PROLOGO. Ci sono momenti
unici per le circostanze, per il caso. Ci sono momenti in cui senti
l'importanza per quello che farai. Ci sono momenti da regalare ad una
storia e al Made in Italy e questi momenti saranno per sempre....certe cose accadono per il destino.....a Milano, il 9
febbraio 2018 sul
palco dell'Unicredit Pavilion di piazza Gae Aulent...un artigiano italiano che usa cambiare le regole, lo
standard, le cose comuni, con la forza straordinaria delle idee, si
oppone alle similitudini.... accende le luci sul futuro del marchio e sulla
bellezza italiana...fa debuttare la Colnago C64 e la consegna al suo corridore Fabio Aru che arriva pedalando sulla C64, tra le note di We Will Rock You dei Queen...il passaggio nella sala è aperto da luci psichedeliche.....il Cavaliere dei Quattro Mori sale sul palco...scende dalla sella.... ne è rapito dalla bellezza della macchina...si capisce chiaramente... non gli toglie lo sguardo.....prende il suo smartphone e la fotografa....poi si fa un selfie con Ernesto nel giorno del suo compleanno....c'è anche la consegna di un altro esemplare, dalla livrea storica, quella della Mapei, al Patron Squinzi, anch'egli presente per ricordare quella stagione straordinaria di vittorie...... un salto avanti nel tempo.....è il 23 febbraio 2018 presso lo
show room del rivenditore autorizzato Falasca Cicli, la vedo e per la prima
volta, mi emoziono....la bellezza italiana è dotata di una straordinaria forza......la sollevo..... capisco che
l'artigiano Ernesto Colnago, colui che cambia le regole, con un
rischio calcolato dall'esperienza, padrone qual'è della materia,
dopo il C60, “mi ha lanciato una nuova sfida”, ed io da tester
impenitente quale sono, l'ho raccolta... torno in sella ad un
gioiello Colnago, per un altro test....per ascoltare sulla strada la
voce del nuovo "componimento in carbonio".... ne sono stato rapito dalla bellezza, nonostante l'abitudine
di testare top di gamma dei migliori produttori.... potrò misurarla per le mie strade e forse provare nuove sensazioni......ma
nulla è scontato …..non c'è solo la bellezza e l'unicità delle
finiture, delle fattezze, non c'è solo il pezzo unico artigianale, un telaio senza tempo....ci sono le
prestazioni ed io ho fame di performance.....quello che conta è continuare a guardare la sostanza delle cose........#emozioniitaliane
Presentazione del prodotto.
Ogni serie dei telai (
esempio, la serie R Cervelò, la serie Emonda Trek, la C Colnago,
ecc.) è connotata da una impronta, un DNA, che caratterizza e rende
diversa la prestazione; quella della serie C Colnago è
l'affidabilità ( Colnago dichiara che i cicli delle prova di
resistenza dei telai vanno oltre a quelli previsti dalla normativa e
cioè 200, 450, 600, 750, arrivano a 1050), confort (assorbimento delle
asperità della strada) e comodità dell'assetto avanzato (tubo sterzo
alto e tubo orizzontale lungo, quindi il ciclista sta più alto,
sullo sterzo e più disteso sul tubo orizzontale, quindi meno colpi
sulla schiena, più aero, e meno stressato sulle spalle e la
cervicale), rigidità torsionale ( si riferisce alla scatola del
movimento centrale e al carro posteriore) e laterale ( riferito
all'avantreno cioè forcella, tubo sterzo e zona del triangolo vicina
al tubo sterzo), maneggevolezza e stabilità ( forcella over size con steli
dritti, disegnata con Enzo Ferrari e chiamata “precisa”; al BB Drop
cioè la distanza del movimento centrale dagli assi delle ruote, ecc.). Da queste caratteristiche di base della serie
C, è stato sviluppato il nuovo progetto C64, completamente diverso
da quello C60, ma che ne ha rappresentato la piattaforma da cui partire.
