mercoledì 8 maggio 2024

L'alimentazione è il primo allenamento. Il ciclista e il cibo. il ciclista è il cibo.

 l ciclista si allena anche e soprattutto a tavola. Il ciclista impara a mangiare. Non esiste performance se non si possiede il giusto rapporto peso/watt. 

Il ciclista non lo riconosci dalla bici all'ultima moda, industriale, con misure standard, ma dalle gambe, dal modo in cui pedala, e dalla forma fisica. 
Il ciclista ha il fisico e la testa del ciclista. 
Il ciclista che mangia bene, dorme regolarmente e si allena curando la qualità, va più forte, del ciclista che mangia male, dorme  poco e si allena puntando alla quantità. Serve dunque qualità nell’allenamento e nell’alimentazione. Il “tanto” e’ contro producente, sempre. Meglio mangiare di meno ed allenarsi di qualità. 
Il pedalatore che dice di pedalare tanto  per mangiare di più "e senza problemi", sbaglia, non migliorerà mai la performance e la salute, non raggiungerà mai il peso forma e quindi il migliore rapporto peso/watt. Ci vuole la qualità nell’equilibrio e qualità ed equilibrio. 
Quindi occorre affrontare la tematica dell'alimentazione. E' fondamentale. 
Tutto quello che ho imparato sull'alimentazione l'ho appreso dagli esperti ( medici e nutrizionisti). 
Quindi vi consiglio di farvi assistere da un medico esperto in nutrizione o da un nutrizionista, in quanto, ognuno di noi è diverso e l'argomento è delicato e specialistico. 
Pertanto quello che scrivo servirà solo a condividere la mia esperienza, senza alcuna pretesa di essere divulgativa; può esservi di stimolo. 
 
Spesso mi capita di sentire/vedere pedalatori che mangiano caramelle e bevande zuccherine, al termine di un allenamento o di una gara. Attenzione. Assumere altri zuccheri assoluti, dopo averne già assunti troppi durante l'allenamento e la gara, è sbagliato, in linea di principio. Gli esperti consigliano di assumere proteine, antiossidanti (vitamine) e fibre ( verdure/frutta secca). Un eccessiva assunzione di zuccheri favorisce l'insulino resistenza, e la cosa, riguarda anche i ciclisti. Ci vuole equilibrio. Sull'argomento ho già scritto questo post al quale rimando. Per leggerlo CLICCA QUI

Vi faccio un esempio per comprendere la difficoltà della tematica. 

L'esercizio ad alta intensità può fare rilasciare al nostro fegato una grande quantità di glucosio nel flusso sanguigno per alimentare i nostri muscoli che lavorano duramente. Questo può apparire su un glucometro come un picco. 
Un attività più moderata come la corsa a piedi di solito non porta a quei grandi picchi. 
Ma non bisogna preoccuparsi, in quanto i picchi indotti dall'esercizio intenso non sono nocivi, i benefici dell'esercizio fisico superano di gran lunga l'infiammazione a breve termine dei picchi: quando facciamo esercizio fisico, il nostro organismo non ha bisogno di insulina per assorbire il glucosio. In secondo luogo, gli effetti benefici dell'esercizio e cioè riduzione dell'infiammazione, miglioramento della sensibilità all'insulina, e impatto positivo su tutti gli organi del corpo, superano gli aspetti negativi del picco. 

Quindi non basta dotarsi di glucometro, come ultimamente in voga, occorre rivolgersi agli esperti per interpretare correttamente i dati rilevati dall'apparecchio e farsi seguire. I dati vanno interpretati tenendo conto della specificità del ciclista. 

