"La vita è come un paese, un piccolo paese di montagna, caduto nell'oblio. Vecchie case, abbandonate, con le porte aperte, dove è rimasto solo il vento a rincorrere il silenzio. Strade strette, foglie dimenticate dal tempo, non hanno più colore non hanno più memoria. Cammino nei vicoli dove non odo passi, ma solo l'incedere dei giorni, tutto è lontano, è andato. Sassi venuti giù dalla montagna, testimoni silenti di quello che fu, prima che l'urlo levatosi dalle cime alte, implorasse pace per la vita. Quando il cielo era azzurro e l'aquila vegliava dall'alto. Quando non c'era la malinconia ad accogliere il visitatore, ma le grida felici dei bambini che si rincorrevano nelle viuzze, prima che le madri li chiamassero per la cena. Ora solo la desolazione e il vuoto. Eppur si odono le note di un pianoforte, giunte fino a qui, per allentare la tristezza, per ricordare l'attimo fuggente. Ovunque è memoria. E pensare che il cielo c'è ancora, come la notte ed il giorno. Ma tutto è cambiato, tutto sembra averlo dimenticato questo piccolo paese di montagna. Come quello che viveva tra le sue mure, quello che non appare più, anche sé è stato qui. Ma è solo la vita, questa vita che fa così paura, che trasforma le cose e le persone. Dove tutto non è per sempre. In fondo si diventa come questo paese, in un giorno che non conosciamo. E allora senza illusioni, senza tristezza, non mi rimane che sedermi su un gradino spezzato, altare di una casa vuota e ricordare quello che è stato, prima che si compia l'ultimo volo, prima che la vita mi lasci per sempre. Qui il silenzio è verità e lo senti entrarti dentro e chiedere conto dei tuoi giorni. Al silenzio non puoi nascondere nulla. Intanto il vento urla tra le fessure delle case e porta via i sospiri. Verrà il momento di fermarsi, anche per me. L'anima mia rimarrà qui, in questa valle, tra queste cime maestose, dove si è più vicini a Dio. E in una notte di plenilunio, l'ululato del lupo, richiamerà il mio spirito. Tributo all'ultima salita. O forse è già arrivato. Un alito di vento mi soffia tra i capelli, una carezza del cielo. Non ho voglia di andare via. Mondo l'anima dal peccato. Con il crocefisso nella mano, prego per un giorno nuovo e per la notte annunciata dalle stelle. Ritornerò qui per fermarmi per sempre ? "
Semplicemente stupenda e ricca di contenuti di vita.
RispondiEliminaUn racconto poetico da leggere tutto d'un fiato immersi nella "quiete montana" che ciascuno di noi, ogni tanto, assaporare.
Ciao Musty,mi fa piacere che tu abbia apprezzato la mia poesia. Sono quelle cose che scrivi dopo avere visitato paesi abbandonati in posti meravigliosi e avere riflettuto sul senso della vita...e allora mi è venuto spontaneo pensare che una persona è come un paese, già perchè anche un paese senza l'affetto, senza un progresso, senza stimoli, viene abbandonato, da tutti anche dal tempo. Insomma è una metafora che vorrei invitasse a riflettere quanti pensano di essere una città senza avere le fondamenta, senza pensare al domani, soli con la propria vanità, forti solo della bugia e della malvagità...con il tempo la montagna travolge le violenze e le ipocrisie. Basti pensare a quanti paesi costruiti violentando la natura, sono stati ricoperti dal fango o dalle frane.
RispondiEliminaLa logica dell'odio non paga mai e la persona per essere tale e non snaturarsi non può che amare il prossimo. Per questo egli è come un paese che senza abitanti muore !!!!
Io non mollo e non mollerò mai, se Dio vorrà. La cima più alta è e sarà solo la mia, a Dio piacendo. Ma a volte la vita invita a fare delle riflessioni come quelle fatte nel post in questione. E credo che nella vita sia meglio seguire la logica dell'amore che dell'odio, per questo allontano il male e preferirei rimanere solo che essere accompagnato dalla bugia e dall'odio.