C sta per Colnago, 64 come gli anni trascorsi dall'inizio della
produzione a Cambiago. Va fatta una chiosa. La C64 racchiude in sé,
soluzioni tecnologiche brevettate da Colnago che non si possono
trovare quindi in altri telai ( es. serie sterzo, scatola del
movimento centrale) e altre soluzioni che non si trovano contemporaneamente, in altri telai ( es. asimmetria della scatola del m.c e del carro posteriore,
la compatibilità con le coperture da 28mm, i freni direct mount,
ecc.).
La C64 è avanzata e
moderna, pur avendo una linea classica ed unica. Un aero bike con soluzione classiche. Assolutamente unica.
Perchè costruire un telaio a congiunzioni ? Per avere il massimo controllo e precisione nella costruzione delle tubazioni ( e congiunzioni); migliore controllo dello spessore e della laminazione per l'intera lunghezza; nessun limite nelle geometrie. Il telaio monoscocca risente invece di un margine di errore nella costruzione del triangolo anteriore; qui le pelli di carbonio vengono abbozzate a mano e colate ovvero collocate nello stampo, insieme, non tubo per tubo. Il limite della costruzione a congiunzione è il peso, a causa della sovrapposizione del materiale, le congiunzioni aggiungono peso a quello dei tubi. Ma la costruzione a congiunzione ha anche il grande vantaggio di "modellare" perfettamente la prestazione complessiva, elevare la rigidità; è una creazione artigianale sotto ogni punto di vista. Tuttavia va detto che nessun telaio, di fatto, è completamente monoscocca; il carro posteriore è sempre "incollato" al triangolo anteriore. Nel caso di specie della C64 va detto che ci sono due parti in monoscocca: il carro posteriore comprensivo del raccordo-congiunzione con il tubo sella e il carro posteriore. Dunque il C64 dal punto di vista del processo di fabbricazione è un telaio ibrido, ovvero un telaio a congiunzioni con parti in monoscocca.
Perchè Colnago costruisce la C64 con tubi a profilo stellare, di derivazione Master ( il telaio in acciaio prodotto dal 1985) ? La forma stellare permette un migliore controllo dello spessore e l'inserimento delle congiunzioni, stampate con la stessa forma, per rendere l'innesto perfetto; per avere più rigidità ( resistenza alle flessioni) e confort. Non da ultimo per avere una forma esteticamente esclusiva ed appagante.
Perché costruire una forcella con foderi dritti ? Per avere il massimo assorbimento delle vibrazioni e il controllo delle risonanze sul fondo sconnesso; migliore confort; e precisione della guida.L'idea nacque dopo una chiacchierata con Enzo Ferrari, realizzata e testata nel laboratorio Ferrari. Da allora la forcella chiamata da Colnago, "precisa" cambia la regola delle forcella con steli curvi e venne copiata.
A proposito di elementi peculiari della serie C Colnago, un chiarimento, a proposito del carro posteriore e più precisamente dell'innesto dei pendenti superiori del carro nella congiunzione-raccordo tubo sella. Si è passati dal B-Stay ( C50) al Q Stay (C60); con la C64, Colnago rilancia "la distanza" e allarga la forma della "finestra" che distanzia i pendenti superiori del carro; non si ricongiungono più nel punto in cui si innestano nella congiunzione, ma rimangono equamente distanti. La C64 ha la finestra più ampia; ciò significa che il carro è più largo, quindi maggiore stabilità e rigidità. Si tratta di una evoluzione del progetto B-Stay.
La forcella della C64, quella che Enzo Ferrari chiamò “precisa” con steli dritti, è stata ridisegnata ed alleggerita con una nervatura esterna per parte, co-laminata con un inserto in alluminio filettato che sostituisce il tradizionale expander, con risparmio di peso e migliore qualità. La forcella è rigida come del resto tutto l'avantreno e ha una struttura cava, essendo stata alleggerita. La lunghezza della forcella è stata aumentata di 5 mm e ridotta la lunghezza del tubo sterzo, non cambia però lo stack, cioè la distanza verticale virtuale da centro M.C a centro tubo sterzo superiore. A proposito delle geometrie. Sul sito Colnago la lunghezza del tubo orizzontale che interessa è quella indicata con O cioè orizzontale virtuale ( OS indica quella orizzontale slop) e misura 530 mm (taglia 48S); in realtà dovrebbe trattarsi di un refuso; il valore corretto e verificato dal biomeccanico Juri è 529 mm. Non da ultimo è importante l'angolo di inclinazione del tubo sella, di grado sloping, non solo ai fini della reattività, ma anche del confort.
