martedì 13 giugno 2023

Storie di bici e di ciclisti. Quando le biciclette ( e i ciclisti) erano fuorilegge !

Era il 1898, in carica, c'era il governo di Antonio Starabba, marchese di Rudini, destra conservatrice. Nel maggio 1898, i ceti popolari protestano contro il carovita che li riduceva alla fame.  A Milano, adunate e cortei inducono il re Umberto I a nominare un commissario straordinario per Milano, il generale Bava Beccaris, conferendogli pieni poteri per reprimere le proteste della piazza; " il feroce monarchico Bava", così lo bollò una canzone dell'epoca ! Venne proclamato lo stato di assedio e il commissario Bava Beccaris, fece cannoneggiare e mitragliare, la folla dei protestanti, al riparo delle barricate. Il popolo si organizzò per resistere. Fu una dura e sanguinosa lotta. Stante il fatto che i messaggeri dei rivoltosi utilizzavano le biciclette per portare ordini ed informazioni nei vari quartieri di Milano, il commissario straordinario Bava Beccaris, con un ordinanza ( che allego nel post) interdice " nell'intera provincia di Milano la circolazione delle biciclette, tricicli, tandem e simili mezzi di locomozione" precisando che " i contravventori saranno arrestati e deferiti ai Tribunali di guerra". Vennero sequestrati centinaia di mezzi a pedale, poi restituiti ai proprietari, previa asportazione del manubrio, per impedirne l'uso in quei giorni di protesta. Ci furono più di 100 morti tra i protestanti e due tra le forze dell'ordine, migliaia di arresti. La magistratura milanese infliggerà a 668 imputati, ben 1448 anni di carcere. Finisce in prigione anche il direttore della Gazzetta dello Sport, Eliseo Rivera. Ma v'è di più. I pregiudizi contro la bici, quale strumento di eversivo sono stati inculcati addirittura ( e non sorprende) dal padre della criminologia italiana, Cesare Lombroso, che nel saggio Il ciclismo nel delitto (apparso nel 1900 sulla "Nuova antologia di lettere, scienze ed arti" e riproposto nel 1998 dalla Sciarelli), sciorinò tale ardita tesi: " Nessuno dei nuovi congegni moderni ha assunto la straordinaria importanza del biciclo, sia come causa che come stromento ( si proprio "stromento")) del crimine; e a tal punto che se una volta si pretendeva ...di trovare nella donna il movente di ogni delitto virile....si potrebbe con forse minor esagerazione sentenziare ora: Cercate il biciclo, in gran parte dei furti e delle grassazioni dei giovani, soprattutto della buona società, almeno in Italia".  

La storia insegna che la bici è democratica e muove la gente, senza distinzioni.  Amen. Saluti ciclistici. 



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