Mi chiedo se la C60 sia una macchina di stirpe, progenie di una razza vincente oppure un prodotto in linea con la concorrenzaIn occasione della presentazione della nuova C60, la ditta Colnago, ha diffuso una opuscolo digitale del nuovo prodotto. Tra le quattro pagine in pdf, l'ultima, mi ha fatto saltare dalla sedia; il titolo è "C 60 su strada". E' una prova su strada non firmata da uno o più tester e non virgolettata, corredata da due foto, che ritraggono, due ciclisti in sella alla C60 e, in un altra, una gamba di un ciclista in piena estensione con il triangolo anteriore dello stesso telaio in primo piano. Il titolo mi ha riportato alla mente, in modo repentino, i miei test bike. Continuando a leggerlo, quello che è stato un pensiero subitaneo, e quindi non verificato, si è invece concretamente rilevato nella sua interezza: il test è stato scritto dalla Colnago ! Che bisogno aveva la Colnago, di scriversi una prova su strada? Sono sicuro che la C60 ha le prestazioni ivi enucleate, ma sarebbe opportuno che venga testata e ne sottoscrivano la prova, mettendoci la faccia, cicloamatori evoluti, abituati a pedalare su modelli top di gamma, anche per poterlo comparare con altri prodotti di vertice; cicloamatori indipendenti da vincoli con il produttore; magari, un blogger che del test bike, ne ha fatto uno stile; uno come questo umile blogger, seguito da più di 390.000 visite, anche per i suoi test bike. Invito la Colnago ad inviarmi un modello test della C60, in modo da realizzare un test completo ed obiettivo. Detto questo faccio alcune riflessioni sul marketing moderno. E' giunto il tempo di un marketing più evoluto, più comunicativo, che faccia anche testare i prodotti e recensirli da ciclisti appassionati e competenti, più che affidarli alla promozione dei ciclisti professionisti, dei team sponsorizzati, oramai forma di promozione superata, e per questo destinata, a ruoli sempre più marginali; il ciclista medio si evolve e valuta con occhi sempre più attenti. Ma chi può credere a quello che dice un professionista pagato dalla ditta di cui usa i prodotti ? Leggendo il test bike della Colnago,c'è una parola virgolettata, senza ragione, che spesso ha caratterizzato e caratterizza i miei test bike: "macchina"; è una accezione traslata del vocabolo macchina, che ho trovato riportato nel dizionario della lingua italiana del 1942. Grazie alla Colnago per averla utilizzata, mi sento lusingato. Ecco la prova su strada in questione: " C60 su strada. Punto di partenza la struttura in fibra di carbonio a congiunzioni stellare. Grazie a questa unicità, la bici risulta solida, stabile, equilibrata e "massiccia". C60 mette subito a proprio agio. La bici scivola sull'asfalto, ammortizza bene le sconnessioni, si guida perfettamente grazie alle geometrie sviluppate puntualmente nel corso degli anni. Ma è quando si inizia a fare sul serio che l'anima racing di C60 fuoriesce in modo evidente e prepotente. La scatola del movimento centrale, ridimensionata e fortificata, è l'ideale punto di appoggio su cui scaricare la potenza. Sul passo è formidabile: svelta precisa e veloce. Il disegno delle geometria consente di trovare l'assetto migliore e più redditizio tramite un rapido set-up. Sulle spalle rilassate, busto inclinato il giusto, angolo di spinta perfetto per le gambe ottimizzano la resa in sella della bici. Comfort e agonismo si fondono. E quando la strada punta all'insù ? Le alternative sono sostanzialmente due. Pedalare seduti, regolari, facendo mulinare le gambe in modo intuitivo e naturale, oppure vibrare potenti colpi ai pedali sapendo di poter contare su una scatola del movimento assolutamente rigida e un carro posteriore studiato per ottimizzare aderenza e trazione della ruota. Maggiore è la potenza del corridore, maggiori saranno le soddisfazioni . In discesa ? Mostruosamente solida ! La costruzione praticamente perfetta della struttura a congiunzioni offre solo certezze. Si ha sempre la situazione in pugno. L'avantreno potente e massiccio consente inserimenti