In anticipo, su tutti, ho previsto e criticato, la "dittatura" commerciale della bici da corsa disc, imposta dai marchi industriali, i quali furbescamente, hanno tolto di mezzo la doppia produzione disc/rim, imponendo il freno a disco, i cui limiti/difetti e la bruttezza evidente, fanno storcere la bocca a migliaia di ciclisti, i quali preferiscono tenersi la bici rim o acquistare un altra rim, nel mercato dell'usato, i cui prezzi salgono inevitabilmente. Ho spiegato anche con test su strada, che non ci sono differenze sostanziali in frenata, tra rim e disc, specificando che il vero limite della bici da corsa, è il pneumatico, cioè l'aderenza sull'asfalto, troppo stretto soprattutto per il freno a disco. Dunque rim o disc che sia, si frena uguale, forse con le mani grandi cambia qualcosa sulle lunghe discese con le leve dei comandi disc, da me definite, "proboscidi elefantiache " di orrenda fattezza; quello che cambia invece nella sostanza, è lo status symbol; vengo dunque all'annosa questione dell'aumento sproporzionato dei prezzi. La bici da corsa era una macchina democratica alla portata di tutti, sia pure con sacrifici; in questi ultimi anni è invece diventata un prodotto di elité, che crea disuguaglianze sociali, dove l'alta gamma è davvero per pochi. Nel mercato attuale i prezzi fanno concorrenza a quelli delle auto (commerciali) e delle moto; siamo oramai arrivati ai 15000/17000 euri per una bici industriale con misure standard oppure se si sceglie l'assemblaggio con componenti after market, e si riuscisse a comporre una macchina di nicchia disc, diciamo quasi mai leggera, ma mai leggerissima, si sfiorano i 20000 euri ! Ma anche la media gamma è diventata comunque impegnativa economicamente e anch'essa senza grandi risultati in termini di prestazione, oramai livellata in ogni segmento ed in ogni livello di gamma, top e media che sia, come vuole il processo di massificazione in atto. Dunque siamo passati da 3300 euri ad oltre 5000 euri per bici da corsa carbon con gruppo Shimano Ultegra ( oramai solo Di2) 12 speed e ruote carbon, davvero troppo per un mondo normale. Il senso della realtà delle cose e della misura è stato superato. Nessuno dei ciclisti non dico della prima ora, ma comunque meno risalenti nell'età, riconosce quello che sta accadendo ! Qualche economista da salotto dirà che alla fine la sostanza delle cose non cambia: i marchi guadagneranno sui prezzi elevati e non sulla quantità; ma non è solo una questione commerciale, è una questione sociologica con effetti sulla domanda nel lungo termine. Il mercato della bici da corsa attuale è diventato lo specchio della "finta" democrazia in cui viviamo e soprattutto l'espressione più esemplificativa di una società fondata sulle disuguaglianze sociali. Probabilmente se continuerà questa tendenza, il mercato della bici da corsa imploderà, o forse sta già implodendo, frantumando i sogni di milioni di ciclisti. Forse l'unico mercato che regge il tremendo impatto, la devastante svolta classista del mercato, sarà quello della e-bike, destinata ad un mercato più ampio, composto anche da coloro che hanno sempre sognato di essere ciclisti, e dai giovani che preferiscono usarla senza fare sforzi, in modo da avere tempo per giocare con lo smartphone, senza distrarsi ed impegnarsi con lo sforzo muscolare. La bici da corsa muscolare invece rischia di avere un tracollo, a causa dei prezzi elevati ed ingiustificati, i quali stridono con la svalutazione del potere di acquisto della classe media e quindi inevitabilmente ci sarà sempre meno ricambio sul mercato. Una delle cause dell'aumento dei prezzi, oltre ovviamente alla speculazione, cuore degli affari e alla localizzazione della produzione in Oriente, è la crescita esponenziale dei costi dei team professionisti del ciclismo; molto materiale tecnico fornito dagli sponsor, contratti di ingaggio sempre più alti, soprattutto quelli dei campioni, staff tecnici sempre più numerosi e qualificati, che ovviamente battono anch'essi cassa. In questo mondo, niente è gratis, nemmeno le corse di ciclismo. Concludo con un aforisma: l'acqua scarseggia, la papera non galleggia. Saluti ciclistici.
