lunedì 9 aprile 2018

Colnago Cycling Festival 2018 e il fenomeno delle Gran Fondo.

Desenzano del Garda. Il giorno dopo. Cadrà la pioggia anche su piazza Malvezzi; le gocce scorreranno sulle emozioni e la felicità dei 4000 partecipanti alla Colnago Cycling Festival rimaste incise sui lastroni di marmo, consunti dal tempo; anche il sole sarà andato via e al suo posto ci sarà un cielo grigio, nell'alternanza degli eventi; è la sintesi dello scorrere del tempo. Il silenzio ha bisogno di ricordi, cerca le persone andate via. Il vento rincorrerà un bicchiere di carta, sibilando sul ricordo delle cose. C'è un tempo per ogni cosa, si disse, certo, ma dopo c'è sempre un tempo per ricordare e comprendere il senso delle cose. Cos'è che spinge tante persone a ritrovarsi in un luogo della Bella Italia, in una dimensione avulsa dalla quotidianità, a condividere emozioni e sorrisi; cos'è che spinge a ritrovarsi e a non mollare; cos'è che accomuna; senz'altro la passione, la voglia di esserci, di lasciarsi andare, di seguire il richiamo atavico di erranti, di viaggiatori mai stanchi, di allentare la tensione sulle nostre vite fragili, e di lasciarsi andare. Il fenomeno delle gran fondo dedicate ai ciclisti amatoriali, è sempre più importante, assume dimensioni sempre più significative, una scelta ineluttabile per la promozione del territorio; penso che il prestigio di una località passi, oggi, più che mai, per una Gran Fondo ciclistica, di prima classe, legata ad eventi collaterali. 
Da osservatore del settore, ho fatto un attenta ricognizione dell'evento durante i tre giorni del festival dedicato ai ciclisti amatoriali e alle loro famiglie. Il castello medievale, il Duomo, mure antiche, piazze del cinquecento, cucina sapiente ed unica, un lago “grande” come il mare, strade pulite e senza buche, monumenti al ricordo, gente discreta ed elegante, isola pedonale su un largo perimetro, un lungo lago che assomiglia ad un lungo mare, e soprattutto gente che ama il ciclismo e quella straordinaria macchina silenziosa e straordinaria, qual'è la bicicletta.
Ebbene le Gran Fondo sono una delle migliori forme di promozione del territorio, una condivisione estemporanea  di nuovi territori; insomma partecipando alle Gran Fondo si può diventare cittadini di un territorio diverso anche solo per qualche giorno. Una nuova forma di turismo, intensa ma breve, ma a patto che ci sia un contenimento dei costi. I ciclisti nella quasi totalità hanno famiglie e spesso non possono condividere con loro questa passione, per contenere la spesa della trasferta. Allora si può senz'altro venire incontro a questa nuova domanda del mercato, diventando parte diligente. Sciagurato quel territorio e quegli operatori che sanno solo "svuotare" le tasche del turismo sportivo e non sanno fidelizzarlo. Le Gran Fondo si tengono ogni anno, quindi ci si può essere una continuità proficua per tutti. 
Imparino tutti quegli amministratori locali, che non sono al passo con i tempi, lenti a recepire il cambiamento ed inclini verso modelli di città obsoleti a “forma” di auto e di eventi sterili e consunti; c'è bisogno di un cambiamento nella formazione e nella cultura, non è solo una questione di voti elettorali; c'è bisogno di creare nuove forme di convivenza e di condivisione. Il cittadino si evolve, ma la politica arranca e non fornisce sempre risposte tempestive ed esaustive. C'è bisogno di nuove città; c'è bisogno di vita nuova.
Per quanto concerne tutti gli organizzatori attenzione a non esagerare ! Si assiste ad una tendenza generale per quanto concerne l'aumento del costo per l'iscrizione alle GF, a fronte di un pacco gara e di un pasta party non adeguato. Ora vogliamo pensare che i ciclisti amatoriali possano continuare fino all'infinito a cedere a questo aumento generalizzato dei costi ? Vogliamo pensare che alla fine non accadrà che chi troppo vuole nulla stringe ?
Quindi il mio consiglio agli organizzatori è quello di dare un pacco gara e un pasta party più adeguato al costo del prezzo di iscrizione oppure a diminuire il prezzo di iscrizione. Non rovinate il "giocattolo".
E' appena il caso di precisare che è preferibile scegliere solo hotel che consentano di portare in camera la bicicletta da corsa. Non lasciate in deposito la bicicletta da corsa nei locali esterni alla camera, per esempio magazzino.
Un ultima indicazione a tutti gli organizzatori. Le strade sono di proprietà dello Stato e non degli automobilisti. E quindi cosa buona e giusta, chiudere le strade fino alla fine della gara e controllare tutti gli accessi. E' cosa nota che molti automobilisti non amano condividere le strade con i ciclisti, quindi evitate il contatto soprattutto in condizione di gara e soprattutto considerato che i ciclisti pagano l'iscrizione anche per la sicurezza.  La vita vale di più dell'odio stradale e del profitto. Sempre. E la cosa concerne anche la sicurezza della strada, dal punto di vista delle condizioni dell'asfalto. Non è accettabile che in un paese dell'Europa, qual'è l'Italia, ci siano strade del terzo mondo ! I soldi pubblici devono essere utilizzati per la gestione e la tutela della res pubblica. Gli organizzatori si facciano carico di sensibilizzare le amministrazioni pubbliche competenti e soprattutto di risolvere motu proprio eventuali criticità. La tassa di iscrizione serve anche a garantire sicurezza. La legge pone a carico degli amministratori la responsabilità civile e penale per danni derivanti dal cattivo stato della strada; allo stesso modo, ci può essere una estensione della responsabilità anche nei confronti degli organizzatori di eventi collegati alla fruibilità della strada pubblica. La vita vale di più dell'odio stradale e del profitto. Sempre.
Saluti ciclistici. 