La scatola del movimento centrale, il vero cuore della C64, è asimmetrica, brevetto Colnago TF 82,5, sintesi perfetta tra il MC filettato BSA, preciso ed affidabile e quello Press Fit, rigido e largo. I foderi bassi del carro posteriore hanno una sezione differente ed asimmetrica, più larga nella parte sinistra. Sul punto va spiegato il motivo per cui il fodero sinistro è dotato di una sezione maggiore di quello destro. La parte sinistra del carro posteriore deve avere una rigidità maggiore. Il motivo. Il piede destro agisce direttamente sulla pedivella, mentre quello sinistro è collegato al perno del movimento centrale. Ciò comporta che la spinta della gamba destra sia più forte della sinistra perchè non è mediata. L'asimmetria della C64 contro bilancia questa differenza di forza.
Testare sulla strada la C60 e la C64, giunto a questo punto della mia esperienza di tester bike, è stata una esperienza molto importante per confrontare e comprendere il target e i limiti del mercato attuale, cioè produrre telai leggeri ma anche rigidi, insomma il giusto peso, questione cruciale, su cui si gioca la scelta delle aziende e parte
del successo commerciale del prodotto; lo spiego in questo post
CLICCA QUI, dove ebbi modo di dimostrare come telai indicati dai produttori ultra leggeri, abbiano in realtà un peso superiore agli 800 grammi.
Telai molto leggeri sono reattivi ma perdono velocità, si "spengono" e occorre rilanciarli per mantenere la velocità; non sono delle lame affilate, ma coltelli che si stemperano facilmente.
La rigidità si può ottenere concretamente ed efficacemente solo aggiungendo il peso, ma nella giusta dose, altrimenti si perde in reattività. Non esistono telai leggeri o super leggeri, rigidi come un telaio meno leggero. Punto.
Per potere raggiungere il migliore risultato, occorre aggiungere peso e in ogni caso si tratta normalmente di un telaio
frutto del migliore compromesso tra questi due parametri, rigidità e
leggerezza, senza inficiare ovviamente l'altro, cioè il confort. Di
solito più leggero significa anche meno rigido, e quindi meno resa
su strada, meno stabile, meno veloce, meno resistente all'usura e
agli impatti. Il resto è marketing. Tutto ciò lo sa bene Ernesto
Colnago, lo ha imparato dopo 64 anni di produzione artigianale e dal
mondo delle corse; per questo egli non rinuncerà mai, a realizzare
la serie C, a modo suo; del resto, la serie C, è quella che
caratterizza il brand italiano di Cambiago. Ci vuole onestà,
coraggio e competenza per seguire la propria strada, in ogni campo.
Ernesto Colnago è un imprenditore italiano, della vecchia scuola, a
cui appartenevano Tullio Campagnolo, Enzo Ferrari, Olivetti eccetera;
lui è l'azienda, l'uomo-impresa e i suoi prodotti sono figli di
questa mentalità. E' padrone della materia che lavora e fa lavorare,
cambia le regole: per esempio, MC TDF 87,5, serie sterzo, forcella,
ecc., tutte brevettate dalla Colnago. Prendere o lasciare.
Colnago
potrebbe realizzare il telaio più leggero del mercato se lo volesse, come ebbe modo di fare, molto tempo fa, quando ancora non c'era il carbonio, riuscendo a realizzare una bici completa dal peso di 5 chili; ne avrebbe le possibilità, potendo contare sul lungo e
consolidato know – how, sulla collaborazione con la Ferrari e su
una fabbrica fatta da 28 dipendenti preparati ed esperti, di cui 5
lavorano in pianta stabile alla produzione del C64; egli è in grado
di interagire in modo diretto con le mani che tessono il C60 e il C64
( il resto della produzione, Concept e V2R, per esempio, è invece
affidata a terzi produttori orientali che lo realizzano su specifiche
di Colnago, ecco il motivo per cui anche gli altri modelli sono
prodotti unici). Colnago non rinuncia alla sua idea di telaio,
soprattutto quello d'alta gamma, di nicchia.
Peso.
