Sulla strada mi capita di incontrare ciclisti di ogni livello, esperienza e testa. Di solito, li riconosco dalla gamba, ma anche dal modo di pedalare, persino dal modo in cui salutano, è noto il mio proverbio" Dimmi che gamba hai e ti dirò che ciclista sei". Ma è sempre la testa quella che distingue un ciclista vincente, rispetto ad un ciclista. Le gambe più allenate di questo mondo non servono a nulla, senza una testa da corridore e carattere da guerriero. Detto ciò, ricordiamo sempre, che ognuno prima o poi incontrerà uno più forte, quindi pedaliamo sereni e non sottovalutiamo mai nessuno. Per farvi un esempio, vi racconto un aneddoto.
Un ciclista allenato di buona gamba, di altezza media ( circa 1,73 cm), peso tra i 73/77 kg circa, sorpassa, in pianura, un piccolo ciclista ( mi chiamerò così), meno giovane, che pedala in scioltezza, per non stressare la gamba, e mantenere alta la cadenza. Tutto normale. Lo saluta, con un "Buongiorno" a mezza bocca, che definisco strategico, cioè quel saluto che si fa per tatticismo, dato che, di solito, il sorpasso senza saluto, può suonare come una sfida; il saluto può disinnescare la "miccia" e passare come forma di rispetto. Il ciclista che sorpassa, che d'ora in poi, chiamerò "gamba senza testa", viene studiato, dal piccolo ciclista: gamba allenata, circa 15.000 km annui, depilata, oliata, con muscolatura alta, quindi gamba massaggiata, pedalata sciolta, ma non circolare, con rapporti impegnativi; responso: corridore amatoriale muscolare, con un assetto non ottimale o con problemi di rotazione al bacino e "senza testa", ottimo passista, ma in salita soffre. Il piccolo ciclista, capisce, subito che il ciclista "gamba senza testa" quando la strada incomincerà a salire, perderà velocità, non solo per una questione fisica, ma anche perché diventerà nervoso, subendo la pressione psicologica, del piccolo ciclista, cercherà di prendere più vantaggio possibile. Il ciclista gamba senza testa, prende due, tre, quattro metri di distanza, prima di commettere il primo errore fatale: girarsi per vedere se il piccolo ciclista non è vicino, verificare la distanza, ma lo fa in un tratto rettilineo, quindi, il piccolo ciclista, si accorge che il ciclista gamba senza testa, si è voltato, proprio nel momento in cui stava iniziando il tratto in salita. Regola n.1: il ciclista che vuole battagliare, non deve mai voltarsi, deve "andarsene", nel senso deve pedalare staccando tutti, lasciando tutti a guardarsi; chi si volta non ha gambe o pur avendole non è sicuro quindi non ha testa. Il piccolo ciclista, ha quindi la conferma dell'esattezza della sua analisi e decide di giocare come fa il gatto con il topo, e in gergo ciclistico, lo tiene " a bagno maria", cioè a distanza di sicurezza, in modo non dargli troppo vantaggio. Mai voltarsi per vedere il ciclista che si precede, non solo perché, non bisogna mai distrarsi dalla strada, ma anche perché si dimostra insicurezza, e difficoltà su quel percorso. Inizia la salita, nel primo tratto, il piccolo ciclista, si accorge che il vantaggio non sale, si mantiene costante, calcola quindi che nel secondo tratto, il ciclista gambe senza testa, quando la salita diventerà meno pedalabile, inizierà a perdere. Scollinano al termine del primo tratto, e il ciclista gamba senza testa, è rimasto davanti, ma ha perso molto terreno, oramai li dividono circa 1,5 metri. Il ciclista gambe senza testa, commette il secondo errore, si apre la maglia (aprire la maglia significa avere caldo, quindi non essendo ferragosto, ma solo metà giugno, di quelli freschi, il piccolo ciclista capisce non solo che egli è in sovrappeso, ma che voglia intimorirlo, con un gesto spavaldo). Il piccolo ciclista, rimane tranquillo, con la maglia abbottonata e a distanza di sicurezza e di aggancio, in modo da poterlo riprendere e superare. Inizia il secondo tratto della salita, il ciclista gamba senza testa, si sta impegnando molto, mentre il piccolo ciclista sale tenendolo alla giusta distanza, lo segue, pedalando, sempre con lo stesso rapporto, attende. Quando arrivano gli ultimi metri della fine del secondo tratto della salita, il piccolo ciclista con un accellerata improvvisa, sorpassa il ciclista gambe senza testa, proprio nel momento in cui egli non se lo aspettava. Il resto "ce lo facciamo raccontare dal piccolo ciclista". Saluti ciclistici.
Non smetto di ridere, un bell'articolo come tanti in questo tuo blog. Certo idee originali spesso che di certo non convengono con quelle dei "si vende" in giro.. grande !
RispondiEliminaStorie di vita vissuta direi!
RispondiEliminaAppassionante la lettura, divertente, ironica ma non troppo, lucida e spietata.
Che dire, il piccolo ciclista sapeva quello che doveva e poteva fare e quali erano i suoi limiti, cosa che il ciclista con gamba ma senza testa evidentemente no..:)
Bella lettura, dovresti postare più spesso queste storie che a ruota tutti noi ciclisti chi con gamba , chi con testa , chi con entrambe e chi senza entrambe vive prima o poi durante i propri allenamenti!
Complimenti Claudio, un'altra lezione di vita "ciclistica"
Saluti