Giù dalla branda alle 5,30. La città dorme. Chi si allena non ha tempo da sprecare e la mattina ha l'oro in bocca. Direzione Monti Ausoni. Parto dal mare per arrivare in un piccolo borgo di meno 500 abitanti: Falvaterra dopo avere percorso il vallonato di San Magno, la lunga salita di Lenola e il vallonato che conduce a Pastena. Il paese è arroccato su di uno sperone roccioso che domina la sottostante vallata dove confluiscono i fiumi Liri e Sacco. Il silenzio delle valli e dei paesi attraversati, ancora addormentati, mi piace e mi rasserena. Incontro solo due piccoli camioncini guidati dagli operatori ecologici, che silenziosi come gatti si arrampicano sulle strette vie ripide. Arrivo a Falvaterra, salgo sulla parte alta del paese; una strada stretta e fatta di piccole maioliche stile mosaico, mi portano al centro del paese; ritorno indietro e ammiro il panorama della Valle del Liri. Esco dal paese ed inizio la discesa, svolto a sinistra, al cartello che indica Farmacia; è una strada stretta con molte curve, discesa al 15-18%, porta al Monumento naturale delle Grotte di Falvaterra e Rio Obaco. In alternativa, si può proseguire, sempre in discesa, seguendo la strada principale, svoltando prima a sinistra, fino ad incontrare il cartello che indica le grotte. " Atterato" sulla strada in salita che conduce alle Grotte, incontro una piccola cascata rumorosa, si rompe il silenzio. Arrivo davanti all'entrata delle Grotte, chiuse durante la settimana. Giro la ruota e ritorno indietro. Anche oggi allenamento a tre cifre: 116 km, sotto il sole, tagliando il vento caldo e torrido. Bici è viaggio, è avventura. Ricordo, ogni anno, questo percorso, lo faceva un gruppo folto di ciclisti; preoccupati di completarlo, si incoraggiavano. Va detto che pedalare in gruppo è la soluzione, l'unica, per chi non sa pedalare da solo contro il vento. E detto francamente, chi non sa pedalare contro il vento, non è ciclista. Allenarsi in solitaria, invece è più difficile, ci si abitua e si impara a pedalare soprattutto contro il vento; ci vuole esperienza, lavoro mentale e gambe allenate, e una smodata voglia di avventura. Per questo l'allenamento in gruppo è sconsigliato. Chi esce in gruppo deve accettare le decisioni, le soste e il percorso scelto dal gruppo, inoltre si possono avere problemi con buche non segnalate, cadute provocate da altri, ricevere "sputazze" maleducate, e occupare la strada provocando la rabbia degli automobilisti. Chiusa la parentesi.
Ritorno al paese di Falvaterra, percorrendo questa volta in salita, la ripida discesa, ottimo allenamento. Alla fine della salita, ritornato al paese, una persona sconosciuta mi saluta con un fraterno, spontaneo e sereno buongiorno. Uscendo dal paese ancora un altra persona mi saluta cordialmente. Ricorderò queste espressione positive, come un "omaggio" al "viandante" a due ruote silenziose. Esco dal paese. La strada continua a scorrere veloce sotto le ruote e come sempre, quelle che prima erano discese veloci, diventano salite dure; mi piace attraversare paesaggi collinari, dove si alternano i colori cangianti, mentre il silenzio, concilia il dialogo tra mente e gambe. Tutto è perfettamente sincronizzato. Ripasso per Pastena; altra sosta breve (una all'andata), per mangiare l'ultima banana e riempire la borraccia. Esco da Pastena, inerpicandomi per la dura salita, poi la strada prosegue ondulata, in una suggestiva valle. Supero Ambrifi e mi lancio nella lunga e veloce discesa di Lenola; poi di nuovo San Magno con il suo sali e scendi, passo Portella, Pisco Montano e il lungo mare. Finish. Due insegnamenti per chi vuole fare ciclismo: bisogna praticarlo per conoscerlo; la strada è la casa del ciclista. Saluti ciclistici.
Ciao, condivido in toto le tue opinioni in merito alla costruzione dei telai, di varie marche, praticamente sovrapponibili o quasi, anch’io come te non amo gli spessori sotto l’attacco manubrio, si perchè rappresenta un inestetismo e sia perchè la guida ne risente. Ho una curiosità da chiederti, il movimento centrale, può essere richiesto con inserimento ad avvitamento e non a pressione? Sono un fan come te, del ceramic speed.
RispondiEliminaUn saluto Fabrizio B.
Ciao Fabrizio. Dipende dalla standard della scatola del mc e dalla guarnitura. Esistono diversi standard. Per esempio un telaio BB30 monta due mc che si inseriscono con un apposito strumento che li spinge a battuta del telaio. Altri invece vanno installati avvitandoli ad una ghiera/bussola in alluminio interna alla scatola del mc. Saluti ciclistici.
EliminaQuando dall'ufficio ho la possibilità è un piacere leggere questi racconti di vita (ciclistica) vissuta e allo stesso tempo ti fa fantasticare sul prossimo giro da fare!
RispondiEliminaPersonalmente amo le uscite in solitario, oltre che a rilassarmi di più mi danno la sensazione di aver concluso la mia piccola o grande impresa che sia interamente con le mie forze, e questo non è cosa da poco.
Sai bene ormai Claudio che anch'io come te amo le uscite all'alba d'estate, e il ritorno dopo magari 3 ore a buon ritmo e molti sono ancora a letto ha una magia indescrivibile, poi sapere di avere ancora tutta la giornata davanti ti da un senso di aver investito bene il tuo tempo e di essere in pace con te stesso.
Chi non lo ha mai provato non può capirlo ovviamente, richiede sacrificio, proprio quello che fa da sparti acque tra ciclisti e pedalatori come usi chiamarli tu.
Come sempre complimenti.
Saluti a tutti i ciclisti
Ciao LucaG8, grazie per il tuo commento. Saluti ciclistici.
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