La chiave di lettura di un telaio è valutare il rapporto peso/rigidità, l'equilibrio della prestazione.
Il telaio nudo della Colnago C64 pesa effettivamente circa 200 grammi in meno di quello della Colnago C60 ( pesa comparata in taglia 52), anzi 219 grammi, telaio/forcella. La Colnago ha scritto che la differenza di peso tra C60 e C64 è di circa 200 grammi, mentre la forcella della C64 è 40 grammi più leggera. Il peso del telaio (taglia 52), reale e quello dichiarato dal produttore sono sostanzialmente uguali, c'è una differenza di 15 grammi a cui però va sottratto il peso delle due ghiere del MC pesate nella foto della C64 sulla bilancia elettronica; quindi la differenza di peso al netto anche delle due ghiere coincide con il peso dichiarato. La Colnago invece dichiara un risparmio di peso di 40 grammi per quanto concerne la forcella della C64 ( non tagliata); la pesa invece ha verificato una differenza di 19 grammi. Quindi in totale 219 grammi. Allego le foto delle due pese. Ovviamente c'è da considerare la eventuale tolleranza nella lavorazione ( resine, vernici eccetera) che non conosco e che non ho considerato. La taglia 52 S corrisponde alla taglia 54. Per completezza la bike test è taglia 48S.
Lo sapevate che per incollarlo vengono usate 32 grammi di collante di uso aerospaziale realizzato con il politecnico di Milano ?
Prima di passare alla prova su strada, occorre fare una premessa. Il peso del telaio tout court cioè preso come unico valore di riferimento o valutazione, significa poco o nulla: dire che un telaio pesa 800 grammi oppure 700 grammi o meno di 700 grammi non significa che è performante, ma ci dice solo quanto è leggero. Non ci dice come va in salita e su ogni altro terreno Un telaio leggero o ultra leggero se non è rigido flette e fa consumare energia ( lo chiamo effetto gomma). Il peso è solo un parametro. E' necessario valutare la rigidità torsionale e laterale. Il peso non ci dice se è confortevole; un telaio scomodo accorcia i km, perché stanca prima, consuma watt e danneggia la salute dell'apparato muscolo scheletrico. Il peso non ci dice se è reattivo, se è preciso in curva, se è possibile avere un controllo totale del mezzo, se ha una massima trazione. Ci vuole solo la migliore tecnologia e materiali di alta qualità per avere un prodotto performante e geometria ottimizzata. Per sapere che carattere possiede, un telaio, occorre "ascoltarlo", mentre pedali. Bisogna sentire che sensazioni riesce a trasmettere. Bisogna spingerlo al limite possibile ( per le gambe). Bisogna conoscere altri telai, ruote, pedivelle, eccetera, in una parola, il mondo della bicicletta da corsa.
Per confrontare il peso reale della Colnago C64 con quello della Colnago V2R CLICCA QUI .
NOTE SUL COLORE.
Le fattezze e la colorazione della bici test per me rappresentano l'eccellenza della bellezza italiana applicata ad un telaio. In questa colorazione, bianca e carbonio a vista, la Colnago C64, è bella come una tela del Caravaggio, per quei contrasti chiaro-scuro, tipici del celebre pittore lombardo. La colorazione si chiama PKWH.
TEST SU STRADA
La Colnago C64 ha una buona resistenza alle flessioni e una buona reattiva.
La Colnago C64 è un telaio polivalente, ottima su tutti i terreni. Equilibrio diffuso. La Colnago ha realizzato un telaio di riferimento nel mercato attuale; spingendosi oltre il limite dello stato dell'arte, calibrando, in modo infinitesimale, il rapporto grammi-n/M. La C64 è una lama affilata che fende l'aria e non si stempera dopo il rilancio; non perde velocità, la C64 non si "spegne". Ci sono telai più leggeri della C64 ma perdono velocità dopo il primo scatto, non hanno la massima resa, sono poco rigidi per essere più leggeri.
