domenica 30 giugno 2013

Metronews pubblica il mio scritto Elogio della Bicicletta.

Ecco il link del mio scritto pubblicato sul blog Pedalare verso il cielo:
http://pedalareversoilcielo.blogspot.it/2013/01/elogio-della-bicicletta-ovvero-quello.html

Ecco il link della pubblicazione su Metronews:
Elogio della bicicletta di Claudio Cobiani pubblicato su Metronews

Ecco la riproduzione del mio scritto trascritta da Metronews:

Test Bike: Bontrager Race XXX Lite ( carbonio) e Bontrager Race XXX Lite VRC ( carbonio): consigli sulla scelta della curva.

Attacco Bontrager Race XXX Lite e Manubrio Bontrager Race XXX VR- C Lite sono rispettivamente l'attacco e la curva più leggeri della gamma Bontrager.  
Le curve compact sono generalmente apprezzate dai ciclisti che hanno mani piccole e che faticano nella presa bassa, essendo meno larga e più corta, rispetto alla curva tradizionale. La curva Bontrager Race XXX VR-C Lite è invece una compact a raggio variabile. Infatti la curva ha una altezza (drop) di 125 mm, come la compact, e una lunghezza (reach) di 85 mm, rispetto agli 80 mm della compact. Tradotto in parole povere, la curva Bontrager Race XXX Lite VR-C consente una presa bassa, più lunga rispetto alla compact, cioè si sta più "spianati" con la schiena. Quindi in effetti si tratterebbe di una semi compact, avendo un reach superiore a 80 mm. Un compromesso tra coloro che si adattano meglio alla curva tradizionale e quelli che invece preferiscono la curva compact. La curva compact è preferibile per chi preferisce avvicinarsi di più ai comandi e per avere più punti di appoggio in presa bassa. Insomma è ideale per chi ha problemi di estensione e necessita di più punti di appoggio, avendo le code più lunghe.
L'attacco Bontrager Race XXX Lite ha un inclinazione di 7 gradi ed è fornito con viteria in titanio.  
Sia la curva, sia l'attacco Bontrager sono realizzati con carbonio unidirezionale, sottoposto a processo di compattazione OCLV, brevetto Trek. 
Il peso è di 116 grammi per l'attacco, lungo 100 mm e 190 grammi per la curva larga 420 mm.
La Bontrager raccomanda di lasciare almeno uno spessore di 5 mm, sia sopra, sia sotto, l'attacco.







Il monumento contro il doping.


E' il monumento eretto sul Mont Ventoux in Francia. E' dedicato al ciclista britannico Tom Simpson. Ma non è la solita stele commemorativa dedicata alle gesta di un campione. Questo è un monumento che classifico come " a futura memoria", come per esempio, quelli eretti in luoghi di martirio o di battaglie. Sul Mont Ventoux è morto un uomo. Egli si chiamava Simpson. Era il Tour de France del 1967;  il 13 luglio, lungo la terribile salita del Mont Ventoux, Simpson andò in crisi e si fermò, ma nonostante tutto volle proseguire l'ascesa. Ma  una volta che egli rimontò in sella, dopo qualche metro, ebbe un fatale collasso cardiaco e morì. In base ai risultati dell'autopsia venne accertato che concause della morte furono il caldo e le anfetamine, da lui assunte per migliorare la prestazione; anfetamine, che si dice, che fossero state ritrovate anche nella scatola che Simpson teneva nella tasca posteriore della maglia. E' appena il caso di precisare, che Simpson, fu una delle prime vittime del doping. Dunque il monumento nella foto, eretto alla memoria di quel tragico fatto, deve essere considerato il monumento contro il doping. Mi chiedo alla memoria di cosa, visto che il doping, dilaga nello sport professionistico ed amatoriale, considerati i fatti di cronaca accaduti dopo quel 13 luglio 1967 ? E pensare che si fa ricorso al doping, anche per vincere un prosciutto o per essere più forti di un compagno di uscita o del vicino di casa ! Questi sono fatti accertati da sentenze di tribunali italiani. Coloro che si dopano li definisco, pseudo sportivi, emuli di Fantozzi.

giovedì 27 giugno 2013

La sicurezza dei caschi per bicicletta: consigli per non farci prendere in giro dal business

