venerdì 17 luglio 2020

L'Italia non è un paese per ciclisti.

Dicono che l'Italia sia il paese più bello, non lo so, ma sicuramente non è il paese adatto ai ciclisti, soprattutto ai stradisti. Strade urbane ed extraurbane, aggrovigliate, sporche, spesso con manto stradale rovinato e pieno di buche, trafficate all'inverosimile. Le strade italiane non sono state costruite per i ciclisti, e sono "abitate" da automobilisti medi, intolleranti e socialmente involuti. Le strade sono di tutti, anche di chi decide di percorrerle in bici, migliorando la qualità dell'ambiente e la salute pubblica. Eppure troppi ciclisti, sono vittime di aggressioni da parte di automobilisti; tanti ciclisti finiscono uccisi o feriti. Non si può continuare a fare finta di nulla, ad accettare questo stato di cose. Invece di pensare a cambiare bici, in modo compulsivo, ogni ciclista dovrebbe impegnarsi a cambiare la situazione attuale, che è drammatica, se si contano le quotidiane vittime stradali. Dunque occorrono azioni di sensibilizzazione sociale e quella che definisco "politica ciclistica", appoggiando candidati che mettano nel programma elettorale, la messa in sicurezza delle strade, corsie riservate alle biciclette su strade extra urbane, ciclabili in ogni città e paese, divieto di sorpasso del ciclista a meno di 1,5 metri. Va detto pure che i ciclisti non devono pedalare affiancati, come se le strade fossero dei salotti, e non dovrebbero frequentare strade ad alto rischi, evitando comunque di uscire in gruppi numerosi. Cerchiamo di sopravvivere, in attesa che l'Italia si evolva socialmente e culturalmente, senza dimenticare che ognuno di noi "è l'Italia". In questo quadro di degrado e di pericolo costante, rimane il sogno dei ciclisti: l'Italia come l'Olanda e la Danimarca, nazioni fondate sulla bicicletta. Fino a quel giorno, ricordate sempre che l'Italia non è un paese per ciclisti, ma solo per automobilisti. Saluti ciclistici. 
 La foto è stata scattata sul passo san Nicola, dove i corridori Daniele Contrini e il due volte campione del mondo, Gianni Bugno, rispettivamente, nel 1986 e 1996, passarono per primi durante l'8^ e la 9^ tappa del Giro d'Italia. 

2 commenti:

  1. Bellissimo articolo,posso condividerlo?

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    1. Ciao Ivano. Certamente, condividilo e ti ringrazio. L'ho scritto per condividerlo con tutti i ciclisti; dobbiamo cambiare le cose, prima che le cose che non vanno cambino il ciclismo amatoriale. Saluti ciclistici.

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