venerdì 10 febbraio 2023

La bici gravel e la "nuova" vita del ciclista per resistere alla società dell'automobile. #NovaVitaGravel

Dalla prima pagina del diario Nova Vita Gravel. In quanto tester devo provare tutto, per valutare, comparare e consigliare; non c'è un limite. Così è accaduto con le bici rim, poi con le bici disc, i telai road industriali con misure standard e i telai road artigianali su misura. La bici da strada industriale, omogenea nella forma e nella sostanza, a parte quella con il foro che probabilmente si moltiplicherà, viene comunemente aggiornata, con differenze infinitesimali nella prestazione. Il telaio da strada industriale non distingue più, ha perso l'originalità della creazione, nel momento in cui è diventata "di tutti" e prodotta “da tutti”, nell'era della bici da strada di massa. Non mi sento attratto dal “casto” pedalare omologato; non posso consigliare "l'indifferenziato" o "l'indifferenziabile". Mi guardo intorno e attualmente l'opzione innovativa è la gravel, la più venduta, è all road, uno stile di vita alternativo, senza limiti e regole: strade secondarie, strade dissestate, strade bianche, strade nere (bitume), monti o colline, pianura e salita, gare, gita, da soli o con il gruppo, avventura nel viaggio, allenamento; tutto e ovunque; il tempo e il ritmo non sono più un ossessione, non sono più il metro della prestazione, ma un modo per andare lontano. 

E se un giorno tutte le bici da strada diventassero gravel e non ci fossero più limiti a percorrere le strade? Per ogni terreno si potrebbe avere la massima prestazione sostituendo solo le ruote e/o le coperture. Gravel bike, nuova matrice, nuovo archetipo ? 

Bike Gravel, dunque.....erano i primi del '900, quando ci fu l'avvento del ciclo cross; eravamo agli albori della bicicletta, e in Europa, qualcuno ebbe l'idea di cimentarsi in una nuova forma di allenamento, tra prati e fango; erano gli anni anche del ciclismo eroico, quello della famosa pattuglia capitanata da Gerbi ( il primo professionista italiano), Eberardo Pavesi,  Galetti, Luigi Ganna (il vincitore del primo Giro d'Italia), Cuniolo, Rossignoli. In Italia, come in Francia, c'erano solo strade sterrate e “bucate”. Furono loro i primi gravelliani, quelli dalla bici lunga e larga, con la monocorona e il tubo sterzo alto; quelli che facevano altri mestieri; poveri, coraggiosi, determinati, affamati e forti che per sbarcare il lunario si inventarono corridori. Per opera loro ebbe inizio il ciclismo su strada ( era sterrata, non c'era quella asfaltata). E veniamo ai giorni nostri. Correva l'anno 2010 quando ciclisti statunitensi inventarono il gravel, per adattarsi alle B-Road, strade secondarie sterrate, che attraversano quasi la metà dello sterminato territorio degli U.S.A. ; si saranno detti “ non ci sono i soldi per asfaltare ?! No problem, ci adattiamo e modifichiamo le bici da strada”. In fondo per sopravvivere nella vita occorre adattarsi. Da allora di tempo ne è passato. Oggi negli U.S.A., dove quasi la metà delle strade, non sono asfaltate, il gravel è diventato persino una risorsa economica, il nuovo oro, come dicono loro ! Per esempio, ad Emporia (Kansas City), la city gravel, ogni anno si corre la Unbound Gravel, una corsa monumento, alla quale partecipano migliaia di partecipanti persino ex corridori professionisti. Il gravel è cresciuto così tanto, che oggi si corre ovunque, persino in Africa, con la Migration Gravel Race, lungo strade battute rosse, attraversate da zebre, elefanti e giraffe. Oppure si può fare Bikepacking ( ciclo turismo attualizzato)  o semplicemente ci si può "rilassare" su una strada di campagna ovvero sterrata. Il percorso gravel  unisce tutto il mondo.

