giovedì 2 agosto 2012

Sulle strade del Tour de France, 3^ parte: Les Duex Alpes, Ciao Marco.

I francesi hanno dedicato a Marco Pantani una figura in marmo per celebrare il suo arrivo sulle les Duex Alpes, quel 27 luglio 1998. E non basta. Gli hanno anche dedicato due tornanti, il 3 ° e il 2°, della mitica salita dell'Alpe d'Huez. Mi viene da sorridere, ma con amarezza. Pensate che a Terracina, luogo dove Pantani veniva a preparare in inverno la stagione, il progetto di dedicargli una strada, è miseramente fallito. A volte io penso che l'Italia, non merita i suoi figli, i suoi eroi e i suoi campioni;  alcuni vecchi tromboni e alcuna gente invidiosa, si esercitano e si realizzano criticando quelli che "fanno", solo perchè sono dei miserabili invidiosi. Vedere questa monumento e questa targa, dopo avere scalato la salita delle Les Duex Alpes, traguardo della mitica tappa del 27 luglio 1998 che consacrò Pantani, vincitore del Tour de France, è stato un emozione indescrivibile. Ho voluto fotografarla..........


  

Les Duex Alpes è la salita conclusiva per ricordare Pantani. Su questa salita, Pantani concluse l’epica tappa, che lo consacrò vincitore del Tour del 1988, con un formidabile attacco alla maglia gialla Ulrich, che gli permise non solo di recuperare gli oltre tre minuti, che li dividevano, ma anche di conquistare la maglia gialla, con oltre 9 minuti, al termine di quella eroica tappa.
Quel giorno di luglio, il freddo, la pioggia, il gelo e persino il nevischio, sembravano scongiurare qualsiasi attacco alla maglia gialla in carica del tedesco. Ci sarebbe voluto solo un impresa. E impresa ci fu sotto un cielo buio, da cui scendeva una pioggia torrenziale, Pantani attaccò a sei chilometri, dalla vetta del Galibier, altro monumento del ciclismo, nel tratto più duro, per poi gettarsi dal Col de Lautaret, fino al bivio che lo conduceva all’ultima salita, quella chiamata Les Deux Alpes, dove era posto il traguardo della tappa.   E’ una salita di 11 km, con pendenza media dell’8% circa, punte massime del 10 % e un dislivello di 1000 metri. 10 tornanti segnalati con pannelli di facile lettura. Intorno le alpi e la sua ricca vegetazione.La salita della montagna alpina delle Les Duex Alpes è come tutte le salite alpine francesi, esposta particolarmente al sole, anche se questa gode di alcuni tratti coperti dalla rigogliosa vegetazione. Anche in questo caso il manto stradale è buono, evidentemente curato dai francesi, che conservano con attenzione la propria rete stradale. La salita inizia dalla diga, o come dicono in Francia, la barrage du Chambon. Sulle alpi francesi ci sono diverse dighe, tutte imponenti che rappresentano un opera ingegneristica di alto profilo. Gli enormi bacini di acqua sono lo specchio delle Alpi e non sembrano per nulla intimorite; anzi sembrano sfidarne la maestosità delle rocce. La salita termina nelle strade dell’importante paese alpino, metà ambita e prestigiosa di alta montagna, rinomata anch’essa come stazione invernale. Nella piazzetta ci sono, due alpi in roccia, usate anche dalla scuola dei rocciatori, chiara raffigurazione delle duex alpes e un opera in marmo bianco che raffigura con un immagine stilizzata Marco Pantani e recante una targa ricordo della tappa vinta dal campione italiano e dedicatagli dall’amministrazione comunale. L’ascesa alle Deux Alpes è impegnativa e neanche la discesa di 100 metri circa, non sembra allievarne la fatica, in quanto subito dopo la strada rincomincia a salire e a far tendere i muscoli. Tutte le discese, brevi e veloci, che si trovano sulle Alpi francesi, sono da prendere come un presagio: quello che subito dopo la pendenza rincomincia a salire per recuperare il dislivello e lo fa senza pietà.
E’ ancora negli occhi l’immagine del Pirata che stremato alza le braccia, sul traguardo delle Deux Alpes, sotto il cielo nero, gonfio di pioggia.
Ho voluto ricordarlo nel momento in cui sono passato sotto il traguardo di quella eroica tappa. 















un saluto al cielo per Marco

10 tornanti









2 commenti:

  1. In Italia a Marco è stato dato il solo "esilio ciclistico, sportivo ed umano" gli è stata tolta la linfa vitale.
    Non sarà però mai cancellata l'emozione unica che ha dato a noi tifosi come in Italia, così nel mondo, in Francia, dove oltre ad apprezzare le gesta ne hanno ben impresso la memoria con semplici ma bellissimi monumenti e targhe
    In Italia, pochi i ricordi istituzionali, inesistenti le celebrazioni... ma dai tifosi, tante scritte in vernice sull'asfalto dei più svariati passi, tanti striscioni ancora oggi come se il pirata fosse ancora in gruppo! Per noi fans corre ancora nell'indelebile tappa della leggenda del ciclismo!
    poco importa stavolta se un'amministrazione (irriconoscente) o un'ente non ne ricordi le gesta!

    gennaro

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