli abitanti, e quindi conservazione, tutela e manutenzione del territorio, promozione turistica del patrimonio storico della Repubblica Senese del XIV e XV secolo d.c., dell'antica via romana Cassia e quella medievale della via Francigena, da e per Roma, valorizzazione del corredo originario, quali locande e stazione di posta, abbazie e santuari, ponti. Un territorio unico connotato dalle pianure argillose originate dal fiume d'Orcia, colline a forma di cono con borghi muniti di fortificazioni e dal profilo reso morbido dai vigneti e uliveti, paesaggio agrario e pastorale di età rinascimentale. La Val d'Orcia inizia alla pendici del Monte Amiata, stazione sciistica in inverno e coperta di verde in estate, la cui sagoma alta 1738 metri, la rende mite in autunno ed inverno e fresca d'estate. La Val d'Orcia è patrimonio dell'umanità UNESCO, è caratterizzato da borghi, come Pienza, San Quirico d'Orcia, Montalcino, Castiglione d'Orcia, e da borghi termali come Bagno Vignoni e Bagni San Filippo, tutti di origine medievale. Boschi verdi si estendono dal monte Amiata fino alla valle. 

Val d'Orcia docet: mantieni la posizione, valorizza e proteggi il bello ed unico che possiedi. Se volete fare un viaggio nel tempo è qui che dovete venire. Qui regna il silenzio, per cui se volete fare chiasso e rompere le pelotas con feste notturne e ammucchiate urlanti, andate altrove; zona sconsigliata a chi vuole vivere la notte. Zona ideale per viaggiatori, viandanti, camminatori, ciclisti, pedalatori, amanti della bellezza, amanti del relax e della cultura. Prezzi non popolari. Frequentata dal turismo straniero d'élite. Strade pulite e manutenute. La Valle è mantenuta pulita. Location ideale per il Gravel. La strada simbolo è la sterrata di cui ci si può davvero innamorare. 

E se volete conoscere l'autenticità di un luogo straordinario come la cappella della Madonna della Vitaleta,  confuso da foto massive. CLICCA QUI . 

Caro lettore, ti lascio al contenuto multimediale, della storia d'oggi, con la speranza di essere riuscito ad ispirarti a diventare viandante. Saluti ciclistici. 

FOTO COPERTE DA COPYRIGHT

 
Luoghi simbolo della Val d'Orcia: Cappella della Madonna di Vitaleta ( a sinistra) e filari di cipressi del Podere di Poggio Covilli. 
 

 

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