"""La bici da corsa era una macchina democratica alla portata di tutti, sia pure con sacrifici""" quanto vita e verità in questa tua affermazione. La gamma media è quasi raddoppiata.Nel 2018 ho acquistato la slr02 one € 2.999,00 Ultegra e mentre la la SLR01 Three Ultegra € 4.499 euro, il top del top col DuraAce € 8.500 circa. Oggi solo dischi volanti le la Slr01 basica mi pare quasi settemila euri mentre il top il doppio, semplicemente assurdo. Rim usato nei negozi è come il quadrifoglio, una rarità, quando capitano menano, mediamente 500/600 più del prezzo mercato usato tra privati.
RispondiEliminaBuongiorno Claudio,
RispondiEliminapenso che il tuo articolo sia anche in riferimento all´uscita della nuova Colnago C68
Ho voluto vedere qual´era la reale differenza di prezzo tra la "vecchia" C64 e la nuova versione C68 (prezzi di listino trovati online).
La nuova c68 costa ca. il 30% in piu della C64 del 2018 (sempre versione Disk) il che ci puo anche stare visti 2 anni e mezzo di pandemia e la guerra in corso con un forte aumento delle materie prime di produzione e di trasporto. la bici non era quindi "regalata" neanche 4 anni fa
La cosa che per me é allucinante é l´aumento dei componenti. Se 4 anni fa per comprare un colnago C64 completa con componenti "base" occorrevano 7283 € ora per una c68 ne occorrono 13.260 quindi quasi il doppio del 2018. Sono i componenti che per me hanno avuto un aumento spropositato.
Prezzi di listino 2018 della versione C64 :
Bicicletta Completa: a partire da 7.283,40 Euro
C64 - Kit Telaio: a partire da 4.279,76 Euro
La Colnago C64 può essere acquistata con uno dei seguenti gruppi: Campagnolo Super Record EPS V3, Campagnolo Super Record 11v, Shimano Dura-Ace 9150 Di2, Shimano Dura-Ace R9100 11 V, Sram Etap.
Prezzo di listino 2022 C68
Kit telaio – Strada
● Kit telaio in carbonio C68 – € 5.650,00
● Kit telaio C68 Carbonio/Titanio – € 6.600,00
● Supplemento configuratore colore – € 1.200,00
Biciclette complete – Road Carbon
● C68 Campagnolo Super Record EPS 12v – Bora Ultra WTO 45 – € 15.770,00
● C68 Shimano Dura Ace 12v – Shimano Dura Ace C50 – € 14.065,00
● C68 Sram Red AXS Etap 12v – Zipp 303 Firecrest – € 13.260,00
Saluti e complimenti per il blog
marco
il 30% di aumento secco su bici completa di componenti aumentati di pari passo è una roba senza ma e se, dai. la bici di metà listino montata senza roba spaziale è diventato un lusso e allora, lusso per lusso, meglio andare sulla bici su misura. Colnago non ha mai regalato nulla ma pure le altre non sono da meno.
EliminaCiao Sergio. Condivido completamente il tuo pensiero. Saluti ciclistici.
EliminaCiao Marco, grazie per il tuo commento. Certamente mi riferisco anche al prezzo della Colnago C68, il quale si inserisce nella tendenza del mercato; Colnago ha perso un occasione unica per venderne di più ad un prezzo normale. Il post è riferito a tutti i marchi. Saluti ciclistici.
EliminaBuongiorno Sergio, quello che volevo dire é che il prezzo del telaio é chiaramente molto alto ma molto alto lo era anche nel 2018. l´aumento del 30% é poi riferito solo al telaio. i componenti sono aumentati piu del doppio quindi ci sono stati deglia aumenti (per esempio nei gruppi) di oltre il 100%!! (si é passati peró da pacco pignoni dell´11 al 12 .....) é stato soprattutto il prezzo dei componenti che ha fatto lievitare in maniera allucinante il prezzo complessivo della bici.
EliminaIo lavoro e vivo in germania in una ditta dove compriamo e vendiamo mobili italiani e generalmente i listini vengono ritoccati di ca. il +5% all´anno. L´anno scorso il prezzi sono stati ritoccati 2 volte e quest´anno a marzo abbiamo gia avuto il secondo aumento e il terzo é gia stato avvisato per giugno ... quindi purtroppo i prezzi sono diventati indecenti per tutto.