Con il C64, Colnago, ha spostato più in alto la prestazione della serie C, riuscendo a realizzare il “difficile” ovvero l'incubo dei
telaisti: diminuire il peso senza limitare la rigidità, mantenendo
le altre caratteristiche della serie C, compresa l'esclusiva
struttura tubi-congiunzioni, composta in linee di rara bellezza, che
fanno del telaio C, il più ammirato nella sua concezione,
irrealizzabile con il processo produttivo dei monoscocca, telai
questi ultimi, “anonimi”, essendo quasi tutti uguali. Pedalando sulla C64, ho riconosciuto un suono "vibrato" dai tubi over size, ricavati da pelli di carbonio, leggeri e rigidi, tanto da riuscire a realizzare pareti sottili; quel "suono racing", mi ha acceso l'effetto emozionale, che ha raggiunto il punto più in alto, con l'accelerazione buona, il cambio di ritmo per allungare in salita, senza perdere velocità, che prediligo e cerco in ogni telaio. Con i telai più leggeri ed ultra leggeri di solito si tende a perderla e si è costretti a rilanciare continuamente fuori sella; il motivo è la rigidità non adeguata al peso. Il grado sloping di inclinazione del tubo piantone, la forma del tubo orizzontale e obliquo, la scatola del movimento centrale, hanno migliorato la performance.
Generalmente i telai ultra leggeri sono tendenzialmente nervosi, non facili da guidare, scattanti nell'accelerazione, dove guadagnano molto, perdono gradualmente velocità e si è costretti a rilanciare e quindi a perdere energia. Il decremento della velocità poi varia a seconda del modello, ma questa è la caratteristica di base dei telaio ultra leggeri e molto leggeri. Motivo per cui, molti ciclisti, preferiscono telai aero, meno leggeri, ma con una elevata rigidità, rispetto ai telai ultra leggeri e molto leggeri; certo i telai aero, non hanno uno scatto secco, ma hanno una maggiore rigidità, spesso a discapito del confort e della maneggevolezza.
E allora la C64 rappresenta una buona sintesi, tra un telaio leggero e un telaio aero; il migliore compromesso peso/rigidità, pur mantenendo una straordinaria maneggevolezza e un ottimo confort. E' così facile da gestire anche nelle condizioni più estreme di guida, che non vorresti smettere di pedalare.
Lo confesso; la C64 mi ha emozionato,
come quando a 12 anni ( in fondo quello fu il mio primo test), sono
salito in sella alla bicicletta di mio padre ( fuori taglia), una bici italiana in acciaio. Lo scrivo sommessamente, dopo anni di test ed
innumerevoli chilometri percorsi ( non c'è bisogno del computerino,
app, SRM o altro, per poterli ricordare; stanno tutti nelle gambe e
nella mente).
La C64 è capace di una
interazione immediata con il ciclista, quindi è adatta anche al meno
esperto; piace subito; la senti subito “tua”, come se fosse, già
da tempo, la “tua” compagna di allenamento ed avventura. Questo è
indice di geometrie disegnate da mano esperta, e di estrema
maneggevolezza, il frutto di un know how ininterrotto ( gli altri
brand di solito, hanno meno esperienza, per questo si affidano ai
terzi produttori e cambiano con il tempo, i
progettisti, insomma non c'è continuità
necessaria per lo sviluppo, il primato si raggiunge step by step).
Dunque la C64 è sensibile alla
spinta sui pedali, è veloce su ogni terreno, è nettamente superiore alla C60, la C64 un
telaio “da passo” con migliori doti in salita, rispetto a quest'ultimo, ma non eccelle rispetto ad altri modelli top di gamma. Sono bastate poche pedalate per capirlo e sentirla veloce sin dalla prima pedalata. Con la
C64 mi sono divertito a fare i cambi di ritmo in salita, spingendo da seduto e fuori sella; la C64 ha una accelerazione buona, non secca, ma è più efficiente, rispetto a quelli ultra leggeri. In salita pedalando con la C64 si capisce cosa significa pedalare con un telaio rigido dal peso ottimale. E' divertimento puro, "menare" in fuori sella, spingendo sui pedali con la catena più dura di due denti, sfruttando al massimo, la rigidità del movimento centrale e dell'avantreno, ma senza sentire il peso del mezzo. Ecco cosa significa il buon rapporto peso/rigidità; non un grammo di meno per sentirlo piegare, non un grammo di più per sentirlo "piantato"; ma la C64 se migliora la prestazione in salita delle Colnago non è comunque molto veloce in salita; è un buon compromesso, un miglioramento delle Colnago. Credo che l'ottimo risultato sia frutto di un lavoro lungo e certosino, capace di una calibrazione infinitesimale della prestazione. La C64 è più rigida sulla scatola del movimento centrale e sul carro posteriore, rispetto all'avantreno. Le geometrie della Colnago C64 sono quelle di un telaio polivalente, ma soprattutto di passo, un telaio equilibrato.
