Il ciclista "vive" sulla strada, fa parte della strada. La strada riconcilia l'equilibrio, incarna il lungo viaggio della sua carriera; ad ogni livello, tutti sono ciclisti. Un ciclista fermo è un ossimoro; i vecchi ciclisti, dicono, gambe e silenzio, si pedala e non si chiacchiera. La strada porta lontano, verso le emozioni, un esercizio abituale. Pedalando si capisce l'essenzialità della bicicletta e l'importanza della forma psico fisica e solo pedalare aiuta ad averla e mantenerla. Pedalare è anche un abitudine, non bisogna smettere mai, per non disabituarsi ad uno stile; non si molla mai, si rischia di non risalirci più sulla bicicletta. La bicicletta la si impara sulla strada, non sui forum ovvero le "chat condominiali"; contano solo il sudore stillato e i chilometri percorsi, questo rende ciclisti. Quanta strada fai, quante salite hai nelle gambe e nel cuore, quante cime hai raggiunto, quanto vento prendi in faccia, questo conta nel passaporto del ciclista. Oggi vi porto con me, in un giro di 100 km con circa 30 km di salita, tra vento, sole, cielo azzurro e soprattutto sana fatica, un abitudine; lo definisco un percorso spirituale, "prega e pedala", la strada che porta al santuario, abbarbicato su un monte, a 673 metri dal livello dal mare; ogni volta parto da quota 0, dal livello del mare, per arrivare lassù, in cambio silenzio, pace e la bellezza della natura. Venite con me, in sella, si parte.........saluti ciclistici.
Quando non ti bastano 30 km ci sono le scale !!! |
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