sabato 15 dicembre 2018

Dario Pegoretti e la passione.

" La passione non è una cosa che puoi inventare ...il marketing non riesce ad inventare la passione...la passione la devi trasudare.. questo si sente e la gente la capisce...." diceva il compianto Maestro, Dario Pegoretti; parole importanti ed oggi più che mai, sono la chiave di lettura per comprendere un mercato quasi completamente dominato dal marketing; non è solo questione di scegliere "questo o quello", ma è una selezione che travalica l'oggetto, fino a diventare esistenziale, è la scelta esclusiva, quella fuori dal coro, lontana dal gregge. Conosci prima l'artigiano e poi la sua opera, questo dico da sempre. Tutto è generato dalla mente e dalle mani, ma solo quello esclusivo anche dalla passione e dall'estro creativo, e non ci vuole molto a riconoscerlo il prodotto che fa sognare. 
Il mercato della bicicletta da corsa è contraddistinto dall'assenza di prodotti concretamente nuovi nella sostanza e diversi nella forma ( a parte qualcuno di fascia alta), forse saranno realizzati dagli stessi terzisti orientali, ma sicuramente mancano le idee innovative; quanto sono simili per non dire uguali la quasi totalità dei telai soprattutto quelli con il freno a disco, cambia solo il marchio stampigliato !!! Allora scrivo questo post perché voglio consigliare, cosa e come scegliere, un prodotto, che travalichi il tempo, che costituisca un espressione di stile, qualcosa che sia veramente espressione della bellezza unica, come solo quella artigianale sa creare, capace di generare con la passione, un oggetto bello ed autentico nella forma e nei materiali, con un anima. Devo dire che nel mercato c' è chi fa disinformazione ovvero informazione di propaganda, per confondere. Provo nausea a constatare la mellifluità di molti media quando "sparlano" di biciclette da corsa, spacciando per test, comunicati stampa diffusi dai marchi; trovo compassione a sentire tuttologgi scrivere o parlare sul web come se fossero i nuovi profeti, quelli che il mondo stava aspettando a braccia aperte, moderatori della chiacchiera, gente che fino a ieri parlava al bar di calcio o di altro, e che  oggi si travestono da ultra di marchi scelti con la logica di una squadra di calcio, che bulleggiano con la tastiera chi non è allineato al pensiero comune del mercato. A tutti coloro che cercano e non trovano, invece dico che se non basta una rondine per fare primavera, non basterà un corridore campione per dare qualità ed esclusività ad un prodotto. La bicicletta da corsa non è un SUV e non è una moto, ma è la macchina più semplice, antica e formidabile. Chi pedala non ha bisogno di modernità esasperata, ma di emozioni, come solo un prodotto bello ed esclusivo sa dare. La bicicletta si muove spingendo sul pedale, il suo motore è il ciclista, serve solo l'essenziale, non il superfluo, quello costa, pesa, è volgare.  
Un prodotto esclusivo è fatto dall'artigiano, dalla sua storia, dalla sua esperienza, non dall'industria, il cui clone, è generato dall'opera persuasiva del marketing, capace di deformare la realtà, al punto di convincere molti consumatori che usare la bicicletta sponsorizzata da un campione, faccia diventare, pagando il prezzo ( sempre più alto) del prodotto, belli, forti, affascinanti ed invidiati. Bugie.
Non è più una questione di prezzo dato che anche un telaio commerciale visto alla TV ha comunque il suo costo importante, e dopo pochi anni finirà fuori catalogo.
Tutto quello che vale, costa tempo e fatica perché deve resistere al tempo e alla moda. Una bicicletta da corsa non si usa, come sanno fare tutti, soprattutto i big della tastiera e dei salotti, ma si cavalca, come sanno fare in pochi.
L'autentico Made in Italy si conta sulle dita di una mano, lo ricercano le persone esigenti, che sanno che non è Made in Italy, il prodotto verniciato (e con sede) in Italia, ma quello realizzato interamente in Italia, da artigiani italiani, unici nella loro originalità; hai voglia gli statunitensi, taiwanesi o i cinesi a copiarci e a fare prodotti senza anima, omologati, sponsorizzati con campioni in cerca di soldi; il denaro non crea la bellezza e l'esclusività. Chi vuole capire capisca. Intanto ne approfitto per ricordare un grande artigiano italiano, scomparso prematuramente, che ci ha lasciato tante belle biciclette, oggetti da collezione, un CULT, amato all'estero, il cui know how, continua per opera di Pietro e degli allievi. Ciao Dario.
Saluti ciclistici. 






             Uno degli ultimi telai realizzati da Dario Pegoretti ( foto concessa dalla Dario Pegoretti)
                                 Il primo telaio realizzato da Dario Pegoretti ( foto concessa dalla Dario Pegoretti)



1 commento: