martedì 24 gennaio 2012

CRONACA del GIORNO del RIMPIANTO. CROLLA UN MITO. NESSUNO E' ETERNO.


Dal Nostro Inviato della Gazzetta del Ciclismo Terracinese. (cronaca di un uscita del gruppo di qualche tempo fa)
Ernesto marca stretto tutti anche il suo compagno di squadra, Lupo e perde la tappa: “ Ma spero che sia stata una giornata storta”. E venne il giorno in cui ebbe fine una gloria del ciclismo amatoriale locale. Avvenne a gennaio, in un sabato, che avrebbe dovuto preparare il giro domenicale. L'illusione di essere sempre i più forti ha il suo tempo. Gli scatti ripetuti di un avversario si sono rilevati i colpi di frusta fatali, fatti senza guardarti negli occhi, ma solo scrutando l'ombra stanca e disperata che si avvicinava, ammaliata dalla tattica dell'elastico. E’ la trama spietata di un destino che sottrae dalle vittorie i campioni di ieri e regala nuove emozioni ai campioni del domani. Ernesto detto Vecio, ha fatto buon viso e cattivo gioco. Il veterano si rifugia in un silenzio assoluto. Un attimo per tirare il fiato e sciogliersi la bandana, poi una raffica di parole piene di amerezza:- “ Mi sentivo troppo controllato ho cercato di sfruttare la scia di una moto, dopo che l’ho visto scattare, ma Lupo è stato più veloce. Se ci sarà un'altra occasione ci riproverò.’”. Nessuno ci crede, forse neanche lui. Un mezzo sorriso amaro, prima che ripeta la solita cantilena :-Ouè pizzò lo vuoi capire che il telaio in titanio è migliore…azz sì duro”.
Se non ci fosse stato Lupo a farci sognare, l’eroe della mattinata sarebbe stato lui, il giovane Noè della squadra rivale, al quale il padre corridore Perez Salvatores aveva concesso una certa libertà, perché lo riteneva capace di prestazioni importanti. Invece in una tappa dove si sono accavallati sentimenti di rivalità, di amicizia e di riconoscenza, Noè ha preferito cantare canzoni stonate e guardare aitanti fanciulle ai bordi della strada. Ora gli resta solo il grande rammarico per un occasione perduta. Subito dopo la corsa il corridore milanese che vive on the country ci confida:- “Sull’ultima salita ho provato a mettere il 53-11 e mi sono piantato…forse è il cambio che non và… forse…! ”. Ma quelli del gruppo ricordano ancora la sua smorfia di dolore.
E Perez Salvatores ? Qualcuno ha detto:- “ Lo abbiamo attaccato ed isolato, però lui ha dimostrato di avere ancora grinta a 55 anni e un buon motore, visto che non ha mai mollato”. In verità il ciclista pseudo colombiano, dai baffi d’oro, pur nutrendosi con i fichi secchi e usando una bici belga, ha sbagliato tattica, rimanendo esposto alle fughe dei gregari di Lupo, che lo hanno costretto a staccarsi dal gruppo di testa.
Il cavallo vincente si vede all'arrivo. In fondo anche lui sente il peso del tempo e del destino. Il ciclismo in fondo è la metafora della vita.
Cala il sipario. Il giro del giorno si è concluso con la vittoria di Lupo, poco allenato, che stacca i favoriti e il gregge; già proprio il gruppo che dimentica spesso i numeri dei solisti per indole, che nulla può mentre la gloria spinge un uomo solo verso la vittoria. La prossima uscita è sempre più vicina. La storia si ripeterà. Cambieranno i vincitori e gli sconfitti, ma il copione sarà sempre lo stesso e lo scriverà la vita, giocando con il fato e il caso. 

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