La normativa vigente in materia, stabilita dalla comunità europea, secondo precisi e rigorosi standard tecnici, ha stabilito che tutti i caschi venduti all'interno dei paesi aderenti alla UE, previo collaudo, devono recare al proprio interno, l'etichetta CE 1078. La cosa singolare è che ci sono alcune persone che pensano che acquistando un casco più costoso, magari uno di quelli che usano i professionisti, lo standard di sicurezza sia maggiore. Francamente penso che siano ingenui. Tutti i caschi sono sicuri allo stesso modo; cioè il casco da 30 euro è stato omologato con gli stessi criteri adottati per quello che costa il quadruplo. In termini di sicurezza non cambia nulla. Nella foto si può vedere come l'etichetta CE 1078 è applicata su tre modelli  diversi, dal più economico a quello più costoso. Tutto il resto è soddisfazione personale; nel senso si acquista quello che ci rende più soddisfatti, e non serve trovare delle giustificazioni per farlo, come quello che dice: "Sono stato costretto a prenderlo più costoso perchè voglio stare tranquillo". Bravo il business ti ringrazia. E' appena il caso di aggiungere che su alcuni caschi che ho testato ed usato, quello più economico, e cioè l'esemplare grigio nella foto, dal costo di 30€ è risultato, fornito di un sottogola e di una allacciatura migliore, rispetto al modello che costa 180 €. Unico limite il peso. Quello che conta, è che il casco bisogna usarlo sempre ed allacciarlo correttamente. 



mercoledì 26 giugno 2013

Anteprima con il botto: i freni idraulici Sram al Tour de France 2013.

Per la prima volta sono stati montati sulla macchina di Mark Cavendish, previa autorizzazione dell'UCI, in una gara ufficiale. Rimanendo dell'opinione che i freni tradizionali sono brutti,  in questo caso posso andare oltre: questi invece sono molto brutti. Non si possono guardare neanche con gli occhiali da sole !
Atteso questo devo dire anche che la bellezza e l'eleganza di un gruppo Campagnolo,per la Sram e la Shimano, è insuperabile. La Sram e la Shimano hanno un gusto da MTB.  Ovviamente sempre meno peggio dei freni a disco, ma in quel caso si tratta di un vero e proprio omicidio della bicicletta da strada. 






Itri (LT): pausa caffè per la Madone Lupo Solitario.


Macchina da crono al box




giovedì 20 giugno 2013

Quando la distanza di sicurezza e' una questione di vita o di morte

Con i veicoli a motore sorpassate il Ciclista mantenendo una distanza laterale almeno di 1 metro e mezzo, lasciate spazio sulla strada, ai semafori non stringete lo spazio laterale e non occupate le ciclabili, altrimenti potreste trovare ciclisti che per legittima difesa saranno costretti a reagire per non essere uccisi o feriti. 

mercoledì 19 giugno 2013

Orbea Avant. Hanno ucciso la bella e leggera bici da strada. E giunse il tempo della bici con le lame rotanti.

Un altro telaio dedicato a chi ama la moto. Telaio in carbonio, scatola del movimento centrale BB86, disponibile in due versioni, con freno a disco (sic) e a cerchio; in quest'ultimo caso il freno posteriore, è montato, vicino alla scatola del movimento centrale, usando il sistema ideato ed adottato dalla Trek. I freni a disco sono quelli in dotazione al nuovo gruppo Sram. Per chi lo volesse c'è anche la versione con il cestello della spesa !!!!
Considerazioni personali: c'era qualcuno che pensava che il "disco rotante", tipo Ufo Robot, fosse relegato solo alle bici da cross; c'era qualcuno che pensava che il divieto dell'UCI per le gare professionistiche, potesse servire a mettere un paletto allo sviluppo di questo fantozziano progetto. Invece si sbagliavano. Il mercato ha bisogno di polli da spennare, e ha bisogno di promettergli effetti speciali e frenate da motociclismo, se passano al nuovo sistema. Peccato che per una bici da strada, il freno a disco, non solo appesantisce e di molto la macchina ( il telaio predisposto con il freno a disco pesa almeno 300 grammi di più; per non parlare del freno a disco che presenta un aggravio di peso di almeno 500 grammi), ma una frenata così potente non serve a nulla, considerato il limite di velocità ed il peso in gioco. Prima o poi l'UCI cederà ai soldi delle case di produzione, in primis la Shimano e la Sram, e ritornerà sulle sue decisioni, in barba alla sicurezza dei corridori, che rischieranno molto in caso di incidenti e di cadute in gruppo. Ma da quando le guerre non si fanno più, a livello militare e mondiale, hanno trovato un modo per consentire ai mercati di crescere: il marketing portatore del consumismo. Quindi obbedite e comprate.  E' appena il caso di precisare che se il mercato non boccera' questa scelta, a ragione potra' dirsi che avranno assassinato la bella e leggera bici da strada. Forse la bici con lame rotanti sarà almeno per ora una proposta aggiuntiva del catalogo, e non esclusiva, ma e' chiara la direzione dell'offerta. 
La bici da strada con i freni a disco, in caso di incidente NUOCE ALLA SALUTE, RENDE SCHIAVI del CONSUMISMO, ESTINGUE la bicicletta da strada ed incentiva l'uso della MOTO.
A chi la usa, digli di smettere.