Il livello della rigidità è equivalente a quello della C60, ma essendo la C64 più leggera rispetto alla C60 c'è maggiore resa, in particolare negli scatti; si sente il mezzo più reattivo, "più libero dal peso". Questa elevata rigidità, è resa possibile sia per la
conformazione stellare, a sei lati, e ai rinforzi strutturali (nervature), dei tubi e delle congiunzioni, alle parti monoscocca, e al peso “giusto”. La C64 è uno di quei telai con il quale si fatica di meno, o
in gergo, si "sente di meno la catena", si sfruttano rapporti più
lunghi (gamba permettendo); in altre parole, si perde meno energia
di quella “scaricata” sui pedali e si mantiene più facilmente la
velocità, anche contro il vento, anche grazie al fatto che in sella alla C64, si riesce a stare meglio e più a lungo, in posizione aero. Pedalando sulla C64 non ho mai
sentito, quello che definisco, “l'effetto gomma”, riscontrato su
altri telai leggeri ed ultraleggeri, (sia pure con diversa intensità). Ma se paragonato ad altri modelli top di gamma, il miglioramento in salita, rispetto allo standard Colnago, diventa meno evidente, meno veloce, meno reattivo. Comunque è un risultato buono nel complesso.
Stabilità ed equilibrio, tipico della serie C, si ritrovano nella C64. Pedalando senza mani, sento la macchina, assolutamente in equilibrio, stabile e filante sulla strada. Totale controllo e maneggevolezza. In discesa la C64 nei tratti veloci ed impegnativi, come le curve
tecniche, dove occorre il massimo controllo del mezzo, è
stabile, precisa; si guida, come mi piace dire, “con il sopra
sella e il pensiero”; prende velocità velocemente, e al contempo è
stabile e rende sicuri, anche con il vento contro; si può contare inoltre sui freni direct mount Shimano
Dura Ace, più rigidi e modulabili di quelli standard, i migliori freni sul mercato, quelli della casa giapponese, anche
in questa versione. La velocità è stata favorita anche dalle ruote
Lightweight Gipfelsturm nella versione Ceramic Speed; velocità e massimo controllo; la C64 può aiutare a “lasciarsi andare” in
discesa, anche ai meno esperti o audaci. Equilibrio e stabilità
anche su fondi sconnessi pur usando ruote ultra rigide come le
Lightweight, merito anche del valore ottimo del BBDROP. Il comportamento su strada diventa più estremo, racing,
con tubolari gonfiati a 8,5/9 ATM ( 7 minima 10 massima i Veloflex Carbon usati); a me è piaciuto sfidarla, con queste pressioni, tenuto conto del mio peso di 60 kg, oltre non vado. Il suono dei tubi leggeri diventa più forte. Mi sono divertito a pennellare le curve. Il mezzo non ha avuto flessioni nemmeno in fase di frenata prima di entrare nella curva, quando si deve ridurre la forte velocità. Rigidità ottimale.
Il confort della C64 è buono, leggermente migliore della C60, anche sulle lunghe distanze e
nei percorsi brevi ed intensi, per migliorare la capacità aerobica, fatti a “tutta”, tra salite e “menate”. Non ho aggiunto distanziali sotto il manubrio. Del resto giova ricordarlo, sulla bdc non si pedala come se si fosse su una
MTB; si pedala distesi o come si dice in gergo “pancia a terra”
con gomiti e braccia piegate. Siamo rider, stradisti, non siamo
Cobra.
La pedalata sulla C64 è
fluida e rotonda.