Le bici gravel, "scoperte" nel passato, ed oggi rese più specifiche per l'uso, una prospettiva diversa, un adattamento anche alle martoriate strade italiane o la ricerca di un mezzo adatto per fuggire nei sentieri battuti nei boschi o nei sentieri di campagna o sulle strade secondarie. Gravel è fuga dalla strada principale asfaltata, è pedalare nelle strade secondarie. Il  percorso gravel è fatto di segmenti sterrati, sconnessi, secondari, che si alternano a segmenti asfaltati; si tratta di "saltare" da un segmento all'altro, ma è sempre meglio "del pedalare" solo su strade asfaltate. 

Ci si chiede che senso abbia questa nuova tipologia di bicicletta ? La bici gravel è un idea confusa o una nuova esigenza ? Non sarebbe meglio ottimizzare la linea di produzione con meno modelli con proprie specificità ? Con una così ampia offerta di bici, alle fine non si complica solo la scelta del ciclista e del pedalatore ? La bici gravel non è altro che una bici da ciclocross rinominata race gravel ? E' il nuovo delirio del marketing ? Se il concetto gravel è una filosofia di vita, trita e nitrita, in stile "libertà di spazio e viaggi all road", conosciuta sin dalla notte dei tempi, la tipologia di bici gravel invece non è ancora definita, anzi, a mio avviso, deve rimanere concettualmente ampia, finanche variegata. Le gravel bike servono per andare più veloci su ogni strada, soprattutto quelle sterrate, più adatte agli stradisti, un compromesso; ci sono due linee, una definibile bike gravel tecnica (più simile ad una MTB cross country, quindi dotata di un ammortizzatore), un altra invece, race gravel, in pratica una bici corsa adattata per ruote  e coperture, ma non confondetele con le ciclo cross; le race gravel hanno il triangolo anteriore meno grande, non serve per mettersela in spalla e correre. 

Sono uno stradista (rider) da più di 30 anni e penso che la bici gravel sia l'alternativa del ciclista stradista, non solo per una similitudine delle bici da strada. La mia scelta di testare la bici gravel fa parte di una progressiva maturazione, di un nuovo viaggio esistenziale. Credo nella fatica, nel sudore, nelle emozioni semplici, ma vere. Voglio strade nuove, immerse nel silenzio, dove cercare nuovi colori, nuovi orizzonti. Con la bici da corsa, mi ritrovo spesso a percorrere strade sterrate, con fondo sconnesso, per allontanarmi, dalla strada rumorosa; sento il bisogno di trovare e percorrere strade silenziose, nemmeno troppo lontane. La bici da corsa anche con ruote larghe e con coperture 25 mm, non è adeguatamente performante sulle strade più impervie, o di campagna, fatte di ghiaia, buche "gentili", con profilo ondulato, sulle salite ripide, ma sporche e rovinate, con il fondo sconnesso. Sento il bisogno di pedalare più veloce, stabile e comodo, lungo intersezioni di strade diverse, passando da asfaltate a quelle sterrate, senza soluzioni di continuità; un tratto unico, su una "tela" stradale nuova e variegata, da dipingere con nuove emozioni. Cerco una macchina veloce, all road, anche per completare tutti quei percorsi rimasti incompiuti con la bici da strada, aumentando la sensazione di avere più spazio da pedalare e trovare un nuovo posto del mondo dove issare la bandierina dell'avventura personale, cercando di limitare gli indolenzimenti post allenamento, derivanti dalle vibrazioni su terreni duri; senza più la tensione per il sasso o la buca. Del resto non è una novità assoluta, preannunciavo la nuova prospettiva in questo post  CLICCA QUI . Gravel è un GRANDE ABBRACCIO con la NATURA e la LIBERTA'. La gravel è Nova Vita Gravel! 

