lunedì 9 gennaio 2023

Come cambiare il mercato della bicicletta da corsa.

La gente con le proprie scelte determina l'offerta del mercato. Quindi se si vuole modificare il mercato della bicicletta da corsa, è meglio non acquistare. No domanda, no offerta. Il consumo dipende dalla domanda del consumatore; tutto viene monitorato e valutato con le statistiche periodiche, anche il mercato dell'usato. Acquistare, ma lamentarsi è solo una bugia detta a se stessi. Un esempio. E' inutile lamentarsi perché i freni a disco fanno rumore perché si storcono e si sporcano con il residuo delle pastiglie, se costa troppo manutenerli, se pesano, eccetera; non comprateli e basta. Fatti non foste per essere pedalatori, ma ciclisti; il ciclista non ha bisogno di acquistare ogni cazzata del mercato e rincorrere l'ultima novità  per esserlo; del resto l'ultima novità non sarà sempre migliore della precedente. Il marketing tenterà di convincervi invece che l'ultima novità, sarà sempre migliore e servirà per andare più forte, per essere/sentirsi alla moda. "Rispondetegli" che siete ciclisti e non pedalatori. Il ciclista ha gambe e disciplina per andare forte, e testa ed esperienza per scegliere; anche per lui conta essere e non apparire. Un altro esempio. Se i marchi/produttori/negozianti preferiti non vendono/producono telai per freni tradizionali, nessun problema. L'unica soluzione per farli riflettere è quella di non comprare o di scegliere dal mercato dell'usato o seguire i consigli per l'acquisto sul mio blog non affiliato con il marketing; a mali estremi, estremi rimedi; si pedalerà comunque, con più soldi nella tasca e meno grane, mentre i marchi/produttori/negozianti si ritroveranno con la merce invenduta ed accatastata in magazzino e nei negozi. Il consumatore ha il diritto e la libertà di scegliere. Non comprare è una ribellione contro la "dittatura" del mercato che rende le persone non padroni del loro destino. In fondo il ciclista è un ribelle; in un mondo che si muove con le auto, lui pedala e se ne frega del tempo. Saluti ciclistici. 




5 commenti:

  1. Un giorno vi parlerò di un pedalatore, con il complesso di Peter Pan, il quale ogni anno cambia bici, ma sceglie sempre tra i marchi venduti dallo stesso negoziante, che gli permuta l'usato, convincendolo di fare l'affare. Uno che pedala prevalentemente su un rullo di ultima generazione; uno che non ha imparato a cambiare i copertoncini/tubolari, ma che usa il misuratore di potenza; uno che dice che da ragazzo correva senza dirti con chi; uno che dice sempre di essersi messo a dieta, anche se a vederlo non sembrerebbe; uno che parla solo di lui, dato che gli altri lo fanno "soffrire"; uno che se non arriva primo, gira la bici e se ne va ! Cosa dite ? Lo conoscete anche voi ? In fondo sono tutti uguali i pedalatori. Saluti ciclistici.

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    1. Che il signore ci conservi a lungo questi personaggi: ci hanno regalato i migliori affari della nostra vita. Grazie a questi tipi ho potuto baloccarmi con l'Ultegra di chi voleva il Dura Ace dopo 6 mesi, e il Super Rekord di chi non poteva fare a meno dello SRAM. Conosco ciclisti che sono in lista di attesa per prendersi il gioiello in puntuale permuta annuale, a metà prezzo. E, in definitiva, anche io ho sempre cambiato bici (ogni 4/5 anni) con il modello top dell'anno prima in svendita, solo per fare posto ai nuovi modelli di stagione prima che arrivino questi provvidenziali acquirenti compulsivi.

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    2. Ed invece sono stati i pedalatori, come lui, che acquistando ogni cazzata che sublima mirabilmente il marketing hanno ammazzato la bici da corsa e il mercato; sono i pedalatori, come lui, che hanno contribuito all'aumento dei prezzi e all'appiattimento dell'offerta del mercato comprando a prescindere anche ricorrendo al credito al consumo pur di avere l'ultima novità e mostrarla al gruppo; sono i pedalatori, come lui, che sono l'anti ciclista . Del resto l'acquisto della permuta oramai non è più allettante per il ciclista a meno che anch'egli scelga di seguire le mode, come il disc e i telai con il foro/buco e prodotti che cambiano alla velocità della luce e senza sostanziali differenze su strada. Il significato del mio post vuole essere invece un modo per spiegare alla gente come cambiarlo davvero il mercato, ma se la gente continua a comprare di tutto e di più, come se fosse pane e nutella, allora tutto sarà definitivamente compromesso e dovrete continuare a pedalare secondo quello che comanderà il marketing, finendo così per perdere completamente la libertà, che oggi da ogni parte viene rivendicata, la stessa che dovrebbe consentire al ciclista di scegliere, ed impedire al marketing di continuare ad essere dittatore del mercato. Ovviamente tutto dipende da quale parte si voglia stare; da cosa si voglia, da cosa si vuole essere, ciclista o pedalatore, cioè chi sceglie e chi compra. Per quanto riguarda invece quello che ho scritto nel commento, preciso che quel pedalatore tipo esiste davvero, ma anche lui non compra più la bici intera, ma cambia solo il telaio, perché anche per lui, incomincia a capire, che è troppo costoso, anno dopo anno, acquistare la bici intera; e allora compra solo il telaio, manubrio, sella, pedali, usando le stesse ruote le più costose del mercato, e il gruppo, cercando così di ammortizzare il costo delle ruote e del gruppo. Ovviamente fino a quando uscirà il nuovo gruppo e le nuove ruote di quel marchio. Dopo di che sarà molto difficile comunque che quelle ruote e quel gruppo venga acquistato ad un prezzo irrisorio nel mercato dell'usato e dallo stesso negoziante che comunque dovrà pur rientrare dai costi sempre più alti della gestione del negozio e rientrare almeno di quello speso per acquistare dal distributore il nuovo corredo del pedalatore in questione. In buona sostanza i margini si sono ridotti per tutti, anche quelli di guadagno per il negoziante, anche quelli del ciclista/pedalatore che con l'aumento dei prezzi è diventato meno "ricco" e meno disposto a spendere e spandere. Insomma questo mercato folle lo si deve cambiare, come spiegato nel post, altrimenti sarà più ciclistico e intelligente e finanche libero, continuare a pedalare con quello che si ha, tenuto conto che la bici non è una moto o un auto, e che quindi occorre pedalare per mantenersi in equilibrio. Qualcuno prima di me diceva contano le gambe. Saluti ciclistici.