in curva dinamici e precisi, le traiettorie sono fedeli , mai una indecisione. Piacere di guida e sicurezza, dunque, due concetti ben presenti nella storia di Colnago. In sintesi ? C60 ha il dna della Casa. E' concreta, solida e sicura, una "macchina" pensata per la competizione, ma al tempo stesso capace di soddisfare una fascia di pubblico molto ampia a partire dal ciclista agonista incallito, che chiede prestazioni tecniche superlative, al cicloamatore che desidera pedalare su un mezzo moderno, esclusivo e, soprattutto, sicuro." Aggiorno il post con questo articolo pubblicato sulla Gazzetta dello Sport on line: Milano, 21 marzo 2014 "Il patron ha mostrato ai due corridori della Europcar il gioiello della produzione. I cicIlisti ne hanno apprezzato il telaio All’antivigilia della Classicissima Milano-Sanremo i corridori del team Europcar Yukija Arashiro e Bjorn Thurau hanno fatto visita alla Colnago. Il patron Ernesto Colnago ha mostrato ai due campioni il nuovo C60, l’ultimo gioiello della produzione Colnago. "Il C60 - ha detto Colnago - sfiora la perfezione. Nasce dopo le esperienze fatte con C40, C50 e C59. Tubi e congiunzioni si innestano senza difetti, c’è il movimento centrale completamente nuovo. In questo telaio ho messo tutta l’esperienza di una vita dedicata alla bicicletta".ENTUSIASMO — Da parte loro i corridori hanno mostrato molto entusiasmo per il nuovo telaio, che verrà impiegato dagli atleti in occasione del Giro d’Italia con la nuova grafica art decor. Bjorn Thurau ha detto che "il Giro sarà la mia prima grande corsa a tappe. Il C60 è molto bello, non vedo l’ora di provarlo". Il campione giapponese Arashiro ha apprezzato la verniciatura, fatta in Italia: "È speciale, non l’avevo mai vista prima. Grazie al C60 avrò molte più possibilità di vincere".Gasport".
Non mi ero sbagliato: è proprio il marketing della Colnago ad essere inadeguato. Mi rendo conto che può essere difficile accettare l'dea che il mondo del marketing si evolve, ma il futuro non ammette eccezioni. Chi è interessato ai telai Colnago, lo fa perché si fida del nome, certo, ma ha bisogno anche di provarli. Il moderno marketing del settore è orientato a fare provare il telaio al cliente e al potenziale cliente, a prescindere delle opinioni del produttore e dei suoi atleti; del resto oggi, è possibile provare le auto ed assaggiare persino i prodotti alimentari. Mi chiedo a cosa possa servire questo "ingenuo" articolo pubblicitario, tanto più che riporta dichiarazioni di ciclisti professionisti, pagati per correre dalla stessa Colnago, che ammettono di non averlo testato ? Siamo tutti contenti che Colnago è soddisfatto del C60, ma è ragionevole pensare che non può bastare per convincere il consumatore. Per il mercato, la soddisfazione rilevante è di chi compra. Credo che un marchio come Colnago abbia bisogno di una innovazione nel marketing; un marketing che "pedala". Buona fortuna.
Non mi ero sbagliato: è proprio il marketing della Colnago ad essere inadeguato. Mi rendo conto che può essere difficile accettare l'dea che il mondo del marketing si evolve, ma il futuro non ammette eccezioni. Chi è interessato ai telai Colnago, lo fa perché si fida del nome, certo, ma ha bisogno anche di provarli. Il moderno marketing del settore è orientato a fare provare il telaio al cliente e al potenziale cliente, a prescindere delle opinioni del produttore e dei suoi atleti; del resto oggi, è possibile provare le auto ed assaggiare persino i prodotti alimentari. Mi chiedo a cosa possa servire questo "ingenuo" articolo pubblicitario, tanto più che riporta dichiarazioni di ciclisti professionisti, pagati per correre dalla stessa Colnago, che ammettono di non averlo testato ? Siamo tutti contenti che Colnago è soddisfatto del C60, ma è ragionevole pensare che non può bastare per convincere il consumatore. Per il mercato, la soddisfazione rilevante è di chi compra. Credo che un marchio come Colnago abbia bisogno di una innovazione nel marketing; un marketing che "pedala". Buona fortuna.