Dalla strade asfaltate, alle strade secondarie e sterrate, per allontanarmi parzialmente dal  pericolo e dallo smog del traffico, nei limiti del possibile, dato che un pò di strada asfaltata bisogna pur condividerla con gli idioti del volante. Gravel è All road, nessun limite di terreno, passando dal bitume alla ghiaia, dal liscio allo sconnesso, aumentando la sensazione di libertà, per vivere più a contatto con la natura e il silenzio dei boschi, che potevo solo lambire o non attraversare completamente e serenamente con la bici da strada. Meno stress mentale, più divertimento, meno affaticamento dalla tensione e dall'aggressione degli automobilisti, più risorse per pedalare; nuovi percorsi (perché con il tempo i stessi percorsi mi annoiano), per uscire senza problemi di meteo (anche se con la pioggia invernale, mi alleno sui rulli liberi per migliorare la condizione e l'abilità, e la pioggia, se posso la evito), ma con la prospettiva nuova di andare dove voglio, senza limiti, con i rapporti giusti per ogni pendenza. Le salite? Se ne possono aggiungere delle altre, più ripide, selvagge, impegnative, con scarsa aderenza, e senza quel maledetto smog da respirare a pieni polmoni, che non fa bene alla salute. Insomma per me è giunto il momento di allargare gli spazi e allungare gli orizzonti, ne sento il bisogno, per superare l'abitudine agli stessi percorsi, per sentire nuove emozioni, nuove motivazioni ed allontanarmi dal mondo che urla; la bici non è solo allenamento e medie, menare sempre a tutta; è vita nuova; è equilibrio e con il tempo gli equilibri della mente e del corpo cambiano, si spostano più in alto, diventano più complicati, come vivere in armonia, in un unico tratto esistenziale. Finalmente senza più limiti di strade, senza più il timore delle buche e della strada bagnata o del gelo, pedalare in posti lontani dove il silenzio parla all'anima, dove il ciclismo diventa poesia, fatica "polverosa", su strade che ricordano i ciclisti eroici, pedalando sulle buche, senza evitarle, più comfort per percorsi disegnati dalla fantasia. Pedalare in solitaria, tra monti e valli, così vicino al cielo, da sentirlo respirare, audacia ed esperienza, elogio della fatica sana, questa, secondo me, è l'essenza del ciclismo amatoriale. Niente più velocità medie da tenere sotto controllo, e allenamenti in salita, a tutta. E' tempo di "andamento gravel". Un nuovo stile di vita ciclistica. Un modo nuovo per essere ciclista. Quando ho iniziato a pedalare su queste strade non correvano ancora le Strade Bianche e il gravel era una parola sconosciuta; le chiamo "strade emozionali", le "mie" strade, silenziose, come una foto in bianco e nero, d'altri tempi; memoria del mio passato. Le mie strade silenziose le percorro con l'anima, in equilibrio sui pedali e con la mente. Le strade emozionali, è dialogo con gli alberi; è essere parte del mondo lontano dal caos; è silenzio, prezioso come l'equilibrio della mente; mi fa ascoltare lo scricchiolio dei pneumatici che respingono la ghiaia, il respiro, il canto degli uccelli, i suoni del bosco; mi fa chiudere gli occhi e respirare l'odore della Natura. Le mie strade emozionali sono emozioni naturali. 

Tutti noi ciclisti abbiamo una connessione incredibilmente profonda, l'uno con l'altro e sappiamo che le nostre differenze non sono più importanti di ciò che condividiamo.

La nostra umanità, la nostra passione, il nostro amore per la vita, e la bici, ci unisce tutti in modo incredibile. Abbiamo molte più cose in comune più di quanto non ne immaginiamo. Non credete alle bugie dell'odio e del denaro, del proprio tornaconto. Tenete i vostri cuori più aperti che potete, la bici ci rende tutti uguali e ci svela quello che siamo, i limiti, senza scuse, e consente agli altri, a loro volta, di essere vulnerabili, da essere se stessi, senza paura.

