La Divina Commedia si impara e si "vive" anche pedalando sullo Zoncolan 😉🚵🏻. Lo scrivo dopo avere pedalato, in quello che definisco, la migliore rappresentazione del "girone infernale" dantesco. Come è noto, nel canto terzo dedicato all'Inferno della Divina Commedia, Dante scrive: PER ME SI VA NELLA CITTA' DOLENTE, PER ME SI VA NELL'ETERNO DOLORE, PER ME SI VA TRA LA PERDUTA GENTE. GIUSTIZIA MOSSE IL MIO ALTO FATTORE : FECEMI LA DIVINA POTESTATE, LA SOMMA SAPIENZA E' IL PRIMO AMORE. DINANZI A ME NON FUOR COSE CREATE SE NON ETTERNE, E IO ETTERNA DURO. LASCIATE OGNI SPERANZA, VOI CH'ENTRATE. Queste secondo Dante erano le parole scritte sulla porta dell'Inferno. E il sommo poeta continua con il dialogo avuto con Virgilio che lo accompagnava nella visita: "Queste parole di colore oscuro vid'o scritte al sommo di una porta per ch'io:- Maestro, il senso lor m'è duro.- Ed elli a me, come persona accorta: - Qui si convien lasciare ogni sospetto; ogni viltà convien che qui sia morta. " Insomma Virgilio spiega a Dante che quello è il punto dove si deve lasciare ogni esitazione, timore e soprattutto consiglia gli ignavi a farsi da parte. Mai più felice fu l'accostamento, che la gente del posto ha fatto tra lo Zoncolan e questa ouverture dell'Inferno di Dante. Quelle parole scritte sui muri delle abitazioni, sono state scritte anche a monito dei ciclisti, sulla falsariga delle alte parole della Divina Commedia. E si legge : " LASCIATE OGNI SPERANZA O VOI CHE ENTRATE." E poi su quelli di un altra : " QUI SI VA SULLA SALITA DOLENTE QUI SI VA NELL'ETERNO DOLORE." Credete che abbiano esagerato ? Provate per credere. Saluti ciclistici.
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