Durante il test, la C64
non è passata inosservata; di rara bellezza, anzi è unica; è un
riscontro oggettivo. La Colnago C64 è bella ed unica come una tela del Caravaggio. Confesso, da tester impenitente quale sono che
pur non “affezionandomi” a nessun telaio, di essere rimasto, a
guardarla spesso e per un tempo lungo, come se fosse una tela
del Caravaggio; nessun altro telaio ( ad eccezione della C60), può
reggere il confronto; chi avrà la fortuna di possederlo, maturerà
la consapevolezza, di possedere un telaio esclusivo, di nicchia, da
tenere per sempre, come il C60; poi magari ci saranno i ciclisti che cambieranno il C60, perché sono confusi o inseguono le ultima novità, ma quelli non fanno
testo. Pedalando con la C64, non mi è mai capitato di essere
osservato così tanto; vedere altri ciclisti rimanere a guardarla a
lungo, durante la sosta al bar, o pedalando a fianco, mostrando un
vivo interesse, affascinati; è stato piacevole, e fa parte
dell'esclusività del prodotto italiano.
Il test della C64, di fatto, l'ho iniziato nel momento in cui ho pedalato con la C60, quando ho capito e scritto che a fronte di una straordinaria e prevalente rigidità, mancava quella spinta veloce, essenziale per andare "facile" in salita. E' stato come se Ernesto
Colnago avesse voluto lanciarmi la sfida ed io l'ho raccolta. La C64
è la migliore sintesi dell'esperienza di Colnago; un telaio
polivalente, finalmente direi, e si erge in un mercato, dove prevale
il telaio specifico per ogni diverso terreno. Del resto il mio
responso su strada trova riscontro anche dal grafico
contenuto in una delle tavole allegate in questo post, quella di comparazione dei
livelli di rigidità dei modelli top di gamma della Colnago; la C64
ha una rigidità notevole: nella zona anteriore è superiore alla C60
e la Concept e seconda solo alla V2R; nella zona della scatola del
movimento centrale è superiore a tutti gli altri modelli; nella
zona del carro posteriore è più rigida della V2R e della Concept, a
pari merito con la C60. Il livello della rigidità del tubo verticale
è invece il meno rigido della gamma, sempre secondo la medesima
tabella, ma non è un limite strutturale, è la conseguenza del fatto
che si è voluto rendere la C64, (la) più confortevole e più adatta
alle lunghe percorrenze e alle corse a tappe; e si sente.
Sono stato sempre
attratto dal peso leggero, ma ne ho compreso il limite; la C64 ha raggiunto un ottimo compromesso peso/rigidità/confort e
questo è fondamentale. Si fa presto a dire telaio leggero.
A mio parere, la C64 è lo
stato dell'arte della gamma Colnago.
La C64 ha un cablaggio interno. Di solito questa soluzione risulta appagante dal punto di vista estetico, ma talune volte, a seconda della qualità della lavorazione, può essere penalizzante dal punto di vista del funzionamento della cambiata del gruppo meccanico. Non mi sorprende che la C64 sia stata realizzata con cura anche sotto questo punto di vista. Evidentemente la possibilità di lavorare con assoluta precisione le pareti delle tubazioni e delle congiunzioni, consente, a mano esperta, di evitare che il percorso dei fili venga "strozzato". Dunque la cambiata con il Dura Ace R9100 è fluente e precisa; la C64 dimostra una compatibilità assoluta con i gruppi meccanici.
Una annotazione a chiusura del test.
Qualunque telaio voi scegliate, sappiate che il carbonio di qualità
costa e non è tutto uguale. La qualità si paga. Nessuno vi regala niente. A proposito di carbonio; quello utilizzato per la costruzione della C64 è unidirezionale nella parte esterna ( più leggero), con trama e modulo diverso 3K nella parte interna ; parliamo di carbonio Toray. Qualità assoluta. Punto.
A chi consiglio la C64. A
tutti. Al passista scalatore, allo scattista, ma anche
al passista e agli ultra cycling; a chi vuole avare un telaio esclusivo, unico, un telaio senza tempo.
GIUDIZIO COMPLESSIVO.