Il concorso della vetrina a tema più bella per i negozianti di Desenzano del Garda.



1 commento:

  1. Ciao Claudio,
    ho partecipato ieri (per la prima volta) alla Gf Colnago, così ho avuto modo di testare in gara la Specialissima dell quale ti avevo scritto un commento qualche tempo fa..davvero un gran mezzo. In realtà approfitto del tuo post sulle granfondo per condividere l'opinione mia e di altri compagni di pedalate su questo mondo. Questo è il settimo anno che partecipo a granfondo e mediofondo, ormai ne ho viste un discreto numero. La prima cosa che metto in rilievo (ma non necessariamente prima per importanza) è il costo, in continuo aumento: in media si spendono tra i 4 e i 50 euro per partecipare ad una gara e spesso mi chiedo se una cifra del genere sia giustificata. Certo, organizzare una gara ciclistica ha i suoi costi e richiede notevole preparazione (anche e non è così per tutti...), ma ormai si può dire che chi le organizza ha fiutato il business e ci marcia sopra. Parlo in generale, ma debbo rilevare che molto spesso ci si trova di fronte a ristori inadeguati e pasta party miserrimi. Nessuno beninteso chiede un pranzo luculliano, ma almeno un bel piatto caldo di pasta si. Non parliamo poi del cosiddetto "pacco gara", spesso ridotto ad un mucchio di depliant, una borraccia e poco altro. Negli ultimi anni ha preso piede la mania di dare la "maglia celebrativa" della corsa, spesso inservibile perchè, stranamente, le taglie S ed M risultano subito esaurite, così ci si ritrova ad avere una XXL utile forse per pulire i vetri. Pare incredibile che a nessun organizzatore passi per la mente che al 98% dei partecipanti non interessa proprio nulla avere una inutile maglia celebrativa..Certo, ci sono delle nobili eccezioni, ma restano appunto tali. Personalmente sarei ben più felice di spendere qualche euro in meno rinunciando al pacco gara.
    In seconda battuta direi che i nemici maggiori delle granfondo talvolta sono gli stessi organizzatori: negli ultimi anni vi è stato un vero e proprio proliferare di queste gare. E non sempre è un bene, soprattutto quando chi le organizza si preoccupa di più del guadagno che di tutto il resto: così assistiamo a percorsi assurdi, strade pericolose più adatte alle gravel che alle bdc, incroci non presidiati, assistenza assente. C'è anche chi lavora in modo assai discutibile: dalle mie parti per più anni di fila è accaduto che il percorso lungo di una gara venisse annullato la mattina stessa per le "precarie condizioni del manto stradale". Peccato che le condizioni fossero precarie già da anni, intanto le persone si erano già iscritte..
    Da ultimo, ma anche qui non per importanza, troviamo noi, cioè i partecipanti. Fosse per me introdurrei la partenza alla francese, come si fa all'estero: c'è un agonismo esasperato, per cui vediamo sempre più "fenomeni" mettere a rischio l'incolumità propria e degli altri per arrivare 300esimo invece che 320esimo: chi, nella ressa dei primi km, si infila in ogni possibile varco pur di recuperare posizioni, chi nelle discese si crede Nibali ed è pronto a finire addosso agli altri. Tant'è che mi sta quasi passando la voglia di partecipare a queste competizioni..
    Forse gli organizzatori dovrebbero fare delle serie riflessioni...
    Chiedo venia per il pistolotto, libero di eliminarlo se lo riterrai opportuno.
    Andrea

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