Segnalo questo post successivo riguardo al richiamo ufficiale della Shimano dei freni a disco prodotti  per uso strada, a seguito di incidenti con feriti:
http://pedalareversoilcielo.blogspot.it/2013/08/attenzione-richiamo-per-i-freni-disco.html

Poichè su questo blog non si pettinano le bambole, ma si pedala, informo che l'UCI anche per il 2014 ha bocciato l'uso dei freni a disco per le gare dei professionisti. Il motivo è quello già spiegato nel post: attualmente i produttori non garantiscono garanzie di sicurezza in merito al controllo delle alte temperature dei dischi dei freni e il rischio in caso di cadute con particolare riferimento a quelle in gruppo. 



ditemi che non è vero ! Una bici da strada con i freni a disco e  con il cestello per la spesa !
Ridatemi la bici da strada PURA

La versione con i freni sul cerchio: si nota il freno posteriore copiato alla Trek.

sabato 15 giugno 2013

Un iniziativa encomiabile

L'incivilta' regna anche tra i ciclisti. Capita spesso di vedere carte di barrette o di altri prodotti, abbandonate sulla strade, segno triste del passaggio di ciclisti maleducati. Per non parlare dei professionisti "inquinatori ", che ci hanno abituato a scene imbarazzanti di squallida inciviltà, quando gettano gli incarti di quello che mangiano in gara. Questa iniziativa, si pone come una presa di coscienza coraggiosa ed avanzata, tesa a ricostruire il senso civico, oramai lacerato dall'assenza di valori, tra i quali il rispetto del prossimo e quindi dell'ambiente. La segnalo per il suo valore di innovativa campagna di sensibilizzazione.

sabato 1 giugno 2013

Il Tempo

Ti ritrovi a pensare al tempo, con un vuoto di malinconia ed un desiderio di speranza che ti esplode dentro; ti chiedi cosa sarà ? Te ne accorgi quando senti che è passato un tempo che non ricordi più; quando le emozioni sono dure, come una pietra; quando il volo di un uccello credi che non arrivi lontano e cerchi di capire quello che sta cambiando, quello che non sarà più. Ti siedi a parlare con il tempo, mentre fuori piove e ricordi il sole. Il tempo ti chiede conto e ti guarda dentro; ti giudica e non ti perdona. Una canzone potrebbe tanto, almeno accarezzare l'anima che brucia, come quei tramonti vissuti, quando il tempo era lontano, e sembrava non passare mai. I capelli bianchi di un anziano, le sue rughe, i suoi discorsi stanchi, senza più emozioni, sono le parole del tempo, quelle che non dimenticherai. Il tempo ti ha trovato ed è venuto a farti compagnia, a dirti che ti ricorda prima bambino e poi giovane con il sogno del volo; ora lasci che ti guardi, mentre si culla, sulla sedia a dondolo, al ritmo di un orologio a pendolo. Ti allontani, per camminare in mezzo ai campi, mentre la pioggia non cancella la tristezza; accarezzi le spighe alte, che il vento muove; hai bisogno di emozioni, ma le senti morire dentro, perchè tutto cambia, e non puoi farci nulla; non puoi fermare il corpo che muta, il pensiero che cambia. Non andrai lontano, dovrai tornare dal tuo tempo, che ti aspetta, per portarti via, dai tuoi giorni, dai tuoi sogni, perchè tutto è del tempo e non ci appartiene. 
(Claudio Cobiani)