Abbiamo disperatamente bisogno di comunità, connessione, amore, sfide da affrontare, sole e polvere sulla pelle. La bici gravel è il mezzo della condivisione, la macchina per farci essere parte della comunità, è la penna con la quale scrivere pagine di amicizia e di amore per il prossimo, di splendide avventure nella Natura da amare, condivise o dedicate alla comunità. Gravel è viaggio dentro se stessi. Gravel è l'antidoto contro la seduzione delle auto che rende l'uomo capace di fare viaggi più rapidi, senza però essere libero e serenamente solo come il ciclista, senza essere capaci di ossigenare il sangue, dilatare i polmoni, ridonare al cuore battiti gagliardi, di sorridere, di pensare finanche declamare poesie davanti ad un panorama, con l'animo sereno.

La bici è la macchina della pace. Se tutti gli uomini e le donne pedalassero non ci sarebbero le guerre, ma solo tante corse in ogni parte della Terra; tanti numeri di pettorale colorati invece delle armi, tanti sorrisi e tanta fatica intelligente e sana. La bici gravel è la macchina della libertà con la quale girare il mondo, superare i confini, gli steccati, le barriere, le appartenenze, "la comfort zone" che ci incatena alla noia. La bici gravel ci fa condividere una passione che ci rende fratelli, che ci fa correre lungo ogni strada, asfaltata, polverosa, ghiaiosa, senza limiti e confini, con la libertà tatuata nell'anima e la fatica gioiosa nel cuore; non conta vincere, ma essere parte di una comunità, essere ciclisti attivi, nel e per il mondo. Gravel è libertà oltre le strade asfaltate.  Gravel come scelta di vita, oltre le apparenze, oltre il tempo del consumo e del vuoto esistenziale. Gravel è un grande abbraccio. 

La gravel è consigliata ai ciclisti camaleontici, agili e abili, che amano la Natura e cercano di adattarsi al problema della sicurezza stradale; ciclisti stradisti che non vogliono passare alla MTB, perché non sono biker, ma RIDER, nello spirito e nel corpo. Le strade asfaltate ( se così vogliamo definire impropriamente le nostre precarie strade pubbliche) sono diventate istericamente e pericolosamente affollate, troppo strette per tutti, in questa società italiana fondata sull'automobile.  #bikenolimits .  Ogni produttore/marchio, opera delle scelte precise nelle geometrie, per renderle più stabili e confortevoli, più comode, più adatte al gravel puro o più versatili passando dal gravel leggero alla strada asfaltata, più race. Fondamentale anche la scelta delle coperture: meno larghe (700X33-700x35) più scorrevolezza sull'asfalto; più larghe (700x40-700x42-700x45- 700x50), più veloci e grippanti-stabili sullo sterrato e fondo sconnesso e accidentato, meno veloci sull'asfalto. Anche la scelta dei rapporti e della corona influenzano la prestazione. Diversamente dalla bici da strada, i freni a disco nella bici gravel sono invece necessari per limitare il problema del fango e consentire il montaggio di pneumatici (e ruote) larghi, fermo restando la particolare manutenzione necessaria (spurgo freni, consumo delle pastiglie e dei dischi). Saluti ciclistici. 


 


  

5 commenti:

  1. L'aria nuova fa sempre bene, ancor di più se sei nel pieno di un """...viaggio esistenziale...""", una nuova prospettiva o forse proprio un nuovo mondo, quello nel quale ci si passa nel mezzo, lo si sfiora, spesso è lì ai bordi della striscia asfaltata che percorriamo, sempre presente ma non considerato. Forse oggi anche per colpa della sfacelo che accade sulle strade di bitume in noi si affaccia l'idea di provare altro, magari in altri che vivono in bici da anni, decenni questo richiamo è ancor più forte, dettato non dalla noia ma dalla voglia di provare altro, ben consci che alla peggio c'è sempre il primo amore. non ti nascondo che mi piacerebbe provare come mi piacerebbe avere una bella mtb per provare il tassello. Adesso però la domanda, la compagna di viaggio che hai scelto?