Durante l'attività fisica il livello di insulina - in un ciclista senza patologie - che regola insieme ad altri ormoni il metabolismo dei glucidi, si riduce, mentre viene attivata la produzione di glucosio, soprattutto ad opera della glicogenolisi; pertanto viene scisso il glicogeno nei depositi e viene riversato, nel circolo sanguigno, come glucosio, per evitare l'ipoglicemia durante l'attività fisica, e assicurare nel contempo, al muscolo, un flusso continuo e costante di glucosio in grado di integrare e sostituire quello consumato con l'attività fisica. 
D'altra parte i livelli di glucosio, possono essere elevati se misurati immediatamente dopo l'attività fisica, soprattutto, dopo l'esercizio fisico intenso, anche per effetto dell'attività andrenergica. 
Altre variabili che possono essere implicate per spiegare questo aumento della glicemia inattesa, visto che ci si aspetterebbe una riduzione della stessa perché i muscoli bruciano glucosio e l'insulina in circolo tende a funzionare di meglio dopo avere svolto attività fisica, possono essere:
1) eventuale ipoglicemia: mentre un soggetto svolge regolare attività fisica ha potuto avere una marcata riduzione della glicemia (ipoglicemia) che ha provocato poi di rimbalzo l'innalzamento della stessa glicemia ( effetto rebound);
2) lo sforzo praticato è stato molto intenso. 
Ma v'è di più. 
"Comprate la bici da corsa di ultima generazione andrete più veloce e sarete fighi" !😉😂 Dicono così !!! Molti lo pensano davvero e disconoscono quelli che non lo pensano. A me non piace prendere in giro le persone e cosi finisco per diventare una sorta di grillo parlante, avulso dal millantante e suggestivo sistema marketing. Me ne infischio e vi dico la verità, dopo anni di ciclismo praticato (dall'età di 10 anni) e tanti test di bici di c.d. ultima generazione. In realtà e’ sufficiente una bici da corsa, anche di qualche anno fa ! Ma per molti non e’ appagante. 
Invece della bici da corsa di "ultima generazione", come il marketing e il compagno di uscita inesperto e indottrinato dal consumismo e dalle corse trasmesse alla TV, vi propinano, scegliete il nutrizionista o il dietologo di "ultima generazione". Solo un alimentazione corretta e personalizzata può rendere veloce la vostra bicicletta. Ovviamente conta anche l'allenamento corretto, ma non puoi farlo, se non avrai un alimentazione ottimale e personalizzata. Il ciclista è il cibo e l'allenamento. Una bici da corsa di "ultima generazione" non potrà sopperire al regime alimentare scorretto e alla scarsa condizione atletica. Contano le gambe e la mente (motivazioni). Il resto è marketing. 
Quindi basta con le cazzate e i luoghi comuni, che non sono altro che scappatoie illusorie. 
Ho conosciuto pedalatori, senza le idee chiare, su come ottenere la condizione atletica ottimale, non danno importanza all'alimentazione, non si "allenano a tavola", mangiano male, spesso confusi  dagli esperti, ognuno con le sue teorie. In realtà, la scienza dell'alimentazione si evolve, ma non in modo univoco. L'alimentazione è materia complicata e la scienza è in continua evoluzione.
Essere ciclisti è uno stile di vita.  Essere ciclisti è faticoso e duro. Per essere ciclisti bisogna conoscere la verità e cioè il ciclista e' il motore della bicicletta e "ci si allena anche a tavola". Quindi rivolgetevi ai nutrizionisti o ai dietologi. Ma se non troverete presto la soluzione e quindi miglioramenti immediati, non arrendetevi, ognuno di noi è diverso, necessita della soluzione personalizzata, un alimentazione su misura, in base al proprio organismo. E' come dire, per esempio, telaio industriale con misure standard, al quale mi sono adattato, perché mi piace, oppure, telaio artigianale con le proprie misure antropometriche. Attenzione. Una volta che vi sarete rivolti al nutrizionista o al dietologo, dovete dare tempo al vostro organismo di adattarsi al nuovo regime alimentare e di disintossicarsi dalle cattive abitudini. Le cose migliori, quelle più importanti, necessitano di tempo. 
Nel frattempo non riempitevi di tutto e di più, anche per i ciclisti contano le calorie ( e questa è una notizia per i pedalatori 😉), state lontani dall'alcool (anche la birra è alcool), dagli zuccheri semplici, della farina bianca e dei dolci ( attenti ai livelli eccessivi di glicemia nel sangue alla lunga provocano l'insulina resistenza e il colesterolo) e dal sale, come consigliano i nutrizionisti e i dietologi. Sgarro a parte, abbiate cura di voi e fate le scale, non usate l'ascensore, destinato alle persone con problemi di deambulazione. Le scale sono un ottimo allenamento, soprattutto se fate in velocità. 
Nel video vi spiego alcuni luoghi comuni dei pedalatori. Nella foto, vi presento il mio gruppetto RAMPA. Saluti ciclistici.

Ecco tanto per chiarire la complessità del corpo umano. 

Saluti ciclistici. 


 

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