venerdì 23 novembre 2018

Ciclismo. Consigli semplici per un allenamento efficace.



Questo articolo di giornale conferma quello che dico da sempre: troppo allenamento non va bene, non fa bene. Si può ottenere di più allenandosi si meno e meglio. Oltre la zona 2 devi lavorare di qualità ad alta intensità e per questo non servono allenamenti massacranti, ma intensi e relativamente brevi. Allenarsi di qualità 2/3 giorni alla settimana, invece 7 giorni senza qualità.
Recupero ed equilibrio, e divertirsi, non deve diventare un lavoro forzato ( per cosa ? Per il prosciutto o per "sverniciare" il compagno di uscita ?).
Quanti ciclisti ho visto appendere la bicicletta al chiodo per “raggiunta assuefazione” alla tabella di allenamento!! Il motivo è semplice: non si divertivano più, ma avevano associato la bicicletta da corsa ad un impegno costante e ripetitivo, alla stregua del lavoro (oltre a quello vero!!). La passione muove le persone e le idee. No passione, no motivazione.
Qualità e non quantità. Non servono uscite lunghe e uguali, ma solo quelle di intenso e graduale lavoro; il ciclismo è uno sport aerobico, stimolate il cuore e i muscoli, spingeteli con moderazione e progressivo miglioramento. Alternate le sedute di lavoro, al riposo, per migliorare e recuperare. Il corpo ha dei limiti, non aggiungete ulteriore ed inutile stress a quello quotidiano derivante dal lavoro (vero). Non siete dei corridori professionisti.
E vogliamo parlare anche dell’alimentazione? Quanti ciclisti si abbuffano a tavola e mangiano di più di quello che consumano e poi si lamentano se sono "piantati" in salita e quando non stanno a ruota perché soffrono il vento in faccia ! Il primo e fondamentale allenamento si fa a tavola. Dico sempre, soffrire (rinunciare) a tavola ovvero cambiare dieta o stile per godere (volare) sulla strada. Bisogna reintegrare quello che si consuma e non di più, e spesso, quando non si è nemmeno in peso forma, bisogna reintegrare di meno di quello speso sui pedali. Ecco il segreto. Punto. Fatevelo spiegare anche dai nutrizionisti.
Spesso i pedalatori non conoscono il rapporto peso/potenza e praticano il deleterio ciclismo di gruppo, quello che non abitua a prendere il vento in faccia, e trasforma il ciclismo in una pratica da salotto, in una chiacchierata tra amici: sono gli stessi che pedalano in tripla fila e fanno odiare la categoria dei ciclisti. Bisogna allenarsi anche da soli, anzi soprattutto, se si vuole imparare ad ascoltarsi, a prendere il vento in faccia, a concentrarci su se stessi e la strada. I limiti si superano così. E non bisogna essere dei campioni, ma bisogna solo imparare a conoscersi.
Vedo molti ciclisti. trasformare il manubrio della bicicletta da corsa, in un piano di lavoro o di ufficio, con tanto di computer, satellitari eccetera. Limitatevi al necessario, e guardate solo la strada, i colori del giorno, e vi divertirete; ascoltate il vostro corpo, il vostro cuore, e capirete cosa potrete migliorare, con il tempo e l'esperienza, Solo voi potrete diventare il vostro migliore preparatore.
La bicicletta è uno strumento semplice, non appesantitelo con l'inutile e il diverso strutturalmente.
E per concludere, un ultimo consiglio, usate il casco e non le cuffiette, imparerete ad ascoltare e a guardare la strada e i pericoli. La musica sparata nelle orecchie aiuta ad andare più forte, perché motiva, però riduce l'attenzione sulla strada e non vi fa ascoltare problemi meccanici e le forature. Ascoltate la musica solo sui rulli. Saluti ciclistici

4 commenti:

  1. Giustissimo, ancora una volta siamo in sintonia, ma come si ascoltano i propri muscoli e il proprio cuore, come vincere la pigrizia di farsi una salita passeggiando e non forzando e dove trovare il coraggio e quando è giusto osare, quando si è allo stremo?