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  2. mi sono accostato alla bici da corsa tardi, da subito ho notato questo continuo partorire di nuovo, spesso solo su carta e nei titoli, di fatto spesso rifatto con minimi cambiamenti, poi il giro di volta con il lancio del disco su bdc. Col disco ricordo agli esordi proclami di vantaggi assoluti e di contro il fattore peso ormai roba obsoleta, poi il cambio elettronico, poi il 12v, poi i computerini, le giacche, maglie e sino ai pedalini!!! c'è sempre il nuovo che quasi caccia il vecchio...di poco più di un anno magari o manco. è un settore particolare, penso unico, non accostabile ad altri sport, hobby e passioni. Fortunatamente da subito ho tirato il ferno ed iniziare ad acquistare solo ciò che mi serve e quando serve ma vedo, stravedo grazie ai numeri odierni, una marea di gente che acquista compulsiva e cambia non solo bici ma tutto il resto come se bevesse un bicchier d'acqua, il costo non conta e la necessità manco, sono affogati. Io ho sposato il principio della libertà di non cambiare, tenere quel che ho e macinarci strada, al massimo ho preso un usato seminuovo pattini e meccanico e qualcuno mi ha chiesto pure "ma perchè non hai preso disco, meccanico, bla, bla...". Oggi la rivoluzione forse è proprio questa che espimi te e penso che piano, piano sempre più gente togliendo paraocchi lo capirà. Ma ci vorrà tempo e purtroppo ho visto già una marea di bici col "bucio" per la madonnina in giro, un telaio veramente brutto.

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  3. Ciao a tutti, la domanda alla tua affermazione " se si vuole modificare il mercato " è, chi vuole cambiare il mercato? cioè chi sta chiedendo di cambiare il mercato? Tu, io o non so quanti ciclisti là fuori vogliano veramente cambiare il mercato e risalire il fiume controcorrente!
    Di sicuro la mission di questo blog è di nobili valori che io personalmente apprezzo e condivido perchè pregni di passione ed esperienza pedalata.
    E' quasi impossibile sperare di poter cambiare il mercato con il marketing e i suoi potenti mezzi, forte del fatto che il ciclista medio è abbagliato dalle ultime mode e dall'ultima novità.
    Anch'io non mi nascondo dietro un dito, all'inizio della passione bici ero ignorante in materia e sono stato a seguire le mode, ma ora non più, è molto più facile dire semplicemente NO, mi fermo qui e pedalo con una bici da corsa che mi piace, essenziale, rigida, leggera, parsimoniosa nella gestione e nella manutenzione e non per ultimo bella, bella ed appagante agli occhi con i suoi freni rim!
    Seguendo i consigli del blog mi sono se per così dire evoluto, ho ragionato, ora della fine basta dire no alle novità proposte/imposte!
    Il pedalatore vive con il terrore di essere declassato dal gruppo e passare da "ciclopatrizio a cicloplebeo" quindi lasciamo che il mondo corra dove vuole!
    Ci si sente bene a non essere schiavi delle ultime mode, si vive meglio, tanto chi vuole capire ha i mezzi per farlo e ora della fine la bici da corsa premia la passione e chi ci pedala sopra, non le tendenze del mercato.
    Ad ogni modo è sempre bello e formativo leggere le tue considerazioni Claudio, come trovo pure divertente leggere le recensioni che i giornalisti scrivono a riguardo dei benefici fantomatici che portano queste bici pesanti, insensatamente costose, mescolate a moto...ed è pure divertente vedere come i pedalatori si azzuffano alla rincorsa dell'ultima novità a suon di quattrini!
    Nel frattempo noi godiamoci la salita e il paesaggio...

    Ciao

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