La C64 è una macchina raffinata nella linea e nella costruzione artigianale, di qualità assoluta nei materiali. Ogni particolare è ricercato nella soluzione, utilizza diversi brevetti, e racchiude in sé, le più avanzate migliorie che offre il mercato, tutte insieme, cosa rara. Interazione ottima; è subito facile pedalare e sentirla propria. Dimostra un livello elevato nella prestazione. Buona capacità di assorbire le asperità; assetto in sella, comodo e con geometrie ideali, per assumere, in modo naturale, la giusta posizione in sella ( schiena distesa e gomiti piegati). E' un telaio polivalente quindi da il meglio di sé su ogni terreno; un telaio da corse a tappe. Ottima la resa su strada e la capacità di trasformare in velocità l'energia spinta sui pedali. Buona la reattività. E' divertimento puro, "menare" in fuori sella, spingendo sui pedali con la catena più dura di due denti, sfruttando al massimo, la rigidità del movimento centrale e dell'avantreno, ma senza sentire il peso del mezzo. Ecco cosa significa il giusto rapporto peso/rigidità; non un grammo di meno per sentirlo piegare, non un grammo di più per sentirlo "piantato". Questo significa pedalare su un telaio sempre veloce.
Il lavoro della Colnago sulla C64 è stato notevole, al punto di riuscire, allo stato dell'arte, a realizzare "IL" telaio polivalente dall'ottimo rapporto peso/rigidità, equilibrio, il "piacere della guida".
La bike test è stata equipaggiata con Shimano Dura Ace R9100, ruote Lightweight Gipfelsturm Schwarz, Tubolari Veloflex Carbon da 23mm. Speedplay Zero Titanium. Attacco FSA OS99 e curva FSA K Force. Sella Italia SLR Tekno Flow. Taglia 48S
PAGELLA
Rigidità torsionale e laterale: 8,5 ( il rapporto peso/rigidità è più che ottimo; si riesce a rimanere a pedalare più a lungo fuori sella, con il rapporto più lungo, due denti, in modo facile, gamba permettendo, minore sforzo, avantreno e scatola del movimento centrale effettivamente e nettamente rigidi, un ottima base a cui aggrapparsi nei momenti topici, quelli più duri, quando si pedala in salita o si scatta in velocità, progressivamente. E' resistente alle flessioni laterali ed orizzontali. Assolutamente più performante dei telai più ultra leggeri di alta gamma, affetti da quello che definisco l'effetto gomma, cioè da una sensibile flessione sotto sforzo)
Rigidità avantreno: 7,5
Maneggevolezza: 8
Stabilità e tenuta in discesa: 8
Resa/velocità: 8 ( la maggiore rigidità disperde meno energia profusa nella pedalata; è netta la sensazione di velocità; mantiene la velocità a differenza dei telai più leggeri; la C64; sui percorsi vallonati è netta la sensazione di velocità tra i sali scendi)
Reattività: 8
Comfort: 8
Il test è stato realizzato in collaborazione con il rivenditore autorizzato, Falasca Cicli.
Aggiornamento.
Dopo un primo periodo di rodaggio, il cambio si è assestato e non necessita di regolazioni. I telai con il passaggio dei cavi interni, necessitano di una registrazione del cambio meccanico più frequente, ma la Colnago C64 dopo appunto il rodaggio ha dimostrato di non perdere più la tensione del filo del cambio.
Come ebbi modo di scrivere in un post specifico, consiglio sempre telai con il passaggio dei cavi esterni, un pelo più leggeri e la cambiata non è "strozzata" dal passaggio interno. Ma oramai i telai top di gamma con passaggio esterno si contano sulle dita di una mano.....il mercato va nella direzione opposta, per una questione di estetica e perché si pensa che il cambio elettronico sia la scelta più diffusa con i telai top di gamma. Come ebbi modo di scrivere e spiegare il cambio elettronico, è affetto da comuni problematiche, tra le quali quella dell'uscita della catena. Sappiatelo.
Tutti i test che classifico come "work in progress" sono in fase di completamento, quindi ci possono essere variazioni rispetto al risultato finale, considerato che in media, il test, lo realizzo in un periodo lungo, di almeno un anno. I miei test sono "materia viva", risentono di comparazioni e valutazioni incrociate, nonché di riscontri scrupolosi su strada.
Il test definitivo è quello che nel titolo non reca più l'indicazione work in progress oppure non la indica al momento della pubblicazione. Buona lettura.
Saluti ciclistici.