La scelta di Colnago (come anche di altri marchi) di creare un prodotto di nicchia e riservata solo al mercato del lusso é chiaramente impopolare ma per loro é probabilmente piu´economicamente vantaggioso vendere 10 bici a 15.000 euro anziche´ 30 a 5000... purtroppo stanno diventando piu pezzi da collezione che bici da corsa. Io in ogni caso mi diverto su ogni tipo di bici quando sono in giro a pedalare... l´importante sono solo le gambe e quelle non le puoi comprare :)
Saluti e buona giornata. Marco
Chi segue il mio blog, come voi, sa che ho avuto il piacere di conoscere personalmente Ernesto Colnago, come sa, che conosco molto bene, la gamma Colnago C di derivazione Master. Il Cavaliere Ernesto Colnago, è l'ultimo imprenditore italiano, una grande persona, di cui conservo una medaglia di bronzo con affetto e stima. Detto questo, penso che i prezzi della nuova C68, siano esagerati, sia come kit telaio, sia come bici assemblata; alzare il prezzo la rende impopolare, la sottrae alla maggioranza dei ciclisti, la rende destinata ai pochi, e penso che Ernesto Colnago, abbia perso l'occasione per recuperare un pubblico più ampio, e i tanti appassionati del marchio di Cambiago. La Colnago C68 non è una top car, ma è una bici di qualità, ma pur sempre una bici da corsa, quindi il prezzo dovrebbe essere quello adeguato ad una bici da corsa. Travisare la realtà delle cose, non appartiene alla semplicità di una macchina semplice, umile e straordinariamente "umana" come è la bici da corsa. Saluti ciclistici
RispondiEliminaIl discorso sul rincaro esagerato e speculativo dei prezzi riguarda anche l'abbigliamento tecnico, anzi ho constatato che la questione è più risalente e tipica in questo segmento di vendita. Con il tempo i colori perdono intensità, e soprattutto c'è sempre il problema della traspirazione dei tessuti, tanto che in discesa la migliore soluzione rimane il vecchio e caro giornale quotidiano messo sotto la maglia; per non parlare dei fondelli che chiamano antibatterici che non solo con il tempo si sgonfiano ma che di antibatterico non hanno nulla, provate ad usarli e a sentire poi gli odori, c'è gente che si è convinta che per il fatto che dicono che siano antibatterici, non li lavano, ma li asciugano dal sudore ! E poi si lamentano di avere problemi di salute !!! Insomma a fronte di abbigliamenti realizzati con normali tessuti sintetici, che con il tempo e l'uso intenso si allargano e perdono di colore, abbiamo prezzi esagerati, ma anche nel caso in cui si abbiano tessuti più elastici e più traspiranti, o appena più traspiranti, abbiamo prezzi così esagerati che sembrano dei componenti in carbonio per la bici ! E non vi fate illusione, tutto l'abbigliamento tecnico, può resistere al massimo 1/2 anni di uso intenso e di lavaggi regolari, anche a freddo e a mano; questo ho potuto constatare personalmente. Insomma a me pare che si sia sparsa la voce che i ciclisti siano "ricchi" oppure "ingenui" e che siano un "ottimo affare" per i brand. Davvero sarebbe il caso che tutto rientrasse nella normalità. Saluti ciclistici.
RispondiEliminaCaro Claudio
RispondiEliminaEcco la mia risposta alla tua domanda perché ho deciso di vendere la mia Colnago C64 disc con cambio Dura Ace Di2 e Lightweight Meilenstein Evo Schwarz ED e tenermi la mia "vecchia" Cannondale Supersix Evo del 2011. Allora inizio con ordine:
1. Dopo 10 anni di onorato servizio della mia Supersix volevo una bici nuova e piu moderna, pero come seconda bici visto che la mia Cannondale funziona con pochissima manutenzione ancora benissimo, è leggera e mi piace tutt'ora tanto. Quindi per andare con il mercato, visto che ci lascia sempre meno scelta, ho deciso di prendermi una bici moderna con disc e cambio Dura Ace meccanico. Poi il rivenditore mi fece cambiare idea con poi i fili sono tutti di fuori e non intergrati e alla fine presi il Dura Ace Di2 => primo motivo è che non mi piace l'evoluzione del mercato che ci costringe e ci offre biciclette sempre piu pesanti, costose e complicate sia nella gestione che manutenzione.