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    1. Ciao Sergio. Grazie per il Tuo commento, mi piace. Per la scelta work in progress, stay tuned 😉

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  2. Voglio aggiungere al post un ulteriore riflessione. La bici gravel è pedalare senza limiti: strade bianche, bikepacking per raggiungere ogni parte del mondo, nascondersi in un bosco, percorrere la traccia pazzesca del single track, superando i limiti della bici da strada. La bici gravel è una modalità dinamica per adattarsi alla società automobilistica, è una scelta di limitare gli incontri con gli idioti del volante di nuova generazione, quelli ciclisti fobici, smartphone dipendenti, odiatori al volante, i peggiori mai visti, responsabili degli omicidi e degli incidenti stradali. Stare lontani da loro, il più possibile, è una priorità assoluta, ma se ne trovano ovunque. Mi chiedo se nel 2023 abbia ancora senso acquistare solo una bici da strada per percorrere strade sempre più trafficate e pericolose e condividerle con auto, camion, bus, furgoni, moto, caravan e compagnia cantando, respirando polvere sottili? In questa società dell'automobile, ciclisti e i pedalatori devono adattarsi e quindi fuggire dalle strade asfaltate italiane (in verità si tratta di strade devastate con tratti asfaltati decentemente per lo più in occasione del passaggio del Giro d'Italia o delle elezioni politiche) per "nascondersi" nelle strade gravel. Con la bici gravel non ci sono limiti, o quasi.......

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  3. giustissimo ciò che scrivi. quel però discrimina è il dove, dove si vive, la bici gravel per esser goduta appieno ha bisogno di percorsi

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    1. Il gravel non è sola una bici, ma anche uno stile di vita. Gravel significa viaggi lunghi e/o percorsi sterrati. Prendi la Gravel e raggiungi le strade bianche oppure fai giri più lunghi su ogni strada che incontri percorrendo strade asfaltate e off road. La bici gravel non ha limiti. La puoi attrezzare con borse da viaggio o puoi usarla per fare off road, ma in modo più veloce di una MTB, nei percorsi sterrati e nei boschi. E' come una bici da corsa ( con geometrie più comode) ma con le ruote da MTB. Per questo è la bici più venduta dopo la ebike e in un certo modo questo aumento delle vendite lascia pensare che molti stradisti e comunque molte persone preferiscano la gravel perché è più versatile rispetto alla bici da strada e più veloce rispetto alla MTB e soprattutto con la gravel pedali di più e vai più lontano e nei posti dove con la bici da strada non potresti arrivare/andare. Pensa che a Milano esistono tanti ciclisti gravel. Guardati il video su you tube “Anche Milano è gravel” ecco il link https://www.youtube.com/watch?v=nK_d4WIDB4s
      tanto per farti un esempio. Certo vivere in luoghi rispetto ad altri facilita, ma gravel non è il giretto intorno al palazzo o quello domenicale, tanto per sgranchire le gambe e bruciare qualche caloria, oppure il giro del vicino di casa che prende la bici ogni tanto per sembrare ciclista. Gravel è stile di vita ciclistico; è quello che sa farsi la manutenzione ( ecco perchè usano le borse da viaggio anche per metterci l'occorrente per la manutenzione di emergenza), quello che fa la vita da ciclista, ma in modo diverso, diciamo in modo totale. Comunque continua a seguirmi e a guardare video su You Tube in modo da riuscire a farti un idea più precisa. Un ultima cosa. Questo mio nuovo test vorrebbe fare comprendere che non esiste una sola scelta, una sola verità, che bisognerebbe allargare i nostri orizzonti ed interpretare la bici in modo totale. Non è ciclistico preferire l'auto alla bici ed usarla solo la domenica, per fare un esempio; tanto vale farsi una moto. Il ciclista ha bisogno della bici per esserlo. Mi fermo qui. Saluti ciclistici.

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