lunedì 29 settembre 2014

Ponferrada 2014. La mia opinione.



Quello che penso all'indomani della sconfitta degli azzurri di Cassani, avvenuta in Spagna, lo voglio scrivere a futura memoria. Il CT ha il compito di selezionare i ciclisti adatti al circuito del mondiale, tenuto conto della condizione psico fisica; deve suggerire la tattica da osservare durante la gara, ma sia chiaro, in linee generali, perchè sulla strada le cose cambiano improvvisamente e senza radiolina la corsa è affidata all'acume tattico dei corridori e all'evoluzione della loro condizione atletica. Questa la premessa. Veniamo all'analisi della corsa di ieri. All'Italia è  mancato il leader che finalizzasse il grande lavoro svolto in particolare da De Marchi (il migliore della nazionale), da Aru e da Visconti; non credo che Colbrelli fosse il leader a cui affidare le sorti della sfida mondiale; era alla sua prima esperienza, giovanissimo e con nessuna corsa importante in bacheca. Insomma se Cassani ha pensato di risolvere il problema con il giovane della CSF Bardiani, credo che abbia peccato di ingenuità; contro professionisti vincitori di classiche, esperti "killer" e in condizioni straordinarie, come i primi tre classificati, ci voleva ben altro. Per non parlare di Nibali, il fantasma di se stesso, ma del resto si sapeva che la sua condizione psico fisica era in calo, ottimizzata solo per il Tour de France, peraltro vinto; Nibali quando sta bene, attacca e non si fa attaccare; e allora perchè portarlo ? Forse Cassani ha fatto lo stesso errore che fece Bettini quando schierava Paolini, il quale non è mai stato nella partita, almeno nella parte finale: non si porta un corridore per stima, ma per una acclarata condizione atletica. Aru è uno scalatore, e certamente, non era quello il suo percorso, poteva fare solo quello che ha fatto, attaccare sull'ultimo strappo, per rendere la corsa dura; lo ha fatto, ma è servito a poco, e forse avrà addirittura azzerato le energie rimaste sulla gambe dei suoi "non dichiarati" capitani o comunque dei compagni di squadra. Visconti poteva fare solo quello che ha fatto; era reduce da un brutto incidente, all'inizio della stagione. Insomma il CT non ha responsabilità per quanto concerne la tattica assunta durante la corsa, non poteva gestirli direttamente, soprattutto negli ultimi chilometri; e forse, ha poche responsabilità, limitatamente alla scelta della rosa, visto che questo passava il "convento"; non abbiamo ancora trovato un nuovo Bettini. Qualcuno potrà chiedersi se è stato giusto lasciare a casa Pozzato. Io credo di sì; il motivo è semplice, quest'anno non solo non ha vinto nulla, ma ha avuto la sua peggiore stagione, e nelle ultime gare, si è solo piazzato, in gare non prestigiose. Certo, Pozzato aveva dato segnali di ripresa, riuscendo persino a dimagrire, ma credo che Cassani non gli abbia dato fiducia, in quanto non crede nella sua attuale capacità di concentrazione e di realizzazione nella fase finale della gara. Cassani non poteva che prendersi anche le responsabilità degli azzurri; e lo ha fatto, da ex corridore, per amore della squadra e per stima degli azzurri. Credo che in ultima analisi agli azzurri è mancato il coraggio di fare saltare la corsa, anticipando i big avversari, dato che si trattava di vincere la corsa, e non solo di farla. Qualcuno ha affermato che la nazionale c'era, come collettivo ! Secondo me  l'unica squadra che c'era e che ha fatto corsa vera è stata la Polonia; a tutta sin dal primo chilometro, potendo contare su di un formidabile cacciatore di classiche, quale Kwiatkowski. Insomma i polacchi hanno potuto "calare la pasta" sulla menata del capitano, che puntualmente è arrivata. Concludo con una chiosa fondamentale quando si parla di ciclismo: come sempre, ha vinto il più forte, coraggioso e lucido. Onore al vincitore; il ciclismo è uno sport straordinario, si tifa a prescindere dalla maglia. 


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