2. Poi l'anno scorso mentre stavo facendo un giro di passi nella svizzera interna vicino Lucerna insieme ad un'amico mi accorgo che la leva del freno/cambio sinistro era olioso. Dopo un po il freno era tutto scarico e non frenava piu. A quel punto mi trovavo sul passo Ibergeregg e mi dovetti fare tutta la discsa e il rientro a casa solo con il freno posteriore e con la leva e mani piene di olio. Anche se la frenata a mio parere con il disc è piu precisa e modulabile preferisco il freno rim in quanto piu semplice, piu leggero, piu bello e non ha il disco del freno che ruota insieme alla ruota => Secondo motivo è che non mi piace l'evoluzione del mercato che ci costringe e ci offre biciclette sempre piu pesanti, costose e complicate sia nella gestione che manutenzione.
3. Un giorno durante un'uscita con un'altro carissimo amico mio la batteria del suo Di2 era scarica in quanto anche lui con famiglia e mille impegni quotidiani si era dimenticato di ricaricarla. Dovette finire tutto il giro con la corona piccola e meno male che non eravamo lontani da casa => Terzo motivo è che non mi piace l'evoluzione del mercato che ci costringe e ci offre biciclette sempre piu pesanti, costose e complicate sia nella gestione che manutenzione.
4. Torno alla Colnago C64 che era ed è una gran signora di bici. D'altronde non devo presentarla a te viso che l'hai testata a fondo. La Colnago era velocissima sempre gambe permettendo grazie ad un telaio top e le Lightweight Meilenstein Evo Schwarz Edition. Ma nonostante avessi speso una barca di soldi, anche con corone e dischi Carbon Ti, continuavo ad avere una bici di 7.1 kg. Poi tutti i componenti sono piu pesanti iniziando dalle ruote. La mia Supersix originale con le Schmolke SL45C e i pedali Dura Ace pesa 6.3 kg e costa la metà => quarto motivo è che non mi piace l'evoluzione del mercato che ci costringe e ci offre biciclette sempre piu pesanti, costose e complicate sia nella gestione che manutenzione.
5. Presentazione Colnago C68 e Shimano Dura Ace 12v: Sinceramente speravo in una C68 piu vicina al ciclista che al pedalatore. Purtroppo sono rimasto molto deluso. Bici sempre piu pesanti, costose e complicate. Nella Shimano speravo nel meccanico 12v. Purtroppo un'altra delusione. Perché si toglie dal mercato un cambio leggero, semplice e perfetto nel funzionamento e infine anche piu economico? Misteri del marketing!!! => quinto motivo è che non mi piace l'evoluzione del mercato che ci costringe e ci offre biciclette sempre piu pesanti, costose e complicate sia nella gestione che manutenzione.
Quindi caro Claudio concludo dicendoti che per come stanno andando le cose preferisco tenermi la mia amata Supersix. Spendo meno, mi alleno di piu e vedrai che ben presto si vedranno i risultati positivi del mio nuovo investimento💪😂!
Ti saluto e a presto
Ennio
Ciao Ennio. Sono anni che scrivo e consiglio per evitare che ai ciclisti capiti quello che hai scritto; per questo ho voluto che condividessi la tua esperienza diretta, in modo che anche gli altri lettori, potessero farne tesoro, ed evitare di fare errori d'acquisto. Possono fare tutte le pubblicità che vogliono, persino pagare corridori professionisti, per fargli usare i loro prodotti alla moda, ma alla fine delle cose, quello che conta, è solo l'esperienza diretta dei clienti, dei consumatori, di coloro che pagano per usare prodotti, tutto il resto è marketing e che obiettivamente condividano quello che hanno potuto constatare; ci sono invece pedalatori che sono "tifosi" e si convincono di quello che gli dice il marketing, fino al punto di negare la realtà delle cose! Quello che dicono non conta, non è utile, ma è solo dannoso. Quando allora sarete in procinto di fare scelte d'acquisto, tornate sul blog, a leggere anche questo commento postato da Ennio, eviterete così di fare degli errori e sprecare soldi; ovviamente sarete liberi di scegliere, ma consapevoli della realtà. Tornando a te, continua senz'altro a pedalare sulla tua Cannondale assemblata con le Schmolke Carbon SL45 C, non hai bisogno di altro, hai già tutto; il resto dipenderà dalla tua condizione atletica e dai tuoi allenamenti. Buone pedalate. Saluti ciclistici.
EliminaOsservazioni goustissime
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