    Ti porto un esempio: causa impegni e maltempo domenica sono uscito dopo 35 gg di stop: 90km x 1200d+ con Superga di mezzo, lato San Felice + panoramica, quindi pendenza max 11%, per brevi tratti, 13% per brevissimi, più spesso fra 5 e 7, non Superga da Sassi di certo..
    Dopo la discesa e un tratto di 20 km in pianura le gambe hanno iniziato a urlare dal dolore, mai successa una cosa simile.
    Sono andato avanti per altri 25/30 km a completare il giro , perché andare in bici è anche imparare a soffrire, stringere i denti e non arrendersi.
    Alla fine mi sono divertito e sono stato contento di avercela fatta a portare a termine il giro, in questo caso ho ascoltato il cuore ma non i muscoli, stupido dalla fatica fatta in un giro che d'estate è quasi una passeggiata...
    Non è sempre facile ascoltarsi e il desiderio di gettare il cuore oltre l' ostacolo, seppur piccolo come in quel caso, è sempre dentro noi ciclisti.
    Dove , come e quando osare?

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    1. Ciao Raffaele. Il piano di allenamento per chi va in bici per hobby deve essere costante e progressivo, step by step, per evitare calo di forma o stress per troppo allenamento. Analisi del sangue, controllo del peso forma, e visita cardiologica, sono gli indicatori fondamentali della forma fisica. Necessaria quindi una corretta alimentazione. A questo punto tutto va da se anche la condizione atletica. A ciò devi aggiungere la motivazione e quella la senti dentro di te, ed è soggettiva: mantenere lo stato di benessere psico fisico, gare amatoriali, pedalare immerso nella natura, eccetera. Quando non si sentirà più dentro di sè l'impulso a pedalare allora vorrà dire che qualcosa dentro di noi è cambiata e forse qualcosa c'è che non va, per esempio la depressione, oppure il ciclismo non è lo sport adatto, anche perchè è uno sport duro e rischioso. Detto ciò più qualità che quantità. Per esempio, se si vuole raggiungere un ottima condizione atletica, non serve pedalare per 5 ore, ma serve lavorare intensamente su 2, 2 ore e mezza, a tutta, secondo la propria condizione, pedalare contro vento, in salita e misurare il tempo e la condizione sempre sulla stessa salita; non ha senso pedalare per 5 ore ad andamento lento. Il ciclismo è uno sport aerobico, quindi serve allenare l'apparato cardio circolatorio e lo si può fare solo spingendolo gradualmente fino a spostare la linea di massimo rendimento, e ciò lo si impara anche da soli, nessuno ci conosce meglio di noi stessi. Ciclismo è fatica e fatica significa allenarsi alla fatica; se si smette di allenarsi alla fatica, il corpo e la mente mollano e non rendono più. Spero di essere stato chiaro. Saluti ciclistici.

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    2. Dimenticavo di aggiungere una cosa fondamentale. Evitare lo stress da troppo allenamento. Allenarsi senza esagerare, altrimenti non solo non ci sarà alcun miglioramento, ma il sistema immunitario si indebolirà con l'effetto di esporsi a malattie stagionali e altro. Lo stress è deleterio. Ecco perchè occorre allenarsi cum grano salis, come dicono i padri latini. Lo sport fa bene ma solo se assunto con moderazione tenendo conto dell'età; diciamo che per chi lo pratica per hobby è la migliore medicina per restare in forma o raggiungerla. Oltre si rischia e comunque diventerebbe come un lavoro e allora occorrerebbe essere assistito anche da un medico, che comunque occorre consultare periodicamente per monitorare il proprio stato di salute. Ci sono quelli che pedalano per hobby o passione che si fanno assistere da un preparatore e non da un medico, niente di più sbagliato. Il medico deve essere il nostro consigliere. Saluti ciclistici.

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  2. Coindivio ogni singola parola!Personalmente interpreto così il mio modo di pedalare. Ottima riflessione, come tutte le altre del resto.

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